Fenomenologia della mamma: la Mamma Tecnologica

Blackberry
alla mano (fa più intellettuale), iPod, tablet, pc, con una mano
spippola inviando mail e sms quasi contemporaneamente e con l’altra
tiene la tetta mentre allatta il neonato. Di chi stiamo parlando? Ma
della Mamma Tecnologica!
E’
quella che ha fatto uno scatto ogni settimana col suo iPhone per
pubblicarlo su Instagram e taggarlo con un milione e mezzo di parole,
che poi vogliono dire tutte la stessa cosa: bambino.
E’
quella che annuncia la gravidanza su Twitter, pubblica su FB le
ecografie, apre un blog per raccontare passo passo la sua gestazione. 
Frequenta
tutti i forum sulla maternità, diventando top sender in meno di un
mese e scavalcando pure le admin che ci scrivono da cinque anni.

Tra
una contrazione e l’altra, in sala parto, aggiorna con sms, tweet,
stati, foto, video, tutorial su youtube su come si spinge e post
strappalacrime su come la sua vita stia per cambiare.
Mentre
allatta scorre i titoli dei giornali sull’iPad e chiede alle amiche
del forum quale crema per il cambio sia meglio, e mentre digita
“posizioni allattamento” su google si imbatte in inquietanti
risultati che le fanno inviare un articolo incazzato a googletrends,
scritto col Blackberry mentre cerca di far addormentare il nano nella
fascia.

La
Mamma Tecnologica non chiede consigli a mamme, nonne, amiche: lei
cerca. Spulcia talmente bene i risultati che non si lascia intimorire
quando il primo articolo di “puntini bianchi sulla lingua neonato”
è “morte immediata”. Lei sa leggerli, i risultati.

Gestisce
i ritmi del nano con iCloud, le sue agende sono sintonizzate su
poppate, nanne e cambi, le feste della scuola hanno una suoneria di
remind e sceglie cosa mettere ai figli con Polyvore.
Ha
app di ogni tipo: giochi per ogni fascia d’età, cartoni divisi per
genere, ne crea addirittura una studiando la notte, “cucina veloce
per bambini”.

In
pratica i figli della Mamma Tecnologica credono che il Blackberry (ma
vanno bene anche iPhone, Samsung Galaxy e qualsiasi altro dispositivo
collegato ad internet) sia un’estensione del braccio della mamma,
amovibile solo in caso di bagnetto (si poggia sul lavandino). Per le
restanti attività, estensionedelbraccio
®
non l’abbandonerà mai: con sé al gabinetto (giocare a Ruzzle aiuta,
si sa), durante un bagno rilassante (cos’è successo agli Oscar?),
mentre cucina (e come le legge le ricette?), alla lettura della
favola serale (com’è che faceva Cappuccetto Rosso?!), in metro
andando in ufficio…
Che
questa sia la mamma del futuro? Di certo, se utilizzata con la testa,
la tecnologia ci aiuta nel nostro ruolo di genitore, ma spesso mi
interrogo su quanto smartphone & co. abbiano invaso la nostra
vita e soprattutto quella dei nostri figli: mi ci metto io per prima.
Sono grata alla tecnologia, ma siamo sicuri che le mie figlie lo
saranno altrettanto, tra una decina d’anni, quando rileggeranno
quello che ho scritto di loro e troveranno le loro foto? Meglio
riflettere…
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È che semplicemente migliora

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