Cronaca di una banale giornata da mamma (che lavora)

Quando sono rimasta incinta della P1 mi
dicevano: la tua vita peggiorerà. Anzi, siccome ero al mare in
Toscana, mi dicevano «la ti pèggiora». Poi ho smesso di
lavorare e mi sono trasferita all’estero, «vedrai come sarà
difficile fare la mamma a tempo pieno». Poi sono rimasta
incinta della P2, «vedrai come sarà difficile con due».
Poi il master… no, lì nessuno mi diceva nulla, forse perché non
ci sono molte mamme studentesse alla Sorbonne incinte. Poi ho
iniziato a lavorare, apriti cielo.

Comunque la si guardi, la nostra vita è
sempre più difficile di quella degli altri. Cioè, non la mia, non
so la vostra, ma per gli altri qualsiasi cosa noi stiamo facendo è
più facile. Avere un solo figlio, averne sei, essere incinta o avere
appena partorito, fare la casalinga o lavorare. Dove sta la verità?
Vi racconto una mia giornata da mamma di due bambine piccole che
lavora e che non ha nonni a disposizione… 
Mi sveglio alle 7.30, mi preparo,
intanto mio marito prepara la P1. La P2 aspetta nel suo lettino che
qualcuno la prenda, quando sono pronta le do il latte e nel frattempo
faccio colazione, poi la preparo e per le 8.30 esco. Mio marito
accompagna la P1 a scuola, in autobus. Io accompagno la P2 al nido,
in autobus, dalla parte opposta. La consegno alle educatrici verso le
9, poi corro a prendere la metropolitana. Il più delle volte piove.
Oggi c’erano 5cm di neve ghiacciata in terra e ci ho messo mezz’ora
per arrivare alla fermata. Per arrivare in ufficio devo prendere due
metropolitane, in genere faccio il viaggio in piedi. La cosa bella è
che è quella esterna, perciò mi godo la vista di Parigi, Tour
Eiffel in primo piano e Montmartre sullo sfondo inclusi. Entro in
ufficio alle 9.30 ed esco alle 18.30: per fortuna faccio un
lavoro che mi permette di non uscire più tardi, perché la tata la
pago fino alle 19 e mio marito rientra sempre più tardi di me.
Quando torno a casa, le P mi corrono incontro, ma spesso trovo la P1
incazzata nera e la P2 stanca morta. In giro capita che ci sia
casino, che il bagno sia sporco di colori a mano, che la P2 non abbia
mangiato nulla. Entrambe fanno a gara a salirmi addosso, mentre la
tata mi racconta la giornata. Sul sottofondo tante urla, schiaffoni e
qualche Kitty volante. Appena la tata se ne va inizio a cucinare, o
almeno a preparare, se ho già cucinato la sera prima. A tavola la P1
fa scene di ogni tipo, quello non lo vuole, si infila la forchetta
sotto la maglia, strappa in mille pezzi il tovagliolo e parlare…
beh, che ve lo dico a fare?

La serata si conclude con la P2 a letto
alle 20, la P1 a letto alle 21, una cucina da sistemare, la cena del
giorno dopo da preparare…

Questo quando le giornate vanno bene.

La prima settimana mi chiama la scuola.
«La tata non è ancora venuta a prendere la P1». Erano
le 15.40, un ritardo di 40 minuti. Chiamo la tata che non mi
risponde. Le scrivo, niente. Richiamo la scuola e mi dicono che è
appena arrivata. Successivamente, lei mi manda un sms dicendomi che
l’hanno fatta cadere dall’autobus con sua figlia nel marsupio (perché
sì, si porta sua figlia di 16 mesi e 16kg dietro) ed è andata nel
panico, ha aspettato il dottore e si è dimenticata di avvisare.

Lunedì, un freddo cane, mi chiamano
dal nido per dirmi che alle 17.30 la tata non è ancora arrivata. Di
solito va alle 16. La chiamo una, due, cinque volte, niente. Sms,
niente. Alla fine mi manda un messaggio: ero al parco con la
P1. Io, forse a causa della sindrome premestruale, ero già scoppiata
in lacrime immaginandomi la mia primogenita spersa chissà dove e la
tata investita da un’auto pirata.

La P2 ha 39 di febbre ad ogni dente.
Spesso sono costretta a portarla al nido, perché non ho nessuno che
possa tenerla fino alle 12.30, orario in cui la tata si libera dal
suo primo lavoro.

La P1 picchia la tata. Urla e strepita
appena la vede a scuola, si rifiuta di seguirla, le lancia contro le
sue Kitty (un grande classico) e dice che non vuole più sua sorella.
Da un paio di giorni sembra andare meglio, non so se la tattica del
pain au chocolat a merenda suggerita alla tata stia davvero
funzionando.

Mio marito… beh, ci farò un post
apposito, perché i maschi meritano sempre un discorso a parte.
Comunque si dà da fare eh. Però quello che dorme fuori è lui. Quello che
la mattina a volte non c’è è lui. Quello che torna più tardi è
lui. E quella che ricorda tutto… beh, certo, sono io.

La mia vita è peggiorata o
migliorata? Per me è uguale. Ci sono aspetti negativi, altri
positivi, ma non riesco a dire se sia peggio o meglio. È la mia vita
di adesso, punto. Le mie figlie stanno bene, io pure, arriviamo alla
fine del mese, passiamo del tempo insieme, la P2 ha imparato a fare
ciao, a battere le mani e cammina spedita come un razzo se le do la
mano. La P1… beh, la P1 ha tre anni, ci vuole pazienza.

Quindi, io una risposta non ce l’ho.
Written By
More from Anna

Il regalo giusto per i bambini (altro che tv o tablet)

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinemailForse sono di parte, ma per me non è una novità:...
Read More

8 Comments

  • Anna sei una grande eheh! grazie perché questo post capita a fagiolo per me…sarà che i miei bimbi hanno la stessa età delle tue…ma ero giusto nella fase "ma perché c…avolo è sempre tutto un macello qui e c'è sempre qualche casino da risolvere??" Se non è malato uno è malata l'altra, se mi giro un secondo si menano, se mangia una non mangia l'altra, arriva un parente malcapitato che si è offerto di tenermeli un'oretta perchè ho una cosa urgente da fare e il grande gli urla contro come un pazzo lanciando cose, la piccola piange quando la porto via dal nido, il grande quando ce lo porto…ma se ora sono così cosa sarà l'adolescenza??? comunque tanta solidarietà per la mancanza di nonni vicini,so che è dura.

  • Cara Anya io penso che a volte sia giusto riconoscere come a volte sia difficile ma che alla fine ce la si fa. La mia giornata tipo prima del rientro da Parigi del papà di A&F era molto pesante, a tal punto da essermi addormentata una volta sul tavolo della cucina per poi svegliarmi intorno alle 3 perchè sentivo freddo. La mia giornata era questa: ore 6.10 sveglia, ore 6.20 sveglia nani,ore 6.30-6.50 lavaggio e vestizione, ore 6.50 colazione per entrambi(la sottoscritta l'aveva già fatta alle 6.15),7.15 trucco e parrucco per me e 7.30 tutti e tre fuori per andare a scuola rigorosamente pre scuola che iniziava alle 7.45 La tata li andava a prendere alle 16 e tre volte la settimana li portava in piscina. Alle 17 io scappavo dall'ufficio, raggiungevo la tata che mi dava la chiave degli armadietti e ufficialmente cominciava la mia seconda parte di giornata con la doccia ai ragazzi, la vestizione e il ritorno a casa alle 19. Arrivati a casa li mettevo in pigiama, facevo fare i compiti ad A con F in braccio o mentre giocava (a volte mentre vedeva i cartoni). Ore 19.50 tutti a tavola, ore 20.20 lettura storia, ore 20.30 sonno profondo, il loro ovviamente perchè io dovevo ancora sistemare, fare almeno due bucati di lavatrice, cucinare a volte per il giorno dopo.Dopo il ritorno del marito in famiglia i nani al mattino sono responsabilità sua e io riesco ad andare ad allenarmi in piscina (alle 7.15 sono in vasca e conla neve fuori mmmmmmm che te lo dico a fare?!)3 volte la settimana. La piscina rimane sempre a carico mio così come lo era quella a Montparnasse :-), la spesa pure, la cucina idem, il bucato lasciamo perdere e poi mi prendono in giro quando i week end piovosi di inverno faccio delle pentolone di roba da mangiare che poi surgelo! E' così quando fila tutto liscio, quando uno dei due si ammala è tutto da riprogrammare ma pazienza come dici tu ci vuole molta pazienza ma è giusto riconoscere che a volte è difficile anche se poi ce la si fa e si è felici per quello che si fa! Un bacione a P1 e P2

  • Credo che fondamentalmente una vita incasinata a tal modo é la vita di ognicdonna che lavoro e senza alcun aiuto. L'emancipazione ci ha triplicato i ruoli ma detto bene é la tua vita tieni duro

  • Miki, mi sa che è tutto nella norma… Qui ci sono giornate migliori ed altre peggiori, e tra queste alcune ottime e alcune… Beh, lasciamo perdere!
    Mara, io ti ho sempre stimato!
    Antonella, verissimo, siamo tutte sulla stessa barca!
    Nadia, grazie, siamo noi mamme ad essere in gamba!

  • come mi è piaciuto leggere questo post…sapere che si è vero siamo proprio tutte sulla stessa barca 🙂
    e sembra più allegro questo mare a volte in burrasca, altre calmo, altre solo un po' mosso…ma così sempre carico di vita…la nostra Vita!

  • ecco, sto leggendo tutti i tuoi post e quello che cercavo era proprio questo.

    Io voglio sapere COME si fa, nel pratico a farlo. Fare cosa? a sopravvivere a 2 bimbi senza il marito perché lui lavora fuori casa.

    Ho voglia di un secondo figlio, ma paura di non farcela da sola…
    AIUTO!!!!!!!!!

  • La mia mamma mi dice sempre di non fare la vita di m..a che ha fatto lei, lavoratrice full time con 3 figli e un marito assente; di risparmiarmi qualche sacrificio…e allora io sono quella che pago. Non so se è un consiglio x tutte..ma ci provo..io vivo all'estero, lontana dalla famiglia, lavoro full time e oltre. La tata mi sta a casa 12 ore al giorno 6 su 7. Ben pagata!! Le ho insegnato a cucinare ma pago una signora chef che mi prepara il pranzo e consegna in ufficio x non ridurmi sempre a freddissimi panini; pago x la spesa online a domicilio; pago il taxi x portare mio figlio in giro asilo-casa-etc; pago x la lavanderia; pago pure x cambiare una lampadina; pago x rubarmi quelle 2 ore alla sera dove non voglio fare niente, non voglio cucinare e lavare, voglio solo giocare col mio bimbo. Pago e mi costa caro sia chiaro. Non vivo nell'oro. Per ora preferisco questo sacrificio economico ad uno mentale e fisico…che poi vabbè faccio lo stesso!! Buona fortuna a tutte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.