De iure condendo: idee per una conciliazione famiglia-lavoro

Prima di iniziare questo post voglio fare una dichiarazione d’amore: è per le tanti lettrici (e i pochi lettori ) che ci dedicano una piccola fetta loro tempo (poco e prezioso, come per tutte le mamme!) per lasciare un commento in questo blog.

Ne escono discussioni, qualche baruffa, ma soprattutto tanti, tantissimi scorci di vita e tante tantissime idee anche, secondo me, geniali.
Nel mio post sulle mamme lavoratrici, mi “sfogavo” sull’incompatibilità degli orari scolastici e delle attività extrascolastiche con gli impegni lavorativi.
Visto che va bene sfogarsi, ma va ancora meglio trovare delle soluzioni (sennò le mie due socie dicono che mi lagno e basta..), voglio sfruttare le vostre idee ed esperienze, e scrivere qui cosa è (o sarebbe) possibile fare per migliorare le cose.

1. FLESSIBILITA’

Bisogna sempre puntare in alto, no? Quindi iniziamo dalle idee che presuppongono una integrale riforma del mondo del lavoro. Caso mai Renzi o, più probabile, Agnese ci legga, sinceramente degli 80 euro ci facciamo ‘na cippa, qui..: mò senti che idee ti lanciano le mamme.
Un commento intelligente nel post di cui sopra diceva, all’incirca “non è assurdo che una mamma lavori full time, semmai è assurdo che lavorare full time significhi uscire alle 8 di mattina e rientrare alle 7 di sera”.
Vero, verissimo. Quindi ecco la prima, semplicissima, riforma: FLESSIBILITA’.
Non serve chissà che, basta che, come succede in qualche azienda italiana (e come, ci dice Costanza, succede in America), non vi sia un orario fisso, ma flessibile: si può entrare dalle 7, 7.30, e da lì devi fare più o meno 8 ore. Il badge tiene conto anche dei 5 minuti, e nessuno è perso: se ogni giorno fai 30 minuti in più, il venerdì potrai fare 2 ore in meno. Se devi portare il figlio a ginnastica, uscirai prima e recupererai il giorno dopo.
Ovvio che ci saranno riunioni da rispettare, ordini, eccetera eccetera, ma credo sia davvero raro il caso in cui un sistema simile non sia attuabile. Se fosse una legge, e non una singola iniziativa, si evita anche di essere gli unici a rimanere senza personale alle 5. E comunque non son tutti genitori, ci sarà senz’altro chi preferisce entrare alle 9, farsi 2 ore di pausa pranzo e uscire alle 18 per andare a farsi l’aperitivo.


2. 35 ORE SETTIMANALI

Sempre in un’ottica di puntare in alto, la sparo ancora più grossa: perchè lavorare 40 ore a settimana?? 35 son più che sufficienti!!
E, in molte aziende, con qualche contributo e sgravio in più, ridurre l’orario significherebbe creare nuovi posti di lavoro. Due piccioni con una fava!
La vita è troppo breve per passarla faticando!
Non sarebbe meglio guadagnare tutto qualcosa meno ma lavorare 6 ore e godersi un po’ la famiglia, gli hobby, quello che volete?
In fondo 100 anni fa lavoravano 15 ore al giorno o più, lavoravano minorenni, si lavorava 7 giorni su 7… tanta strada è stata fatta, tanti diritti ottenuti. Ma non vuol dire non se ne possano ottenere altri!

3. BEST PRATICE: COPIAMO DA DOVE FUNZIONA!

Spesso, guardando ai disastri italiani, mi chiedo: ma perchè i nostri politici sembrano non guardare mai a come funziona dai nostri vicini di casa? Perchè non possiamo copiare le esperienze migliori?
Ecco il commento di Anna:
Ciao! Io ho vissuto 4 anni in Norvegia (ovviamente ora che sono diventata mamma mi sono trasferita). Li l’orario di lavoro è per tutti dalle 8 alle 15, massimo 16. Tutte le mamme e tutti i papà si prendono maternità/paternita’ a turno fino a quando il bambino compie 10 mesi, dopo di che viene spedito al nido pubblico e gratuito, anch’esso dalle 8 alle 15-16. Risultato: le donne lavorano come gli uomini (a parte quelle che per scelta decidono di non farlo), quasi nessuno ha bisogno di babysitter (che per altro sono costosissime) e nessuno si sente in colpa. Sarà perché sono 4 gatti seduti su un mare di petrolio e hanno i soldi per mantenere un welfare del genere, ma per me questa è vera civiltà. Anna
Non è semplicemente perfetto?

4. CONCILIARE, ALMENO, ORARI LAVORATIVI E SCOLASTICI

In parte questo sta già succedendo anche se alcuni, gli sfigati “apripista” come me, non ne potranno godere.
Mi spiego. 
Mi ha stupito molto leggere nei commenti al solito post di cui sopra, che nelle grandi città, Milano in primis, gli orari scolastici si siano adattati alla vita (frenetica) dei genitori. 
Certo, sarebbe preferibile il contrario, che il lavoro si adatti alla vita, ma se non è possibile, almeno sia il contrario!
Per dire, si diceva che a Milano tutti gli istituti prevedono doposcuola fino alle 18. Che spesso i corsi sportivi sono proprio dalle 18 in poi, o  anche il sabato.
Come pure, per un milanese è assurdo che la scuola inizi, come qui, alle 7.50 (con conseguente fine anticipata, ovvio).
Alcuni corsi poi sono integrati nel doposcuola, così che l’istruttore passa a prendere i bambini direttamente presso l’istituto.
Ancora, ricordo che ero cascata dalla sedia quando Klarissa mi aveva detto che la scuola materna offre il servizio asilo estivo per tutto luglio, gratis (o quasi).
Qui, dal 30 giugno ti attacchi. Gli asili estivi costano dai 130 ai 200 euro a settimana, e moltiplicato per quasi due mesi sono un mucchio di soldi.
Ugualmente, quasi nessun istituto ha il doposcuola, e quando c’è copre al massimo fino alle 17.30.
Ci sono ancora scuole dove si finisce alle 13 e non esiste alcun doposcuola.
Ecco, credo che sia perchè qui ancora non c’è tutta questa esigenza. Tante mamme sono casalinghe, evidentemente, o hanno il part-time, o essendo piccole realtà c’è ancora rete familiare molto forte.
E quei pochi che non rientrano nello standard si arrangiano o soccombono.
Comunque è un po’ come l’uovo e la gallina: la scuola si permette certi orari perchè ci son tante mamme casalinghe, o ci son tante mamme casalinghe perchè la scuola è inflessibile? 

5. RETE TRA MAMME

Una cosa bellissima che è emersa dai commenti è che tante realtà han risolto questi problemi di conciliazione con una solida rete tra mamme.
Ora, dovrebbe essere un po’ l’ultima spiaggia, dovrebbe essere la società, lo Stato, a farsi carico dell’infanzia e aiutare le famiglie, ma visto che qui mi pare che lo Stato aiuti ben poco, meglio se intanto pensiamo a svangarcela da noi.
Ecco alcuni dei commenti che mi hanno aperto gli occhi:
Lara: “Le mamma casalinghe o part-time (x scelta, necessita, circostanza..) al pomeriggio recuperano il loro e altri bimbi, organizzano macchinate a:nuoto, danza, pattinaggio, calcio; qualcuna si offre per gestire il banchetto per la raccolta fondi dell’asilo, altre disegnano le scenografie della recita o al mattino vanno a curare l’orto dell’asilo, sono disponibili ad accompagnare i bambini alla biblioteca, e passano ore al parco con figli propri e non…”
Mammainse
Torno a commentare perche’ vedo e mi rendo conto che la situazione in Italia sia davvero drammatica.
Non sarebbe possibile creare una specie di “cooperativa di mamme”. Ad esempio io 4 giorni porto a scuola il bambino di una mia amica e 2 volte lo vado a prendere e lei li porta un giorno e me li tiene quando ne ho bisogno cercando di adeguarsi agli orari. Ci sono anche forum di “quartiere” dove mamme pressoché sconosciute si scambiano favori, si portano reciprocamente i figli a scuola o organizzano dopo scuola a casa loro. insomma almeno in paesi più’ o meno piccoli dovrebbe esistere un senso di comunità e aiuto reciproco fra famiglie! l’ho trovato io a Londra, e’ davvero impensabile creare una “rete” di aiuti anche a casa nostra?
Ilmondorotola:
Visto che si parla di “rete” tra mamma ti voglio raccontare questa cosa.. L’anno scorso vedevo arrivare un papà che accompagnava il bimbi alle 8 in giacca e alle 4 era già passato da casa a cambiarsi prima di venirlo a prendere, poi magari non lo vedevi x una settimana e c’era la mamma che arrivava di corsa, non salutava nessuno ignorando chi si fermava a far giocare i piccoli mezz’oretta fuori dall’asilo e si eclissava. Un giorno si è fermata (sempre con un altro piccolo di 18 mesi dietro) e parlando viene fuori che il marito è commerciale e lavora con orari molto flessibili ma che una volta al mese è via per 10gg.. E lei, con un lavoro a tempo pieno usa le ore della maternità per uscire prima e completamente da sola gestisce tutto.. Dopo un paio di volte qualcuno le ha proposto di andare a casa che i bimbi li guardavamo noi e li avremmo poi accompagnati in modo che avesse un secondo x tirare il fiato. Poi mi ha confidato che a vederci sempre li fuori pensava F ossimo le classiche mantenute (è tedesca, zero diplomazia) con le giornate da riempire e invece lei, come tutte noi in quella mezz’ora rubata ad altri impegni si è trovata una rete di salvataggio. A volte basta davvero poco..!
Queste idee mi sono piaciute da morire, e vorrei provare a mettere in atto un qualcosa di strutturato qui, sul territorio.
La differenza la fa la gente: se c’è solidarietà il sistema funziona se, come mi pare sia da me, c’è solo diffidenza e divisione allora è più dura.
Ma tentare non nuoce!
E voi, avete altre proposte?
Dai, che qui si fa la rivoluzione!
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30 Comments

  • Senti domenica scorsa a Messa ero a un metro da Matteo e Agnese, domenica prossima gli infilo in tasca queste proposte! 🙂 Sono tutte ottime idee, il sistema svedese poi sembra un sogno. Ma la più fattibile rimane la rete di solidarietà e aiuto reciproco tra mamme, io stessa sono di appoggio alle mie amiche lavoratrici e quando ho bisogno io so di potermi rivolgere a loro.

  • La cooperativa tra mamme la adoro! Giuro!basterebbe davvero poco e vivremmo tutte meglio!l'idea svedese,che sarebbe ideale,non la capisco…come si fa a lavorare tutti fino alle 15?e gli ospedali?le palestre?i negozi?chi li manda avanti?

    • sì vero Luna, temo che ci siano molte categorie di lavoratori che per forza sono esclusi da orari di questo tipo e che quindi sono obbligati ai turni. A me sembra comunque meglio fare qualche notte e poterci essere in orario diurno, non sempre ma almeno "qualche volta, piuttosto che l'inesorabile 8.30 – 18.30

  • Concordo al 100% con Cris: la più realizzabile, ora come ora è la rete di mamme. Un'iniziativa dal basso e che mette insieme le forze di chi vive in prima linea i problemi genitoriali. Ho paura che politici e lavoratori senza figli se ne freghino alla grande, in Italia purtroppo vige molto il "mors tua vita mea" e ognuno pensa al proprio orticello ��

  • Vi posso assicurare che la rete di mamme e' una bellissima idea, ma metterela in pratica un po' meno….dipende tutto dalle mamme che hai a disposizione….noi quest'anno abbiamo diviso le giornate sportive tra alcune mamme, con turni molto precisi un giorno li porta una, alla sera li prende un'altra…l'altra sera quella che era di turno per il recupero serale, malgrado fosse stata avvertita che la citta' era piena di traffico, sostiene che lei in 10 minuti arriva e li prende…..allo scadere dell'ora invece i bambini sono usciti e non si sono trovati nessuno…..e l'istruttore a chiamare a destra e a manca per farseli venire a prendere da tutte le altre mamme che erano tranquille, tanto andava la mamma di turno….questo per dirvi cosa puo' succedere se ti appoggi a persone che poi, nella realta', non sono molto affidabili e tirano anche te nel loro disordine mentale…….chi si fida piu' la prossima settimana ad applicare i nostri turni??? Ognuno andra' sicuramente a riprendersi solo il suo!!!

  • Nell'azienda dove lavora mio marito la flessibilità è già attuata,quindi è possibile. Nei limiti della decenza entrano all'orario preferito (un collega entra non prima delle dieci) ed escono di norma dopo otto ore. Se un giorno esci prima poi recuperi, se stai di più o lo consideri straordinario retribuito o recuperi al contrario nei giorni successivi. Di mese in mese.
    Certo che non è una realtà grande e hanno trovato un equilibrio e hanno le chiavi dell'ufficio per entrare presto. Se tutti entrassero alle dieci e più di certo durerebbe poco.
    Non so quanto sia realizzabile in realtà più grandi dove comunque se un dipendente vuole entrare alle sette qualcuno deve aver aperto…

  • Tutte ottime idee. Peccato che i nostri politici si guardino bene dal costringere le insegnanti a lavorare 35 ore a settimana (anche perchè un pò di più dovrebbe pagarle, giustamente) e dal trovare soluzioni.
    La rete tra mamme di solito inizia a funzionare dopo che ci si è conosciute bene e ci si fida, quindi all'inizio secondo me è difficile.
    Però è un casino.

    • Vero che ci deve essere fiducia per una buona rete di solidarietà, ma d'altra parte è così con chiunque sia la persona a cui affidi tuo figlio, dalla babysitter all'autista del pulmino scolastico

    • Mamma Avvocato, chiedo scusa ma devo fare una puntualizzazione. Gli insegnanti non lavorano 18 ore alla settimana, fanno 18 ore alla settimana di lezione frontale, che è una cosa un po' diversa. Ognuna di queste ore ne richiede in media un'altra di preparazione/correzione verifiche/ricerca materiale/compilazione registri e scartofacci, per non parlare delle riunioni pomeridiane, della preparazione di Open day e similari, delle gite (che, anche solo di un giorno, significano lavorare dalle 7 del mattino alle 6 di sera ininterrottamente), delle prove Invalsi, della gestione del sito della scuola e similari. Tanto per dirtene una: domenica, ore 12.30, sono al PC perché ho appena finito di correggere un pacco di temi e devo inserire i voti nel registro on line. Daniela

  • Sulla flessibilità pienamente d'accordo. La mia azienda è vecchio stile, molto più simile ad un'azienda anni 60 ma molte lavoratrici hanno fatto capire che non ce la si poteva a correre e chiedere permessi in continuazione. Grosso nostro ostacolo è stata l'amministrativa del personale che è una arzilla 50enne senza marito né figli. Adesso pare aver capito. L'azienda ci ha detto:l'orario di lavoro è invariato (8/16.45 oppure 9/17.45) ma se vuoi ti faccio entrare in flessibilità alle 10 e uscire alle 16. entro il mese devi recuperare le ore, ma se non riesci te le defalchiamo dalle ferie…..poco male e gestibile. Io destino 1 giorno a settimana in cui resto in ufficio dalle 8 alle 19 e riesco a compensare senza problemi…… Impossibile però fare capire loro che con un cell e un portatile si potrebbe un giorno la settimana lavorare da casa. Su quello forse ci arriveremo tra 20 anni!

  • La flessibilità di orari è comodissima. E' una delle poche comodità dell'essere consulenti esterni in azienda.
    Ho una bimba di 15 mesi e per chi come me ha il nido lontano la rete di mamme la vedo difficile. Come posso prendere un'altra bimba dal nido visto che ho un solo seggiolino in auto?

    Lavorare 35 ore a settimana sarebbe davvero bellissimo. Peserebbe poco sullo stipendio e regalerebbe un intero pomeriggio libero.

    Amelie

  • Ciao a tutte, sono nuova di questo blog che seguo però con attenzione e piacere da qualche mese. Ho tre figli (2 gemelli di 8 anni e uno di 2) e lavoro a tempo pieno in una azienda a Milano, impiegando più di 2 ore al giorno negli spostamenti casa ufficio casa. Ho la fortuna di ricoprire un ruolo che mi consente di avere assoluta flessibilità di orario, quindi ne apprezzo assolutamente il valore. Per me la chiave è quindi la flessibilità degli orari, la possibilità di lavorare meno ore un giorno recuperandole in un altro giorno. In poche aziende è un metodo applicato. La conciliazione tra orari del lavoro e quelli delle scuole già in parte esiste (pre e post scuola) e si diffonderà sempre di più, la rete tra mamme un di più ma non può essere la soluzione. Flessibilità ed anche lavorare meno ore (come suggerito 35 anzichè 40) invece potrebbero fare la differenza. Aggiungerei lo smart work o telelavoro per quei casi in cui muoversi da casa risulta difficile /malattie dei bimbi, imprevisti vari). Sono convinta che ci arriveremo. Però non bisogna smettere di insistere per ottenere queste modifiche, dimostrando però nel contempo sempre la massima serietà e disponibilità nei confronti del lavoro (e del datore di lavoro). Dare per ottenere ed ottenere per dare.

  • Io dopo tutte queste belle proposte lascio un commento diciamo stupido, ma mi è venuto in mente subito… Ma come si possono fare le macchinate di bimbi che devono usare il seggiolino auto? Ok, d'accordo che pur se obbligatorio fino a 12 anni finisce che i bambini non ci stanno più per limiti di altezza o peso molto prima… Ma comunque fini a un bel pezzo di elementari serve. E io non transigo, o seggiolino o niente.

  • Molto interessante leggere i vari commenti, mi pare peró che ci si riferisca sempre a lavori da dipendente. Correggetemi se sbaglio, ma mi sembra che per le libere professioniste sia ancora più impervia l'applicazione pratica delle proposte avanzate. A parte forse la flessibilità dell'orario

  • Concordo con Cri75. Io libera professionista devo fissare gli appuntamenti quasi sempre ad orari improbabili (dopo cena o comunque dopo "l'orario ufficio"), il mio compagno lavora la sera. Se non avessi i nonni a cui lasciarlo per quell'ora non saprei come fare, non tutti i clienti apprezzano un pargolo al seguito
    Ilenia

  • Mmmmhhh ieri sera ho commentato ma qui non è apparso nulla… stupido smartphone…
    niente, era un commento diciamo "stupido" rispetto agli altri, ma mi è sorto subito il dubbio: come fare le "macchinate" di bambini, considerando che in teoria fino a 12 anni dovrebbero stare nei seggiolini? ok, spesso raggiungono ben prima i limiti di altezza e peso, ma insomma fino ad almeno metà elementari hanno bisogno ognuno di un seggiolino, e io su questo non transigerei. io ricordo i viaggi con gli zii e i cuginetti con piacere perchè si faceva la "macchina dei bambini" (povero lo zio prescelto…) ma ora non sarebbe possibile, a meno di montare/smontare seggiolini e avere macchine molto capienti. idem per la rete tra mamme: fino a che serve, io voglio che mio figlio stia in un seggiolino omologato e non in un sedile qualunque…

  • Tutte bellissime proposte…dal mio punto di vista almeno nella realtà dove vivo putroppo tutte impraticabili 🙁
    1. Nel mio paese più e più volte è stato chiesto di attivare il tempo pieno per le elementari, visto che c'è già una mensa attiva per l'asilo, quindi locali e mezzi per trasportare i bambini (io stessa lo facevo alle medie!) e ti rispondono di no, chi dice che nn ci siano soldi (???) chi siano i docenti a non volerlo fare (e anche qui ci sarebbe da indagare…)
    2. Nell'azienda dove lavoro abbiamo la flessibilità di un'ora…quindi se arrivi alle 8 puoi uscire alle 17, se arrivi alle 9 esci alle 18…il problema nel mio piccolo è ke impiego 30 minuti x arrivare. Questione part-time, la mia azienda te lo dà (x gentile concessione) fino ai 3 anni del bambino…poi ti atttacchi.

    Secondo me qui il problema è proprio il sistema, lo stato che se ne frega di risolvere queste questioni, ci sono comuni più propensi ad andare incontro alle famiglie, comuni (come il mio) che pensano solo a fare le feste di paese. Sicuramente l'unica è aiutarsi tra mamme, ma non vedo come possa io nel mio caso particolare contraccambiare una mamma che mi va a prendere mia figlia e la tiene il pomeriggio se io cmq prima delle 18 non riesco a tornare a casa 🙁

    • Hai ragione, la rete tra mamme è solo un palliativo all'assenza di soluzioni strutturate da parte di chi di dovere. Comunque, per come la vedo io, essendo una rete di solidarietà chi ha più tempo più ne mette. Nel mio caso non lavorando mi rimane più facile che ad altre portare e prendere i bambini di qua e di là. Le mie amiche peró magari si rendono disponibili il sabato per esempio, per accompagnare anche i miei a qualche compleanno nel caso io abbia qualche problema. Oppure mi è capitato che passassero a prendere uno dei miei bambini la mattina per portarlo a scuola prima di andare al lavoro quando ho l'altro malato.

  • Commento oggi per la prima volta, adoro il blog che ho scoperto da poco. Il tema mi tocca da vicino non solo perchè mamma lavoratrice di un bellissimo (coredemamma) duenne, ma anche perchè mi occupo di risorse umane e vi dico che la flessibilità, nelle aziende illuminate, è più che possibile. Senza arrivare agli estremi di Virgin, noi ad esempio semplicemente abbiamo eliminato le "timbrature": sei tu e solo tu il responsabile delle tue (purtroppo) 40 ore settimanali, ovviamente sotto la supervisione del tuo manager. L'ingresso e l'uscita sono flessibili, con uno scarto di 2 ore per permettere a tutti di gestirsi gli orari nel modo migliore per la propria vita. E adesso stiamo lavorando all'idea dello smartworking: davvero abbiamo sempre bisogno di essere tutti in ufficio? Ma se siamo sempre tutti iperconnessi, non posso semplicemente andare a prendere mio figlio, portarlo in piscina e continuare a lavorare da lì? E credetemi, non siamo un caso isolato. Nella community HR sono temi molto sentiti e caldi, siamo consapevoli tutti che sono anche queste le cose che fanno la differenza nella vita delle persone e nelle scelte dei talenti. Solo per dirvi di OSARE: chiedete alla vostra azienda di trovare modalità alternative. Portategli i risultati di tutti quegli studi che dimostrano che è l'engagement a fare la differenza nella produttività e nell'efficacia, non la quantità di ore passata a scaldare una sedia.
    MammaHR

  • In Nord Europa sono avanti, c'è poco da fare. E vivono meglio a mio avviso. Io ho una sorta di flessibilità d'orario ma, ahimè, mi frega la lontananza da casa che, a Milano, è come lavorare 2 ore in più se si calcolano gli spostamenti. Perciò per lavorare dalle 9 alle 17.30 esco di casa alle 8 e rientro alle 18.30/19.00 a seconda del traffico, sempre sperando di non trovare incidenti o ingorghi strani. Praticamente due ore e più di tempo perso, di incazzatura, di benzina sprecata e soprattutto di tempo tolto alla mia famiglia. Che frustrazione!

  • Non dovrei commentare perchè sono, per la felicità di tutti, decisamente nonnassistita, però ecco due osservazioni me le permetto lo stesso: io vivo in un paese e da me ci sono il prescuola ed il doposcuola dalla scuola dell'infanzia alle medie. Volendo i bimbi entrano tutti alle 7,30 e escono (medie escluse) alle 17,30, anche limitandosi agli "orari normali" all'infanzia si entra dalle 8 alle 9 e si esce alle 16,00, mentre alle elementari l'ingresso è, per tutti, alle 8,20 e l'uscita alle 16,30.
    Stiamo facendo pressioni sul comune per vedere se è possibile organizzare un allungamento dei tempi anche alle medie, approfittando del fatto che, comunque, per chi frequenta la sezione musicale ci sono già due rientri pomeridiani obblligatori.
    Per il resto, nel mio caso, la vedo bigia: sono una libera professionista e la flessibilità, nel mio caso è un obbligo. Un obbligo che spesso cozza frontalmente con le esigenze della famiglia

  • Qui a San Francisco visto che il nido e le babysitter hanno prezzi folli, come del resto la vita stessa, si è creata una piccola ma tenace rete tra due mamme italiane: al lunedì tengo io per tutto il pomeriggio mio figlio (11 mesi) e la figlia di questa amica (6 mesi) e al mercoledì li tiene lei così entrambe abbiamo un pomeriggio libero per noi. In più si risparmia un po' e ci si gode il tempo con due adorabili bambini italo-americani!

  • Ma magaaaaaari!!! Io sono entrata nel gruppo che si rifiuta a far adattare i figli alla vita frenetica di genitori lavoratori senza rete di sostegno (intendo senza nonni, zii, tate, ecc). Purtroppo, ho provato più di 8 babysitter e solo 2 erano valide e tutte le alternative possibilissime che hai elencato esistevano già nei miei sogni prima di fare famiglia, dieci anni fa, ma non si sono mai avverate (manco accennate) e gli 80 euro – oggettivi ma ridicoli visto i problemi – sono la prova di quanto siano ancora fin troppo lontane all'orizzonte italiano.
    🙁

  • Quello sugli orari lavoro – orari scolastici è un dilemma che mi porto avanti da anni, ma chi cavolo ha deciso questi orari???
    Ma poi più di tutto io mi chiedo perchè una mamma sia costretta a lavorare otto ore… se lo decide lei è un conto, ma dovrebbe essere un diritto il part-time cavoli!

  • Io vi scrivo dalla Svizzera che è un paese meraviglioso per far crescere i bambini e attentissimo alle famiglie soprattutto nei primi anni dopo la nascita ma…. solo se uno dei due genitori non lavora, o se si hanno i nonni o se si hanno tanti soldi per avere la babysitter. infatti i nidi pubblici in pratica non esistono, quelli privati hanno prezzi folli, la materna e le elementari a tempo pieno non esistono(ci sono attività pomeridiane, anche fino alle 18:00 volendo, ma si devono pagare a parte, oltre al fatto di pagare la mensa che qui è molto costosa). L'unica cosa che esiste è la facilità di avere il part time, sia orizzontale che verticale, naturalmente lo stipendio è proporzionato alle ore lavorate. E i nidi sono aperti dalle 7:30 alle 18:00. In pratica quasi tutti i bambini che vanno al nido, ci vanno per 3 massimo 4 giorni. I genitori fanno quindi (quasi sempre entrambi o più spesso le mamme)un part time verticale, quando poi non siano così fortunati da avere i nonni(non è il mio caso). Alla fine è un modo per stare un po' di più con i figli, a parte il fine settimana. Il tutto funzionerebbe meglio se il nido avesse un prezzo più "umano"! Dimenticavo di dire che qui la settimana lavorativa è di 42 ore!

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