Dove si nasconde il lupo cattivo?

Perché prima o poi arriva il momento.
Un papà viene da me e mi dice: “Devo chiederti un favore. Posso prenotare tuo figlio un’oretta, la sera? Sai, mio figlio Attila non socializza, mi dicono che è un bambino con problemi…”.
Bene, il primo invito ad andare a giocare da un amichetto.
E no, non proviene dall’angelico e pacioso Abele, riccioli biondi e sorriso perenne, della casa a fianco.
No, giustamente è di Attila, caratteraccio, capricci infiniti, urla isteriche e palesemente disturbato.
Insomma, l’amico che ogni madre sogna per il proprio figlio.
Come se non bastasse, ciò significa che devo abituarmi all’idea che mio figlio vada, da solo, a casa di persone che conosco di vista da un anno almeno, ma di cui so, di fatto, poco o nulla.
Che ne so che non siano psicopatici, ladri di bambini, venditori di organi o esseri comunque riprovevoli?
Come faccio a essere sicura che non facciano del male a mio figlio?
Tanto più che il pargolo che necessita di compagnia non è esattamente un bimbo che trasuda serenità e benessere.
La sola idea mi terrorizzava, quindi l’unica decisione possibile era, semplicemente, stare li anch’io (un no lo trovavo francamente poco carino, tanto più che siamo piuttosto vicini di casa). Il che vuol dire sviluppare un altro po’ di quei super poteri di cui qui.

E poi invece succede che i tuoi piani, buoni propositi, decisioni ti si sgretolano tra le mani.

Sì perché, a quanto pare, già non decidi più solo tu, Mamma, ma anche lui, il piccolo diretto interessato.
Perché tuo figlio vuole proprio andare a salutare il suo amichetto, che guarda caso abita a due metri, adesso. E che se ne sta uscendo anche da solo, con la sua giacchetta e il suo drago, quindi almeno lo accompagni, ma non puoi proprio stare lì, non oggi.
E ti fidi. Così, senza motivo, senza scampo.

Ed ora mi chiedo, posso almeno insegnare a mio figlio a cosa stare attento, che ci sono cose che non si devono accettare, come difendersi e come parlarne?

O il semplice fatto di dire che c’è il male rischia di creare un disagio che potrebbe creare equivoci e tragedie?
Voi come preparate i vostri figli, come affrontate queste situazioni?

Post Scriptum 

Dopo aver scritto questo post (che era un ante più che un post, vabbè scusate la battutaccia)  mi è capitato di leggere un articolo sui pedofili, sull’ultimo Vanity Fair, che mi ha francamente scombussolata assai.
Si spiegava di come queste bestie si preparino il terreno, si rendano simpatici alla comunità, ai bambini, di come trovino le occasioni per giocarci, e solo in un secondo momento, quando hanno carpito la loro fiducia e quella dei loro genitori, avanzano le loro schifose attenzioni.

Che, soprattutto, puntano là dove i genitori sono assenti, distratti  impegnati, e che quindi magari vedono addirittura di buon occhio avere qualcuno che li aiuti nella gestione dei figli.

Praticamente, la descrizione della vittima ideale, è quella di mio figlio.

Ora, lungi ovviamente da me di sospettare di quel papà, che caso mai legge pure questo blog e gli viene un infarto (oltre che correre a denunciarmi)!, ma ho solo voluto cogliere l’occasione per fare una riflessione.

Che, ora come ora, mi ha portato a dire: mai più rischierò sulla pelle di mio figlio. 
Ma il momento in cui il problema si ripresenterà, come risponderò?
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14 Comments

  • O_O ho avuto paura io x te…io nn l'avrei lasciato andare, e cmq se ci dovesse essere una prossima volta col sorrisino dici "ok vedo quando posso accompagnarlo" e con la scusa del caffè resti anche tu!!

  • io ci penso un sacco a questo… è una cosa che mi paralizza, e mi fa sentire assolutamente inerme, il pensiero che possano fare del male a mio figlio… mi provoca quasi un malessere fisico.
    non ho ancora trovato una "soluzione", se esiste, un modo per proteggerlo il più possibile, perchè comunque sono dell'idea che non possiamo tenerli sotto la famosa campana di vetro…
    però è una sensazione terribile, e non la si prova finchè non si diventa genitori

  • il tuo è un dilemma rispetto al quale non so ancora come comportarmi. perchè è sì importante mettere in guardia un figlio, ma c'è il rischio di esagerare, facendogli eprdere l'ingenuità propria dell'infanzia o peggio creandogli noi stessi ansie e paure… penso spesso a quando da bambina mi infilavo nel letto di mio zio, poco più che 20enne…. oggi non eprmetterei mai che mio figlio facesse altrettanto, ma io ne serbo un bellissimo ricordo… forse l'ansia del cattivo ci sta avvelenando?

  • Morna, è già da un po' che questo argomento dà da pensare anche a me. Ma in questo momento, con un fatto orribile successo a meno di 10km da dove abito (non ve lo sto a raccontare, non aggiunge niente al commento), ti assicuro che ho passato notti insonni 🙁

    Stasera andrò proprio ad un incontro per genitori su come insegnare ai bambini a stare "al sicuro". Non credo sia mai troppo presto per dare ai bambini mezzi per difendersi, in modo adatto alla loro età.

    Un paio di siti interessanti – se ci sentiamo indifesi noi stessi, meglio informarsi perchè non siano indifesi i nostri bambini!
    http://safelyeverafter.com/index.html#
    http://www.quinonsitocca.it/Default_it.asp

  • Non è proprio l'oggetto perchè capiamo tutte cosa o chi potrebbe essere un lupo cattivo. Ma terribile quando scopri che il lupo cattivo te le sei scelto tu (mi riferisco alla notizia letta sul nyt ma c'è anche sul corriere)di quella tata che ha ucciso i due bambini di 2 e 6 anni che aveva in cura, scoperti i corpi dalla mamma che rincasava con il terzo figlio. Diciamo che in questa tetra e uggiosa giornata milanese questa notizia mi ha turbato non poco. Ritornando a bomba sul tema del qui non si tocca già l'anno passato ho spiegato a mio figlio (7 anni) che esistono persone buone e persone che non lo sono, ho spiegato che ci sono posti del suo corpo come del corpo di tutti che possono essere "toccate" solo da mamma e papà per la pulizia, dai nonni quando si è in vacanza con loro e dalla tata. Nessuno può violare questi luoghi e deve imparare lui stesso che rimangono zone inviolabili per tutti…E' stata un po' complicata perchè non è semplice ma ci sono riuscita…. Poi ripenso a quanti lupi cattivi ci sono stati anche in passato (perchè non vogliamo mica illuderci che questi siano fenomeni"moderni" eh?) ma non si aveva la forza di parlare e di aprirsi…quindi ben vengano tutte le iniziative volte a far comprendere, capire e successivamente aprirsi con mamma e papà. Bel post davvero ragazze!

  • Bella domanda la tua perchè dobbiamo fare i conti con la consapevolezza che noi possiamo arrivare fino ad un certo punto e compensare con l'intuito, con le caratteristiche del bimbo che ti trovi davanti e con dei segnali che aihmè molte volte sono inequivocabili…Noi dobbiamo fare il massimo ma a volte non basta e sono queste bestie nere che molte volte mi tolgono il sonno e mi chiedo e se loro (non volesse mai il cielo) non ce la facessero? Che strumenti ho in mano io per veramente capire? non so mi spiace

  • e a volte si rischia anche di equivocare… l'anno scorso A1 per un periodo andava davvero malvolentieri all'asilo. Gli chiedevo perchè e non rispondeva. Allora gli ho chiesto "i bambini son cattivi con te?" NO Le maestre? NO E allora? "mi fanno brutte cose" O_O. Mi è venuto un infarto!! "e quali cose amore?" "Non mi fanno giocare con i lego" :-. Ora, vai a sapere…. però dopo un mesetto tutto felice di andare dai suoi amichetti… boh!!!!

  • So perfettamente di cosa parli. Il mio piccolino ha iniziato a fare nuoto questo settembre e fa 10 minuti di riscaldamento con saltelli etc etc e poi con i braccioli entra in vasca. A volta lo guardiamo altre quando stiamo per svenire dalla puzza di cloro e dall'umidità e dal caldo infernale no (e mi sento tanto mamma mostro!). La seconda settimana è tornato a casa con tanti piccoli lividi sul sedere, ma piccoli, quadrati e perfettamente regolare. Dopo un primo momento di quasi sangue agli occhi e pressione a 200….. il tappeto di plastica dura messo per terra per evitare che i bambini più piccoli scivolino…. evidentemente un colpo di sedere troppo forte per terra e i quadrati del tappeto tatuati sul culetto del mio piccolino….lo so di cosa parli 🙂

  • è un argomento a dir poco spinoso.
    Da un lato, ogni genitore sa che ha il dovere di mettere in guardia i propri figli dal lupo cattivo (dal che discende poi la domanda sul come fare, su quali siano i modi, i tempi, le parole da usare…), dall'altro c'è il dovere di non fare loro perdere l'ingenuità e la spensieratezza dell'infanzia, per la paura – di adulto – che gli possano fare del male.
    Non possiamo vietare ai nostri figli di fare esperienze per le nostre paure, ma, d'altro canto, non bisogna mandarli allo sbaraglio…
    come? qual è l'equilibrio? dove sta il giusto? qual è il modo?
    io davvero non lo so.
    Grazie Mia per la segnalazione, ne faremo tesoro! E, davvero, perchè non ci racconti vom'è andata a questo incontro?

    Quanto al fatto di cronaca cuui vi siete riferite…è terribile, mi ha lasciato pietrificata…sarà che mi sono anche rivista nella situazione (Manhattan e annessi e connessi a parte, ovvio…essendo io Pezzente con la P maiuscola…): bel rapporto di fiducia con la tata, sudamericana, mamma che ne parla sul suo blog in termini entusiastici…insomma ho pensato a me, al nano, a Pregu…e mi son sentita male solo al pensiero.
    Terribile. Non so come si possa andare avanti dopo una tragedia del genere.

  • La pedofilia è un problema che fa certamente molta paura, moltissima. Però bisogna tentare di restare razionali. Un bambino abbandonato non è quello che va a giocar da solo a casa di un amichetto, quello fa parte del diventare autonomi… ma quello che, se gli succede qualcosa di strano o che non gli piace, non ha nessuno con cui confidarsi e essere ascoltato, per paura, per indifferenza, per vergogna, perché è solo, perché teme di essere rimproverato o privato di qualcosa di importante. Non mi pare che tuo figlio corra quei rischi, giusto? Però è vero che le mamme, specie se non riescono a consacrare ai figli tutto il tempo che vorrebbero, tendono a pensare di non proteggerli abbastanza e a temere le situazioni nuove che li possono "allontanare" da loro.
    Se però pensiamo che il 90% dei pedofili sono padri, zii, nonni, fratelli o comunque altre figure di riferimento all'interno della famiglia o del gruppo, beh…
    Data la personalità del bambino, magari si può cercare di fare attenzione a che tuo figlio non se ne senta schiacciato, quello sì.

  • La pedofilia è un problema che fa certamente molta paura, moltissima. Però bisogna tentare di restare razionali. Un bambino abbandonato non è quello che va a giocar da solo a casa di un amichetto, quello fa parte del diventare autonomi… ma quello che, se gli succede qualcosa di strano o che non gli piace, non ha nessuno con cui confidarsi e essere ascoltato, per paura, per indifferenza, per vergogna, perché è solo, perché teme di essere rimproverato o privato di qualcosa di importante. Non mi pare che tuo figlio corra quei rischi, giusto? Però è vero che le mamme, specie se non riescono a consacrare ai figli tutto il tempo che vorrebbero, tendono a pensare di non proteggerli abbastanza e a temere le situazioni nuove che li possono "allontanare" da loro.
    Se però pensiamo che il 90% dei pedofili sono padri, zii, nonni, fratelli o comunque altre figure di riferimento all'interno della famiglia o del gruppo, beh…
    Data la personalità del bambino, magari si può cercare di fare attenzione a che tuo figlio non se ne senta schiacciato, quello sì.

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