Fenomenologia della mamma: la Mamma Prematura

giornata prematuri

La Mamma Prematura all’inizio della gravidanza è solo una futura mamma.

Come tutte le altre, è occupata a scegliere il nome per la sua creatura, a comprare tutto l’occorrente per il nuovo arrivo, fantastica sulle somiglianze e sulla nuova vita insieme.

Poi, un giorno, tutto cambia.

A volte cambia durante un controllo in cui il medico si accorge di qualcosa di strano, a volte all’improvviso, prima o anche molto prima del tempo, pluf! Una cascata d’acqua e il bambino che sta per nascere.

“Ma dove vai, bambino?”, pensa la sua mamma, “non è ancora il tuo tempo!”.

E invece si: parto lampo o cesareo d’urgenza, nessun pianto o uno così debole che sembra quello di un gattino, a volte un’occhiata fugace e via. Verso la TIN.

Sembra il suono di un campanellino, TIN.

E invece è qualcosa che significa che quel bambino, tanto sognato e immaginato, è in pericolo.
Ma questo, nel migliore dei casi, la mamma prematura ancora non lo sa.

Tutti i suoi parenti e amici si congratulano per la nascita del pargoletto e non fanno che ripeterle che deve solo crescere.
Lei è lì, nel suo letto, vede i piccoli delle sue compagne di stanza, ne sente il profumo e immagina il suo, che non ha ancora potuto vedere perché in un altro ospedale.

Deve solo crescere, le hanno detto, e lei vuole credere che sia così anche se l’ha visto in foto pieno di tubi ed è così diverso da quel che si aspettava, anche se suo marito le ha iniziato a spiegare la situazione, anche se nessun pediatra le si avvicina per spiegarle come prendersene cura…lei cerca di non dare ascolto a quell’assordante vuoto dentro, alla paura, e si augura che lui faccia presto, che cresca presto, tanto presto quanto è nato, per portarlo via con sé.

Poi finalmente arriva il momento di conoscerlo, ma l’ingresso della TIN non è come quello del nido.
No.
Bisogna lavarsi, disinfettarsi, mettersi camice, calzari e mascherina e i volti degli altri genitori che scorge sono stanchi e depressi.

Lei cerca di non sentire quel serpente che le attorciglia la gola e di pensare solo che fra poco vedrà suo figlio.

Poi entra ed eccolo là.

È piccolissimo, e pieno di tubi e cerotti.
Sembra trasparente.
Intorno a lui un sacco di numeri, sensori, allarmi. Non c’è odore di bambino, solo puzza di disinfettante. Non era così che immaginava la sua nascita, la Mamma Prematura.

In un lampo, prima ancora di parlare coi medici, capisce che non è solo questione di crescita: il suo bambino deve imparare a vivere, ma è tanto piccolo, così piccolo, come farà?

D’impulso ha voglia di scappare da quel luogo che niente ha a che vedere con la gioia di una nascita, ha voglia di scappare dal futuro che non è più luminoso, ma incerto e pericoloso.

Poi le dicono di toccarlo, il suo bambino.

«Lo tocchi, signora, gli parli, senza paura. Deve sentire la sua presenza».

E lei apre l’oblò di quella pancia di vetro che ha sostituito la sua e gli tocca la manina minuscola. E di colpo lui le stringe il suo dito, forte, così forte.

Sono qui, mamma.
Lotterò. Stammi vicino.

E lei capisce qual è il suo posto.

Iniziano giorni difficili, giorni di paure, diagnosi, difficoltà.


Infezioni e crisi respiratorie sono sempre dietro l’angolo, e ad ogni ora qualcosa può cambiare.

La Mamma Prematura ha il sostegno degli altri genitori prematuri, si diventa un’unica famiglia e quando qualche altro bimbo sta male si soffre con gli altri e si spera che il proprio venga risparmiato.

La TIN è un tunnel, ha letto sulla bacheca dove ci sono le testimonianze di chi ci è passato, un tunnel scuro di cui non si intravede la fine.

La vita quotidiana si arresta: bisogna continuamente ricordarsi di mangiare, di lavarsi, di vestirsi, di lavorare addirittura, senza chiedersi di continuo se lui sta bene, se non è peggiorato, se ha pianto e non c’era nessuno a consolarlo.

In strada ci sono tante neomamme, tanti bimbi, tanti pancioni…come può la vita andare avanti così, senza pudore, in modo tanto sfacciato?

E perché lei non è come loro e non ha nè bambino nè pancia?

Si può impazzire.

E davvero si può impazzire se un giorno capita al suo bambino quella temuta infezione o quella crisi respiratoria.

Non reagisce agli antibiotici, le hanno detto.
Non sanno se ce la farà.

Ma non riesce a pensare a una vita senza di lui, la Mamma Prematura.

E quando arriva vicino alla postazione del suo bambino lo vede così sofferente che non sa cosa augurarsi.

E allora fa un patto con Dio, che ci creda o no:

prenditi tutto, dammi tutte le croci che credi, ma lui risparmialo.
Questo risparmiamelo.

E il suo desiderio viene esaudito.

Ma le è capitato di vedere altri che non hanno avuto la stessa fortuna, altri a cui è capitato di trovare un giorno, all’improvviso, un’incubatrice vuota.

E il tempo passa e il tunnel finisce, prima o poi.

Arriva il giorno, quel giorno. Quel giorno in cui la Mamma Prematura trova il suo bimbo nella culletta.

Ha imparato a respirare.

Può prenderlo in braccio, può attaccarlo al seno.

Odora ancora di disinfettante, sì, ma anche un po’ di bambino.

E da allora i giorni passano veloci e giunge il momento di portarlo a casa.

Niente è stato come aveva immaginato e nulla in futuro lo sarà.

Ci saranno tanti accorgimenti da prendere e tante attenzioni da prestare.

Forse il suo bambino avrà bisogno di qualche aiuto in più, di terapie, di occhiali da vista o di aiuti più importanti, ma è lì.

La Mamma Prematura non sa se vorrà altri bimbi e se ne avrà mai, perché la leggerezza della maternità se n’è andata via, via per sempre.

Quel che conta è che il suo bimbo è lì, lì con lei.

Ha mantenuto la sua promessa.

E anche lei.

Benedetta Cuomo
mamma di Vittoria


Questo post è stato scritto da Benedetta, una Mamma Prematura, che oggi, nella giornata mondiale della prematurità, ce ne ha fatto dono.

Che possa essere di conforto a chi sta vivendo questa esperienza.
Che possa aiutare chi malauguratamente la dovrà vivere.
Che possa portare sollievo al cuore e all’anima di chi l’ha vissuta.


E che possa aiutare ad evitare che un bambino nasca prematuro, perché a volte, bastano solo degli accorgimenti che non sappiamo di dover tenere e degli esami che non ci viene detto di fare.


Qui, qualche link utile sulla prevenzione: un rapporto della società italiana  ostetricia e ginecologia dove si parla di cervicometria; qui si parla invece di  gestosi e qui di pessario

E un abbraccio a tutte voi che lottate ogni giorno vicine ai vostri bambini.

 

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20 Comments

  • mamma di prematuro. Non di molto, ma è in TIN dalla nascita.
    Ero ricoverata da una settimana e poi è arrivato il primario e mi fa "signora…… direi che oggi nasce, tanto in pancia non cresce e lei sta male e rischia". E io che era il mio secondo, che avevo programmato il servizio fotografico con la pancia, che non avevo ancora iniziato la maternità….. in poco più di mezz'ora ero sotto cesareo. E l'ho visto 2 giorni dopo. E poi stavo male ancora e quindi non l'ho visto per altri 2 giorni. Che sono tornata in ufficio,tanto che sto a fare a casa? Posso vederlo 2 ore e mezzo al giorno….. che mio figlio grande mi dice "ma mio fratello arriva o resta in ospedale?"
    Poi oggi mi hanno detto che sabato esce, che viene a casa. Casa che abbiamo preparato con gli accorgimenti giusti per lui.
    La gioia e poi……. ce la faremo? Si ammalerà? Saprò allattarlo al seno ora che si è abituato a tiralatte e biberon? Capirà la gente che non può vederlo per un po'? Come gestiremo l'altro?
    Non lo so………. sicuramente mi aspettavo tutto diverso, sicuramente altri figli non ne avremo perchè per me e mio marito è stata una prova dura, ma ora aspetto solo venga finalmente a casa!

    • Scusa se mi permetto Francesca, ma da mamma di prematura, 5 settima in tin… a leggere quel che scrivi rimango basita. In tin puoi andare tutte le volte che vuoi, anche solo per vederlo attraverso la sua scatola trasparente che lo tiene in vita. Secondo, appena sta meglio ed è fuori pericolo (come il tuo visto che sabato lo dimettono) la presenza della mamma al tin é indispensabile per la marsupio terapia…ovvero tenersi il bimbo al petto pelle contro pelle. Altro che tornare in ufficio perché tanto a casa non annulla da fare. Magari potevi prendere l'occasionedi stare col tuo primogenito, spiegargli cosa sta succedendo, passale del tempo con lui, perché quando il piccolo arriverà a casa ti assorbirà completamente. Quanta poca consistenza c è nella tua risposta. Sembra quasi che il piccolo Ia un peso. Forse sei arrabbiata perché non hai potuto fare il servizio fotografico come le vip?
      Simona

    • Grazie per la comprensione.
      Vedo che conosci tutte le tin d'Italia.
      Qui si può stare dalle 8 alle 9 (solo se sei ricoverata in reparto, quindi quando sono uscita non ho più potuto), dalle 11,30 alle 12,30; dalle 15,30 alle 16.30 (di solito ci lasciano fino alle 17); dalle 19 alle 20 (e va mio marito perchè ho a casa l'altro bimbo). I padri non possono fare la marsupioterapia, che comunque è possibile sempre dalle 15,30 alle 16,30 (quindi se lo cambio e gli do da mangiare ho "esaurito" la mia ora).
      Non posso tirare il latte in tin, quindi l'ufficio mi serve anche per quello, visto che abito a qualche chilometro e non riuscirei a fare avanti e indietro (visto che tra l'altro per miei problemi di salute non ho guidato 2 settimane).
      Ti ringrazio anche per preoccuparti del mio primogenito: è all'asilo ed esce alle 16, quindi comunque mi serve qualcuno che vada a prenderlo perchè fisicamente se esco dalle tin alle 17 poi arrivo a casa 17,30.
      Hai proprio capito tutto…………….

    • ah, nel medesimo tempo ci sono pure i colloqui coi medici e tutto, quindi ieri che ho fatto il colloquio per la dimissione è stato 11,30-12, quindi ho visto mio figlio mezz'ora………… con un'ora di strada per poterlo fare. E quindi non ho nemmeno potuto dargli da mangiare. Ma tranquilla, si vede che lo sai tu meglio di me.

    • Francesca, spero che la persona che ha scritto sopra fosse un troll. Anche la mia TIN era aperta solo 2 h al giorno. In bocca al lupo, ce la farete. Benedetta

  • Mamma di gemelli,nati alla 31ma settimana con parto naturale. Quattro settimane di TIN, dove ho visto lo strazio di tanti genitori meno fortunati di me. I miei bimbi avevano davvero solo bisogno di crescere ma é stato comunque una dura esperienza. Solo che ci è passato può capire. Capire che per la mamma di un bimbo prematuro non esiste il puerperio, perché devi metterti subito in piedi, perché il tuo bimbo ha bisogno di te. Capire che spesso la mamma di un prematuro non saprà mai cosa si provi ad allattare il proprio bimbo perché è troppo piccolo e debole per succhiare sp dal seno. Capire il dolore che si prova ad essere dimesse dall'ospedale e tornare in una casa vuota perché il tuo bimbo è rimasto li. La paura una volta tornati a casa, finalmente, con il tuo bimbo, perché non ci sono più i sensori che ti avvisano se il tuo bambino è andato in apnea o ha una temperatura troppo alta. Il terrore delle visite dei parenti che vogliono conoscere i tuoi bimbi, perché possono portare virus e batteri dentro casa e la bronchiolite è dietro l angolo….e tu sei costretta a farli entrare in casa con le mascherine protettive. Ci sarebbero mille altri esempi. Posso solo dire che la prematurita' è un esperienza devastante per una mamma. Dopo 4 anni non passa un solo giorno in cui non pensi alle mamme che ho conosciuto e i cui bimbi non ce l' anno fatta. O a come staranno oggi quei bimbi che ho visto sopravvivere ma che avevano comunque grossi problemi di salute. Un abbraccio a tutte le mamme che hanno vissuto e stanno vivendo questa esperienza. Siate forti e sempre coraggiose come i nostri piccoli che hanno avuto fretta di vedere la luce!

  • Mamma di gemelli,nati alla 31ma settimana con parto naturale. Quattro settimane di TIN, dove ho visto lo strazio di tanti genitori meno fortunati di me. I miei bimbi avevano davvero solo bisogno di crescere ma é stato comunque una dura esperienza. Solo che ci è passato può capire. Capire che per la mamma di un bimbo prematuro non esiste il puerperio, perché devi metterti subito in piedi, perché il tuo bimbo ha bisogno di te. Capire che spesso la mamma di un prematuro non saprà mai cosa si provi ad allattare il proprio bimbo perché è troppo piccolo e debole per succhiare sp dal seno. Capire il dolore che si prova ad essere dimesse dall'ospedale e tornare in una casa vuota perché il tuo bimbo è rimasto li. La paura una volta tornati a casa, finalmente, con il tuo bimbo, perché non ci sono più i sensori che ti avvisano se il tuo bambino è andato in apnea o ha una temperatura troppo alta. Il terrore delle visite dei parenti che vogliono conoscere i tuoi bimbi, perché possono portare virus e batteri dentro casa e la bronchiolite è dietro l angolo….e tu sei costretta a farli entrare in casa con le mascherine protettive. Ci sarebbero mille altri esempi. Posso solo dire che la prematurita' è un esperienza devastante per una mamma. Dopo 4 anni non passa un solo giorno in cui non pensi alle mamme che ho conosciuto e i cui bimbi non ce l' anno fatta. O a come staranno oggi quei bimbi che ho visto sopravvivere ma che avevano comunque grossi problemi di salute. Un abbraccio a tutte le mamme che hanno vissuto e stanno vivendo questa esperienza. Siate forti e sempre coraggiose come i nostri piccoli che hanno avuto fretta di vedere la luce!

  • e poi avviene il miracolo, ma il ricordo del brivido non te lo toglie nessuno… nemmeno a chi ci vorrebbe riprovare.

    Un abbraccio a tutte quelle che ci sono passate.
    Baci, M.

  • Non sono mamma di un prematuro, ma di una bimba che a 3 mesi è stata operata di cancro. Seppur con piccole differenze, leggendo il post ho rivisto le due settimane di terrore vissute mentre la mia cucciola era in UTI.
    Tubi, febbre, bronchite (sì, presa proprio in UTI), l'incessante e martellante suono dei macchinari.
    Gli altri bimbi che dopo un passaggio veloce tornano in reparto, mentre i medici dicono che per la tua è impossibile fare previsioni…

    Alla fine si supera, ma la cicatrice resta e non si è più la mamma spensierata di prima

  • Ho le lacrime agli occhi…io sono stata molto più fortunata, il mio bimbo è nato concesareo programmato e siamo tornati a casa per imparare a conoscerci…ma a 6 settimane è stato ricoverato per bronchiolite. Me l'hanno portato alla TIN, proprio perchè così piccolo…e gli hanno messo la flebo e il tubicino al naso per farlo respirare meglio…lo ricordo ancora come il momento più brutto della mia vita, un fagottino cos piccolo dentro una scatola, senz ala possibilità di toccarlo, il mettersi guanti e camice e mascherina per poterlo accarezzare. La sala con i tiralatte, dove stavo ore intere a cercare di spremere i miei seni perchè il latte era andato via ma io volevo assolutamente darglielo, perchè il latte di mamma dicono sia meglio e io voglio fare tutto il possibile per farlo diventare più forte. ho passato i primi due giorni a piangere per la paura e i sensi di colpa (l'ho fatto uscire troppo presto? gliel'ho attaccata io?)…poi mi sono accorta che in quel reparto c'erano tantissimi bambini con malattie ben più gravi, dalla bimba senza trachea – ricoverata dalla nascita…e avevo 10 mesi – a quello con infezione interna…e mi sono sentita più forte, piena di ammirazione per quei genitori che spesso si fermavano a consolarmi. Noi dopo 10 giorni siamo usciti…ma ancora adesso quando passo vicino a quell'ospedale mi vengono i brividi.

  • MI sono commossa, quanti ricordi leggendo questo post.. mamma di cucciola nata di 29+1 w 2 mesi in tin tanta paura tanta angoscia ogni volta che andavamo in ospedale io e mio marito chissà come aveva passato la notte, aveva messo su peso, le terribili infezioni, giorni lunghi, eterni fino al regalo di Natale più bello che ci potessero fare la sua dimissione, finalmente il 20 dicembre l'abbiamo portata a casa. Sono passati 3 anni la mia cucciola sta bene ma un percorso simile ti resta dentro per sempre <3

  • mamma di gemelle premature di 30 settimane nate il 7 dicembre…passare il natale in TIN…tirare il latte ogni 3 ore ma non avere nessun bambino…e la classica risposta dei medici:signora solo il tempo lo dira'…il tempo per fortuna ha detto bene…un forte abbraccio a tutto i genitori e ai loro piccoli guerrieri prematuri!

  • La mia puZzola è arrivata dopo un Cicciottino a termine, un mini fratellino morto in pancia a 16 settimane ed un aborto spontaneo a 7 settimane. Son stata ricoverata tutto l'8° mese dopo mesi di ecografie non ottimistiche e cesareo programmato alla 35 perché se no morivano entrambe. Subito in incubatrice con tubi e fili in patologia neonatale..non era in pericolo di vita, ma posso capirVi 😘

  • Mamma di un bimbo prematuro nato a 34 settimane esatte, senza sintomi, senza preavviso, solo le acque rotte nel cuore della notte. Ero a casa dei miei genitori perché il mio compagno lavora all'estero, non ce l'ha fatta ad arrivare prima della nascita del nostro piccolo. C'era la mano di mia madre a stringere la mia in sala travaglio, ho pregato tanto che Qualcuno mi aiutasse, ci aiutasse. Thiago è nato in una caldissima mattina di luglio, due chili appena ma già la voce di un guerriero al suo primo pianto. L'ostetrica mi ha detto che Qualcuno lassù mi aveva davvero aiutato perché c'era un nodo nel cordone ombelicale, se non fosse nato quel giorno chissà se avrei potuto abbracciarlo. È difficile vedere le altre mamme con i propri piccoli mentre tu ti chiedi come sta il tuo, se ha mangiato, se ha dormito, se si sente solo senza la tua voce. 12 giorni di Tin in un ospedale a 60 km da casa, viaggiando ogni giorno e finalmente l'ho portato a casa. Oggi è un bambino sveglio, curioso, mangione,allegro e sempre sorridente.Noi siamo mamme coraggiose che lasciano il cuore ogni volta che si allontanano da quell'incubatrice, siamo mamme di piccoli guerrieri che ci danno la spinta di essere forti. ❤

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