L’importanza del desiderare: lasciamo che i nostri figli abbiano desideri?

Quando ero piccola, desideravo ogni cosa. Sono sempre stata una “desideratrice” seriale, io.
Desideravo vivere in un altro posto, desideravo i poteri magici di Creamy, desideravo la Casa di Barbie.
Desideravo i giochi in scatola dei miei amici.
Desideravo fare ginnastica ritmica, desideravo suonare il pianoforte.

Niente, non ho realizzato nessun desiderio d’infanzia.
Niente casa di Barbie, nè musica, nè sport.
Neanche i poteri magici, e sì che ne ho costruite, di bacchette.

Nonostante le mille preghiere non ho mai avuto nemmeno un gioco in scatola. Zero, nada, manco il gioco dell’oca o il Monopoli, “tanto poi non ci giocheresti mai”. 

Solo, sono andata a vivere altrove, appena ho potuto (chissà perchè, vi chiederete, viste le premesse…!).

I miei figli, invece, hanno tutto.
Di solito non fanno nemmeno in tempo a desiderare qualcosa, che è già ottenuta.

Soprattutto Mirtillo.
A 5 anni, gli ho fatto scegliere uno sport
A 6 ha cambiato, a 7 non lo vedevo convinto in nulla e così non ho insistito.
Però l’ho iscritto a chitarra, dove va volentieri, ma mai una volta che abbia preso la chitarra per esercitarsi, nonostante glielo chieda di continuo.

Mi sono scervellata per decidere dove si sarebbe potuti andare a Pasqua con una spesa moderata, e alla fine mi è venuta in mente Legoland Germania. 
Loro ovviamente felicissimi. Per un secondo, dopodichè erano già lì a litigarsi un gioco e non ne hanno più parlato.

In tutto ciò, i discorsi preferiti di Mirtillo sono “tu non mi vuoi bene, tu vuoi bene solo a Tondino, tu non fai mai niente per me”, insomma io sono sempre e comunque un mostro (piccolo ingrato).

Io sarei stata la più felice del mondo anche se mi avessero iscritto a ginnastica posturale con le vecchiette di paese, finalmente un sì invece che un “son soldi buttati, tanto poi ti annoieresti” (grazie per la fiducia, eh).

E quindi mi sto chiedendo se sia giusto, offrire talmente tante cose da non consentire loro nemmeno di desiderarle.


Quando lo avevo iscritto ad hockey era piccino, aveva 5 anni. 
Passato l’entusiasmo iniziale, ha iniziato ad andare malvolentieri, e alla fine dovevo praticamente costringerlo.

Un giorno, durante l’allenamento, ho iniziato a chiacchierare con una mamma che non conoscevo, e le dicevo appunto che ormai portare Mirtillo era una lotta.
Lei mi ha detto che invece il suo era entusiasta “e ci mancherebbe – aggiunge-  sono 3 anni che mi implora di iscriverlo. Ma ho sempre detto che volevo essere sicura che non fosse un capriccio. Dopo 3 anni che lo vedo cercare informazioni sul web, guardare partite in tv e risparmiare per comprarsi i pattini, mi ha convinta. Mi ha dimostrato che ci tiene davvero, e infatti si sta impegnando moltissimo”. 

E mi indica suo figlio, 9 anni, il più grande di tutto il corso, quasi buffo con le sue gambone lunghe in mezzo a bimbetti di 3 o 4 anni più piccoli.

Eppure era lì, dove aveva tanto desiderato essere. 

All’inizio non stava nemmeno in piedi, ma non si è lasciato scoraggiare, nè ha mostrato imbarazzo per il fatto di essere ad un corso di avviamento con bimbi che erano la metà di lui. Dopo 3 mesi aveva dato l’anima, ed era quasi al pari dei suoi coetanei con almeno due anni di esperienza.

Qualche anno fa, poi, ricordo di aver letto un post (mi scuso ma non ricordo di chi fosse) dove la mamma raccontava che per il compleanno del figlio avevano deciso per una sorpresa: nessun regalo al risveglio, ma una gita segreta. E l’hanno portato al parco divertimenti che da anni desiderava vedere: quando l’ha capito, è scoppiato in lacrime di felicità.
E no, non era Disney Paris, era … Gardaland. Per carità, carino e pure costoso, ma insomma, Gardaland.
Se i miei figli si svegliassero senza un regalo come minimo si auto-dichiarerebbero adottabili.

Io mai e poi mai avrei avuto il “coraggio” di queste mamme: far desiderare così tanto, addirittura anni!, qualcosa di tutto sommato accessibile.

Sto sbagliando?
Gli sto togliendo la possibilità e la voglia di lottare per i suoi sogni, di scoprire e coltivare la determinazione

O forse è mio figlio ad essere indeciso e poco determinato, e aspettando non otterrei proprio nulla?

Intanto che penso ai massimi sistemi, agisco sul piccolo.
Voleva il costume da Star Wars a Carnevale, ma si è dovuto accontentare di quello dell’anno scorso (quando al mio no l’ho visto deluso ho tentennato, ma poi ho pensato che io non ho MAI avuto un costume da carnevale comprato, ecchecavolo).
Ora ha bisogno di una bici nuova, e anche per questa aspetterà, voglio prima vedere più impegno a scuola.

E voi come vi comportate?
Li lasciate desiderare davvero qualcosa prima di accontentarli, o anticipate i loro desideri?

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16 Comments

  • Io capisco la tua frustrazione nel ricevere no dai tuoi, perché i miei genitori erano uguali, e ora che ho visto che sei di Fiera capisco anche il perché :D. Io per ora non do molti no, più che altro perché mio figlio, il grande, non chiede mai niente. Però credo che propenderò per fargli desiderare le cose, penso sia la cosa migliore.

    • Anche io di Verona e ho ricevuto lo stesso trattamento. Dei gran NO! Le cose le ho desiderate eccome e mi comporto così come facevano i miei anche con mio figlio, solo per "gli oggetti" però, se ci chiede di fare un'esperienza cerchiamo di accontentarlo. Il mio compagno è più di manica larga anche con i giochi, spesso gli regala qualcosa senza che sia mai stato richiesto. La cosa buona di tutto ciò è che nostro figlio non sente il bisogno di possedere le cose. Non ha mai avuto problemi a condividere i suoi giochi (Probabilmente anche perché il papà è bibliotecario e siamo quasi ogni settimana in ludoteca, li si impara a condividere). Mah, cosa è giusto per la loro crescita? Boh!!!! Lo scopriremo solo vivendo diceva qualcuno…

  • Il desiderare è una cosa… Il farglielo penare è un'altra… Io credo che debbano solo imparare a non dare tutto per scontato e che le cose vanno guadagnate tutto qui… 🙂

  • Bellissimo post Morna. Anche io mi sto ponendo i tuoi stessi interrogativi e mio figlio sembra la copia sputata del tuo Mirtillo, anche se ha solo 5 anni e 1/2.
    Io accoderei questa problematica a tante altre su come sia difficile essere mamma ed esserlo ai giorni nostri soprattutto. Forse una volta i nostri genitori ci "davano poco" perché più o meno eravamo tutti nella stessa condizione. Ora invece sembra ci sia la gara a chi fa di più o a chi ha di più e se tuo figlio non tiene "il passo", rischia di rimanere "indietro"…. non sò se mi sono spiegata….

  • Morna, giuro che in certi punti del tuo post ho pensato "ma sta parlando di me?", anche io come te ho desiderato ardentemente tante cose mai arrivate: dalla casa di Barbie (la mia amiche del cuore ce l'aveva ed io rosicavo) al poter diventare la nuova Hilary campionessa di ginnastica ritmica (ancora ricordo come facevo roteare bene gli spaghi ahahah) ma credo che i nostri genitori, essendo di un'altra generazione sapevano benissimo dire NO! Noi cerchiamo di dare il mondo ai nostri bambini perchè conosciamo la frustrazione del desiderare SENZA MAI RICEVERE (regali solo per Natale e compleanni) e non vogliamo fargliela provare ma anche io mi chiedo spesso se sto sbagliando a dare tutto (nei limiti del possibile) quello che vogliono! Ultima la scuola calcio, lasciata dopo poco più di un mese, retta d'iscrizione pagata e un rene lasciato alla decathlon… Mi sono incazzata di brutto ma a lui non piace e non vuole più andarci, non posso costringerlo ma vederlo ciondolare dal divano alla dispensa mi da fastidio (ha solo 5 anni!). Con la nana minore peggio di peggio, se non ottiene ciò che vuole piange, urla, batte i piedi e diventa isterica, tutto questo a 3 anni! Sono una mamma orribile? Dovrei lasciarli in preda alle loro crisi, ai loro rifiuti o accontentarli per farli stare buoni? AIUTO!

  • Me lo chiedo anche io da un pò di tempo..
    Lei non ha grandi richieste a parte topolitos per cui continua a leccarsi la tv.. (ma perchè?)
    Il problema sono proprio io… non resisto!
    Gli comprerei il mondo, non torno a casa senza un pensierino preso in edicola… sarà che sto fuori casa dieci ore e i miei sensi di colpa mi accidono?!

  • Anche io mi son ritrovata in quello che scrivi…quando ero piccola desideravo tantissime cose ma nonostante fossi figlia unica e i miei non avessero problemi economici, ogni tanto mi concedevan qualche contentino ma solo se il costo del gioco era abbordabile. Io invece adesso ogni tanto non resisto e se vedo qualcosa che so che i piccoli desiderano tanto, lo compro (da ultimo i paw patrol..al piccolo mancavan un paio di personaggi e continuava a ripetere "ovìè kkkai????" dov'è skie?-così l'ho preso). anche io ogni tanto mi chiedo se sbagliamo e la risposta è che sbagliamo…si…sarebbe meglio far loro desiderare di più le cose..però senza farli penare come la tua conoscente ecco. Son bambini, e come non è piaciuto a noi non pace nemmeno a loro desiderare troppo qualcosa che vien negato..

  • Io da piccola non ho mai avuto tante pretese, volevo fare ginnastica artistica e dopo un anno che lo chiedevo mi ci hanno mandata e ho continuato per altri10 però, regali solo a Natale e compleanno ma non ricordo la privazione. I miei bimbi regali a Natale, al compleanno gli organizziamo la festa e per le attività aspetto che una cosa venga chiesta più volte e con convinzione..ha 5 anni se dessi retta alle sue uscite dovremmo cambiare idea 100 volte. Invece se hanno il tempo di riflettere gli diamo la possibilità di capire se ci tengono veramente.. Poi io dico tanti "no" in realtà, sulle richieste di cose materiali soprattutto..chiedi a babbo natale o ai nonni per il compleanno, quello che arriva a essere richiesto non verrà poi abbandonato/dimenticato dopo due giorni di certo!

  • I tuoi dubbi sono i miei stessi dubbi.
    Mi pongo mille domande a cui mi rispondo che forse sto sbagliando tutto…autoflagellazione il mio problema di sempre.
    Faccio l'avvocato,sono spesso assente per lavoro (durante la giornata intendi) e mille sensi di colpa mi attanagliano.
    Per farlo tacere cado spesso sul materiale (sbagliando lo so).
    E poi loro non sanno peso e valore a nulla…a volte vedo più gioia negli occhi del mio grande quando viene a fare la spesa con me più che se apre l'ennesima bustina di animali o pseudo mostri comprata di corsa nell'edicola sotto casa…..
    Questo per dire che a loro basta davvero poco per essere felici (ma sono bravissimi a chiedere il tanto!!)

  • E i nostri figli magari ripensando a tutte le cose belle ottenute diranno "mia madre sì che mi ha educato bene, non come me che sbaglio tutto". La verità è che la più grande differenza con la generazione dei nostri genitori nn si poneva tutti questi problemi né dubbi verso i figli, e per molti aspetti ci dava molto meno (non parlo – almeno per me – solo di cose materiali, ma di attenzione e tempo). Che questa educazione più spartana abbia prodotto risultati migliori di quelli che otterremo noi con i nostri figli, scusate ma guardandomi in giro qualche dubbio ce l'ho. Se agiamo con la mente e con il cuore, tutti sti sbagli secondo me nn li stiamo facendo. I nostri figli nn ricorderanno la frustrazione di aver desiderato la casa di Barbie? E allora? Mi spiace, io – sarà che di figli ne ho tre e ho già il mio bel da fare – a questo giochino del dubbio è del senso di colpa continuo nn partecipo. Se mi va, gli compro un giornalino o un gioco, e mi godo la loro contentezza. So do star facendo del mio meglio, e tanto mi basta.

  • Desiderare è bello e secondo me è più educativo.. purchè non si esageri, che poi non otteniamo l'effetto contrario dell'eccesso di possessività, del tipo quella cosa la volevo così tanto e ora col cavolo che la tocchi, è mia, il mio tessssoro! Però non voglio nemmeno l'indifferenza dell'adolescente che gli compri la playstation e l'entusiasmo gli finisce il giorno dopo….e non è mai abbastanza! E' anche peggio questa noia di avere tutto. Sicuramente ho sentito la frustrazione del no dei miei, dolci patatine e giochi non erano la norma, anzi. Però più che altro mi preoccupavo pensavo di essere povera, invece volevano solo educarmi (e certo anche risparmiare) . Però quando poi sono cresciuta, ho capito, e ho avuto il denaro mio guadagnato in mano…è stato bello concedersi qualche frivolezza ed è stato bello anche desiderare una cosa, stare per comprarla e rinunciare nella totale consapevolezza che io posso vivere anche senza quella cosa. Non so se mi spiego. Non credo ci sia un modo giusto ecco, l'equilibrio è sottile. Ma desiderare è bello, forse a volte sì, frustrante, ma credo sia meglio soffrire un po' che essere annoiati e avere tutto. Solo per lo sport e attività creative, come per la scuola, lascerei scelta ….parlandone insieme certo però uno lì deve fare quel che si sente…se ti fa schifo il violino non si può imporre…lì sarei meno fiscale. Forse. Ancora non mi è capitato, mai dire mai 😀
    V.

  • Ciao, è un dubbio che ho anch'io, più che altro sui giocattoli. Quelli che chiede li ottiene, magari per Natale o il compleanno ma in ogni caso arrivano e se non da noi genitori dai parenti. Quindi ci gioca un pò e poi li molla. Poi guarda le pubblicità in TV e ne vorrebbe sempre di nuovi. Per quanto riguarda le attività sportive è diverso. I miei non mi hanno mai fatto fare attività sportiva, ho iniziato col nuoto ma poi non ci sono voluta più andare e mi hanno accontentata. Mi hanno cresciuta dicendo che mi avrebbero fatto fare equitazione e io ho aspettato ma la cosa non si è mai avverata. Si sono giustificati dicendo che con la scoliosi non era il caso. Adesso mi dispiace persino che non abbiano insistito un pò di più sul nuoto. A mio figlio voglio dare la possibilità di fare uno sport e se lui ne sceglie uno sa già che dovrà farlo fino a che non finisce il corso perchè abbiamo pagato. Anche se si stanca e non gli piace più. A settembre mio figlio che ora ha appena compiuto 6anni, mi ha chiesto di andare a calcio come i suoi compagni, ha fatto un pò di prove e infine ha deciso di iniziare e si è fatto tutti i suoi allenamenti senza particolari proteste. Purtroppo a novembre ha avuto un problema di salute (mononucleonsi con conseguente abbassamento di piastrine nel sangue)e i medici ci hanno consigliato di non portarlo a calcio fino a guarigione completa, come pure di evitare per quanto possibile attività con possibili "traumi".Così l'ho iscritto a nuoto poichè non volevo si sentisse "malato" e comunque ci tengo che impari a nuotare. In questo periodo non ha fatto altro che chiedermi di andare a calcio. Lo desidera proprio perchè non lo può fare. Pochi giorni fa ci hanno detto che può tornare a giocare a calcio, non gliel'ho ancora detto, sarà una sorpresa. Vedremo come andrà. Detto questo trovo che desiderare non sia sbagliato, aiuta. Purtroppo non si può avere tutto e non si può avere sempre quello che si vuole nel momento stesso in cui lo si chiede. Mio figlio ne ha avuto la prova purtroppo nei mesi scorsi. Fortunatamente è un bambino che si esalta e si entusiasma per ogni viaggio, gita, festa e cosa nuova. A volte aspetto a dirlgielo altrimenti se una cosa è programmata da un mese mi chiede quando arriva il giorno, tutti i giorni. Poi tante volte gli si crea troppa aspettativa e si disinteressa all'attività se questa non incontra ciò che lui si aspettava ma questo ci sta, fa parte della vita.Barbara

  • Ciao a tutte, mi fa piacere vedere che siamo tutti con gli stessi dubbi e perplessità! Anche i miei tre figli di solito riescono ad ottenere quello che desiderano,anche se cerco di fare loro capire l'importanza e il valore delle cose materiali. Per esempio, quest'anno per Pasqua hanno chiesto ai nonni dei libri invece dell'uovo e io glielo ho concesso….ho detto o l'uno o l'altro..non so se ho sbagliato….
    Per lo sport e le attività invece mi pongo in maniera diversa…non credo sia giusto non fargliele fare…ritengo che lo sport o altre attività facciano parte della crescita. Su una cosa però non transigo…una volta iniziata un'attività si porta a termine…si segue tutto il corso e ,tranne per malattie, non faccio fare assenze….
    Una delle mie figlie inoltre ha voluto fare pianoforte…lì ho aspettato per essere sicura che davvero lo desiderasse, e vedere lei che con gioia si esercita mi rende felice. Non credo sia un vizio, ma un'opportunità! certo l'impegno ci deve essere.
    Forse sbaglio??
    Ciao
    Mary

  • Ciao! Anch'io purtroppo ho la tendenza a offrire a mio figlio più del necessario, leggendo il riferimento alla mamma che ha regalato la gita a Gardaland al figlio mi rivedo io da piccola (l'occasione per andare a Gardaland era solo una volta all'anno con il centro ricreativo estivo dell'oratorio, perché a mio papà non interessava…). Lo stesso quando hai fatto riferimento al costume di carnevale, l'unico che ho avuto era stato regalato da mia zia, ma dopo 4 anni consecutivi a vestirmi da pantera rosa (che tra l'altro odiavo) ho cominciato a odiare anche il carnevale. In piscina? Macchè, solo il corso di nuoto ma parchi acquatici mai (sempre la questione che ai miei genitori non piaceva). Così anche per i corsi, ho dovuto fare sempre e solo nuoto perché "bene allo sviluppo" , solo un anno mi hanno permesso di provare la pallavolo, ma non mi hanno mai voluto accompagnare alle partite, e io, che già non ero un granché, ho lasciato subito perdere. Nonostante ciò non mi sono mai permessa di fare scenate per i giochi o di esigere qualcosa, niente era dovuto! Se penso oggi a mio figlio, che ha quasi tre anni, è tutta un'altra storia… Forse, memore di tutte quelle rinunce, tendo a dare di più… però mio figlio non sta capendo il senso della rinuncia e dell'attesa, poiché se riesco a farlo aspettare, arriva un nonno o un parente che lo accontenta subito! Su questo dovremo lavorarci… e non poco!
    Ciao,
    Vivy

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