Insegnare il rispetto e l’empatia ai bambini (maschi)

I miei figli spesso si interessano a me, a come ho trascorso la mia giornata.
Ogni tanto ho anche pensato: “sono stata una pessima figlia, non ho mai chiesto ai miei genitori come andassero le loro giornate”.
Per fortuna ho chi mi aiuta a vedere le cose con più lucidità.
Non è “normale” che un bambino faccia domande come quelle dei miei, non è innato.
Le fanno perchè se le sentono rivolgere, le fanno perchè sentono in me un autentico interesse alle loro, di giornate, e  percepisce questo interesse come cosa buona e giusta tanto da replicarlo.
Avete presente quell’elenco che gira molto un po’ ovunque, “i bambini imparano ciò che vivono”?
Lo trovo un po’ semplicistico (se fosse tutto così automatico finiremmo nel determinismo: se fai A succede B, e grazie a Dio con le persone non funziona così), ma ovviamente c’è un buon fondo di verità. E non è neanche sempre vero che basti l’esempio: se io non butto mai carte per terra e non dico niente, probabilmente nemmeno se ne accorgeranno. Se faccio la cazziata quando osano gettare la carta della caramella, forse resterà di più (accompagnato all’esempio, ovvio).
La cosa che noto è che con i bambini contano poco le spiegazioni sui massimi sistemi, le questioni di principio, contano le cose terra terra, quelle che vivono sulla loro pelle.
Abbiamo parlato spesso di figli maschi e della concezione della donna.
Mi piacerebbe tanto leggere uno studi sui terribili e numerosi casi di sopraffazione maschile sulla donna, specie in caso di fine di una storia d’amore: mi piacerebbe vedere che educazione c’è dietro, se conta qualcosa,  se c’è un filo comune.
Nel frattempo, nel mio piccolo, avendo un grandissimo coinvolgimento in questo tema, provo ogni volta che posso a inculcare nei miei figli maschi il rispetto per la donna.
Ma se dico il classico “le bambine non si toccano neanche con un fiore” a loro non arriva assolutamente niente, se non ingiustizia. Perchè mai? Se una bambina gli rompe le palle, perchè non potrebbero spintonarla, o mandarla a quel paese?
Se non vogliamo addentrarci in ancora più pericolosi discorsi su “fragilità”, debolezza o peggio, meglio lasciar perdere.
Meglio insegnare il rispetto dalle piccole cose.
Ad esempio quante volte ci sentiamo dire “mamma, mi porti un bicchiere d’acqua”?
Che male farà?
Per me, lo fa: perchè mai io, mamma e guarda caso donna, che sono seduta sul divano assieme a te, dovrei alzarmi e portarti un bicchiere d’acqua?
Quindi la mia risposta è “ah bellooo, alza il culo e vai a prendertelo”.
A mio avviso è importante che capiscano sin da ora che non c’è motivo per cui debbano essere serviti e riveriti.
Un altro modo è evidenziare (che non significa “far pesare”, sia ben chiaro) le cure e le fatiche quotidiane.
Mi perdoneranno i miei poveri genitori che vengono spesso citati (per fortuna non mi leggono), ma faccio questo altro esempio.
A casa mia, criticare era normalissimo.
Che schifo questa pasta, ancora minestra che palle e via dicendo.
Mia mamma non diceva niente, mio papà non diceva niente.
Per me era assolutamente normale tutto ciò, tant’è che me l’ha fatto notare mio marito: “ma com’è che vi permettete di criticare così?!”.
Emh, boh, in effetti.
E no, la critica per una pasta poco salata non è necessariamente poca cosa, perchè prima  è “normale” la critica al cibo, poi diventerà normale ogni tipo di critica, anche la più pesante.
Quando, anni fa, uno dei miei figli si è permesso di dire “che schifo” a qualcosa che avevo cucinato, mio marito se l’è mangiato vivo: “in primo luogo dici GRAZIE MAMMA CHE HAI CUCINATO, dopo puoi aggiungere che non ti piace e perchè. Schifo, a meno che non ti venga servita cacca nel piatto, non lo voglio sentire. E comunque non mi risulta che tu sia in grado di farlo e farlo meglio, quindi rispetta il lavoro degli altri“.
L’ho apprezzato moltissimo, ed ha avuto effetto, perché spesso mi sento dire “grazie mamma per l’ottima cena” (o grazie papà, a casa nostra tutti fanno tutto, anche questo fa parte dell’educazione ovviamente, lo abbiamo già detto, ma esula dal tema di questo post).
Non vorrei essere fraintesa: non intendo che debbano essere riconoscenti perchè metto una minestra in tavola, ma semplicemente che debbano essere incentivati a vedere che anche una minestra la sera non è cosa scontata, specie se si è rientrati tardi dopo una giornata di lavoro, che ci sono gesti quotidiani che comportano fatica e impegno.
Se  è venuta la signora delle pulizie, pretendo di avere ordine e pulito almeno 24 ore, perchè è costato fatica a lei e anche a noi che la paghiamo.
Insomma, appurato che i discorsi funzionano poco, punto sul pratico, e per ora pare funzionare.
Non ho ancora alcun successo per il rispetto per le cose: se qualcosa si rompe,  che siano giochi o vestiti, se ne fregano altamente.
Ovvio, io compro e compro e compro.
Ma ci sto lavorando (e in fondo è questione di priorità ;-P ).
E almeno ho fatto notare che l’amico affranto per aver rotto una scarpa evidentemente ha ben chiaro il valore delle cose e della fatica che serve per comprarle: erano molto colpiti.
Un’ultima nota: non a caso non ho intitolato questo post “come insegnare il rispetto e l’empatia”, perchè, come tutti voi, procedo a tentoni e non ho verità in tasca.
Vi ho raccontato alcuni aneddoti per uno spunto di riflessione, ma, come sempre, mi piacerebbe conoscere la vostra opinione o esperienza: mettendo insieme tante idee, possiamo fare qualcosa di bello, ne sono convinta.
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15 Comments

  • Secondo me conta molto l'esempio che diamo ai nostri figli. L'ambiente che si respira in casa. Io penso di essere una persona molto empatica, e credo di riuscire a trasmettere questa mio modo di essere anche a mia figlia. Mía figlia e' una bambina molto sensibile che nel suo piccolo sa esserti veramente di aiuto, e lo noti da tante piccole cose. Per dire, abbiamo cambiato citta', lavoro, scuola. Stiamo riniziando da zero e lei ha affrontato questo cambiamento in modo molto positivo. Da poco mi ha detto: non ti preoccupare mamma, io sto bene. Quel " non ti preoccupare" mi ha riempito il cuore, l'ho sentita cosí vicina a me! E non e' mica scontato! Anche perché questo adattamento alla nuova vita si sta rivelando un po' complicato, sopratutto per me, che pensavo di essere la piu' forte, invece dopo il primo periodo di adrenalina ora mi trovo a combattere con l'ansia.. mannaggia!😂 Il rispetto sempre, verso le persone in primis e verso le cose ( anche per me con pochi risultati verso le cose!). Da poco ho avuto una mezza discussione con una mamma. Suo figlio per due giorni chiamava la mia: bambina tonta. Appena la incontrava alla fermata dell'aitobus: hola niña tonta…La mamma non interveniva, alla fine sono intervenuta io e mi sono pure beccata il cazzettone della mamma che al posto di redarguire al figlio, ha detto cosa a me. Se mia figlia mancasse di rispetto ad un altro, io sarei intransigente. La obbligherei a chiedere scusa. E in quel momento non starei a cercare motivazioni o che, non si fa. Punto! Questa estate e' capitato che ha mancato di rispetto alla nonna, li' mi sono veramente arrabbiata e credo se lo ricordi ancora!
    Martina

  • Mio figlio la mattina mi fa disperare per far lo alzare e andare a scuola. Un giorno all'ennesimo urlo ho fatto una cosa stupenda. Ho spento la luce e l'ho lasciato dormire. Quando si è svegliato era in preda al panico, ha realizzato che era tardi e non poteva andare a scuola, quindi ha preso prima un bel cazziatone e poi gli ho fatto fare tutto quello che faccio io a casa in una giornata tipo. Aspirapolvere, lavare per terra (80 mq di casa), spolverare, pulire il bagno, andare dal medico, fare la spesa, cucinare e lavare i piatti malgrado avessimo la lavastoviglie. Alle 3 del pomeriggio mi ha detto ma tu non ti riposi mai? Ecco da quel giorno basta che la mattina dica:spengo la luce? Preferisce andare a scuola piuttosto rifare tutto da capo e faticare come me che a suo dire a casa tutto il giorno non facevo niente.
    P.s. all'epoca aveva 7 anni.

  • Mio figlio la mattina mi fa disperare per far lo alzare e andare a scuola. Un giorno all'ennesimo urlo ho fatto una cosa stupenda. Ho spento la luce e l'ho lasciato dormire. Quando si è svegliato era in preda al panico, ha realizzato che era tardi e non poteva andare a scuola, quindi ha preso prima un bel cazziatone e poi gli ho fatto fare tutto quello che faccio io a casa in una giornata tipo. Aspirapolvere, lavare per terra (80 mq di casa), spolverare, pulire il bagno, andare dal medico, fare la spesa, cucinare e lavare i piatti malgrado avessimo la lavastoviglie. Alle 3 del pomeriggio mi ha detto ma tu non ti riposi mai? Ecco da quel giorno basta che la mattina dica:spengo la luce? Preferisce andare a scuola piuttosto rifare tutto da capo e faticare come me che a suo dire a casa tutto il giorno non facevo niente.
    P.s. all'epoca aveva 7 anni.

  • L'ho provato ieri..
    Ieri siamo finiti all'ospedale, niente di grave solo un buchino sulla testa della nanetta di tre anni con fuoriuscita di Niagara rosso. .
    Va beh, dopo le tre ore passate a tranquillizzare lei e mio marito, tornati a casa ho rilasciato il respiro e son scoppiata a piangere.
    La nanetta si è avvicinata mi ha fatto una carezza sui capelli e mi ha detto "mamma passa tutto".
    È una frase che le dico quotidianamente, per la Bua o per la nebbia, ne ha capito il senso e la tranquillizza sapere che la penso in quel modo. ( mi ha commossa e ho pianto di più ovvio;-)
    Anche mio marito mi ha rimproverato per il disprezzo mostrato da me per alcuni cibi, ho smesso di manifestarlo in modo diretto ma il cavolo continua a non piacermi..
    Per lui dev'essere abolita anche la parola puzza, si dice odore sgradevole… e la nana l'ha imparato perfettamente, invece di dire blah che puzza dice blah che odore di Cacca.

  • Ciao, sono d'accordo. L'esempio terra terra è fondamentale. Certo poi determinate cose vanno spiegate. Mio figlio ad esempio se vede giochi femminili pubblicizzati in TV dice "che schifo". Io ovviamente lo riprendo e dico che se da bambina mi sarebbero piaciuti molto e se a lui non piacciono non deve far altro che cambiare canale. Questa credo arrivi dai gruppetti maschi femmine che a volte si formano al parco o a scuola. Cerco di insegnare il rispetto in generale e senza fare riferimento al "sesso debole" che è una definizione che non mi piace nemmeno per nulla. Lui una volta mi ha chiesto se esistono femmine forti! Ovviamente ho risposto di si, che ce ne sono tantissime anche più forti degli uomini! intendeva forza fisica.Tempo fa ero in auto con lui e con una sua amica poco più grande ma molto furba. La bimba ha detto a mio figlio che sarebbe passata davanti su tutti i giochi perchè è femmina e lui deve essere cavaliere. Li sono intervenuta e ho detto che no, ognuno avrebbe fatto la sua fila per i giochi perchè prima di tutto ci si rispetta, maschi e femmine. Ci sarà poi il momento per fargli capire che la persona in difficoltà come un'anziano o una mamma incinta va agevolata. Sulla cavalleria…bè gliela spiegheremo al momento giusto. Barbara

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