Italia amore mio: l’Italia vista da un’emigrata

La prima volta che ho lasciato l’Italia per un periodo un po’ più lungo, non per una vacanza, avevo 23 anni, mi ero appena laureata in Scienze Politiche e partivo per la Bielorussia. Era il 2006 e le elezioni politiche premiavano Prodi, mentre quelle presidenziali Napolitano, e ricordo che io non ero per niente felice ma che mai e poi mai avrei parlato male della mia Italia. Insegnavo italiano alla facoltà di Relazioni Internazionali di Minsk, ad un gruppo di ragazzi che vivevano col mito dell’Italia, e io facevo di tutto per mantenere questo mito.

Perché per me l’Italia era così, semplicemente bellissima.

Nel 2009 ho lasciato il mio paese “definitivamente”, credo di poterlo dire, dato che non ci sono più tornata (a vivere) e non ho in progetto di tornarci. Siamo andati a vivere a Parigi perché avevano offerto a mio marito un trasferimento temporaneo, io mi sono licenziata dal mio impiego a tempo indeterminato a Milano e insieme abbiamo iniziato questa nuova vita.

Per molto tempo ho sofferto la lontananza dal mio paese. Sognavo i profili delle colline toscane, piangevo le mie amiche e la mia famiglia, bramavo il sapore del Barolo, mi sembrava che tutto fosse meglio. Che essere madre in Italia fosse più semplice, che tutto fosse più semplice, a Milano o a Prato – la mia città d’origine – poco importa: l’Italia era meglio.
Poi mi sono abituata alla Francia: ho trovato lavoro, ho sperimentato la facilità di un sistema che aiuta – seriamente! – le famiglie, una mentalità forse meno invadente ma anche meno criticona, giudicante, pressante. 
Ho sperimentato la gioia di poter andare in giro vestita come mi pare, di sentirmi – quasi – uguale ad un uomo quanto a diritti e doveri, ho provato la gioia di un verre en terrasse, ho invidiato la disinvoltura delle parigine, così femminili e sicure di sé. Ho trovato le aziende più brillanti, le opportunità di lavoro più facili da trovare, l’offerta di cibo più ampia. Raramente, però, parlavo male dell’Italia tanto per: spiegavo semplicemente che no, in Italia le donne, tante donne, non tutte, certo, non lavorano. e che no, spesso i papà non fanno niente. Generalizzazioni, ma la differenza era davvero lampante.

Poi mi sono stabilizzata. E ho visto le cose con occhi più neutri, con chi ormai ha accettato di essere un’emigrata, di aver lasciato il proprio paese, di dover andare avanti. E di vedere le cose come stanno.

Allora ho visto che per comprare dei pomodori buoni, da dare alle mie figlie, pagavo ogni settimana 17 euro al kg, e ne prendevo mezzo kg.
Ho visto che sì, le donne hanno pari diritti, ma invece di essere il sistema ad andare incontro ai genitori, sono i genitori che si sono omologati al sistema: le donne rientrano a lavorare dopo 10 settimane dal parto e i bambini vanno al nido. Per forza hanno più opportunità sul lavoro, si assentano pochissimo. Ed è un bene, eh, ma dove sta il diritto di scegliere quanto tempo passare col proprio neonato? 
Ho visto che in sei anni l’unica vera amica francese che ho fatto è una vicina che oggi ha 74 anni, conosciuta nel locale spazzatura. Un’ex sessantottina dalla mente aperta e dalla passione per l’Italia. Tutte le altre, grandi, bellissime, meravigliose e uniche amiche, sono italiane. Non per scelta, ma per caso. C’est la vie. 

Nessun Bordeaux da 20 euro potrà mai eguagliare un qualsiasi Morellino, un Barolo, un Lagrein, un Nero d’Avola comprato al supermercato a nemmeno 10 euro.  
Ho scoperto che la cucina italiana è veramente unica al mondo: e non per gli chef stellati o i piatti innovativi di cui tanto si vantano in Francia, no: per quella delle case, di noi donne tutte che sappiamo cucinare e mettere in tavola pasti per un sacco di gente (ok, quasi tutte dai!).

Sono andata a vivere in America Latina, a dicembre 2015, lasciando la mia amata Francia, la mia amatissima Europa. Mi aspettavo il calore della gente, ho ritrovato tutti i difetti che si imputano all’Italia senza il calore degli italiani. 
Senza il fornaio che regala una pizzetta alle mie figlie, senza il fioraio che mi regala una rosa in più, senza la postina che mi riconosce al volo (in fondo, il servizio di posta nemmeno c’è, a Panama e in molti altri paesi latini), senza i vicini con cui confidarsi, mangiare insieme sul balcone o scambiarsi regali a Natale.

L’Italia mi manca. Odio il provincialismo, odio l’indifferenza verso i grandi temi, odio Uomini e Donne, odio i reality show, odio il degrado di certi siti artistici, odio le fregature sempre dietro l’angolo, odio l’evasione fiscale, odio la mancanza di supporto alle famiglie. 

Ma amo il chiasso delle strade, le chiese barocche e gotiche, amo le curve morbide delle colline e le vette aguzze delle montagne, amo i mille colori del mare, amo l’odore del pesce e lo stridire dei gabbiani, amo le risate della gente, risate che arrivano d’ovunque, che forse disturbano ma sono gioia, gioia di vivere, di essere al mondo, di essere al mondo nel posto più bello del mondo. 
Amo l’Italia, con tutta me stessa.
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15 Comments

  • L'Italia è un paese davvero unico, una nazione incredibile, la mia seconda casa… e a volte penso anche la prima e unica! Sono Argentina, ho vissuto 10 anni in Italia, dalla Puglia e la Campania alla Sicilia, passando anche per Calabria e Sardegna… non mi sono fatta mancare nulla!!!! 🙂 Se vieni in Argentina troverai il calore degli italiani con un sacco di cose che non funzionano ma uomini che si danno da fare a casa con i figli e un po' più meno di maschilismo!! Non è facile la vita da emigrata e sempre ci mancherà qualcosa!!! Un bacio e complimenti per questo bellissimo blog!

    • Gracias Maguita! Vorrei tanto visitare Buenos Aires e la Patagonia, spero di poterlo fare prima o poi! Qui a Panama ho frequentato un po' degli argentini e in effetti mi sono sembrati molto più europei di altre nazionalità latine… Adesso però sono a Parigi, secondo me non supereranno lo shock 🙂 Grazie per i complimenti e li ricambio per il tuo italiano!

  • Da italiana emigrata in Germania posso solo dirti GRAZIE, grazie per questo post, grazie per aver descritto a parole sentimenti che credevo di provare solo io, grazie perché io a parole non riesco e non riuscirò mai a descrivere cosa si prova…..

  • A veces me siento asì como describes, pero al revès. Italia es bellìsima of course pero soy yo la que no encuentro en Europa el calor de mi gente, la sonrisa que me regalan sin motivo, las personas que conozco cada semana y se convierten en nuevos amigos, los paseos al caribe al caribe y al dìa siguiente al pacìfico. Yo tambièn amo Italia, tener 3 nacionalidades y dividirme entre 3 culturas me ha ensenado a aprender amar todo lo diverso pero no te niego que amo y extrano demasiado Panamà: aquella Panamà que tu no has conocido. Creo que estamos en el mismo pensamiento/sentimiento pero, repito, al revès. Me hubiera gustado que conocieras màs Panamà conmigo, pero siempre estabas ocupada y lo entiendo. Esperame el otro ano si es que todavìa estàs 🙂 Te aprecio muchìsimo!! (Sorry por la ortografìa, estoy usando un teclado italiano jeje)

    • Gianna cara, il post non era assolutamente contro Panama ma dedicato all'Italia 🙂
      Come sai la nostalgia per la propria terra è sempre forte, ci sono giorni migliori, altri peggiori, ma a me sembra una bella cosa che esistano persone come noi che amano il proprio paese nonostante stiano vivendo e crescendo i propri figli in un altro. E certo che mi piacerebbe scoprire anche Panama più di quanto non abbia ancora fatto (anche se mi impegno eh! 🙂 ), ma sai meglio di me che non è semplice. Tu stai con un italiano, noi qui non conosciamo panamensi. Ma a parte questo, l'Italia per te non potrà mai essere come Panama e Panama o Parigi o qualsiasi altro posto non potranno mai essere per me come l'Italia.
      E aggiungo che ahimè la diffidenza verso gli stranieri c'è tanto lì quanto qui: il diverso fa sempre un po' paura, e noi saremo sempre le diverse 🙂
      te abrazo fuerte

    • Lo sooooooo! Ho compresso il post, ti ho scrito perche mi sono identificata in tutto, ma al contrario! A volte la nostalgia e troppo forte, pero bebo un Aperol Spritz e mi passa haha! Quando ritorno spero di incontrarte. Yo tambièn te abrazo fuerte, sabes que me caiste sùper bien. Abrazoooo!!!

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