Festa di compleanno per mamme sociopatiche

Ora farò coming out.
Non è facile per me confessarlo, ma devo liberarmi di questo peso: non ho mai organizzato una festa di compleanno ai miei figli.

I primissimi anni facevo una festicciola con nonni e cuginette e vicini di casa.
Poi sono spariti nonni e cugine e son rimasti i vicini.

Loro compiono gli anni in pieno agosto, ed uno degli (utilissimi) insegnamenti di mia mamma, insieme a “niente lino prima di luglio”, “niente pantaloni bianchi a settembre” e “il cappotto si può mettere solo dalla festa dei morti” era: i compleanni si festeggiano il giorno giusto.
Quindi, obbediente, mandavo un messaggio di invito a ferragosto e “chi c’è c’è”.
Alla fine, quindi, ci trovavamo tra vicini, con i 3 o 4 amichetti della stessa età, aggiungici un paio di fratelli e il gioco era fatto, niente animazione, niente giochi da ideare, niente banchetti da matrimonio: una pizza, patatine, un paio di bibite, la torta fatta da me, e basta.

Poi, con l’inizio della scuola elementare, si sono moltiplicati gli inviti: nessuno festeggia a casa, quasi tutti vanno nella sala parrocchiale, di uno squallore disarmante, qualche altro al parco, qualcuno ha affittato una sala compleanni, con gonfiabili ecc.
Immancabile il tavolo dei regali, dove tutti lasciano il pacchetto che verrà aperto chissà quando o riciclato per chissà chi: mi son sempre sbattuta per fare un regalo originale e carino, e mi son sempre pentita nel vederlo seppellito da altri mille pacchetti.

Ma lo confesso, un po’ ero “invidiosa“: alle mie feste mia mamma chiedeva di venire senza regalo.
I miei figli, come detto, avevano al massimo 3 amici alle loro.
Quindi il tavolone di pacchi regalo mi manca (dico mi coscientemente, a loro probabilmente frega niente), e per una malata di regali come me, pensare di vederli scartare decine di pacchetti, almeno una volta nella vita, è elettrizzante, lo ammetto.

Perchè non ho mai fatto queste feste, mi chiederete: semplice, perchè sono sociopatica o festopatica, non lo so.


Io ho sempre avuto feste con tutta la classe che veniva a casa mia, non ho mai avuto problemi di bullismo, mai stata quella “scartata“, tutti venivano volentieri.
Quindi non so proprio da dove mi venga questa ansia al limite del panico.

Tutto mi sembra insormontabile.
Dove farla?
La sala parrocchiale è la tristezza, nel parco devo pensare al meteo, in una sala apposita ci si lascia un occhio ed è dispersivo, al museo costa un occhio e un rene.
A casa? Se invito tutti è il delirio.
E poi la torta, farla per 10 è un conto, per 25  o 30 persone anche no.

Quest’anno, però, ho promesso loro una vera festa.
Specie a Tondino, che non ha vicini della sua età e quindi lui ha sempre fatto la festa con Mirtillo, ma nessuno ha mai portato niente a lui.

Ok, tesori, farei la festa prima della fine della scuola, che dite? Ma stavolta invitiamo tutti!
Emh, no dai,  facciamola a settembre va, festeggiare prima porta sfiga.
E settembre è il mese peggiore, tutto ricomincia con il botto, e io non ho neanche tempo per piangere, come vi dicevo, figuratevi di organizzare feste e banchetti.

Insomma, rimanda e rimanda, quando ormai mio marito diceva che era assurdo farla ora, mi son decisa: le promesse son promesse.
A loro non interessava tutta la classe volevano solo i loro amici più stretti, 5 ciascuno.
Perchè incasinarsi la vita, affittare sale ecc, se non è quello che vogliono?
Lo farò prima o poi, a loro davvero non interessa, ma interessa a me, è una sfida con me stessa.

Ma quest’anno è già tanto riuscire a mantenere la promessa: quindi solo gli amici più stretti e qui a casa.
Prima di cambiare ancora idea, lunedì ho preparato i 5 bigliettini di Tondino e la mattina li abbiamo messi nelle tasche della bacheca.
Per Mirtillo, ho mandato gli avvisi via wa.
Le mamme della primaria mi hanno risposto subito, vengono volentieri: ed è un bel sollievo perchè tra le mie inspiegabili ansie c’è pure la festa deserta.
Vi ho già detto che  non so da dove viene questa sensazione orrenda, non è mai capitato a me, nè a loro, so che hanno tanti amici.
Eppure.

Le mamme della materna, invece, zero.
Come biasimarle, quante volte ho perso i bigliettini io..
Alla fine, deo gratias, due hanno risposto, degli altri nulla so, ma temo proprio che la mancata risposta equivalga a “no grazie”: povero Tondino, saranno solo in tre… ma uniti ai “grandi” sarà comunque un bel movimento.

E lui è comunque felicissimo, è la sua prima festa, oggi andiamo a prendere le patatine, non sta nella pelle.

Lui.
Io sono in preda all’ansia: ve lo giuro, non sono un a persona ansiosa, per nulla.
Posso avere i più grandi casini di lavoro, le riunioni più impegnative, parlare ad una conferenza e nulla mi tange.

E una cazzo di festa di compleanno mi stende.

Come li intrattengo?
Non so proporre giochi, non voglio ingaggiare clown, maghi o animatrici: che gli faccio fare?
2 ore forse si arrangiano, ma 3 o più non posso farcela.

Per non parlare del grande, grandissimo problema: i genitori.
Qui tendenzialmente ti suonano, ti lasciano il figlio sulla soglia e non fai in tempo ad aprire che si son già date alla fuga.
Ma se si fermano? Le mamme dell’asilo non so neanche che faccia abbiano, per una sociopatica come me è la morte.

Qualche giorno fa parlavo con una mamma (mamma di uno degli invitati).
Si parlava della chiusura dei trentini, che i “forestieri” (cioè chi non è natìo del paese) sono tagliati fuori e lei mi diceva che guardando le mamme dell’asilo le viene da pensare “madonna, 2 anni di asilo, me le porterò dietro altri 5 anni e non so  neanche come si chiamano”.
E io “guarda, il mo grande è in terza, ma tra mamme praticamente non ci conosciamo. Esclusa la pizza di fine anno e due parole fuori da scuola le poche volte all’anno che vado, non ci parliamo mai”.
E lei   “ohhh mi consoli!!!”
Io sono scoppiata a ridere, perchè io lo avevo detto con accezione negativa mentre il suo evidente sollievo mi ha fatto scompisciare.

Per quanto ci sentiamo sociopatiche, c’è sempre qualcuno peggiore di noi.

E qualcosa mi dice che qui in Trentino siamo molte.

Comunque, domani ho qui a casa dai 7 ai 10 bambini.
Non ho idea di cosa faranno.
Non ho idea se ci saranno i genitori e se sì di cosa diavolo parlare (lo so che chi tra voi è introversa capirà).
So che preparerò due torte (una ancora da decidere), una pizza e una focaccia.
E che avrò birre in frigo per farmi forza.

So anche che se arriverò viva a domani sera mi sentirò una gran figa.
Ma meglio non sperarci troppo.

Se non mi leggerete più, sapete perchè.
Se volete tentare di salvarmi e volete quindi lasciarmi qualche consiglio terra terra su come intrattenere dei bambini senza chiuderli in uno sgabuzzino, e intrattenere dei genitori senza darsi alla fuga, dite pure.

La vostra sociopatica Morna.

 

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