Quando non va come ti aspettavi: il mio parto

Il mio è stato un parto normale.

Doloroso, lungo, piuttosto naturale (salvo ossitocina finale).
Ero preparata. Avevo letto tutto lo scibile, dal parto in acqua, a “Per una nascita senza violenza”, sapevo quello che volevo e quello che non volevo.
Avevo passato una notte in bianco, a casa, per le contrazioni, ed ero quindi convinta di arrivare in Ospedale (dove avevo appuntamento per l’induzione essendo a 41+5..) già a buon punto. Povera illusa!
Nulla, collo ammorbidito e appena raccorciato.
Mi ricoverano per l’induzione, ma si aspetta di vedere l’evoluzione.
Le contrazioni continuano, sopportabili, ma ad un certo punto PUF, corro in bagno… mi si sono rotte le acque e SONO VERDI!
Panico, chiamo l’ostetrica che mi porta in sala travaglio.
Io sono spaventata (quante volte al corso pre parto ci hanno detto di correre in ospedale in caso di acque tinte?!), ma il monitoraggio rivela un battito perfetto quindi no panic.
Le contrazioni man mano aumentano ma a mezzogiorno ancora nulla di nuovo. Verso le 15 invece inizia a smuoversi, sono a 3 cm!
Nel frattempo portano un’altra ragazza in travaglio nella stanza vicino.
Beh, lei urla come una pazza sin da subito, e io, con il marito, mi faccio delle grasse risate a sentire le sue imprecazioni, ho rischiato di farmela addosso più volte…  tanto che l’ostetrica era stupita, diceva che di solito le grida altrui fanno agitare, io invece rido come una pazza.
Le ore passano, io sono sempre da sola con mio marito perché l’altra partoriente è troppo fuori di sè e l’ostetrica deve stare sempre con lei.
Le contrazioni le sopporto bene, intanto però si fanno le 4, e l’altra è già alla fase espulsiva.
Urla ancora più terrificanti, che vanno avanti più di un ora.
E li inizio ad agitarmi, sono stanca, il dolore inizia ad essere insopportabile e sapere (e sentire!!!) che la fase espulsiva dura così tanto mi fa andare nel panico.
L’ostetrica mi visita e “bene sei già a 4 cm!”. Come 4 cm??!!! Io pensavo di essere a 10!!!
Inizio a implorare l’epidurale, ma lei è contraria  “non vorrai dare oppiacei a tuo figlio ancora in pancia?”.
Io urlo che non me ne frega niente, qualsiasi droga purchè subito.. arriva il ginecologo e lo grido anche a lui, che prima acconsente, poi prende tempo, finchè guarda l’ora e dice “peccato sono le 5, l’anestesista se ne è andato”.
Allora mi rassegno a soffrire le pene dell’inferno.
Mi portano una radio (grazie, eh), e io vado come in trance, delle ultime 4 ore non ricordo più nulla, mio marito dice che è stata durissima perché era sempre solo e non sapeva più come gestirmi perché vedeva che non ce la facevo più.. per fortuna io non ricordo nulla!

Arriva il momento delle spinte ed è davvero terribile, mi sembra di non essere capace, di non progredire, di non sentire le contrazioni… dopo più di un’ora, allo stremo, volendo evitare ad ogni costo l’episiotomia, do due spinte pazzesche.

Sono le 21.05.
Eccoti qui, e così sei tu… sei più bello di quanto immaginassi.

Me lo mettono sulla pancia … è bellissimo, perfetto, grassottello e rosa, per niente sofferente, e finalmente piango le più calde lacrime di gioia.
Ogni dolore è sparito, rimane solo una grande, immensa, purissima felicità.
Due ore di contatto pelle a pelle, un idillio vero. Mai stata più felice di così, il cuore mi scoppia di gioia ed esaltazione.
Verso mezzanotte mi portano in camera, il piccoletto resta al nido, così la mamma può riposarsi un po’.
All’alba me lo portano per la poppata, io ero già sveglia e non vedevo l’ora di rivederlo, di accertarmi cheì fosse tutto così stupendamente vero.
Ed è vero, l’ho fatto io, sono al settimo cielo!
Non vedo l’ora di far conoscere ai nonni, che sarebbero arrivati in mattinata, questa meraviglia.
Mentre sto allattando, vengono a prendere il mio cucciolo per la visita pediatrica di routine.
Mi preparo e lo raggiungo.
E lì, da quel vetro, vedo le infermiere serie, il pediatra ascolta il cuore e scuote la testa.
Il mondo mi si sgretola letteralmente sotto i piedi.
Mi dicono che qualcosa non va, il bimbo ha il respiro affannoso, forse un problema cardiaco.
Mi crolla il mondo addosso. Era tutto così meravigliosamente perfetto!!
Devono fargli dei prelievi, poco dopo mi fanno uscire perchè sto svenendo a vedere 4 persone addosso al mio bambino che urla.
Mi siedo in corridoio in lacrime, non può essere vero.
Alzo gli occhi e vedo passare mio marito, diretto alla nostra camera, felicissimo, con un mazzo di rose rosse e un sacchetto di brioche calde…
Mi sembra di vederlo ancora adesso mentre si gira, mi vede in quello stato e sbianca in volto. Un secondo, e vedo anche il suo mondo sgretolarsi in un momento.
Piango ancora ora a ricordarlo…
Non sanno cosa possa avere, per ora lo tengono un po’ in incubatrice, mi dicono.
Un’infermiera, per tranquillizzarmi mi dice “stai tranquilla, se fosse grave lo trasferirebbero nell’Ospedale X in terapia intensiva!”.
Non passa un minuto che arriva un’altra infermiera a dirmi che trasferiscono il mio bambino nella terapia intensiva dell’Ospedale X… quando si dice tempismo perfetto!
Potete immaginare che fine abbia fatto il mio cuore.
Resto da sola nella mia stanza. Nessuna visita per me, tutti in attesa di sapere cosa stesse succedendo. Mio marito ovviamente ha seguito il piccolo, i miei son rimasti a casa (abitano a 100 km) in attesa di notizie.
 Ed io son rimasta lì da sola, con la disperazione nel cuore… Le altre mamme piene di visite e fiori e gioia, con i loro bimbi, io lì , senza compagnia, senza supporto, soprattutto senza il mio bambino.
 Rivedrò il mio cucciolo solo dopo 10 ore, quando finalmente ottengo il trasferimento anch’io. Le 10 ore più brutte della mia vita.
 Ho mandato qualche messaggio per annunciare la nascita, ma ogni entusiasmo era svanito, anche nel messaggio accennavo ai problemi, quindi anche gli sms di congratulazioni che ricevevo erano pieni di “mi dispiace”.
 In patologia neonatale nessuno poteva vederlo, i nonni solo 1 secondo attraverso il vetro, io potevo andare negli orari prefissati…e lì era un ambiente di dolore, bimbi minuscoli, il beeep continuo dei macchinari.
Un incubo.

In ospedale non ho ricevuto nessuna visita perché tanto il piccolo non si poteva vedere e forse alle persone non sembrava il caso. Da sola, sempre.

 

Alla fine era “solo” un’infezione (forse quelle acque tinte dicevano che era il caso di sbrigarsi??), dopo una settimana eravamo a casa, ma la gioia, l’entusiasmo di tutti, la felicità pura dei primi giorni, l’orgoglio di mostrare il proprio piccolo (ed Ale era bellissimo!! il neonato più bello del mondo!!), quello mi è stato tolto.

Mi è pesato da morire “perdere” quei primi giorni di serenità.

Quando, un anno dopo, sono andata a ritirare la cartella clinica del ricovero , ho pianto ancora tutte le mie lacrime.
C’era scritto tutto, sembrava di rivivere quei giorni…
19/8: trasferito per sospetta sepsi. Distacco dalla madre.
h. 15 visto dal papà.
H 20. visto dalla mamma. La mamma è demoralizzata.
23/8: all’ingresso la mamma piange, in ansia per posizionamento della cannula (continuavano
a bucarlo, il mio tesoro, non si trovavano le vene in quelle manine così
piccole!)
 e per il difficoltoso avvio dell’allattamento…

E poi tante altre cose.. le volte che sono andata, le volte che ho pianto, quanto lo attaccavo, quanto latte avevo (cioè zero..).
Lo so che sono stata fortunata, lo so che poteva andare peggio, lo so che ad altri è andata peggio, non voglio “ingrandire” la mia banale esperienza.
Ma una mamma cui viene tolto il figlio, è solo una mamma disperata.
Vivere quegli ambienti, vedere il tuo bambino bucato dalla testa ai piedi, fasciato.. è terribile.
Ma può succedere, succede, è giusto saperlo.
Anche se spesso, fortunatamente, c’è un lieto fine, non sempre si vive la favola che tutti raccontano.
Il rimpianto di quei giorni perduti credevo sarebbe rimasto per sempre.
E’ invece sparito al secondo parto, quando ho finalmente vissuto i giorni felici che avevo perso.
Da allora non ci penso più, ho avuto quello che cercavo.

to be continued



continua qui
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21 Comments

  • Che dire… ci sono passata anche io, modalità e motivi diversi ma la sostanza è quella.
    Lo strazio di vedersi portare via il cucciolo così piccolo e indifeso, il contatto limitato, le ansie e anche i sensi di colpa perchè intorno a te ci sono casi decisamente tragici, e quindi tu non dovresti star così male…
    Ma anche io ho avuto la fortuna di vivere tutto "nel modo giusto".

  • come ti capisco…io nella Tin ci sono stata mesi, ma lo so che anche solo un'ora è un incubo. E non poter stare con il proprio bambino o toccarlo ti strappa il cuore. Solo chi ci è passato può capire…
    Ma che meraviglia il tuo cucciolo!!!

  • Lui è meraviglioso! Comunque anche se ho avuto la fortuna di averlo lì con me (anche se purtroppo non in rooming-in…). Nel mio caso mi è stato tolto il parto naturale a cui mi ero così duramente preparata. Ho sofferto troppo (probabilmente ero io quella che urlava vicino a voi!! ehehe), mi è stata somministrata l'epidurale che avevo sempre pensato di non volere…e poi un cesareo d'urgenza…e in tutto quello, oltre al dolore pensavo a quel piccolino che lottava senza farcela a uscire. Il mio guerriero…avrei voluto risparmiargli tutto quello e mi chiedevo come mai tecniche yoga e tutte quelle ore di allenamento in acqua non stavano funzionando…una parte di me soffre ancora ripensando che quello che immaginavo come un momento dolcissimo è stato invece così traumatico e doloroso…spero di avere una seconda opportunità, in futuro 😉 intanto mi godo la felicità che per me è arrivata solo in un secondo momento, arrivati a casa…comunque complimenti per la forza che hai dimostrato e per lo stupendo bambino che hai avuto…!

  • Io sono stata fortunata per entrambi i parti… ma ricordo che per la seconda avevo il terrore che qualcosa andasse storto, non riesco ad immaginare lo stato d'animo di voi che il terrore l'avete vissuto! M.

  • mi sono commossa anch'io, e probabilmente sarei impazzita proprio come te.
    Noi abbiamo avuto un problema di ittero. Dopo essere stata mandata a casa ci hanno nuovamente ricoverati e lui è andato in incubatrice per un giorno intero. La colpa era il mio latte, che ancora non arrivava e quindi i valori erano troppo alti. Immagina come mi hanno sentire a mio agio.
    Per noi è stata davvero una "cavolata" per cui non oso immaginare se mi fossi trovata al tuo posto…

  • Giuli ho conosciuto qualche mamma come te, che ha vissuto mesi con il bimbo in tin, io ce l'ho avuto una settimana e le ostretiche mi dicevano che ero "brava" per come l'avevo presa, cioè per me è stato brutto il non poterlo abbracciare dopo il parto (me l'hanno appoggiato solo pochi minuti sul petto mentre avevo i bracci legati per flebo da una parte e misura pressione dall'altra) e rivisto dopo tre giorni ma non potevo pensare a quanto cmq fossi fortunata rispetto a chi come te l'ha vissuta per mesi.

  • Fortunatamente tutto è andato per il meglio,il tuo bimbo è bellissimo e immagino lo sarà ancora di più ora.. Purtroppo queste sono cose che rimangono nella memoria. Durante il parto (il mio è stato lunghissimo,con 12 ore di travaglio e 36 di contrazioni regolari),non ho mai pensato che qualcosa potesse andare male,la sola cosa che mi aspettavo è che il mio bimbo stesse bene e nel momento in cui l'ho tenuto in braccio appena nato,la felicità era cosi grande che il solo pensiero che qualcosa non andasse,mi avrebbe distrutto. Il mio bimbo si è fatto attendere tanto perchè aveva la manina nella testa e questo non lo faceva scendere,poteva essere anche motivo di complicazione,ma tutto è andato per il meglio. Siamo donne,siamo mamme e la forza che abbiamo è indescrivibile,siamo in grado di superare molte difficoltà,non dobbiamo mai mollare.. ci sono dei meravigliosi cuccioli che contano su di noi!! 🙂

  • ecco, in poche parole hai esattamente sintetizzato come mi son sentita io dopo il parto, quando sono rimasta 4 lunghissimi giorni senza vedere la mia bimba trasferita in un altro ospedale.

    E ora che a volte penso al secondo, ci penso anche egoisticamente perché voglio vivere quello che mi è stato tolto la prima volta: i mazzi di fiori, le visite, le congratulazioni, le risate di felicità.

    Ed io che mi legavo al tiralatte perché potessero portare un po' di me alla mia bimba, mentre vedevo le madri che allattavano i propri cuccioli e si lamentavano perché non si attaccavano bene e facevano male..e dentro di me le maledicevo perché pensavo che io ero lì, con un cesareo, mia figlia lontana attaccata ad un tiralatte ho voglia di avere la MIA rivincita

  • Vissuta uguale uguale.. stessa scena dell infermiera che dice “fosse grave l avrebbero trasferito al xxx” e poi due minuti dopo l altra che ti dice “lo stiamo trasferendo al xxx”
    10 gg in quell ospedale dove potevo entrare solo x allattarlo.. facevo casa ospedale 5 volte al giorno anche all una di notte.. ancora oggi non sappiamo cosa avesse il ns piccolo ma 10 gg dopo me l hanno fatto portare a casa senza x fortuna nessun problema.. quel giorno è come se l avessi partorito di nuovo

  • Ho vissuto la tua stessa situazione, con circostanze diverse ma il dolore è quello che tu descrivi.. il mio piccolo farà tra poco 1 anno e io ancora piango se penso a quei momenti..
    A me l’hanno strattapo subito, appena nato , piangeva male e l’hanno subito trasferto in terapia.. da lì la situazione è precipitata, dopo 24 ore mi mettevano di fronte le peggiore ipotesi di un bimbo malato con gravi malformazioni renali (sebbene tutte le visite fatte in gravidanza non avessero rilevato nulla)..
    Il mondo mi ho crollato addosso, vedere mio marito piangere è stata la cosa più dura.. intorno a noi c’era la gioia di tante mamme e neo papà mentre noi vivevamo il nostro incubo, poi le mie dimissioni mentre il mio cuore restava li ..dopo qualche qualche giorno mi fanno portare a casa il mio cucciolo visto che tutti gli esami stavano andando bene. Per la prima volta ero felice perché adesso eravamo tutti e 3 assieme ad affrontare la nostra battaglia.. da lì tante visite ed esami e la svolta dopo un mese dopo un ecografia.. nessuna malformazione rilevata!!…
    Gioia ed incredulità ..
    Adesso non voglio pensare a cosa sia successo.. forse doveva andare così però.. nessuno potrà mai restituirmi quello che mi è stato tolto..

  • Anche io ho vissuto la Tin con il mio primo figlio…ma in maniera decisamente opposta! In gravidanza sembrava dovesse nascere con una grave malformazione, un onfalocele piuttosto importante, spesso associato a varie sindromi. Non ho voluto indagare oltre e l’ho tenuto. E lui è nato, bellissimo ( lo è tutt’ora!!l) e perfetto, e tutto si è risolto con una piccola operazione ( certo, 8 ore dopo la nascita) e un cerottino. Sono stata la madre più felice ed entusiasta che la terapia intensiva neonatale abbia mai visto! Ambiente straordinario, soprattutto gli infermieri e le volontarie; e a la medicina!!! Non passa giorno che guardando il mio ometto grande non mi dica che, 100 anni fa, il suo destino sarebbe stato ben diverso

  • Io ho vissuto la tua stessa esperienza…con anche un cesareo d’urgenza in anestesia totale perché la bimba era in sofferenza, dopo 22h di travaglio. Trasportata in tin in un altro ospedale per sospetta sindrome da acidosi metabolica, con la testa piena di escoriazioni dovute ai falliti tentativi di estrazione con ventosa, io l’ho intravista nella culla termica quando mi sono ripresa dell’anestesia, era piena di tubicini e con la cannula nel braccio…e l’ho potuta abbracciare solo 15h dopo la sua nascita. Anche io avevo letto tutti i libri possibili e immaginabili e volevo il parto più naturale del mondo, ma purtroppo non è andata così, mi hanno fatto episiotomia e poi cesareo e,soprattutto, non ho vissuto il bello della nascita. A distanza di quasi 4 mesi, nonostante fortunatamente la bimba stia bene, per quanto sempre monitorata, a volte piango ancora a ripensare a quei momenti, vorrei tornare indietro per poter cambiare le cose, ma non si può. Resta solo l’amarezza del non essere riuscita ad avere un parto sereno e il contatto pelle-pelle che tanto declamano, dell’essermi accontentata di mezza foto e un video fatto dal papà quando finalmente la piccola è uscita dalla sala operatoria, dopo averla rianimata per quasi un’ora…

  • Ho vissuto questa esperienza da un mese e,anche se è durata solo una settimana, la testa tende a ritornare a quei momenti,dilatandoli . Per giunta il sospetto che la situazione non sia risolta in modo definitivo ma sia stata un campanello d’allarme continua a stringermi allo stomaco.ho ripensato a questo post e l’ho cercato,perché quello di cui sento di aver bisogno ora è la consapevolezza che altre donne ci sono passate,non riesco a dirmi,come fanno tutti per consolarmi,che non importa e che devo solo dimenticare

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