Fenomenologia della mamma: la mamma Social

È quasi Natale, siamo tutti più buoni, quindi vogliamo smorzare le luci e stelline che vi circondano e abbassarvi la glicemia con un po’ di sana cattiveria, che colpirà un po’ tutte noi: oggi parliamo della mamma Social.
So che mi odierete dopo questo post, quindi Anna e Klarissa, continuate pure senza di me dopo i linciaggio pubblico!
Sarà che è la fine dell’anno, che siamo tutti stanchi ed io di più, sarà che il Natale non è il periodo che preferisco, ma devo ammettere che ultimamente accedere ai vari social mi fa venire l’orticaria. Cosa di meglio quindi che sfogarsi qui pubblicamente?
La mamma Social è, ovviamente, quella mamma che è (onni)presente sui vari social: Facebook, Instagram, Twitter, Pinterest.
La mamma Social si suddivide a sua volta in più sottocategorie: io ho individuato queste, ma aiutatemi ad ampliarle!

La Selfie

questo tipologia di mamma social vi si propone con i suoi autoscatti a pranzo, cena e colazione, come un piatto di peperonata mal digerita.

 

Pare quasi di vederla, girare per casa con l’iPhone in mano cercando di trovare la luce che la faccia apparire perfetta.
Si trova figa, fighissima, ma non lo ammette mai.

e di fronte ai suoi occhi blu dite “che begli occhi!” probabilmente vi risponderà che “è il filtro”, davanti ad una sua foto in costume da cui si desume che se pesa 38 chili è tanto, vi risponderà che è la luce, o i soliti filtri, o “la posizione”.

Al che mi viene da chiedermi, dopo “ma sti cazzi?” (nel senso laziale del termine i.e. machissenefrega??): “ma se dici che quella foto non ti rappresenta, perché la metti??. Mettine una bella frontale allora, luce al neon, con i rotolini come tutte, e non di semiprofilo, luce indiretta, pancia in dentro, culo in fuori e 20 secondi senza respirare”. Ok, nessuna di noi ama mostrarsi cessa, ma nemmeno mostrarsi in modo del tutto artefatto, cosicché chi vi incontra di persona pensi “ma è davvero lei ???”  è cosa buona e giusta.
E niente, ve la ritrovate in ogni salsa, ad ogni ora: in mutande, in pigiama (ma con rimmel e rossetto rosso, sia mai…), la mattina per farvi vedere le occhiaie (ma sti cazzi??) ma intanto mostra pure le tette. Senza pudore, insomma.
Quello che mi viene da chiedermi è se queste signore (in fondo parliamo di madri di famiglia), pensino mai alle conseguenze delle loro azion foto: in un attimo una qualsiasi persona, tra cui il vostro datore di lavoro, o un vostro dipendente, o un vostro cliente importante, potrà sapere con che faccia vi svegliate la mattina o di che colore indossate le mutande: siete sicure che non ve ne pentirete un domani?

 

Mi ricollego a questo per la prossima tipologia.

L’ingenua

E’ quella che posta sui social senza alcun filtro. No, non parlo di Instagram (anche se un filtrino abbellente per l’amor di dio usalo!) ma di filtri del cervello. L’ingenua pensa che se scrive su twitter è per ciò stesso anonima, in fondo cinguetta nell’etere mica in una piazza. No tesoro, crediammè, prima o poi ti beccano. Magari hai associato a twitter il tuo indirizzo mail (lo sai vero che tutti i tuoi contatti della suddetta mail vengono informati della tua presenza su twitter e del tuo nickname?), magari sei stata furba, hai creato mail ad hoc ma ti sei sbagliata e qualche volta l’hai usata. Magari, semplicemente, hai sfiga o ti distrai o ti tradisci con una foto o un commento.  Fatto sta che rimanere anonimi è difficile, specie se il tuo account è Romina.Rossi3.5.73. Magari mettici pure il codice fiscale la prossima volta.

 

Insomma, questo vuol dire che il suddetto datore di lavoro, collega o chi si voglia, potrà, in non più di dieci minuti, farsi tutti gli affaracci tuoi.
Vedrà la tua famiglia (perchè lo so che hai collegato instagram a twitter…), tuo marito, il tuo amante, i tuoi gatti, il tuo bagno, che carta igienica usi.
Se non stai attenta vedrà pure che hai la casa incasinata o lo specchio sporco (avete notato quanti dettagli poco piacevoli sfuggano alle Selfie ingenue? Assorbenti sul ripiano del bagno, scarpe buttate ovunque, vetri lerci…).
Se sei una Selfie vedrà anche una immagine di te molto poco professionale.
Ma anche in assenza di foto saprà quantomeno il vostro orientamento politico (non ditemi che non avete mai ritwittato un tweet politico o insultato criticato qualche politico che detestate), che cosa vedete alla tv alla sera (o a pranzo, vedi i vari twittamibeautiful e simili), che musica vi piace eccetera.
Ok, i social sono questo, lo sappiamo (e, non so voi, ma io inizio ad odiarli), ma accidenti, un minimo di attenzione! Non scrivete mai nulla che vi si ritorca contro o comunque che vi vergognereste se leggesse il vostro capo (perchè accadrà, statene certe).
Recentemente ho cancellato il mio account twitter personale proprio per questo, lo confesso. Non avevo mai scritto niente di sconveniente, ma c’erano mie foto private, con marito e figli, i miei orientamenti politici etc etc, ed ho visto che mi veniva segnalato l’account di qualche collega. Ergo, il mio veniva segnalato a loro. Beh, mi infastidiva da morire che semplici conoscenti potessero sapere tanto di me. Finchè credevo di avere a che fare solo con sconosciuti era diverso. Quindi, no grazie!
E attente a dare troppe informazioni, altrimenti il vostro account sarà il paradiso dello stalker: con la localizzazione apparirà l’indirizzo di casa vostra, di dove lavorate, dell’asilo dei vostri figli. Con app come runastic si vede dove andate a correre, a che ora e con chi. Insomma, un po’ di attenzione donne!

L’Inopportuna

è una via di mezzo tra le due precedenti. Non so se lo faccia per ingenuità o per malizia, fatto sta che questa mamma lancia nella rete un’immagine di sè non esattamente consona, il che si aggrava quando questa mamma è anche una lavoratrice, una professionista.
Su facebook mi è capitato di leggere le informazioni più strabilianti: da quando e quanto andate in bagno, quanta soddisfazione vi dà la seduta (mi è capitato più di una volta di leggerlo, giuro), quanto e come vi depilate e via di seguito.
Mi è capitato di leggere di mariti mollati in diretta, amanti incazzati e similari.
Ma, come si diceva sopra, a volte i danni si fanno anche con una foto. Mi è capitato di vedere su Facebook foto del profilo di un’avvocatessa in mutande. Ora, tesoro, basta che un tuo cliente digiti il tuo nome su Facebook e ti vede in mutande: sei sicura che sia opportuno? E lo stesso vale per foto in costume, per deretani o tette in primo piano e simili. Se volete mostrarvi ai vostri 750 amici seminude, almeno assicuratevi che le impostazioni privacy siano restrittive.
Ugualmente, non credo i vostri figli sarebbero fieri di voi sapendo che deliziate la rete di vostre foto in désabillè.

La feticista

questa vi grazierà dallo postarvi se stessa tutta intera. Ma vi si proporrà in piccoli pezzi, per la gioia di Hannibal Lecter. I piedi in estate sono un must. O le gambe sulla sdraio. Gli occhi, la bocca, la scollatura. In inverno in genere sono le gambe prese dall’alto, con calze di ogni foggia e colore e calzature altrettanto discutibili. Tesoro, devo disilluderti: lo sappiamo che le gambe fotografate dall’alto sembrano lunghe e magre. Appunto, sembrano. Pure le mie, ed ho detto tutto.

La figliocentrica

 se avete questa mamma tra i contatti, saprete più di questo figlio di quanto lui saprà mai di se stesso. Saprete esattamente quando è stato concepito, dove e spesso, purtroppo, anche come. Avrete il piacere di vedere il test di gravidanza in tempo reale, la foto delle ecografie e degli esami di controllo. Ovviamente, manco a dirlo, sarete informati della nascita in diretta dalla sala parto. E no, non finirà qui: saprete di ogni minima evoluzione, del primo sorriso, prima volta seduto, prima pappa, a volte addirittura il colore della cacca con relativa foto (capitato pure questo..), fino ad arrivare alla pagella fotografata su Facebook. Se questo bombardamento vi fa venire istinti autolesionisti (o omicidi), sappiate che c’è un tastino “rimuovi dagli amici”, onde evitare problemi con la giustizia.

La mielosa

 a lei va sempre tutto benissimo (o almeno, dichiara ai 4 venti che le va tutto benissimo). Cinguetta felice per la sua promozione, ringrazia sospirando il marito per l’anello tiffany trovato sotto il cuscino, si profonde in dichiarazioni d’amore e stima, sempre rigorosamente su Facebook. Ugualmente il social consorte, non si stancherà mai di dirle quanto è bella sotto ogni fotografia, quanto la ama e quanto sia perfetta: ma dirvele a casa certe cose? Senza contare che, non so voi, ma io ho l’impressione che più l’amore è ostentato, più ci sono corna da nascondere.

La piangilmorto

 anche questa è una categoria diffusa e piuttosto fastidiosa. Questa mamma piange costantemente il morto (se fosse un gergo dialettale, preciso che significa che lamenta di non avere soldi). Perchè ha perso il lavoro, lo ha perso il marito, il figlio, la madre. La cosa curiosa è che poi vi toccherà vedere le sue foto con un moijto a bordo piscina nei suoi 15 giorni di ferie, o la foto della macchina nuova, della borsa nuova e via discorrendo.

L’insicura

questa tipologia di mamma social non si muove senza aver consultato la rete.  “Cosa posso andare a vedere al cinema con mio figlio di sei anni? (e chiederlo A LUI??) “Oggi piove, avete idee di cosa fare?” “Cosa posso preparare per la festa di compleanno?” “meglio iniziare le pappe a 4 mesi o aspettare i 6 come dice l’OMS?” (SECONDO TE??) “dopo la carota posso aggiungere la patata” e via dicendo. Ci sono domande che mi lasciano francamente basita. Come le mamme che chiedono consigli su cosa regalare al figlio a Natale o al compleanno. Io devo legarmi perchè ho una lista eterna di cose che vorrei regalare!! Ma poi, conoscerete un po’ i vostri bimbi, no? o “Consigliatemi un libro per mio figlio di 3 anni!” Ma se non c’è niente di più bello che entrare in libreria e farsi ispirare!! Su su, mamme fidatevi del vostro istinto!! (o del vostro pediatra….. ;-))
Sono stata troppo cattiva? Suvvia, domani è la vigilia, e saremo tutti più buoni.

 

La verità è che credo che, in fin dei conti, in una di queste categorie ci si caschi un po’ tutte. Quindi, perdonate il solito tono pungente delle nostre Fenomenologie. Ma magari può anche essere l’occasione di fermarsi a riflettere un attimo a cosa ci stiano portando i social: vale davvero la pena esporsi tanto?
PS: e voi, che categorie detestate o a quale pensate di appartenere?
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