Le 10 cose per cui una mamma merita il paradiso, ma non lo avrà

E dopo le 10 cose che ci spediranno dritte all’inferno rovinandoci la piega e liquefacendoci il tacco 12, ecco perché, invece, una madre avrebbe diritto al lasciapassare per il Paradiso.

1) Perché partorisce o adotta.

Nel primo caso, prende 87 kg, si sforma, diventa una budria, soffre come un cane, si fa poi squartare la panza o la patata e, sì, ok, urla e insulta chiunque sia a tiro, ma mi pare il minimo sindacale, nessuno ha nulla da obiettare.
Perché dovrebbe averlo Dio?
Nel secondo, spesso prende più chili, altrettanto spesso si consuma, attende molto più di 9 mesi, si fa squartare l’anima e non può neanche insultare chiunque sia a tiro con la scusa delle doglie.
Santa subito.

2) Perché allatta al seno o al biberon.

Nel primo caso vedrà le proprie meravigliose, floride e sode tette gonfiarsi fino ad esplodere, diventare proprietà altrui, dolere, sanguinare, diventare un ciuccio.
Un giorno le saranno restituite… ehm… assai meno belle.
Diciamo che dopo un paio di figli resteranno un ricordo.
Dopo 3 ci si farà la sciarpa quando se la scorda a casa.
Nel secondo caso, si aprirà il baratro del “che nullità di madre, non sono capace”,
seguito dal valzer del latte in polvere o liquido? Pentolino? Microonde? E’ troppo caldo? O troppo freddo?
Da quanto è aperto? Ma è bio?
Merda l’ho lasciato a casa!
Tettarella in caucciù o silicone? Biberon di vetro? Plastica? Il bisfenolo uccide subito o c’è un limite di tolleranza?
Tranquille, arriva lo svezzamento.
E so’ cazzi peggio.

3) Perché svezza.

Perché, quindi, se non autosvezza, fa il brodo.
IL brodo.
QUEL brodo.
Patata-carota-zucchina.
1, 2, 10, 100, 1000 pentole di brodo vegetale.
E la crema di mais? O di riso? E l’olio? Ma il parmigiano stagionato 1026 mesi sarà sufficientemente stagionato? Sarà bollente? Devo per forza assaggiarla?! Si, eh…
Mi sento ancora quell’odore di brodaglia addosso.
Sarà per quello che l’unico liquido che bevo oggi è il prosecco.

4) Perché NON dorme più.

E perché il pancione, e perché la sciatica, e perché i dolori, e perché il neonato piange, mangia, caca, piscia, scoreggia, ha male al pancino, non ha ruttato, e perché ha la febbre, i dentini, non ha voglia, rompe, non ha sonno, vuole giocare, vuole lallare… lallare… certo… alle 4 del mattino…
o che belle le apine, amore, guarda… gialle e nere…
nere come le occhiaie che mamma ha dal test di gravidanza e mai più smetterà di avere.

5) Perché controlla.

Tutto.
Controlla se mangia, se dorme, quanto, cosa, se cresce, se aumenta di peso, se respira, se è vivo, se parla quando dovrebbe, se alza la testa quando dovrebbe, se sente, se vede, se cammina quando dovrebbe…
ma poi…  quando dovrebbe?
Ditemi quando dovrebbe fare cosa. Datemi una tabella, un foglio excel, un’app!
Bravi, un’app.
Controlla se la cacca è bella…
 SE LA CACCA E’ BELLA.
 Non aggiungo altro.
 Aureola per tutte.
O neuro per tutte.

6) Perché interpreta.

Interpreta i figli.
“Mma, acca dede” significa “Mamma cara, desidererei avere dell’acqua, perché mi sembra di avvertire un certo stimolo della sete, grazie”.
“To ca bu tu si le” significa “Mamma, tieni tesoro, ti passo le mie scarpette perché tu possa metterle via, visto che mi piacerebbe molto saltellare qui nel prato a piedi scalzi. Non è una geniale idea?”
Poi le amiche si scusano se ti scrivono A senza H via whatsapp.
Fidatevi, capiamo il sanscrito ormai.

 

 7) Perché trova.

Calzini, mutande, camicie stirate, felpe, Barbie, palloni, soldatini, biglie, biscotti, caramelle…
Vai San Pietro, fammi la 2.
Dove si trova la gonnellina a fiori con tulle ros….
Terzo cassetto del comò a destra. A Pié, dammi le chiavi del Paradiso e scansate.

8) Perché cura.

 La mamma cura tutto.
Cura le bue vere e le bue finte, le bue del corpo e quelle dell’anima.
Il vero santone è la mamma.

9) Perché è veggente.

E ha gli occhi anche dietro.

 

E vede anche quando non c’è.
E i suoi occhi ti vedono sempre.
E se dici una bugia mamma lo vede, lo sente, peggio, lo avverte.

 

La mamma è soprannaturale già in terra, insomma.

10) Perché c’è.

La mamma c’è sempre.
Anche quando non c’è più.
Soprattutto quando non c’é più.
Ecco, perché dovremmo finire tutte in paradiso.
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