I ricordi di un bambino

Da quando ero bambina è passato, in effetti, un po’ di tempo. Direi almeno vent’anni, se si considera bambina una col fidanzato.
Quando osservo le mie figlie mi chiedo quante cose si ricorderanno di questi anni. Gioie, dolori, dettagli.
Io ho continuamente ricordi che mi si affacciano alla mente, nitidi e indelebili. In cui mi riparo la sera, quando arriva il buio e un po’ mi angoscia sempre, come da bambina.
Ricordo il box in cui stavo nell’ingresso di casa. Dovevo essere piccola, o forse mia mamma mi ci ha tenuto una vita, perché ricordo come chiamavo mia zia che saliva le scale, saltando e attaccandomi alla sbarra.
Ricordo mio papà che seminava l’erba alla casa al mare, e io dietro di lui, come fossi la sua ombra.
Ricordo la bicicletta di mia zia, una Graziella il cui seggiolino per me era un cuscino. Stretta a lei per una strada che non dimentico, verso la pineta.
Ricordo l’odore di casa di mia zia, e ricordo la precisa posizione in cui un’altra mia zia incrociava le gambe mentre faceva le parole crociate sotto al pergolato.
Ricordo la sera che a quattro anni ho vomitato senza tregua: cosa ho mangiato a tavola, “mamma ho voglia di urlare”, mio papà che chiama Dio per farmi stare meglio.
Ricordo le domeniche sera addormentata sui sedili posteriori dell’auto e la sveglia sempre al casello di Prato Ovest.
Non ricordo praticamente niente dei giochi che avevo, tranne Indovina Chi, Gira la moda, qualche Barbie e il camper. Probabilmente non ne avevo molti altri.
Ricordo che mia mamma guardava Agenzia Matrimoniale.
Ricordo alcune oscene tute che mi vergognavo a mettere.
Ricordo il modo di guardarmi che aveva mio papà. E quando la mattina, piccolissima, mi infilavo nel letto di mio fratello per le coccole.

 

Vorrei che le mie figlie si ricordassero tanti piccoli momenti. Non i giochi che hanno avuto. Non gli eventi super esagerati. Non se la nostra casa era bella. Non se erano vestite da principesse o da bimbe normali.

 

Vorrei che ricordassero la gara dei baci che facciamo la sera, quando andiamo a dormire.

 

Vorrei che ricordassero come piego i loro vestiti, la sera prima di dormire.
Come le guardo quando mangiano, come accarezzo loro il viso quando siamo sedute sul divano.
Di quella volta che mi sono addormentata in treno tornando dal mare, mentre loro chiacchieravano senza sosta.

 

Vorrei che si ricordassero delle conchiglie che ho raccolto per loro.
Delle sere in cui non c’ero, e poi mi hanno ritrovata felici il giorno dopo.
Vorrei che nei loro ricordi ci fossero i fiori innaffiati con la nonna, una gattina che scappa spaventata, un’altalena in riva al mare, “mamma, che buon odore che hai”, “mamma, sento l’odore di Sophie”, “mamma, sei bellissima”.

 

Vorrei che si ricordassero quante piccole cose ho fatto per loro.

 

Perché la vita è fatta di momenti che volano via, e io vorrei solo avere una macchina fotografica del tempo, per immortalare attimi felici di giornate ordinarie.
Straordinariamente ordinarie, perché accanto a loro.
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8 Comments

  • quello dei ricordi è un tema che mi affascina, e in qualche modo mi spaventa. e se invece delle tante coccole, dei tanti momenti di tenerezza, delle risate, delle passeggiate in montagna, delle vacanze e di tutte le cose belle ricordassero fortemente i momenti di stanchezza, quelli in cui non ho voglia di giocare con loro (eh si, mi capita peraltro spesso, che posso farci?), io e il papà che litighiamo (non è che ci tiriamo i piatti, ma urlare spesso sì), gli scatti di nervosismo?

    • Ci sta che si ricordino anche quelli 🙂 Io in effetti di momenti così ne ricordo tanti, legati alla mia mamma. Ma ricordo anche ogni volta che mi ha ascoltata, mi ha accompagnata, mi ha lodata 🙂

  • Credo che tutti nella vita abbiano ricordi belli e brutti..
    Sono anche convinta che i ricordi brutti vengano "nascosti"da quelli belli.
    Io e mia sorella a volte passiamo la serata a confrontare i ricordi, ciò che non mi ricordo io lo sa lei e viceversa.. E finiamo sempre con gli occhi lucidi (e cantando le canzoni dei cartoni animati ovvio!).
    Nel mio comodino ci sono tanti fogli bianchi, Block notes e una moleskine a raccoglitore, quando sento di dover "fermare il momemto" metto tutto nero su bianco e poi infilo nel raccoglitore.
    La prima risata di pancia, il primo dentino la prima camminata, la prima amica il primo gesto che indicava palesemente la strada per andare in quel posto lì (a me !!!!).. etc..
    Forse si può chiamare Diario, spero che quando schiatterò lo trovi, e ci trovi qualche ricordo che il tempo le ha cancellato.
    E poi le foto, stampo le più belle ad ogni stagione, le attacco sul frigo e quando è ora di far cambio di stagione le incollo nei portafoto con data e luogo.
    Mia madre dice che è una perdita di tempo, ma io che in questo momento sono a due mazzi di casa persi, ho bisogno di farlo, perchè perdo colpi, e perchè cose che sembrano stupide ora, fra qualche anno ti faranno perdere un battito di cuore e nascere un sorriso dal nulla.

  • Anche io ricordo nitidamente molte cose, a volte mi stupisco perché ero davvero piccola (certe volte ho dei ricordi con una prospettiva dal passeggino, dico tutto…e non è che mi ci portassero sopra a 5 anni, per dire!). Il che mi fa ben sperare, perché anche io mi auguro con tutto il cuore che il mio piccoletto ricordi certe cose. Altre le scrivo per lui, su un quaderno, sul blog, su fogli. Conservo in modo "maniacale" i suoi primi disegni e il pupazzetto che mordeva con i primi dentini perché vorrei un giorno ricordare ciò che non ricorderà…sarà la pioggia fuori ma mi sono un po' commossa <3

  • Ah….ultimamente combatto con i miei genitori, a proposito di giocattoli: lo riempiono di regali perché, dicono nel loro OTTIMISMO, un giorno loro non ci saranno e vogliono che gli rimanga qualcosa di loro, così io mi arrabbio e gli faccio presente che quello che gli rimarrà sono le ore passate con loro a giocare (davvero tante, per fortuna), a baciarlo, a raccontargli favole…però poi dopo un po' "cedo" 🙂

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