Il tempo delle mamme

Qualche giorno fa camminavo verso la fermata della metropolitana dopo aver accompagnato mio figlio all’asilo, come ogni giorno.

E mi sentivo una figa, sì.
Figa, per essere riuscita ad alzarmi alle 5’30 a studiare un paio d’ore, per essere riuscita ad andare a correre la sera prima, per avere già pronta o quasi la cena per la sera, una casa più o meno in ordine, insomma…mi sentivo una gran figa.
E mi sbagliavo.

Pensavo tra me e me che quando non avevo figli avevo la piena disponibilità del mio tempo, non avevo esseri poco sopra il metro che mi facevano saltare tutti i programmi, eppure…
io non ricordo…ma che ne facevo del mio tempo?!


Ne buttavo?

E quante cose farei oggi se mi dessero la metà del tempo che avevo allora?
I figli ti costringono ad un’organizzazione del tempo maniacale funzionale.
Non è obbligatorio, eh, ma se non vuoi essere in totale balia di quei cosetti, ma dedicare loro il tempo di cui hanno diritto e bisogno e vuoi avere del tempo per te – per te o per lavoro o per la casa o per commissioni o per la palestra o per leggere o per studiare o per vedere un’amica o anche solo per poterti concedere del sano cazzeggio – devi avere un’organizzazione del tempo che tenga.
C’è poco da fare.
Insomma, camminavo a passo svelto direzione metro pensando al tempo delle mamme e incontro una mamma di un compagno di Leo, quando era al nido.
È parecchio che non ci vediamo.
L’ho lasciata facendole le condoglianze per il padre appena scomparso e lei si era sfogata raccontandomi della contemporanea separazione dal padre dei suoi figli.
Stava cercando di prendere la patente, perchè ora, che vuoi?, da sola, senza compagno, con 2 bambini, mia madre dall’altro capo del mondo…potrebbe servirci ora e, sicuramente, servirà poi.
Ma come si fa con questi 2 figli che crollano solo a tarda sera? E io che, messi a letto loro, sono così stanca che mi addormento sui libri?
Non ce la posso fare!
Certo che ce la fai. Sai come studio io? È banale. Per settimane ho provato di sera, ma crollavo. Troppa la stanchezza.  Vuoi un consiglio? Non farlo la sera, no, vai a letto.Magari anche presto.
Alzati 2/3 ore prima di uscire.
I mostri dormono e vedrai che non crollerai per la stanchezza.
Ce la farai. 
Dici?
Ma sì, tu prova! Hai qualcosa da perdere?
Passa almeno 1 anno e mezzo.
Eccola, con un sorriso smagliante.
Sta bene. 
Ha preso la patente.
Ha ricominciato l’università, che aveva interrotto per venire in Italia.
Ora può seguire l’università di Quito da Milano e sostenere gli esami in apposite sessioni in un paio di città in Italia. Una di queste città è Milano. Perfetto.
Studia ingegneria.
Mi pensa spesso perché quello che le ho detto quel pomeriggio è stata la svolta.
Pensa te! Una cretinata del genere! Ma davvero?!
Sì, e voleva ringraziarmi per il mio (stupido e banale) consiglio.
E’ sola in Italia, con 2 figli, uno al nido ed uno alla materna, un ex decerebrato compagno che corre dietro alle sottane e dei figli si cura giusto un pomeriggio alla settimana, si alza alle 5 ogni giorno e studia ingegneria.
Alle 8 porta i bimbi all’asilo e va a fare la panettiera dall’altra parte della città fino a quando se li va a riprendere alle 18.
Il mio senso di figaggine è stato annientato dalla sua stra-figaggine.
Ma i miei pensieri sul tempo infinito e strausato delle mamme sono stati sublimati.

Sarà un caso o solo che ci stavo facendo attenzione, ma in questi giorni non faccio che pensare che il tempo delle mamme sia davvero come una sorta di buco nero in cui tutto finisce come risucchiato in un vortice che pare non ci si capisca una mazza, ma poi risputa tutto più o meno in ordine producendo piccoli e preziosi miracoli.

Ieri parlavo con un cliente.
3 figli.
Gli chiedo come sta la moglie.
Bene! Solo che è isterica, sa, domani ha la tesi.
Ah, complimenti! Si laurea di nuovo? Perché è la seconda, vero?

No, è alla terza laurea.

Ok, da figa già mi sentivo un po’ in gamba, quando ho incontrato la mamma di Quito.
Ora mi sento normalissima tendente al mediocre.

Stasera vado a fare due compere dopo il lavoro.
Sono in cassa al supermercato.
Una cassiera chiede all’altra com’è andato il suo esame.
Distrattamente infilo la spesa nel sacchetto.
“Ho rifiutato il voto. Sono matta, vero?”
Presto attenzione.
La collega: “Sei matta! Neurologia è un esame difficilissimo, mia figlia ci sta sputando sangue!”
Lei: “sì, ma ho studiato tanto e pretendo un voto che renda giustizia ai miei sacrifici!”
La collega mi guarda e mi dice: “Sa, signora, questa è matta davvero: le mancano 4 esami e si laurea in medicina, lavorando come cassiera, con un marito, una casa e 3 figli e rifiuta il voto perché non le rende giustizia!”

E’ ufficiale: da figa a un po’ in gamba.
Da un po’ in gamba a mediocre.
Da mediocre a caccola.

Le statistiche dicono che le donne italiane abbiano giornate di 27 ore per quante cose ci fanno stare dentro.

27?!
Deve essere una media tra chi non molla e va avanti facendole diventare di 48 e chi passa giornate in cui non fa nulla e non fa che raccontarsi che con la maternità, che vuoi?, non si può fare più nulla.

No, proprio più nulla.

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20 Comments

    • anch'io 😉
      E' stimolante.
      E' positivo, fa pensare yes-i-can ed e' quel che serve per non sedersi sugli allori ne' pensare mai che qualcosa non la si possa fare.
      Si puo', si puo'. Basta attrezzarsi e capire come ;)!
      Klarissa

  • Questo post per me è una mazzata tra capo e collo! O un calcio nel didietro, ma anche una pacca sulla spalle e uno spintone sulla schiena…insomma, bel messaggio per dire MUOVITI, PUOI FARE DI MEGLIO!!!!!
    Doloroso ma molto utile! Grazie 🙂

  • La mia autostima così cola a picco!!!
    Comunque, e' bellissimo leggere queste storie, mi fa sentire orgogliosa di essere donna e madre e mi da la voglia di fare di più, di inseguire i sogni, perché se riescono loro, perché io non dovrei?
    Grazie per questo post!

  • Anch'io mi chiedo sempre cosa facevo del mio tempo quando non avevo figli! E non trovo mai risposta, non mi ricordo, amnesia totale. Boh!

  • però quella della cassiera-medico è una balla (non tua, ma della cassiera). Se ti mancano 4 esami a finire medicina vuol dire che la restante parte del giorno sei in reparto. Almeno l'ultimo anno di medicina era così qualche anno fa, ma non credo siano cambiate le cose…

  • Il tempo delle mamme è una fisarmonica. Hai migliaia di cose da fare ma, se vuoi, le
    fai tutte. L' unico rischio che si corre è. ..stramazzare a
    letto sfinite dopo giornate di 48 ore.
    Cmq anch'io mi chiedo cosa facessi nella mia vita precedente. ..
    P.S. Klarissa, vale il silenzio assenso?

  • Mi hai fatto ripensare a quei tempi andati… di nulla, di amici in giro, di mille progetti campati in aria, di paturnie mostruose e di tempo a crogiolarvisi dentro…
    E ora il tempo non c'è, mai. Mai abbastanza, sempre a rincorrere quello che vorrei aver già fatto. Ma la soddisfazione dell'oggi, così pieno e ricco, di sorrisi dei bimbi, di giochi, di lavoro, di faccende di casa, di tempo pieno di mille cose e di gioie immense…
    Non diventerò medico, non arriverò alla terza laurea (perché potrei arrivare alla prima, se esistesse il dono dell'obiquità, eh!), non sarò mai la donna bionica… ma a me piace da matti questo tempo così. 30 ore, secondo me, sarebbe la cifra giusta…

  • ciao,ti ho scoperta da poco e ti dico subito che mi piace molto il tuo blog.
    per questo post ti consolo dicendo che io non sono laureata,ho una figlia ma non un lavoro eppure riesco a fare la metà delle cose che fai te.quindi si fai bene a sentirti una figa.
    anche per questo ti ho assegnato un premio,
    passa da me.ciao
    http://mammacapra.blogspot.it/

  • Ora che mi ci fai pensare…finché non è arrivato il nanetto ogni volta che facevo una torta, la marmellata, i pomodori sott'olio, un centrino all'uncinetto mi sentivo ripetere "beata te che non c'hai niente da fare, vedrai quando avrai un figlio" considerando che avevo comunque una casa un marito e un lavoro non è che stessi proprio a grattarmi la panza da mattina a sera. Poi ho scambiato il lavoro( che faceva schifo) con un figlio (che è una meraviglia) l'equilibrio non è sempre perfetto ma trovo ancora il tempo no cioè la voglia di fare tante cose.
    Intanto che aspetto il secondo, proprio ieri vagavo sul sito dell'Università meditando se riuscirei a prendermi quella laurea lasciata a metà ormai tanto tempo fa e leggerti oggi magari mi da una spinta in più…

  • È da un pó che leggo il tuo blog.complimenti.supercaccola presente!!!!premesso che non abbiamo nè nonni nè altri parenti vicini.abbiamo una bimba di un anno e mezzo che va al nido da qnd aveva 4 mesi.io mi alzo alle 5.50 tra il corri corri al nido.il lavoro a 1h di treno.8ore e mezza in ufficio…ripartire per il ritorno.arrivare al nido poco prima delle 19.il we spesa.pulizie.cos'altro potrei fare???? 🙁

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