Tutto storto

Vi capita mai che vi vada tutto terribilmente storto?
Dalla tazza di the che vi si rovescia addosso mentre eravate pronte per uscire (e ovviamente in ritardo), ai semafori che si mettono d’accordo per essere tutti rossi quando passate voi.
E la pompa di benzina che non accetta le vostre 5 diverse banconote facendovi rischiare pure di restare a piedi in tangenziale.
E le chiavi che si rompono nella serratura.
E al lavoro che non ne va dritta una.
E, e, e.

Ecco, questi sono giorni di quel tipo lì.  Che di solito se ne stanno un po’ timidi, isolati, ne capita uno ogni tanto, invece con me han deciso di far branco, i fetenti, e si sono messi tutti assieme uno in fila all’altro.

Ed hanno un ottimo tempismo, pure.
In questo periodo sono mamma (quasi) single.
Purtroppo, per problemi di salute del suocero, mio marito non torna a casa prima delle 21. Quando torna, perchè ora tocca pure fare le notti.
E già questo complica le cose, se finisci di lavorare tra le 18 e le 19 e devi recuperare, sfamare e intrattenere due figli.

Insomma, arrivo finalmente a casa senza che mi sia caduto un vaso in testa, il che mi pare già una fortuna. Solo quello mancava.

Ma non ho pensato alla cena, accidenti a me.
Apro il frigo: desolante.
Ma qualcosa devo pur dare a ‘ste creature.
Dieci minuti dopo i nani si sbafano senza lamentarsi un piatto unico di avanzi: polenta, pizza avanzata dal mio pranzo e hamburger. Che, come se non bastasse la tristezza della cena, ho pure bruciato e quindi spellato di modo che dell’hamburger è rimasta una squallida sottiletta di macinato.
Mi son vergognata da sola, mi sono sentita uno schifo di madre proprio.

Stanca, irritabile, irritata, nervosa, isterica, cattiva e pure brutta.
Il giorno dopo, per redimermi, dopo le solite 12 ore fuori casa, mi son impuntata ad allestire una bella cenetta: risotto al radicchio e bocconcini di pollo in umido con polenta.
Finalmente soddisfatta di me.
Ma, ahimè, per poco.
– Il risotto era immangiabile. Non ho avuto tempo di pesare il radicchio e ne devo aver messo una quantità esagerata, visto che era più amaro della cicuta.
– Il pollo si è bruciato mentre cambiavo la cacarella del piccolo. Quindi niente “umido”, ma solo bocconcini nerastri che di pollo avevano ben poco.
– La polenta… non c’era. Mentre stavo per scaldarla ho visto che era passata a miglior vita. Poco male, tanto non c’era più manco il sugo.

Ecco, anche quando mi ci metto va tutto dannatamente storto.
Che depressione!

E no, non è ancora finita la sfiga o come si vuol chiamare, ogni giorno ce n’è una nuova.

In questo momento mi sto lambiccando su questo quesito esistenziale: devo credere al detto “non può piovere per sempre” o a quello “non c’è limite al peggio”?
Io sto propendendo per il secondo, ma ditemi voi.

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