Enuresi? Mamma non è un problema

Ricordate la prima festa di compleanno con gli amici? 
Io sì. 
Ero alle elementari e avevo una bellissima torta e tante bibite e biscotti e pasticcini e patatine e quelli che mia nonna chiama i poppicorni e tanti doni ricchi premi e cotillon.
Ero tutta emozionata e con un bel vestito
Poi arrivarono gli amichetti.
Tutti carini, ben vestiti… e uno di questi, 7 anni,

fece pipì in ascensore.
Mica apposta, porello.
È che ogni tanto gli succedeva. 

Come alla mia inseparabile amica Carlotta, a cui però accadeva di notte.
E infatti si facevano mirabolanti pigiama party a cui lei mancava sempre.
Io il perché lo sapevo.
Le altre perfide amiche no o l’avrebbero perculata a vita.
Perché, diciamocelo, i bambini sono stronzetti… E le bambine uguali, ma con la S maiuscola. Si sa, noi donne facciamo tutto meglio. 
Poi 30 anni fa, mica si chiamava enuresi secondaria… eeegggià! Semplicemente si veniva bollati con onorevoli epiteti tipo ‘pisciallletto’ o ‘pisciasotto’. Quando ti andava bene eri solo un ‘piscione’.
E mica ci si poteva mettere una innocua e discreta mutandina assorbente come quelle Drynites che esistono ora e che noi mamme possiamo trovare comodamente al supermercato.
Seeeeee!
Se ti andava bene ti toccava una sorta d‘assorbente post parto che ti pareva di cavalcare Varenne.
Per fortuna nostra e dei nostri figli il mondo si è evoluto. 
E se i vostri bimbi hanno problemi di ‘contenimento’, soffrono cioè di enuresi secondaria, oggi sappiamo che:
– ne soffre quasi il 10% dei bimbi (con una leggera predominanza maschile) tra i 5 e i 15 anni, perciò, per prima cosa: ragazzi, keep calm, relax, peace&love e via discorrendo; 
– non è una malattia, è un disturbo, che spesso non ha ragioni psicologiche, ormai è provato. 
Quindi, via i sensi di colpa, via le indagini e le dietrologie e concentriamoci sul nemico: partiamo dal conoscerlo, informiamoci, prestiamo attenzione e, soprattutto, sfoderiamo tutta l’empatia materna di cui siamo capaci; per capirci, all’urlo notturno: mammaaaaaaaa! o al ritrovamento mattutino del letto bagnato: 
1) respirate;
2) non sbuffate, lo sapete, saremo presto sante;
3) non imprecate, l’aureola è vicina;
4) fate sentire al vostro bambino che lo capite, che non è solo, e che siete certe, certissime che si risolverà. 
Il tutto seguito da iniezioni di fiducia e sbaciucchiamenti conclusivi come solo voi sapete fare. 
I bambini non sono spesso ancora capaci di capire perché accade, ma vogliono avere da voi la certezza che tutto si risolverà col tempo e con la crescita: dategliela.
È la verità. 
Solo in un’infinitesimale percentuale di casi non sarà così e non toccherà a voi, su!
– possono essere d’aiuto terapie motivazionali, accorgimenti sul quanto e sul cosa far bere ai bambini, instaurare routine della nanna, tenere un diario delle minzioni e tanti altri suggerimenti che trovate, con molte altre utili informazioni, consulti pediatrici e il supporto di chi vive esperienze simili, qui:

Post in collaborazione con Drynities

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