Fenomenologia della mamma: l'autosufficiente

Sono una curiosa, di tutto, una che si diverte a provare qualunque cosa, una che pensa sempre che la vita sarà troppo breve per poter provare, vedere, fare, leggere tutto quello che vorrebbe.

Anche per questo spesso sorvolo…

sorvolo? ok, chiudo un occhio…
ok ok, ne chiudo due…

sulle cose che non ho fatto bene, che avrei potuto fare meglio, che non ho finito, sulle cose che aspettano di essere fatte…

sì perché vorrei vedere quella cosa nuova…capire come funziona…e non ho tempo di finire quella vecchia…

già lo facevo, prima, nella mia vita precedente, sì quella vita figa, spensierata, in cui si poteva pensare solo a sé, punto, fine, mondo finito! già lo facevo allora, figuriamoci oggi!

Oggi che non c’è mai tempo per niente, oggi che le giornate sono sempre troppo brevi per tutto quello che vorremmo farci stare dentro in quelle maledettamente poche 24 ore.

E chiedo aiuto, anzi, a volte lo pretendo pure.

Lei no.
L’Autosufficiente, no.
L’Autosufficiente fa.
Fa tutto, tutto da sé e finisce quello che ha iniziato.
Non ha aiuti – o così dice – sa fare tutto e se non sa fare qualcosa, impara a farlo.

Se ha il giardino, ha l’orto, che, ovviamente, coltiva personalmente. 
Potrebbe dare lezioni a Michelle da Oprah.
Non fa la spesa: Lei coglie le sue verdure.
Non compra torte o merende: le fa. 
Nonna Papera? usa il suo ricettario!
Ricama tutti gli indumenti dei figli, ricama pure il nome del marito sui boxer, presa dal sacro fuoco del punto croce.
Sui vestiti di ricambio, tu scrivi il nome con l’apposita penna, lei ti guarda inorridita e ti dice che Lei non ne ha bisogno: Lei ricama il nome dei pargoli anche su quelli. 
Anche il secondo nome e il cognome…sai mai…

Scusa, mi fermo un secondo in questo panificio, che fa un pane così buono!
Perché non te lo fai?
Cosa? Il pane? Beh…sì ogni tanto lo faccio, capita…
No “ogni tanto”…sempre, io non lo compro da anni,  lo faccio a mano, mica con la macchina del pane, eh!

Sono distrutta ho pulito tutto il giorno e stasera ho 4 lavatrici da stirare.
Azz Ehm…perchè non ti fai aiutare? Da tua made o da terzi: non ti manda in rovina una signora che viene magari a darti una pulita una volta a settimana o che ti stiri.
Eh??? No, no, non che non possa permettermelo, ma io voglio fare tutto da sola. Vuoi mettere la soddisfazione?

Sì sì, vuoi mettere?

Stasera pensavamo di andare fuori a mangiare una pizza, venite?
Perchè dovete uscire per mangiare una pizza? Non la puoi fare tu?
(A ridaje!) No, non ci siamo capite: vorremmo U-S-C-I-R-E…sai…oltre lo zerbino? la pizza è secondaria, può essere un piatto di pasta, del pesce, una bistecca, quello che vi va…
No no, se volete venire qui, va bene, noi a cena non usciamo mai…sai…cucino meglio io.

Devo prendere la marmellata per la crostata.
Cioè…non la fai tu?????
No, ehm…la compro…
Scuote la testa
Bio!
Scuote la testa
Senza zuccheri aggiunti
Scuote la testa

Tanto vale comprare quella a marchio Coop allora, tanto scuote la testa!
Costa 1 Euro di meno!

Vacanze? Ovviamente in appartamento.
Che va bene, eh…ma la motivazione è impareggiabile.

Non è bello farti fare le pulizie e coccolarti almeno per due settimane all’anno?
No
Almeno per una settimana all’anno?
No, io non ne ho bisogno
Di che? Di riposo?
No, non ho bisogno che qualcuno mi faccia le pulizie o mi cucini, sono capace di farlo da sola.

Cilicio, ginocchia sui ceci, autoflagellazione.

Allora ci venite a cena sabato?
No
Ah già si…perchè sai cucinare! Giusto…scusa…
No, cioè non solo…perchè hanno detto che sarà una cena tra adulti
E quindi?
I bambini non li ho fatti per lasciarli dai nonni
Ma è una sera sola nei primi 4 anni della loro infanzia!
I miei figli non li lascio dai nonni per divertirmi.

Cilicio, ginocchia sui ceci, autoflagellazione.

No dai, non dirmi che in piscina col grande ci porti anche il neonato
certo
non puoi lasciarlo da tua madre, che abita sotto casa tua?
no, viene con me, non ho fatto i figli…
per lasciarli dai nonni, ok…ma come lo lavi e lo vesti e lo asciughi nano grande col  piccolo in braccio?
me la caverò
certo che ce la farai…ma…perchè? per dimostrare cosa? a chi?

Cilicio, ginocchia sui ceci, autoflagellazione.

Da neomamma volevo fare tutto io, tendevo all’autosufficienza, avevo imparato anche ad usare la macchina da cucire, a ricamare, dovevo fare tutto io per il mio bambino.

Sono peggiorata, ahimè, quando ho ricominciato a lavorare: siccome le mamme full time ricamavano i bavaglini e solo Dio sa cos’altro, lo dovevo fare anch’io, “perché mio figlio non doveva avere di meno!”.
Poi, ho capito. Ho capito che non importa che quella cosa la faccia io, con le mie mani, importa solo che quella cosa sia fatta.
Cosa c’è di più prezioso al mondo? Cosa mi manca sempre? 
soldi, bella vita, viaggi, bei vestiti 
Tempo.
E se tempo ce n’è sempre così poco, perché usarlo per fare la sfoglia a mano, se quella di Giovanni Rana non è male? 
Cioè…figo fare la sfoglia a mano…ma se non ce la si fa o non se ne ha voglia: c’è il supermercato!
Perché mettermi a fare un accappatoio con la macchina da cucire (giuro, l’ho fatto!)?
Sì è per mio figlio…
ma a mio figlio, in fondo, che je frega? 
diciamocelo.
Non sarebbe più contento se facessimo un disegno insieme, se ci leggessimo un libro, se costruissimo 
un ponte coi Lego?
Non m’importa più che a fare la torta di compleanno di mio figlio non sia io.
Ho raggiunto la pace dei sensi: a me importa che la torta ci sia e che sia ben fatta. 
Punto.
Perché quello che conta è vedere quel sorriso quando la vedrà, quel sorriso che, lo sapete, vi apre il cuore, fino alle lacrime.

Nient’altro.

Written By
More from Chiara

Fenomenologia della mamma: la mamma di figlio vivace

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinWhatsappEmail Questa è la mia. Questa la scrivo per disperazione. Sappiatelo....
Read More
WordPress › Errore

Si è verificato un errore critico sul tuo sito web.

Scopri di più riguardo la risoluzione dei problemi in WordPress.