Una Lisbona diversa (e un addio)

Come saprà chi ci segue su Instagram, sono stata un week end lungo (alquanto lungo, da venerdì a martedì) a Lisbona.
Non vedevo l’ora, abbiamo prenotato a febbraio e davvero non riuscivo a credere che sarei stata in quei vicoli che immaginavo da una vita, nei baretti, nei ristorantini.
E invece il tempo vola, ed anche giugno è arrivato.
Una vacanza childfree: i bimbi al mare con i nonni, e noi a godercela
Non voglio farvi il resoconto della vacanza, nè voglio scrivere un post “di viaggio”: ne ho letti talmente tanti su Lisbona che mi annoierei da sola.
Anya ha già fatto un post fotografico su Lisbona, ma le nostre sono state evidentemente vacanze molto diverse, quindi spero di non annoiarvi riportandovi qualche impressione veloce.
Vorrei  lasciare qualche spunto diverso, idee che non ho trovato nei vari post che ho letto, e che magari possono essere utili a qualcuno.

 

1. Valutate bene la zona in cui alloggiare. Noi siamo andati un po’ a caso. Quali sono i quartieri più carini? Baixa, Alfama, Barrio Alto…? Ok, uno qualsiasi di questi va bene.
Anche no.
Noi eravamo in un appartamento molto carino trovato su Airbnb, in Barrio Alto: quartiere carinissimo, per carità, ma è quasi esclusivamente dedicato alla vita serale/notturna.

Quindi informatevi bene, se viaggiate con bambini non è il quartiere che vi consiglierei, rischiate rumore fino alle 4 di mattina.
In più è davvero “alto”: il che vuol dire che per andare ovunque dovete farvi chilometri di scalinate spaccagambe: forse un quartiere meno arroccato è più comodo per gli spostamenti. Se tornassi, io sceglierei senza ombra di dubbio l’Afama, che ho adorato senza riserve, molto molto più autentico del Barrio Alto. Una ragazza che abbiamo conosciuto in viaggio era invece in un appartamento in un quartiere sopra il Barrio Alto, servito dalla metropolitana (pessima, a Lisbona, a causa ovviamente della morfologia della città: i punti più storici non sono per nulla serviti): passando in taxi abbiamo visto che era un quartiere davvero carino, il quartiere degli artisti, ricco di parchi e bistrot, assolutamente da valutare, seppur più decentrato.
 
2. Il famoso tram 28: fate attenzione, non tutte le corse sono complete, alcune fanno solo poche fermate. Io ho camminato chilometri per prenderlo (3 euro e 80 se non avete la card ricaricabile con voi, card che si compra nelle stazioni della metro o dei treni. Io mi sono accorta di averla persa appena prima di salire sul 28), e dopo 4 fermate in una zona per nulla pittoresca mi son trovata a dover scendere ad un anonimo capolinea, aspettare 10 minuti che l’autista “rinfrescasse” il tram, per poi riprenderlo, pagare altri 3 euro e 80 e tornare indietro delle mie 3 fermate. Quindi: carta ricaricabile in tasca, e chiedere che percorso fa.
3. Mangiare:  mi aspettavo prezzi più bassi, ma io sono abituata davvero al minimal, in effetti: alla fine, escluso volo e alloggio, siamo riusciti a stare in un budget di 50 euro giornalieri a testa.
Vi consiglio comunque la zona dell’Afama, ci sono molte Tasca (trattorie) davvero tipiche e minuscole, dove con un po’ di fortuna potrete sentire anche esibizioni di fado.
Noi abbiamo adorato Tasca do Chico

e ancora di più Tasca Beat, un vero gioiello, sperduto in una piazzetta davvero dimenticata, accanto alla fontana dei poeti. Non è un ristorante, hanno solo due o tre piatti ma è perfetto per una serata di chiacchiere (la musica del giradischi è fantastica!!), davvero di atmosfera.

 

Se volete spendere poco, vi consiglio di prendere un traghetto che da Praça do Comércio vi porta dall’altra parte del fiume: ci sono moltissimi ristoranti, spartani ma ottimi. Noi per una fantastica cena di pesce, davvero abbondante e ottima, abbiamo speso 60 euro in tre.
Se però volete una serata davvero indimenticabile, dopo aver preso il traghetto verso Cacilhas (5 minuti di traversata) percorrete il lungo molo alla vostra destra. Costeggerete edifici fatiscenti, moli abbandonati, murales: un degrado totale, ma davvero affascinante. E mentre starete pensando che al ritorno verrete sicuramente accoltellati e fatti sparire in uno dei numerosi edifici abbandonati, o direttamente in mare, vi appariranno come per miracolo due ristoranti. Ci avevano consigliato il primo, ma di lunedì era chiuso. Il secondo, comunque, (Pointo final se non sbaglio, un nome un programma) ha una posizione davvero idilliaca: mai nella vita ho visto un ristorante più suggestivo.

 

 

 

 

Solo per serate childfree però, nessuna protezione al lato molo, la coppietta della punta che vedete in alto sfiorava con la sedia il bordo (io, conoscendomi, sarei finita di sotto): davvero poco indicato per dei bimbi.

4. Dintorni: noi siamo stati a Sintra, a 40 minuti di treno. Bellissima, ma personalmente l’ho trovata molto “finta”, troppo troppo turistica (ed era lunedì!). Ci tenevo molto a vedere il Palacio da Pena, descritto nella mia piccola guida come un gioiello, ma dopo esserci inerpicati per un sentiero davvero faticoso per circa un’ora (in un bosco, molto suggestivo, sembrava di essere in Normandia) abbiamo scoperto, con un certo disappunto, che il palazzo non si riusciva nemmeno ad intravedere: bisognava per forza accedere al parco e poi al palazzo, ma la fila per la biglietteria era davvero lunga, parco e palazzo enormi, e il nostro tempo poco. A malincuore siamo quindi tornati senza averlo visto.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 












5. Tempo: sembra stupido, ma controllate le previsioni e… CREDETECI. Le nostre erano pessime, la mia cara amica Sa-sempre-ottimista mi ha convinta a non dargli peso, orsù a Lisbona fa caldo per forza, e siamo tutti allegramente congelati nei nostri vestiti estivi, sotto una pioggia gelida e 15 sferzanti gradi. Io ho imparato la lezione e riserverò per sempre parte della valigia a vestiti pesanti e ventina.
6. Bambini: io ho ringraziato di non averli, lo confesso. Lisbona è tutta un saliscendi, scalinate, vicoli, viuzze, noi arrivavamo a sera letteralmente distrutti e ci alzavamo con le gambe a pezzi. Per carità, tutto è fattibile e Anya ce l’ha raccontato. Per me, Lisbona è una città romantica,  perfetta per un week end di coppia o tra amici: ci sono una marea di locali carinissimi dove bere un cocktail o una ginja nel bicchierino di cioccolata (come faremo senza, Sara??), ristoranti minuscoli dove ci hanno sempre messo in tavolate condivise.
Ultima nota: ho trovato i portoghesi davvero scorbutici e poco disponibili, non so se sia stato il freddo a renderli di malumore, ma davvero un altro mondo rispetto alla simpatia che si respira nella vicina Spagna.
Purtroppo non abbiamo potuto crogiolarci nella gioia di questo bellissimo viaggio in quanto il ritorno è stato davvero triste per noi: rientrando nella nostra casetta non ci è corso incontro il nostro amato gattone rosso Mimmo, che mai ha mancato una volta dal correre a farci le fusa.
Le amiche sanno le ore di angoscia mentre lo cercavamo, pur sapendo già che l’epilogo sarebbe stato drammatico.
Ed alla fine l’abbiamo trovato, si era nascosto per andarsene in silenzio.
Era malato, ma da una recente visita sembrava sarebbe stato con noi qualche anno almeno.
Invece non è riuscito ad aspettare il nostro ritorno, ed è una cosa che ci addolora davvero moltissimo, saperlo lì, con la sola compagnia della nostra gatta Maya, nei suoi ultimi giorni.
Addio Mimmo, la nostra casa sarà vuota senza di te
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6 Comments

  • Che dispiacere per Mimmo! Immagino il sapore amaro del vostro rientro… �� e che bello tutto il resto, il weekend senza figli in questa città che mi attira tanto… ma mi sa che dovró aspettare ancora un certo numero di anni per potermela godere come voi. Molto apprezzabili i tuoi consigli super pratici.

  • Mi dispiace molto per Mimmo! Io ho una gatta piuttosto anziana ..18 anni…. posso immaginare il dispiacere…e ormai me lo sto aspettando anche io. Lisbona sembra molto interessante……è un po' che la punto…

  • Io Lisboma l'ho visitata prima del bambino in un viaggio attraverso tutto il Portogallo e l'ho trovata molto bella.
    Mi dispiace molto per il tuo gatto, so cosa si prova quando ci lasciano. Non so se ti sarà di consolazione o no, ma conoscendo l'animo felino forse ha atteso di essere solo per andarsene, in silenzio. Sono animali molto riservati.
    Un abbraccio forte forte a te e ai tuoi figli che ancora non conoscevano un mondo senza Mimmo in casa.

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