Fenomenologia della mamma: la mamma di 2 (o più…) figli maschi

Ebbene sì, oggi ci dedichiamo a questa tanto vituperata Fenomenologia di madre: la mamma di due (o più) figli maschi.
Perché questa “restrizione” alle mamme che, di maschi, ne hanno più di uno? Perché, se siete solo al primo, non siete ancora spacciate, agli occhi della benevola umanità. Avete pur sempre un’altra chance.
“Alla prossima una bella bambina!”

Se invece siete al secondo, siete finite.

Se siete incinte e avete appena scoperto la tragica verità (no, non può essere un pisello, era il cordone ombelicale, c’è sicuramente un errore!), ma anche se siete sinceramente felici della notizia, vi do un consiglio: non ditelo a nessuno.
Almeno vi risparmiate 5 o 6 mesi di idiozie.
Poi le sentirete il resto della vostra vita, ma almeno in gravidanza, credete ammè, evitate.
O almeno siate preparate. Sarà tutto un tributo di:
“oh, poverina!”
“dai, magari alla morfologica diventa una femmina” (??)
“oh, chissà come ci sei rimasta male”
“allora dovrai fare il terzo

E altre idiozie simili.
Poi nasce, e si prosegue con:

“oh due maschi, ora devi fare la femmina!”, e i vari “poverina”, “mamma mia due maschi!”, “non ti invidio” e via dicendo.

Ma che avranno mai i maschi? Fanno così paura? Mordono? (beh un po’ sì, in effetti..).
Finché il piccolo è in fasce, molti negheranno l’evidenza, e a vostro figlio, tutto vestito di celeste, diranno “ma che bella bambina! Come le dona l’azzurro!”.
Poi cresce, e, se possibile, sarà ancora peggio.

Al parco, mentre le mamme di femmine (o le mamme disgraziate…) stanno in panciolle sulla panchina a chiacchierare, voi siete invece a bordo campo, come un Mister nel più delicato dei Derby, a urlare “no A.! non appenderti a testa in giù!” “No Ragazzo non si scende di testa dallo scivolo! Non sotterrarti nella sabbiera! Non lanciarti dall’albero! Non uccidere quel bambino! Metti giù il bastone! No, il martello no! La pipì DIETRO l’albero, almeno!!”
E, intanto, le altre mamme vi rendono partecipi delle loro confidenze: “sai lo farei anche un altro figlio, ma ho paura di ridurmi così”, indicandovi, con molto tatto.
Oppure: “sai, domani ci troviamo con qualche mamma e le nostre bimbe a cena. Vuoi venire anche tu? Ecco, magari tu senza figli…”.

E ormai non ne perdete nemmeno più tempo a spiegare loro quanto in realtà siete felici dei vostri uomini (almeno di quelli sotto il metro e trenta…), di quanto siano innamorati di voi, di come vi sentiate le più belle del mondo sentendoli parlare di voi “mamma, io mi voglio sposare solo con te quando sarò grande!”.
Vi suggerisco di rispondere, indicando le quindicenni che stanno passando, truccate come meretrici e con minigonne inguinali : “oh, tu non mi invidi ora, io non ti invidierò tra una decina d’anni stronzetta”. No, scusate, il “stronzetta” era fuori dalle virgolette, quello è meglio pensarlo e basta.
Poi certo, ogni tanto i dubbi vi vengono.
Tipo quando andate a prenderli all’asilo.

Incrociate delle bimbe, perfette, rosa, profumate.
Poi arriva il vostro, sudato, scapigliato, sudicio oltre ogni ragionevolezza. Anche voi vi chiedete se ai maschi facciano fare esercitazioni militari all’asilo, facendoli strisciare sotto il filo spinato?
I miei arrivano regolarmente con i pantaloni consumati sulle ginocchia.
Rassicuratemi, sennò devo iniziare a pensare a delle punizioni corporali.
Già mi vedo l’angelico pargolo costretto a pulire il pavimento in ginocchio.
Ma i litri di sabbia nelle scarpe, nei capelli (“Andrea mi ha lanciato sabbia in testa!”), in bocca (“Lorenzo mi ha tirato sabbia in faccia”) (ma una Giulia, Caterina, Maria, mai??), mi lascia mestamente capire quali siano le sue attività a scuola.
Oramai per i vestiti c’è stata una parabola discendente. Iniziato da Brummel per arrivare ai cinesi, tanto una settimana durano (i vestiti eh).

O anche quando dovete prendergli un regalo. Vi soffermate ore su meravigliose bambole dai soffici capelli, vestitini, libri di fatine e principesse…. e sospirando, vi dirigete al reparto maschi.

E dovete decidere se sia meglio un trattore o una betoniera o, perchè no, un auto-compattatore (se non sapete cos’è, non avete figli maschi. Vedete che a qualcosa servono?).
I libri, che ve lo dico affà, son tutti su draghi, mostri, dinosauri o pirati.

O, infine, quando al parco giochi corrono come pazzi, si lanciano in imprese folli, urlano, sudano, hanno un linguaggio… poco educato, ecco.
Però, ve lo dico io che ci ho provato, no, non si può fare cambio. Non è ammesso il reso. Quelli avete e quelli vi tenete.

Certo, potete sempre fare il terzo… (che sarà ovviamente maschio).

E allora teniamoceli, questi futuri uomini, ed educhiamoli, noi che siamo ancora in tempo, ad essere uomini diversi dalla tristezza che c’è in giro oggi. 

Uomini che rispettano le donne, in primis. 
Uomini che si arrangiano, che si stirano le camice e puliscono casa, e che non pensano nemmeno lontanamente che questo sia un ruolo “da femmine”. 
E che non siano mammoni, mi raccomando.

Anche se la più bella del mondo, deve restare per forza la mamma.

Tutta questa fatica (soprattutto di sopportare le idiozie altrui) dovrà pur essere ricompensata no?
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