Croazia low cost, parte 1: laghi di Plitvice

Eccomi già mestamente di ritorno dalle mie brevi vacanze, che sono finite prima ancora che la mia mente potesse entrare in modalità relax.
Ma visto che fino a poche settimane fa pareva che le vacanze sarebbero state in Trentino, cioè a casa, non mi lamento di certo (tanto più che qui ha sempre piovuto con temperature sui 20 gradi…) e vi racconto un po’ com’è andata.
Partiamo dal principio, la scelta della meta.
Il budget era inizialmente irrisorio, e quindi avevamo deciso di fare qualche giorno in Slovenia, che non è eccessivamente distante. Poi, complice qualche circostanza fortunata, abbiamo potuto leggermente alzare il budget, e quindi l’idea era di fare un viaggio on the road Slovenia e Ungheria.
Infatti siamo stati una settimana in Croazia.
Prima i dubbi sull’Ungheria (il lago Balaton sui cui volevamo fermarci per dare un’idea di mare ai bimbi ci hanno detto essere molto paludoso e poco balneabile…), poi i dubbi sul fatto di non prenotare nulla con due bimbi, infine un amico appena rientrato entusiasta da un’isola della Croazia.
Tanto per, ci si mette a guardare, ma lì è tutto strapieno, con tutti i canali: booking, appartamenti privati, agenzie, conoscenze, nulla.
Allora inizia a farsi strada l’idea che non prenotare, ovunque si vada, non è proprio un’idea intelligente.
Certo, può andare bene, ma con due bambini, che già devono farsi tante ore in auto, non mi è sembrato fattibile. Specie con un budget basso, che non consente, mal che vada, prendere una suite in un’hotel 5 stelle.
Quindi, cerca qui cerca là, salta fuori questa casetta spersa negli uliveti, le amache, le sdraio…. ci siamo subito innamorati, e pure del preventivo: 400 euro di 6 notti.
Certo, l’isola di Brac è lontana, 9 ore di auto. Ma restava la voglia di un viaggio on the road, quindi mi piaceva l’idea di varie soste durante il tragitto. Almeno due erano decise: all’andata ai laghi di Plitvice, e al ritorno in Slovenia, alle grotte di Postumia.
Della missione valigie ne ha già palato Anya: e sì, Cris ha indovinato, le mie erano inaspettatamente ordinate ed efficienti dopo aver visto il video di SimplyNabiki: le ho rifatte secondo il suo metodo, e ho risparmiato così tanto spazio da riuscire a infilarci pure teli mare e giacche ( e poi i 3/4 delle cose son rimaste inutilizzate, ma di questo vi parlerò la prossima volta).
Peccato che, il giorno prima della partenza, ho visto anche il suo video su come viaggia in auto con i figli, e non ho chiuso occhio tutta notte.
Lei ha un’organizzazione incredibile, la borsa delle emergenze, con cambi, sacchetto vomito, sacchetto pipì, borsa per i bimbi con mille giochi, pennarelli, quaderni, tavolino attività apposito per auto, colori da vetro, carte. Cibarie di ogni genere, frutta, verdura, snack, borracce (perchè altrimenti si versano addosso tutto).
Io? Ovviamente non avevo pensato a  nulla.
Peraltro l’auto era così stipata che quasi quasi non ci stavano manco i figli.
Ma avevo l’Ipad, per le emergenze. Almeno fino al confine, visto che, ovviamente, non avevo pensato di fare un pacchetto per l’estero.
Pia illusione: ho scoperto solo in viaggio che l’infernale aggeggio non ama il caricatore da auto, ed è quindi rimasto scarico e abbandonato per tutta la vacanza.
Poco male, siamo partiti!!Il viaggio miracolosamente va bene, i bimbi non hanno avuto bisogno di alcun intrattenimento, hanno parlato, cantato, riso, giocato da soli.
Insomma, si sono arrangiati a farsela passare, e in fondo va bene così, alla fine devono pur trovare risorse antinoia da soli, no?

Se per caso passate da quelle parti, vi dico che le aree di sosta non sono predisposte per il pranzo al sacco: la prima volta nella vita che mi organizzo con pasta fredda e ci tocca mettere un asciugamano in un pezzo d’erba, mentre il ristorante dell’autogrill, fighissimo, sfornava piatti davvero invitanti.

Ho  amaramente rimpianto la borsa emergenze di SimplyNabiki, posto che sono arrivati lerci: si sono versati addosso ogni cosa abbiano bevuto, si sono sporcati di cioccolata, patatine, sugo, ogni cosa commestibile o no.
Alle ultime soste avevo vergogna a farli scendere.

Peccato anche per le code piuttosto pesanti nella zona del confine tra Slovenia e Croazia: ma non siamo in Europa?? Ore perse solo per consegnare i documenti ad agenti distratti che manco li aprivano.
E vabbè.

Prima tappa, Rakovica, nei pressi dei laghi di Plitvice, regione di Karlovac.
Arriviamo nell’appartamento, prenotato su Booking (180 euro di due notti), intorno alle 16, quindi ben 9 ore di viaggio, dopo aver passato una zona a confine con la Bosnia, con case ancora distrutte, i segni delle mitragliatrici e le tombe sulle strada.
Davvero sconvolgente, specie per chi, come me, ha vissuto la guerra nell’ex Jugoslavia in un’età di grande consapevolezza e sensibilità.
L’appartamento è grande, molto carino e pulitissimo. Fuori, un enorme prato con altalene e altri giochi.
Unico neo, i letti con materassi di cemento che ci faranno dormire poco e svegliare acciaccati. Peraltro mi sto ancora chiedendo se fossero lenzuola quelle o se, come temo, abbiamo dormito 2 notti sul coprimaterasso.
Ma tant’è, meglio non farsi troppe domande. Tanto le lenzuola non ci sarebbero state…
Ale fa subito amicizia con il cane del proprietario e lo chiama Rurro.
Parlerà di lui per tutto il resto della vacanza…

La sera andiamo in un ristorante, ma leggendo il menu ci sembra il classico postaccio da turisti, quindi ci alziamo e scappiamo, cercando un posto con solo macchine croate nel parcheggio.

E ci troviamo in un posto molto rustico, dove fanno solo panini con cevapcici, salsiccia o braciole.
Credo sia stata la miglior cena della vacanza!
Per meno di 20 euro abbiamo mangiato fino a scoppiare, il panino era una via di mezzo tra una Pita e una focaccia genovese, una goduria unica, con un litro di birra, aranciata e cordiale finale.
La mattina, dopo una discutibile colazione nel ristorante da cui eravamo scappati la sera prima, dove abbiamo pagato quasi più che per la cena, siamo entrati nel Parco di Plitvice (bambini fino a 7 anni gratis, adulti 180 kune ciascuno, circa 25 euro).
Mi ero informata e sapevo che, per caldo e ressa era meglio arrivare presto, ma riusciamo ad essere lì solo per le 9 e un quarto. Ci mettiamo in fila per i biglietti e, tempo 3 secondi di numero, mi volto e la coda era centuplicata.
Il giorno dopo, siamo passati davanti all’entrata alla stesa ora, e ho notato la medesima cosa. Fino alle 9 tutto ok, poi code infinite. Per cui, se vi capita di andare, cercate di essere alle casse entro le 9, perchè poi la coda diventa davvero impressionante.
Appena entrati si resta senza parole … 

 

Le passarelle di legno sull’acqua sono incantevoli e anche emozionanti per i bambini.

 

 

 

Peccato che, un po’ per la foga di entrare lasciando alle spalle le migliaia di perone che stavano per riversarsi dentro, un po’ perchè ero convinta che insieme ai biglietti avessero consegnato una cartina, non abbiamo visto il cartellone con i percorsi (ci sono 6 percorsi, a seconda del tempo e delle difficoltà: 2 ore, 4 ore 6 ore, esperti ecc.).
Prima di partire avevo letto qualcosa, e mi pareva quello adatto a noi fosse il B, ma non ne ero certa, e, una volta passata l’entrata non c’è praticamente più modo di capire nulla.
Abbiamo quindi seguito il percorso B sulla fiducia, ed ero tranquilla perchè avevo letto che ci sono sempre navette per tornare all’entrata.
Niente di più falso!!
Il percorso, alla fine, era quello giusto (4-6 ore) ma per noi è stato davvero troppo impegnativo, e ci ha un po’ rovinato la visita.
Tutto idilliaco fino al pranzo, con la traversata in battello, le cascate, le insenature, il colore pazzesco e sempre diverso dell’acqua.

 

 

 

 

 

 

Ma poi, lo confesso, i laghi e le cascate diventano un po’ tutti uguali, e noi eravamo davvero stanchi: Mirtillo camminava da 4 ore, mio marito con lo zaino porta-Melo, che pur non essendo un colosso è comunque un peso impegnativo da portare in giro per ore.

E, soprattutto, non si vedeva la fine.
Non c’è nessuno nel parco, mi aspettavo mille addetti, anche perchè ci sono tratti davvero pericolosi (sentieri su burroni, passerelle in mezzo al lago, con un traffico che rende facile uno scivolone), invece zero assoluto.Chiedevo alle guide dei gruppi, ma anche loro non sapevano nulla.
Alla fine, una guida ci ha indicato una “scorciatoia” per il trenino di rientro.
(che fosse davvero una scorciatoia ho i miei dubbi:  mio marito, poco prima, passandogli davanti,  mi ha detto “madò, che faccia da pervertito!”. Un minuto dopo, in un perfetto italiano, ci ha indicato la strada. Ho quindi il sospetto che invece ci abbia indicato il giro della morte, più che una scorciatoia…).

Abbiamo dovuto camminare un’altra ora e siamo arrivati davvero estenuati.
Nelle varie recensioni, ho letto spesso che meriterebbe due giorni di visita.
Per la mia esperienza, anche no, lo confesso. Il parco è davvero splendido ma dopo 3 ore diventa piuttosto ripetitivo.
Forse, senza figli, è un ottimo percorso da trekking, vedevo gente seduta a leggere o riposare, allora può avere senso.
Ma in famiglia lo vedo piuttosto inutile.
Per cui, all’entrata calcolate bene il percorso più adatto a voi, e considerate che non avrete “vie di fuga”, lo dovrete percorrere tutto.
Ovviamente abbigliamento consono, scarpe da trekking, il sentiero è spesso bagnato  e fangoso: ho visto una giapponese con scarpe tacco 8 e son rimasta allibita, sarei stata curiosa di seguirla e vedere se e come è arrivata in fondo…
No ai passeggini. ne ho visti alcuni, ma è da spararsi: ci sono scale, sentieri nel fango o addirittura sommersi dall’acqua e bisogna arrampicarsi per non inzupparsi. Anche lì, non so come abbiamo fatto. Certo il miglior modo per rovinarsi la visita, faticando come non mai.

Il pomeriggio abbiamo fatto un giro nella zona, una Croazia per me sconosciuta, di montagna, con torrenti impetuosi e paesaggio alpino.

 

Ci siamo avvicinati alla Bosnia, dove purtroppo non sono potuta andare per mancanza di passaporto. Peccato, avere Sarajevo e Mostar ad un passo e non poter andare sarà il mio più grande rimpianto.La mattina, di nuovo in auto: partenza alla volta dell’isola di Brac, di fronte a Spalato.

Budget totale: 1400 euro
Spesa prima tappa, 270 euro.

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5 Comments

  • Sono stata in Croazia due volte negli ultimi 4 anni, la prima volta con gli amici, prima tappa rovigno, poi cres.senza prenotare una volta annoiati dalle distoteche, sulla lonely planet abbiamo letto di cres. Scartata la capitale, abbiamo seguito la strada che finiva letteralmente in un paesino di 40 abitanti, Beli, e una discesa verticale che finiva in un bosco con spiaggia, il campeggio. Dove non si può prenotare. La tipa accoglie finché ha posto e c'era posto il 15 di agosto. Non ci siamo più mossi, siamo rimasti 10 giorni, quasi senza acqua, costretti a pescare per non andare fino alla capitale, (il market era aveva il minimo indispensabile ), serate al baretto a bere vodka croata. Sveglia alle 7 per esplorare calette e fondi marini, ho rispolverato il mio brevetto sub. Due anni dopo torno con la famiglia: figlio nudo tutto il tempo, grandi dormite, sole, silenzio. Prezzi un po' più alti, ma.sempre economica. Raccomandata!!

  • Bentornata! Molto godibile il tuo racconto! La scena di voi che scappate dal ristorante mi ha fatto morire… Bravissimi i tuoi bambini in viaggio! Devo dire che anche i miei lo sono, io porto sempre qualcosa per intrattenerli, ma spesso ne fanno a meno (SimplyNabiky è esageratissima…). Il parco che avete visitato sembra davvero molto bello, ma credo che i miei non ce l'avrebbero fatta… I miei complimenti al tuo ometto camminatore! Aspetto il resto del racconto…

  • Bellissime le cascate, ci sono stata da piccola e quindi ho solo un vago ricordo! Per le giapponesi ti dirò …in Giappone ne abbiamo incontrate diverse che facevano sentieri speso impervi con i tacchi … mah … contente loro!

  • Ciao!! bellissimo il post ed il racconto 😉 Purtroppo la mia super "esageratissima" borsa delle emergenze è frutto di esperienze come la tua… dovendo viaggiare per moltissimo tempo in auto e diverse volte durante l'anno contiene ormai la soluzione per ogni "problema" incontrato.. questo non significa che i bambini non possano intrattenersi da soli o che la vacanza è meno bella con imprevisti e piccole avventgure, anzi… In questo caso per me è solo una fonte di stress in meno.. mi concentro sul bello della vacanza e non su pipì che scappa mentre si è in coda etc… Bellissimo il tuo blog cmq ed anche la vostra bellissima vacanza! Un abbraccio Ilenia

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