Prima elementare

Dal momento che il mio incidente nel primo giorno di scuola mi ha fatto passare l’entusiasmo, rimedio ora e vi racconto qualcosa di questa nuova avventura che è la scuola primaria.

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Del primo giorno di scuola ricordo soprattutto l’emozione dei genitori e l’entusiasmo dei bambini.
Il mio Mirtillo, come ormai sapete, non ama le novità, era in ansia per la scuola, ma quel giorno era solo felice.
Mi stupisce sempre la capacità dei bambini di prendere le cose con leggerezza.
Spesso paragonavo il primo giorno di scuola ad un primo giorno di lavoro per noi, ma in realtà non credo sia davvero così. I bimbi, a differenza nostra, riescono a non farsi problemi, a vedere il bello delle cose.
Erano tutti sorridenti ed esaltati, a mostrarsi l’un l’altro lo zaino nuovo e il diario e i quaderni.

Il primo giorno siamo entrati in classe e le maestre ci hanno sostanzialmente solo augurato buon inizio e poco altro. Un paio di settimane dopo c’è stata una prima riunione in cui hanno accennato al metodo mentre a fine mese dovrebbe esserci la riunione ufficiale, con il programma, l’orario e informazioni più dettagliate.

DIFFICOLTA’

Quello che più mi dispiace è che non c’è stato alcun momento di interazione, non hanno nemmeno chiesto ai genitori di presentarsi, io ad oggi non conosco il nome di nessuna mamma dei compagni di classe di mio figlio.

Nelle discussioni all’ultimo post sono emerse bellissime esperienze di rete tra mamme (ne riparlerò a breve in un post specifico), ma adesso come adesso è pressochè impossibile. Confido che con la prossima riunione  e la nomina dei rappresentati di classe si riuscirà a conoscersi un po’. La mia amata maestra delle elementari coinvolgeva tantissimo i genitori, e così facendo si sono create grandi amicizie che durano ancora, dopo 30 anni.

L’aspetto più complicato, finora, è la totale assenza di contatto con le insegnanti

Abituata a nido e materna, dove ogni giorno si può scambiare qualche parola, è dura ora non sapere nulla di nulla su cosa faccia o come si comporti mio figlio.
Durante la settimana non porta niente a casa, nè quaderni nè libri nè tantomeno compiti, e solo il venerdì torna con il quaderno di italiano, e posso così scoprire almeno qualcosa di quello che ha fatto durante la settimana.

METODO E COMPITI

E’ passato ormai quasi un mese e posso dirvi che di sicuro qui si segue un metodo soft.
Mi piace molto come sta andando, Mirtillo va felicissimo a scuola, nè ha mai fatto storie per alzarsi. Però certo, siamo in alto mare con “l’apprendimento”, confrontato con altre realtà.
Per la prima settimana hanno solo disegnato e giocato.
Poi hanno iniziato con le vocali, una a settimana, visto che fino a venerdì eravamo ancora alla I.
Solo stampatello maiuscolo, al corsivo ci si arriverà forse a fine anno, ma anche tranquillamente in seconda.
So poi che fanno matematica e scienze, ma sotto forma di gioco e disegni (hanno fatto il gioco di bendarsi e riconoscere i compagni dal tatto, scoprire gli odori di vari cibi bendati ecc, imparano lo spazio -vicino, lontano, sopra, sotto- colorando disegni..).
C’è poi presente (ancora non ho capito se sempre o in alcune ore) l’insegnate di inglese, che tiene alcune parti delle lezioni ordinarie in lingua inglese (cd. inglese veicolare).
Nessun voto, grazie al cielo, solo qualche faccina sorridente.
Niente compiti durante la settimana ( l’orario normale è dalle 7.50 fino  alle 15.20 anche se mio figlio frequenta il doposcuola fino alle 17.30), durante il week end qualche esercizio di italiano, che comporta al massimo un’ora di impegno.
I nonni, abituati ai metodi rigidi dei tempi andati, si lamentano di queste “nuove mode”, dicono che una volta a quest’ora si sapeva già leggere e scrivere, ed in effetti mi hanno mostrato 
quaderni miei e di mio fratello che mi hanno lasciato sbalordita: a fine ottobre della mia prima elementare già scrivevo “pensierini” in corsivo, mentre qui siamo in altissimo mare.

Confesso di ignorare completamente i metodi di insegnamento della primaria, da quanto ho intuito è davvero un indirizzo seguito ora quello di andare con calma, ma un po’ il dubbio mi resta, e mi piacerebbe avere un confronto con voi: ad esempio, sarà sicuramente più facile iniziare dallo stampatello maiuscolo, ma quello minuscolo ed il corsivo son diversissimi: significa che per tutta la prima elementare non riusciranno, di fatto, a leggere nessuna frase sui libri?

Sono rimasta basita dalla differenza di metodi, e ancora di più dalla quantità di compiti da scuola a scuola. 

Oggi leggevo di una mamma che si lamentava dei compiti del figlio, pure lui in prima: almeno 4 pagine di A in ogni forma: stampatello maiuscolo, minuscolo, corsivi maiuscolo e minuscolo, una pagina da leggere 10 volte, e questo in un giorno infrasettimanale.
Questa mamma raccontava che i bimbi piangono facendo compiti, e che molti finiscono alle 7.30 di sera distrutti.
Ora, sono bimbi di 6 anni!! Bimbi che fino a poche settimane fa non stavano seduti MAI.
Caricarli così dopo un mese fino a farli piangere non mi sembra ideale per creare un buon rapporto con lo studio.
Io ci tengo molto a non diventare come quei genitori che contestano gli insegnanti per ogni sciocchezza, ma davvero, sui compiti sono intransigente: se mi arrivasse regolarmente a casa con una mole del genere di lavoro, semplicemente, non glieli farei fare.
Un’ora di compiti massimo, poi due righe sul diario: “mio figlio non è riuscito a finire i compiti perchè ha altro da fare oltre la scuola. Ad esempio, fare il bambino“.
Sono felice che non abbia compiti durante la settimana, e nel fine settimana cerco di responsabilizzarlo, ma non mi farei nessun problema a mandarlo con i compiti non finiti, e stavo quasi per farlo domenica scorsa. Gli ho spiegato che non è un problema mio, che io gli ricordo che ci sono, che lo aiuto a frammentarli nel corso del week end, ma che se non vuole finirli che faccia a meno, poi spiegherà lui alla maestra e accetterà le conseguenze.
Sbaglio?
Ora attendo curiosa le vostre esperienze e mi piacerebbe moltissimo sentire l’opinione di qualche maestra/o delle elementari: ogni insegnante sceglie il metodo che preferisce? Sono direttive della scuola? Cosa considerate preferibile?
E all’estero come funziona?
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37 Comments

  • Cara Morna,
    io e la mia collega usiamo lo stesso metodo delle docenti di Mirtillo (almeno da quello che dici..)
    Scrivi che non ha mai compiti.. ma sta a scuola quasi 9 ore! Tu dopo aver lavorato 9 ore avresti voglia di tornare a casa e lavorare ancora? No eh?! Figurati se c'ha voglia un bambino di 6 anni che, come dici anche tu, fino a un mese fa stava seduto al tavolo giusto il tempo di mangiare (se va bene!).
    Si inizia a scrivere in stampatello maiuscolo perché è il carattere più facile a livello grafico. Quando arrivano alle elementari molti bambini sanno già scrivere qualcosina (il loro nome ad esempio) e (almeno qui da me) lo sanno ausi sempre scrivere in stampatello maiuscolo. Quindi si parte da quello che il bambino già sa per poi ampliare le conoscenze. Immagina che brutto sentirsi dire no da oggi non devi più scrivere "MIRTILLO" ma "Mirtillo". Sarebbe un po' demotivante come inizio se ti smontano così no?! Il corsivo è solo un carattere, un modo di scrivere. C'è temo per impararlo.. Ma la cosa più importante è saper leggere e scrivere in modo sempre più fluente e corretto (e magari capendo anche quello che stai facendo).
    Per quanto riguarda i genitori hai ragione.. alle elementari i rapporti sono un po' freddini, quasi inestistenti. Anch'io trovo che sia un peccato. Ma quando chiedi come compito di portare a scuola una foto di famiglia oppure di scriverti una cartolina nelle vacanze perché hai in mente di partire da lì per creare un bel progetto e poi ti arrivano solo 2 foto e 1 cartolina… (però per romperti le @@ perché non hai ancora insegnato il corsivo il tempo lo trovano) bé ti passa un po' la voglia di coinvolgere i genitori! 😉
    Quindi si felice per Mirtillo e per questo ritmo lento… dopotutto chi va piano va sano e lontano!

  • Insomma in sintesi la penso come te! E spero vivamente che le mie figlie avranno dei docenti che lasciano loro il tempo di esser bambine! (anche perché, tra l'altro, mi scoccerebbe parecchio dover discutere su ste cose con dei colleghi..)

  • Guarda, mio figlio ha appena finito la Primaria ed io avevo i tuoi stessi dubbi, pian piano pero' le cose vanno a posto da sole……l'unico problema puo' essere che tutto questo lavorare soft ad un certo punto annoia un po' i bambini ( almeno il mio lamentava questo) ma quando abbiamo fatto presente alle maestre che i bambini si erano un po' rotti di andare cosi' lentamente, ci siamo sentite rispondere che non tutti i bambini erano ancora a pari, figurati quindi provare a proporre di andare un po' piu' veloci…..Alla fine poi le maestre, piccate da queste "alzate di testa" delle madri, hanno iniziato a fare piccole ritorsioni, del tipo " non si portano in gita"….."non li facciamo piu' uscire"…..quindi ho capito una cosa……..bisogna lasciare le cose andare come vanno, perché tanto poi le maestre hanno sempre ragione loro……prima o poi a leggere e scrivere tanto imparano tutti…….pensa che il mio per tutta la prima ( dico TUTTA) ha scritto in stampatello, poi l'ultima settimana improvvisamente le maestre hanno detto " si scrive in corsivo!!" e i bambini ci sono riusciti benissimo….quindi abbi pazienza e fiducia …….

  • Posso dirti che purtroppo – sigh sigh – dipende dalle singole maestre…
    Ed è triste sapere che, pur essendo arrivati a scegliere una scuola magari dopo lunghe riflessioni, dover incrociare anche le dita e sperare che solo la fortuna possa farti avere un certo tipo di maestra… Perchè da un anno ad un altro anche nella stessa scuola si possono fare esperienze opposte ed inoltre non è nemmeno automatico che le maestre uscenti dalla quinta rientrino nella prima, specialmente se la scuola ha più plessi. Pensare che si riduca tutto ad un terno al lotto, soprattutto anche per chi ha la possibilità di scegliere l'anticipo di un anno o per chi nasce a cavallo dell'anno nuovo dove un giorno – o un’ora – poteva fare la differenza, è assurdo.
    Le maestre del mio bimbo più grande che adesso è in 2° hanno un'idea di scuola come quelle di tuo figlio (programma più lento, niente corsivo, esperienze dirette giocose, niente voti ma faccine). L'unica differenza è che non essendo a tempo pieno, danno ogni giorno un po' di compiti, ma di breve durata e in accordo tra di loro in modo che non si sovrappongano compiti per casa di due materie nello stesso pomeriggio!
    Invece quelle del mio bimbo più piccolo che ha iniziato quest'anno la prima nella stessa scuola (!!!!), purtroppo sono più tradizionali e quindi abbiamo tonnellate di schede da completare e colorare (in un mese di scuola finito già un quaderno solo per italiano e due tubetti di colla grandi), filate infinite e monotone di letterine da scrivere, fino alla scorsa settimana non si sapeva l'orario delle maestre e quindi ci trovavamo a fare i compiti sia di italiano che matematica subito per il giorno dopo. Adesso almeno riesco a programmare dividendo i compiti su più giorni dove possibile, compatibilmente anche con il mio orario lavorativo non omogeneo nella settimana. Fare una partita a Tetris sarebbe più semplice!
    Sono molto amareggiata, specialmente da quando la maestra si è presentata proclamando la sua filosofia “I bimbi a questa età all’inizio dell’anno sono pieni di energie ed entusiasmo allora è meglio sfruttare adesso tutta l’energia caricandoli di più, tanto poi a primavera sono esausti e non fanno più niente”. E ti credo, sei te che li sfinisci! No, dico, stiamo parlando di bimbi di 6 anni o anche meno! Anche gli sportivi aumentano gradatamente il carico degli allenamenti, non capisco perchè questi bimbi invece devono subito stramazzare. Così si ottiene solo l’effetto contrario, odiare i compiti e la scuola.
    Personalmente il mio problema più grande diventa la diversa durata dei compiti dei due bimbi: il bimbo grande finisce in un attimo, il piccolo invece a volte sta fino all’ora di cena, sia perchè deve ancora abituarsi a questo nuovo ritmo, sia anche perchè caratterialmente ha meno pazienza ed è molto più impulsivo e creativo. Ma ovviamente il problema sarebbe stato molto meno evidente se la gestione didattica fosse stata più simile a quella del fratello. Infatti è molto contento della scuola e felice di imparare, è molto attento e curioso, cerca di imitare il fratello grande e già in estate provava a scrivere le lettere, si diverte con me a fare giochi con le parole, riconosce alcune parole scritte in stampatello, adora che io gli legga i libri e a volte se li fa leggere da suo fratello. Ma i compiti per casa (e anche ciò che fa a scuola) lo fanno diventare svogliato, sono queste attività troppo rigide e tradizionali che lo “soffocano” e lo irritano facendogli passare la voglia di continuare… E’ peggiorato persino nel colorare (di fretta e fuori dai bordi), prima faceva tantissimi disegni molto belli, adesso non più, appena finisce i compiti si mette a giocare con le costruzioni (la creatività quindi non gli manca).
    Scusa lo sfogo, spero che con il tempo la situazione migliori. Ma migliorerà davvero o solamente si arrenderà all’evidenza?

    • ecco, le differenze di metodi in caso di fratelli nella stessa scuola sono ancora più problematiche! Sper che il tuo bimbo resti curioso e creativo e non venga spento dalla scuola!!

  • Concordo che si tratta di "fortuna", purtroppo. Ferma restando la professionalità, sulla quale io non posso né voglio sindacare, ogni maestra ha il suo metodo. La mia grande ora è in terza, quando era in prima ha iniziato partendo dallo stampatello maiuscolo ma, a differenza delle classi parallele, il corsivo l'hanno affrontato già a marzo. Lei fa 3 pomeriggi in settimana, compiti solamente nei giorni in cui finisce alle 12.30 ma nulla di proibitivo. La figlia di un'amica, ora in quarta nella stessa scuola, viene regolatormente massacrata di compiti da quando era in prima e quando qualcuno l'ha fatto notare all'insegnante in questione lei ha risposto che è laureata e sa quello che fa (però poi alla fine dell'anno scorso la bimba aveva dei fantomatici mal di pancia…).
    Barbara

  • La scuola dove vanno i miei ha una direttrice che è abbastanza una macchina da guerra… si prefigge degli obiettivi per rendere i bambini competitivi sul piano europeo… per ora i miei vanno spediti, non hanno avuto problemi. Però mi sconvolge una cosa: perché la scuola comincia alle 7.50? Non dovrebbe essere per tutti alle 8.30? Non gli cade la testa sul banco? Un contoè l asilo dove giocano, ma un conto è la scuola dove devono stare fermi e attenti ad un orario del genere. Per poi finire alle 15.20con mamme che o si scapicollano per andare a prenderli o li lasciano al doposcuola fino a a quando escono da lavorare. Oppure li vanno a prendere i nonni e li tengono tutto i, pomeriggio. Ma allora perché non farli dormire mezzo ora in più al mattino, facendo il classico orario 8.30/16.30?

    • bella domanda!! 8.30 – 16.30 sarebbe una mano santa! Pare che sia per problema di trasporto pubblico, visto che copre un bacino d'utenza di diversi paesini.. ma vai a sapere

  • farò la voce fuori dal coro.
    per me l'autorità della maestra non si discute. Davanti a mio figlio ne sostengo da due anni una che per me è minus habens, ma lo penso io, per mio figlio deve essere quella che deve riconoscere come Maestra, punto.
    Non va ancora a scuola, ma non mi vedo proprio a contestare le insegnanti, né per il metodo che applicheranno, né per la questione compiti.
    saranno troppi? li faremo.
    salvo andare magari a parlarne io con le insegnanti, ma per mio figlio non deve essere in discussione il ruolo dell'insegnante, né passare il messaggio del fai quel che vuoi.
    Sarà che devo essere nazi perché ho un figlio che se vede uno spiraglio ci si infila con tutte le scarpe, ma non mi piace per nulla l'idea che possa pensare di essere lui a gestire i compiti o noi a decidere quando e quanti è giusto farne.

    • Hai assolutamente ragione, ed in effetti, se capitasse che iniziano a caricarlo alla morte di compiti, ci penserò. Per la questione compiti di domenica, però, il mio concetto non era "fai quello che ti senti, poi chissenefrega", ma più un "ti ho ricordato 100 volte che devi finire, se non vuoi farlo non ti costringo ma te la vedrai tu con la maestra", quindi l'idea era di responsabilizzare lui, non di sminuire l'autorità. E lui è corso a finirli, non vorrebbe mai e poi mai arrivare senza.

    • PS. L'articolo pubblicato da sposadaprile è del mio stesso avviso: i bimbi non andrebbero costretti con premi/punizioni & co a a fare i compiti, lo si dice e ridice ma poi facciano a meno, se la vedranno con la maestra.. (il problema semmai si pone con bimbi che non hanno alcun timore dell'insegnante e dei "castighi" che può dare…)

    • io non sono per premi e castighi inerenti allo studio, sono per il rispetto dell'autorità dell'insegnante.
      E sono per i voti, peraltro.

      p.s. non ho letto l'articolo, ma può dire quel che vuole :p

    • Kla, in fondo mi pare che diciamo la stessa cosa, e anche l'articolo: non si tratta di sminuire l'insegnante, su quello concordo, ma di "accettare" i limiti del figlio e al contempo responsabilizzarlo. Se per ipotesi L. rifiutasse di fare i compiti un giorno, che faresti? Tanti finiscono con togliere TV videogiochi, calcio ecc.Io preferirei tentare la via del "vai senza e confrontati con maestra, e accetta eventuali 'castighi' ti dovesse dare". Poi chiaro che se ogni giorno è stessa storia significa che c'è qualcosa che non va.

  • Sono d'accordo anche con te klarissa, davanti a mio figlio non espongo certo queste mie perplessità. E non voglio nemmeno giudicare il metodo della maestra, ognuna ha il suo giustamente, ma io vedo l'effetto che ha su mio figlio.
    Per adesso sto solo a guardare, cerco di fargli capire che comunque i compiti vanno fatti, e se ci sarà bisogno andrò ovviamente a parlarne con le insegnanti (e non solo a lamentarmi con le altre mamme).
    Però bisogna mettersi anche nei panni dei bambini… faccio un esempio ironico: chi di noi sarebbe contento e avrebbe voglia di continuare se dovessimo forzatamente frequentare un corso di cinese dove ti fanno solo riempire pagine e pagine di ideogrammi di cui capisci a malapena il significato?
    Se non ti piace un ristorante non puoi pretendere che il cuoco cucini quello che vuoi te, ma puoi tranquillamente cambiare locale. E anche io, come ho già fatto in passato con l'asilo, non esiterò a cambiare scuola se credo (dopo un giusto tempo di osservazione) che quelle maestre non vadano bene per mio figlio. E poi rimane sempre l'opzione dell'istruzione parentale o più conosciuto come "homeschooling".

    • Io sono contrarissima all'homeschooling e per me andrebbe addirittura vietato. O meglio, andrebbe autorizzato previo esame accuratissimo del singolo caso, tipo per estrema lontananza dalla scuola, grave disagio psicologico per pregressi casi di bullismo e.. basta, sostanzialmente. Questo sia per quello che dice Lavinia, sia per evitare che genitori psicopatici che si ritengono superiore a tutti e a tutto possano rovinare i figli: la scuola è il primo momento in cui ci si stacca dalla famiglia, ed è fondamentale per la crescita. Certo, sono consapevole che ci siano scuole pessime e pessimi insegnanti, ma in un caso simile farei di tutto per cambiare scuola, optando per una privata ove possibile o cambiando residenza, qualsiasi cosa. Ma mai mai e poi mai prenderei in considerazione l'homeschooling.

  • Come fa una mamma che lavora occuparsi SERIAMENTE dell' istruzione dei figli con l homeschooling? La scuola media è dura, tante materie, ritmi serrati. E se hai studiato a casa con mamma, dubito che tu sia pronto per quella jungla. I miei 2 figli più grandi (quinta e terza elementare) si gestiscono da soli, io controllo i compiti, provo la lezione, ma oltre non faccio. Grazie alle maestre che oltre ad insegnare le materie hanno insegnato loro anche un buon metodo di gestione compiti e studio.e a lavorare in gruppo, ad aiutare chi rimane indietro, con lo scopo appunto di dare omogeneità alle classe, e insegnare che ci si aiuta l' uno con l' altro. E scoprire che per qualche scheda da attaccare, qualche mamma vorrebbe far perder certe esperienze ai figli mi fa rabbrividire. In Svezia l' homeschooling è vietato, non mi invento nulla, basta farsi un giro sui siti dell' istruzione scandinava. E con questo chiudo. Perché non voglio più discutere di istruzione parentale. C è una bimba in carrozzina nella scuola dei miei figli e loro hanno imparato tanto anche da lei.

    • Nessuno sta estremizzando dicendo che la scuola è il male e l'unica soluzione giusta sia l'homeschooling.
      Credo che ogni scelta sia personale e che vada ben ponderata e inserita all'interno della propria quotidianità. Io non escludo niente a priori, bisogna valutare i pro e i contro delle varie possibilità di scelta disponibili.
      Sono d'accordo con te Lavinia sul fatto che la scuola possa essere un ambiente stimolante per crescere dove si incontrano bambini di tutti i tipi da cui imparare cose nuove e diverse dalle quali si è abituati, ma ciò dipende SOLO ed ESCLUSIVAMENTE dalle maestre. Ma se non è così? E' possibile incontrare anche situazioni in cui un bambino venga volontariamente isolato dai compagni e addirittura dalle maestre! In un caso del genere credi che sia meglio rimanere comunque in quella scuola?
      Anche io dico grazie alla scuola e alle maestre (quelle dell'asilo hanno aiutato tanto i miei bimbi e ho scritto loro anche una lettera a fine anno per ringraziarle!), ma il mio grazie va alle maestre che credono in quello che fanno e che si mettono nei panni dei bambini, che promuovono la condivisione e la collaborazione, che ci mettono il cuore, non a quelle per cui insegnare è solo un lavoro come un altro, che rimangono sul piedistallo della loro cattedra (menomale che adesso le hanno vietate quelle orribili pedane che c'erano ai miei tempi!) dicendo "si fa così punto e basta", che annullano ogni lavoro di gruppo, che mirano all'individualità lodando le eccellenze e lasciando indietro chi ha difficoltà con un "dovete seguirlo di più a casa" detto ai genitori.
      Se io avessi bisogno di un medico vorrei trovarne uno che cerca di mettersi nei panni del malato, non il professorone primario sotuttoioetenoncapisciniente pieno di paroloni tecnici che ti dà sentenze inappellabili.
      Il mio comunque è un discorso generale, le situazioni sono tante e diverse come quante sono le persone. Ma discutere con gli altri anche quando non si è d'accordo è molto utile per scoprire nuovi punti di vista.
      Hai ragione anche sul fatto che potrebbe essere difficile un ingresso alle scuole medie, al fatto che se una mamma lavora fulltime non avrebbe tempo. Io non ho detto che farò così, l'ho considerata solo una delle opzioni, ancora da valutare per bene, anche se non credo che la sceglierò data la mia situazione.
      Ma se una mamma/papà/zio/nonna/ecc… se la sente di prendere questa responsabilità così grande, magari non lavora o dispone del tempo necessario, perchè no? E se uno (e non è il mio caso) ha la possibilità di pagare un insegnate privato (quindi persona competente e professionale che però concorda direttamente con i genitori la linea da seguire)?
      Chi siamo noi per dire a qualcun'altro cosa è meglio per loro? Possiamo solo dire con certezza cosa è meglio per noi stessi. E a volte è difficile anche questo!

  • Con "bontà" invidio la mamma di Mirtillo, avrei preferito che mio figlio andasse volentieri a scuola ad imparare in maniera soft piuttosto che dritti come treni…anzi siluri…. perdendo pezzi qua e là!! abbiamo cominciato a scrivere le vocali in stampato maiuscolo, minuscolo e corsivo maiuscolo e minuscolo…pensa cosa può esserci in questo momento nella testolina di un bambino di prima elementare che solo fino ad un mese fà pensava a giocare e solo l'idea di disegnare o colorare era un impegno!!
    Noi da una settimana siamo al "dettato" con paroline semplici, ma per i bambini, e credo non solo per il mio, è tanta ma tanta roba!! Poi cosa mi ritrovo scritto sul quaderno dalla maestra? che mio figlio "non è stato in grado di fare il dettato"…. è svilente non solo per lui, che grazie a Dio ancora o per sfortuna a questo punto, non sà leggere, ma soprattutto per noi genitori che ci impegnamo tutti i pomeriggi a far compiti su compiti senza essere pagati e neanche incoraggiati, ma liquidati con semplici e "crude" note di demerito!! e tutto questo dopo solo un mese di scuola….cosa posso aspettarmi di più?

    • Anonimo, non ti abbattere, aspetta ancora del tempo e vedi come si evolve la situazione. Solo tuo figlio è in questa situazione o anche altri?

      Lavinia, vedi, sono queste le cose che fanno rabbrividire, non l'homeschooling, io esperienze come queste le farei perdere volentieri a dei bambini. E in Svezia la scuola è tutto un altro mondo, sono due realtà non paragonabili.

    • scusate, ho saputo solo stamani, ma ha fatto scrivere ad un bambino di prima elementare dopo solo un mese di scuola sul quaderno 5 volte "non so' stare in fila"!! secondo voi, spassionatamente, questa maestra può stare con i bambini?
      mi devo preoccupare? non solo ho remore da un punto di vista didattico ma anche di relazione maestra/bambino. Non so' più che cosa pensare e fare.

    • inutile!! ieri ho assistito a divergenze di opinione con l'insegnamente di matematica ed alla fine ha risposto " io ho sempre fatto così e continuerò così" .
      Credo proprio di aver scelto male la maestra.

    • si, infatti ieri a colloquio ha pure ammesso che il suo metodo è "antico" ma efficace!! secondo voi insegnare tutti insieme i caratteri (stampatello maiuscolo e minuscolo e corsivo maiuscolo e minuscolo) e pagine di lezione a casa non crea confusione ai bimbi dopo un mese di prima elementare? ci manca solo il granturco sotto le ginocchia!!
      se solo fossi sicura che parlare con il dirigente scolastico fosse produttivo andrei… ma sono sicura che farei il viaggio sarebbe a vuoto!! non fanno che pararsi l'un con l'altro!! poveri noi

    • secondo me non è importante lo stampatello o il corsivo ma l'atteggiamento di scoraggiamento dei bambini, la nota a casa perchè non è stato in grado… appena arrivato a 6 anni! Il dirigente è lì apposta, non sarai certo l'unica ad andare a parlarci, facci una chiacchieratina, provaci… magari senti i pareri di altre mamme e coinvolgile..

    • ti dico che ci sono mamme che pur di "accontentarla" le farebbero da zerbino….. e se chiedesse per il giorno dopo una relazione di astrofisica la farebbero!!
      Intanto lunedi prendo appuntamento con una neuropsichiatra infantile, le parlo, le faccio vedere i quaderni e poi a quel punto sotto controllo non sarà più solo mio figlio e noi genitori, ma anche lei; …..se mi prende poi l'incavolatura….. poi vi faccio sapere dopo la chiaccherata con la NPI
      grazie a tutte e scusatemi per lo sfogo

  • credo che anche altri bambini abbiano purtroppo la stessa nostra esperienza con questa maestra. ma può una madre essere terrorizzata all'idea di lasciare il proprio figlio a scuola? io credevo di stare tranquilla ed invece passo le mattinate a pregare che lui comunque la viva bene ed in serenità….. ma io sono già a pezzi!!
    Sono profondamente delusa da questa maestra, ma sono seriamente convinta che ogni "maestra pessima" come la mia ce ne siano a decine "bravissime" e preparate ad affrontare le difficoltà che i nostri bambini incontrano nel loro percorso scolastico. Io sono stata sfortunata, mi dò del tempo….poi vedremo il da farsi…

  • Io penso che a prescindere dal metodo didattico, il ruolo delle maestre sia quello di far amare lo studio, dando ai bambini tutti gli strumenti necessari per renderli sempre più curiosi, critici, responsabili. Io ricordo ancora la mia maestra, ci faceva amare la scuola e se sono stata una brava studentessa lo devo anche a lei.
    Io vivo in Spagna, ops! Catalonia!!!! Si sta arrivando ad un punto tale con questa idea dell'indipendentismo che la scuola e' solo esclusivamente catalanocentrica. Per le maestre la cosa importante e' inculcare il catalano e formare politicamente i bambini. Mia figlia e' diventata l'alunna che non parla ancora bene il catalano e per questo indietro rispetto agli altri compagni. Una brava maestra l'avrebbe aiutata, invece zero! In un momento di sconforto sono arrivata a pensare all'homeschooling, poi mi fido della capacità di adattamento dei bambini. Dando tanta fiducia a mia figlia sono sicura che imparerà ad amare di più la scuola, ma questo e' difficile quando le maestre erigono un muro! Tu sei la diversa e tu ti devi adattare! Si certo, ma aiutatemi anche voi maestre…Il vostro compito e' questo! Alla mia disarmante richiesta di essere comprensive, di avere un occhio di riguardo verso mia figlia ho trovato proprio una totale insensibilità. Che bella maestra! Quindi maiuscolo, minuscolo, corsivo, stampatello… non importa! Ciò che importa e' andare a scuola sereni..e mia figlia ancora non lo e'!
    Martina

  • Mio figlio è in seconda, il corsivo lo stanno imparando adesso. Ha sempre scritto in stampatello maiuscolo, ancora adesso, ma per Natale sapeva leggere in stampatello minuscolo. La maestra ci ha detto che è un nuovo metodo, che così facendo, apprendendo più lentamente, riusciranno meglio. Miciomao ha pochi compiti mezz'oretta al giorno, a volte nemmeno quella, e per fortuna. Una mia amica ha un figlio della stessa età del mio e gli danno tantissimi compiti, povera creatura. La maestra di italiano non mi piace molto, ma come metodo di studio non ho nulla da obbiettare.

  • I miei due A&F (no, non sono la mamma di Abercrombie & Fitch) vanno a scuola a Milano ma in un liceo francese e lì dalla prima elementare i compiti (anche per soli 10 minuti) devono essere fatti tutti i giorni e non solo il week end. Questo per dare al bambino l'idea della costanza di un impegno che per i prossimi anni a venire sarà necessariamente quotidiano. Io condivido, ma perché in generale apprezzo di più le "vecchie scuole", il mio grande non ha avuto alcun problema mai e esce tutti i giorni alle 16.30 senza fare doposcuola perché anche il pomeriggio c'è lezione. A volte è dura soprattutto far conciliare le attività extrascolastiche con i compiti…quando un bambino affamato di 9 anni rincasa alle 19.30 dopo 2 ore di nuoto dover sedersi e fare almeno 15 minuti di compiti non è cosa semplice da far digerire ma del resto dal momento in cui si va a scuola il bambino diventa un bambino studente e lo studio è l'unico mestiere che gli chiediamo di fare. Io e suo padre non siamo morti e siamo cresciuti con un grande amore per lo studio e l'impegno che lo studio meritava e siamo andati in prima elementare a 5 anni….. Recupero poi abbondante nel week end

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