Piccoli bulli crescono?

La settimana scorsa è successo un episodio che ha fatto miseramente crollare la mia utopia di vivere in un’oasi felice.
Vi ho già raccontato tante volte come sia vivere in un paesino, del fatto che qui siamo ancora “ai vecchi tempi”, con i bimbi che escono da soli, se ne vanno a spasso, vanno al negozio a fare la spesa, al bar a prendersi un gelato, al parco.
Un posto dove i genitori non litigano, whatsapp serve solo a scambiarsi i compiti dimenticati.
Dove non avevo notizie di bullismo.
Troppo bello per essere vero.
Non più tardi di due settimana fa ho scritto un post sugli amici dei figli, dove dicevo che a volte la prima impressione è sbagliata e che è bello ricredersi.
Emh.
Facciamo un passo indietro.
Lunedì.
Mi telefona Mirtillo tutto contrito, dicendo che era successa una brutta cosa a scuola e mi sarei arrabbiata tantissimo.
“Una nota?”
No, peggio
“un brutto voto?”
Peggio
“Madonna, cosa?”
Insomma, mi racconta che un suo amico, quello un po’ sopra le righe di cui parlavo qualche giorno fa, gli ha lanciato una penna. 
Ale la raccoglie, l’altro gliela strappa di mano, Ale la tiene e la penna si rompe. Quindi devo ricomprarla.
“Eh vabbè Mirtillo, che sarà mai! Succede, la compreremo!”.
Martedì Ale avrebbe coro con questo bimbo, mi chiede per favore di non andare perché è stanco. So che non ama coro, quindi poco male, stia pure a casa, è già successo e non ricollego i due episodi.
Il mercoledì mi dice imbarazzato che l'”amico” si lamenta perché non ha ancora avuto la penna.
La penna??
Insomma, non avevo capito: la penna rotta non era di Ale, ma dell’altro, che dando la colpa a mio figlio gli detto che doveva ricomprargliela, e lui ha accettato.
Io mi faccio rispiegare tutto, e gli dico che a mio avviso non è colpa sua, ma di chi gli ha lanciato addosso una penna per poi strappargliela di mano, che non vedo perché dovrei ricomprargliela, e comunque di dirgli che mi faccia pure chiamare dalla mamma che ci chiariamo tra noi, in tranquillità.
Il giovedì sono a Verona per lavoro, quando mi chiama il Padre verso l’una per dirmi che sta andando a scuola a prendere Mirtillo che ha mal di stomaco.
La sera, al rientro, vedo che sta bene, gli faccio qualche domanda su questo mal di pancia improvviso.
Insomma, non ricordo bene come e perchè, ma salta fuori che il suo “amico”, offesissimo per la storia della penna, ha deciso che Mirtillo non avrebbe più giocato a ricreazione.
La cosa triste è che tutta la classe, a parte un paio di bimbi, gli è andata dietro, compreso il suo migliore amico. Lui quindi per 2 giorni è rimasto da solo sui gradini. 
Il venerdì vado a prenderlo a scuola.
La maestra mi chiede come sta, se è passato il mal di pancia, e le accenno che era psicosomatico, che c’era stato un litigio a scuola per una penna: “ancora? – mi dice- ma se ne abbiamo parlato in classe! Tizio era arrabbiato per la penna ma abbiamo visto tutti come è andata, ho spiegato che erano tutti e due corresponsabili e pareva chiusa lì”.

Mica tanto: non solo anche il venerdì è stato escluso, ma questo gli ha urlato “ladro” davanti a tutti, nel piazzale.
Mirtillo era davvero abbattuto, ne abbiamo parlato e riparlato, lui c’è rimasto malissimo per il volta faccia collettivo, per il fatto che nessuno si sia ribellato all’assurda pretesa del primo.
Mi ha detto che Tizio tende a fare così, non è la prima volta che succede, anche se “vittime” erano altri.
Il mal di pancia, dice, era reale, fatto sta che quel giorno avrebbe avuto chitarra con l’altro, guarda caso.
E’ stato molto sollevato dopo che ci ha raccontato tutto, anche se francamente non sapevo proprio come comportarmi. 
Con l’altra mamma ho abbastanza confidenza, e istintivamente la volevo chiamare, non per farne un caso, ma tranquillamente, per spiegare la situazione.
Mi sono consultata con varie persone, e tutte mi hanno detto che son cose da bambini, e che devono vedersela tra loro.
In realtà, non ne sono così convinta.
Io non sono mai stata “interventista”, i miei figli frequentano “scuole” da 8 anni ormai – tra nido, materna e primaria- e non è mai capitato che io parlassi con altre mamme o con le maestre per episodi successi a scuola, che fosse un morso, una spinta o un litigio.
Mille volte mi son trovata con matite o temperini rotti, ma certo non vado a lamentarmi a destra e a manca. Succede, amen.
Ma stavolta era diverso, perché lui soffriva e perché mi ha espressamente chiesto di intervenire.
Mi ha detto che il martedì aveva paura ad andare a coro, perchè doveva salire in auto con l’altra mamma e temeva lo sgridasse.
Mi ha chiesto di parlare con lei, per accertarmi che non lo sgridasse. Quando gli ho detto che forse avremmo potuto invitare a casa nostra questo bambino per chiarirsi, ha accettato subito.
Voleva sentirsi protetto, voleva avere qualcuno dalla sua parte.
Mentre riflettevo sul da farsi, ho pensato di chiamare la catechista, una suora.
Il venerdì pomeriggio hanno catechismo, e sono presenti tutti i bimbi coinvolti in questa storia.
Le ho spiegato l’episodio, le ho detto che non volevo riferimenti al fatto in sè, assolutamente, ma visto che di solito parlano di amicizia, solidarietà ecc, avrei avuto piacere che parlasse di inclusione, del fatto che gli amici si difendono, in modo assolutamente generico.
Lei ha concordato e io ho atteso trepidante che tornasse: a catechismo hanno parlato di Maria che fa visita alla cugina. Chissà, forse ne parleranno un’altra volta, a me son comunque girate assai.
Il sabato aveva Karate con il migliore amico, è andato tranquillamente ma mi diceva che no, non sarebbero mai più stati amici.
L’ho visto sereno, il fatto di avere noi dalla sua parte evidentemente lo ha tranquillizzato, quindi ho deciso di aspettare.
Ieri, lunedì, torna da scuola e mi dice che è tutto a posto, hanno fatto pace.
“Bene, avete parlato?”
No, abbiamo giocato come al solito.
“e non vi siete detti niente su quello che è successo?
No.
Insomma, tutto come prima.
Per lui.
Per noi no.
Confesso che sia io che mio marito siamo stati turbati da questo episodio.
Sembrerà forte o eccessivo, ma è così.
Ci siamo rimasti male perchè Mirtillo si è dimostrato una potenziale vittima di bullismo, ovviamente.
Ho provato a capire perché, quando è successo il fatto della penna, lui abbia subito detto che gliela ricomprava, anche se sentiva che non era colpa sua. Ma senza risultato.
Ci siamo rimasti male per i protagonisti: non ce lo aspettavamo, davvero. Eravamo così felici che avesse un gruppo di amici così affiatato! E mi sento così stupida per aver lodato questo amico  in un post.
Sopratutto, siamo preoccupati: un bambino che per una sciocchezza può ottenere l’esclusione di quello che fino a due minuti prima era il suo grande amico, che potere ha?
E perchè gli altri lo seguono?
Non ho risposte, solo tanta amarezza.
So solo che per me, per noi, non è stato un episodio banale.
Al di là del fatto che ha perso tre lezioni che pago, del fatto che mio marito si è preso ferie per andarlo a prendere, e che già solo per questo non è stata comunque una sciocchezza, io in questo episodio vedo un potenziale bullo, e mi fa paura.
Ho provato a dire a Mirtillo che per me me dovrebbe trovare il modo di dire al suo amico, ad entrambi in realtà, che lo hanno ferito. Ma so che non lo farà.
Gli ho detto di fare tesoro di questa esperienza, e che ora che sa quanto è brutto essere esclusi, quando capiterà ad un altro saprà cosa fare.
Il fatto è che io non lo so, cosa fare.
Io non sono mai stata difesa, da piccola, e non posso dire che sia stata una tecnica vincente.
Forse la cosa migliore è non essere precipitosi, vedere un po’ come evolvono le cose, far capire che ci siamo. E intervenire, se necessario.
Che non vuol dire incazzarsi, sbraitare, farne un caso di vita o di morte.
Il mio istinto mi diceva di parlare a quella mamma, per me dovrebbe sapere che suo figlio tende ad essere “pericoloso”.
Non l’ho fatto, non so se lo farò.
E’ così difficile essere genitori, quando si esce dall’isola felice che ci eravamo immaginati.
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24 Comments

  • com'è difficile esser genitori!!
    ho un'amica che per partito preso non s'intromette mai, sia cHe il litiGio sia fra i tre suoi figli sia se avviene fra compagni..
    e a vederlo da fuori a volte sbaglia. soprattutto uno dei suoi figli è molto accomodante e si fa fare la qualsiasi da ogni compagno per poi tornare a casa e sfogarsi senza motivo sulle sorelle..
    trovo che l'atteggiamento della madre sia sconclusionato, credo che se la mamma difendese una figlia dicendo all'altro "questo è inutile e irrispettoso, sei arrabbiato? glielo spieghi a parole non con le mani ne urlandogli contro", credo che il bimbo prenderebbe lei come esempio..
    poi la mia figliola è piccola, e col carattere che ha dovrò stare attenta a non ritrovarmi una bulletta.. non parlo per esperienza, ma per sensazioni..
    l'idea d'invitare "tizio" a casa vostra secondo me era vincente, tu li avresti studiati meglio insieme e loro avrebbero avuto modo per definire "passato" l'episodio.

  • Morna, vorrei dirti tante cose…
    Come ben sai lavoro a scuola, alle medie. In contesti fino ad ora abbastanza tranquilli ma non per questo significa che non capitino episodi simili.

    Credo che la questione sia stata gestita in un modo a dir poco lodevole. Tutti gli adulti di riferimento sono stati coinvolti e il tuo Mirtillo ha capito quali sono le figure su cui può contare.

    Pensa però a una cosa. Mirtillo è un bambino, il suo "amico" anche. Verbalizzare, chiarirsi a parole, è quello che con molta fatica facciamo noi adulti e che con ancora maggior fatica vogliamo insegnare ai nostri figli.
    Forse tra di loro non avevano bisogno di spiegarsi ulteriormente, non come facciamo noi adulti, per lo meno.
    Forse a loro, che sono ancora piccoli, basta un "Vuoi giocare con me" detto timidamente per sottintendere "Scusa se mi sono comportato male con te" e riprendere la propria amicizia dove si era interrotta, una settimana prima.

    Riguardo ai compagni, quello che ho inteso io è che questo fanciullo sia abbastanza trainante e carismatico. Uno che si dà arie da adolescente usando un linguaggio anche troppo colorito,e probabilmente è l'unico modo che conosce per attirare l'attenzione, il motivo per cui i compagni di classe non osano schierarsi. Quando dico che maestra e suora hanno fatto un buon lavoro, intendo anche questo: spostare l'attenzione non solo sul bullizzato, ma anche sulle sue fragilità; riflettere sul fatto che bisogna avere il coraggio di difendere un compagno che sta subendo un'ingiustizia.

    Un abbraccio a te e a Mirtillo.

    • Cara Romina, concordo con te sul fatto che i bambini non hanno bisogno di tanti discorsi, e che per loro è già statao probabilmente detto tutto.
      Quanto agli adulti, forse mi sono espressa male.
      La suora è stata informata, ma non ha detto niente (lo farà credo in futuro..). La maestra non sa ancora cosa sia successo a ricreazione, e alla mamma non ho detto nulla. Credo comunque che potrebbe essere l'occasione per spiegare ai bambini quanto sia importante difendere chi subisce un'ingiustizia…

  • Ciao Morna, questo tuo post mi fa enormemente "piacere" perché hai puntato i riflettori su quella che è una delle mie principali paure. Il fatto che proprio tu ne parli, mi fa sentire un po meno "sola", ma anche io, proprio come te, non riesco a "capire" quale possa essere il modo più corretto di affrontare queste situazioni. Alla mia epoca il bullismo non era un tema così "di moda" come ora, ma posso dire di averlo vissuto sulla mia pelle per diversi anni perché considerata la bruttina della classe. Mia madre non mi ha mai né confortato né in alcun modo fatta sentire al sicuro, anzi, con il senno di poi credo che in parte abbia contribuito ad accentuare il mio sconforto non facendomi mai sentire all'altezza di niente e di nessuno. Io non voglio essere una madre così e sto cercando di fare del mio meglio con mio figlio, ma ho sempre il timore che il mio conforto ed il mio sostegno non possano esser abbastanza. Lo scontro con il mondo degli "altri" è duro e al giorno d'oggi succedono tante cose brutte….

    • Ti capisco, anche per me è stato così, io ricordo una sfilza di "arrangiati" "son cose vostre" "sicuramente tu hai la tua parte di colpa", anche se non ricordo gli episodi specifici. Anche a me è pesato tutto questo, tanto che poi non ho più raccontato niente, anche cose ben più gravi. Il rischio però è di impedire che "si facciano le ossa", che imparino a cavarsela da soli, cosa che prima o poi devono imparare a fare.

    • Ciao Morna anche io son stata vittima di bullismo alle medie…veri atti di bullismo (un giorno mi han messo uno sgabellino in cartella di nascosto, senza contare gli insulti ecc) . i miei non han mai fatto nulla per sistemare la cosa tranne parlarne con gli insegnanti e questi ultimi se ne son fregati anzi alle volte avevo l'impressione che ridessero pure loro.
      Io credo che voi vi siate comportati bene ma se dovesse risuccedere sarebbe il caso di muoversi a livello più concreto. Io avrei invitato il ragazzino a casa e poi con nonchalance gli avrei detto che non si è comportato bene e di non farlo mai più. Non sto dicendo di terrorizzarlo eh…ci mancherebbe, una semplice frase detta con calma che però fa capire che si è comportato male. ma è ora di finirla. Son piccoli ma se sono arroganti fanno del male anche loro. devon capire che devon cambiar modo di comportarsi e forse detto da un estraneo fa più impressione che dai propri genitori o dalla maestra.

  • Mhh … il moo bimbo è piccolo, ma ammetto che la cosa che mi terrorizza di più dell'aver figli è se sarò im grado di proteggerli. Mi chiedo costantemente se lo proteggo troppo (col rischio che poi non sappia farlo da solo) o troppo poco (facendolo così non sentire protetto dalla sua famiglia).

    A me in quarta elementare era successa una cosa analoga. La mia amica aveva portato un gioco in scatola con un pupazzetto che si caticava a molla . Era un gioco vecchio, addirittura di suo padre. Quando è toccato a me (io non ricordpo di aver fatto niente di strano se non caricarlo girando la farfallina) si è rotto e non ha più funzionato …. ebbene sono stata insultata dalla proprietaria che moli ha detto che mia mamma doveva tirare fuori i soldi per ricomprarlo e che sarebbe costato molto e poi in coro tutti mi hanno accusata di aver rovinato il gioco e che per colpa mia ora non sapevano vosa fare.
    Adesso mi viene quasi da ridere, ma ho pianto tutto il pomeriggio. Mia mamma ha poi telefonato all'altra mamma scusandosi se avevo rotto il gioco ma facendo notare che se era così impottante forse lasciarlo in mano a delle bambine non era una buona strategia. Alla fine si è offerta cmq di ricomprarlo e l'altra ovviamente ha detto di no. Ed è finita li … anche io ero rimasta stupita come qualche giorno dopo per la mia amica era come non fosse successo nulla … mentre io sentivo il peso di quel pomeriggio ancora ben chiaro!!
    Anche io abitavo in un paesino di montagna che rimpiango per tanti motivi ma non per i rapporti interpersonali … per quelli preferisco la città dove sei forse più solo ma nache più libero.

    • L'anno scorso era successa una cosa analoga sempre a Mirtillo. Un bimbo ha portato a scuola un tablet ricevuto a Natale. Tutti ci hanno giocato, lo tocca Mirtillo e si rompe. Allora mi era arrivato a casa un biglietto che mi aveva fatto anche ridere, dove i compagni dicevano "mamma di ale, devi pagare il tablet, metti qui 500 euro" con la relativa tasca. Io ero assicurata, quindi ho voluto pagare il tablet (che costava poi 60 euyro, era da bambini) alla mamma. Anche se ci ho rimesso 16 euro di "franchigia". Beh, sono poi venuta a sapere che in realtà non si è mai capito perchè o chi lo avesse rotto. Anche per questo mi sono impuntata per la penna, l'ho ricollegata a questo episodio e non vorrei che passasse il messaggio che qualunque cosa si rompa, basta chiedere a me….
      Su montagna e città, la penso esattamente come te!!

  • Ti ammiro per il tuo "sangue freddo", e per essere riuscita ad aspettare l'evoluzione della cosa prima di intervenire. Io non so se sarei riuscita a essere così calma, macerandomi dentro come si sente che hai fatto tu. Le volte che io sono "intervenuta", l'ho fatto anch'io con gli adulti, ovviamente, non con i bambini. Una volta, un compagno di squadra di mio figlio lo insultava, chiamandolo "pippa", "zombie". Lui ci rimaneva piuttosto male, era molto triste. Sono andata dall'allenatore, gliel'ho messa come "per darti il polso della squadra, devi sapere quello che succede, magari non te ne sei accorto, lo so che mio figlio non è bravo ma devi essere tu a dirglielo, non il compagno…". C'è da dire che l'allenatore era in gambissima e ha risolto la situazione "in positivo", non punendo il bulletto (che dalla sua aveva di essere il migliore della squadra) ma elogiando altri comportanenti di tutti gli altri: un aiuto al più debole, qualcuno che aspettava il più lento… piano piano le cose sono migliorate. Un'altra volta invece, con una compagna di classe che accusava mio figlio della qualunque (di averle rotto il cerchietto, di averle strappato il quaderno…) ho adottato un'altra tecnica: prima ho indagato con altre mamme mie amiche, cercando di capire se per caso ci fosse qualcosa di vero in quegli episodi (ne dubitavo fortemente, conoscendo mio figlio, ma non volevo fare la solita mamma meridionale che difende a spada tratta il suo bambino). Poi, appurato che questa bambina è davvero una cretinetta (degna figlia della madre, devo dire…), volevo chiamare la madre ma mio marito ha preso in mano la situazione e ha telefonato LUI. Con calma e tranquillità le ha detto di riferire direttamente a LUI gli episodi di cui mio figlio si fosse "macchiato" in futuro. Risultato: mai più zero problemi, almeno per ora.
    Mio figlio è tranquillo e mite e anche lui potrebbe, potrà essere oggetto di "bullismo", anche perché ha interessi "altri" rispetto ai suoi compagni, non gliene frega niente di videogiochi e calcio e ama leggere e guardare i documentari sugli animali… Ho il terrore della scuola media e delle superiori, anche perché io sono un po' una mamma-orso, e la mia prima tentazione, il mio istinto e impulso, è quello di "sbranare"…
    Ah, com'è difficile essere genitori!

    • mi sembra che ve la siate cavata benone anche voi!
      Concordo, è difficile… da un lato credo che finora tutto stia filando liscio, dall'altro penso che quella mamma non sa niente, e se tutti tacciono, ci sarà il giorno che cadrà dal pero. Magari in futuro troverò l'occasione di parlargliene…

  • ciao, volevo dirti la mia perché come un po' a tutti è capitato anche a mia figlia qualcosa di simile. Ed è semplicemente passata. Siamo intervenuti rassicurando lei, crescendo noi e parlandone con maestra in generale e ai colloqui. La maestra era intervenuta parlando loro del fatto che non dovevano assolutamente fare muro contro una sola persona (in questo caso erano in 2 e apparentemente non c'era motivo).
    Quindi secondo me non dobbiamo sostituirci a loro nella situazione, il che non vuol dire lasciare che si arrangino, e secondo me è stato un bene che, nonostante il normale sofferto pensiero, tu non abbia parlato con altra mamma. Se ci fossero stati episodi gravi era assolutamente un dovere intervenire in modo diretto. In questo caso è stato corretto fargli capire che i suoi genitori gli sono sempre accanto, che lui non ha sbagliato e che deve anche accettare che ci siano questi soggetti più prepotenti che spesso lo faranno sentire non all'altezza con piccoli gesti ma che non devono intaccare le sue certezze.
    Non so se mi sono spiegata. Ho provato tanta empatia per il vostro sentimento.
    E' anche capitato a noi che, ad una festa, una mamma accusasse le presenti di aver manomesso una cosa in casa (cosa abbastanza delicata). Pensa come ci siamo sentite noi mamme non presenti quando ci riportarono la questione, considerando poi che tale mamma non disse nulla a noi adulti, e che in effetti poi non c'era stata nessuna manomissione. Ma la loro sicurezza viene lesa purtroppo da queste piccole ingiustizie. E dobbiamo lavorare sul ricostruire il loro scudo

  • Ho visto qualche dinamica poco simpatica verso mia figlia, nulla di grave per carità, bambina più "fighetta" che fa la capetta si altre bimbe e prende in giro mia figlia. Mia figlia mi ha detto che lei di sentiva inferiore a questa bimba. Io le ho detto che chi si per sentirsi forte fa sentire gli altri deboli è un poveretto e uno sfigato, e come tale lei doveva trattarlo, rispondendo con disprezzo a questa bimba e dicendole che era banale e noiosa. Sai che mia figlia un giorno l'ha fatto? E sai che pare che ora la mini-bulla (siamo in terza elementare per capirci) abbia deciso che è sua amica e non le dà più fastidio? Dalla loro parte sono d'accordo, ma a mio avviso devono reagire loro, per la loro autostima, senza assumere il ruolo di vittima

  • Morna secondo me ve la siete cavata bene per ora. Anche per me, a queste etá, meglio lasciarli trovare la quadra da soli, che non vuol dire infischiarsene, anzi, ma solo di restare muti osservatori, fintanto che il nostro istinto, se non direttamente nostro figlio, ci dice che non ne esce. Non penso che questo caso sia da catalogare giá come bullismo, ma fai bene a tenere alte le antenne e ha rassicurare tuo figlio anche in altri momenti, cosí da fornirgli un filo di corazza in piú per una prossima volta. Sai, il mio primogenito, ora 4enne, é un leone a casa, ma fuori é un patatone un pó ingenuo, che entusiasticamente si slancia verso altri bimbi, ma non tutti lo "accolgono" altrettanto entusiasti. Un suo "amico" é simile al tizio di cui parlavi, ogni tanto lo mena pure, per dire. Ho chiesto ai maestri e mi hanno assicurato che non ci sono casi limite, solo zuffe da bambini. Spero sia cosí. Io intanto cerco di lavorare sulla sua autostima e sulla sua bonaria ingenuitá, tenendo gli occhi aperti e facendo in modo che si senta sempre libero di raccontarci tutto. Non so se si fa cosí o se va bene x tutti, ma io mi sento di andare avanti cosí per ora. 🙂

  • Secondo me siete stati bravi e avete gestito al meglio la situazione, i bambini purtroppo a volte tendono a fare comunella con quello che ritengono il più forte solo per evitare di avere problemi loro stessi, è una forma di difesa, questo secondo me sposa la tua teoria del possibile bullo, e sono anche d'accordo con te sul fatto che è meglio non intromettersi e insegnargli a reagire e a difendersi da solo, però credo anche che se conosci l'altra mamma sia giusto metterla a conoscenza della cosa senza drammi, giusto perché sappia cosa è successo, a mio figlio capita spesso con un compagno che è anche nostro vicino di casa,dico sempre a mio figlio di sbrigarsela da solo, ma su alcuni episodi che sono accaduti e che secondo me erano abbastanza gravi,ho ritenuto opportuno avvisare la madre, non sono andata a cercarla ma la prima volta che l'ho incontrata l'ho informata sull'accaduto, non è cambiato niente, ma io se mio figlio dovesse comportarsi male con altri vorrei saperlo, per poter cercare di capire i motivi per cui mio figlio si comporta in quel modo e intervenire se è il caso prima che le cose possano sfuggire di mano, il nostro compito è di educare quindi se sbagliano bisogna intervenire, ma se non si è al corrente delle cose non lo si può fare.

  • Brava. Io non so cosa farei. Io odio portare ai parchetti i bambini perchè stare seduta e non intervenire quando gli altri fanno i gradassi è una fatica enorme, figurati..
    Sono stata una bambina bullizzata alle medie. Non in modo esagerato eh, però anche io sono stata minacciata e messa in disparte. E anche a me a casa mi hanno sempre risposto che dovevo vedermela da me.
    Siete stati bravi e riflettendo su quello che hai scritto pernso che sia stato davvero il migliore dei modi: gli avete trasmesso che siete lì, vicino a lui, ma è lui che deve affrontare il problema.
    Avere l'aiuto e il sostegno della famiglia non vuol dire che questa si sostituisca a te, anzi! significa che è lì, pronta a raccoglierti se cadi, come quando togli le rotelle alla bicicletta! Avrei voluto questo. E voi avete dato questo.
    Penso che oltre alla innata capacità dei bambini di superare i conflitti che a noi sembrano insormontabili ci sia stata la vostra grande capacità di trasmettergli sostegno e comprensione.
    Spero che non mi capiti mai, ma se proprio dovesse, spero che sarò brava come siete stati voi!

  • Grazie grazie e ancora grazie per questo post….
    L'ho letto più volte (insieme ai commenti che hanno lasciato altre mamme).
    Ti dico grazie perchè lo hai scritto nel momento in cui io ne avevo più bisogno (come altre volte è già successo in passato con i tuoi post…credo che per certi versi siamo molto simili…paure, insicurezze, sensazione di inadeguatezza…peraltro facciamo anche la stessa professione).
    Anche il mio primogenito sta vivendo una situazione simile a quella vissuta dal tuo bimbo.
    Lui frequenta l'ultimo anno di scuola materna. A fine ottobre ha compiuto 5 anni….ma non è mai purtroppo troppo presto per essere vittima di certe espressioni di "bullismo/prepotenza" ad parte di altri compagni
    Nella sua classe sono un gruppetto di 5 amichetti…e tra questi c'è il classico capetto…quello che comanda su tutti ed esclude dai giochi chi osa ribellarsi ai suoi "ordini". Pare che il bimbetto usi proprio il termine "Ti licenzio come amico" e di conseguenza anche gli altri a ruota non giocano più con l'escluso.
    A seguire c'è il divieto di andare ai giardinetti o di mangiare a mensa vicino agli amici…insomma lam punizione è l'isolamento (fino a quando il capetto non ti concede la grazia di ritornare nel gruppo). Possono passare anche 2 giorni e più…
    Il mio bambino che è il classico buono sensibile – pur soffrendoci molto per l'esclusione – a volte si ribella.
    Io sono orgogliosa di lui e del fatto che nonostante abbia solo 5 anni riesca a riconoscere un atteggiamento sbagliato…per lui l'amicizia è sacra e nell'amicizia non ci devono essere padroni (testuali parole)
    Se da un lato sono orgogliosa dall'altro ci soffro quando lo vedo soffrire per le esclusioni che riceve come "premio" per la sua ribellione….
    Ho provato nel tempo a portarlo (nonostante lui fosse terrorizzato) al giardinetto vicino all'asilo anche se gli era stato dal bimbo capetto proibito.
    Ho appurato con i miei occhi che non lo volevano,….che i suopi amici seguivano il leader… E' stato molto triste sia per mio figlio sia per me (anche se a lui ho mascherato la cosa)
    Ovviamente Pietro ha iniziato a parlarmene un po per volta…io ho cercato di rassicurarlo come persona….ho cercato di fargli capire che i suoi sentimenti sono giusti…non ho mai "parlato male" del bambino perchè poi non appena l'esclusione passa lui torna ad essere il suo amico.
    Ho cercato di estrapolare il concetto del giusto e sbagliato dalla situazione concreta…anche se non è facile e soprattutto la tentazione era di fare altro (altro che però non credo avrebbe concretamente aiutato Pietro)
    Ne ho parlato con la maestra
    Le ho chiesto aiuto affinchè anche lei lavorasse sul concetto di uguaglianza nell'amicizia…
    Con la mamma del bambino ho evitato il confronto…ho capito in questi anni che lei è la classica "ape-regina" delle mamme (come suo figlio del resto)che non lavora e che vive per viziare il figlio. In cuor suo credo che sia consapevole delle modalità che pone in essere il suo bimbo (so per certo che le maestre le hanno segnalato un'eccessiva prepotenza) ma lungi da lei dal correggerlo
    Tornando a noi sono convinta che tutto ciò in realtà possa aiutare i nostri figli nel percorso di crescita, percorso che è fatto di salite e di discese….di certo bisogna trarre del buono da tutto.
    Il buono è anche il fatto che sia il mio sia il tuo figlio si sono "sfogati" con noi e noi abbiamo saputo esserci nel modo giusto,…con la rassicurazione e la presenza. Almeno spero…non so mai se faccio bene o male…
    E riconosciamo anche il valore positivo alla loro sensibilità che forse li farà stare in futuro dalla parte dell'escluso e non di quello della massa avendo vissuto sulla,loro pelle la sofferenza che l'esclusione ingiusta può provocare.

  • Siete stati tanto bravi, perché avete dato sicurezza ad Ale, dimostrandogli che voi ci siete e che lui puo' contare su di voi sempre e nello stesso tempo non sei stata precipitosa. A me due mesetti fa e' capitata una situazione un po' imbarazzante con una mamma. Allora, il figlio di questa mamma assieme ad un altro bambino, ogni volta che vedevano mia figlia alla fermata dell'autobus, iniziavano a dirle: niña tonta, niña caca. Questo davanti alle loro mamme che facevano finta di niente. Il primo giorno ho lasciato stare, pensando, si sa come sono i bambini a volte etc etc. Mía figlia c'era rimasta male da subito. Il secondo giorno incontro questo bambino con la mamma sempre dell'autobus, andando a scuola. Hola niña caca! Hola niña tonta.. cosí come se fosse naturale..la mamma col sorriso da ebete. Mía figlia mi dice: mamma non sono una cacca! L'ho tranquillizzata. All'uscita, sempre lo stesso giorno, piu' bambini vedono Teresa che giocava nel cortile e le dicono: niña caca. Le mamme non sono intervenute. Cosí non ci ho visto piu', mi sono arrabbiata e ho detto al bambino, con voce alta: non si dice niña tonta, ti piace se ti chiamassi tonto o caca in ogni momento? Non ti permettere piu'! La mamma e' intervenuta, ma contro di me. Dicendomi di non urlare piu' al figlio. Insomma, il bambino non dice piu' tonta a mia figlia e io ho perso il saluto di questa mamma, poco me ne frega. Mía figlia e' timidina, non ha la capacita' di difendersi, che sicuramente aprenderá col tempo, pero' in questo frangente aveva bisogno di me, di essere difesa e io l'ho fatto. Sia chiaro, se dovessi vedere mia figlia parlare male qualcuno sólo per divertimento, come hanno fatto con lei, mi trasformerei in mamma orco in una frazione di secondo. Non sopporto la prepotenza e la prevaricazione.
    Martina

    • Quando nel cortile ho visto piu' bambini al seguito del leader dire tonta a mia figlia, sono entrata nel pánico. Ho pensato, se non intervengo, mia figlia verra' sempre presa di mira all' ora del cortile. Quindi di istinto ho sgridato questo bambino perché vedevo la mamma totalmente indifferente o gia' rassegnata, non so. C'e' da dire che il bambino si e' messo a piangere e la mamma lo ha consolato. Io per come sono fatta, ribaltando i ruoli, avrei detto a mia figlia, te lo sei meritato.. pero' ognuno gestisce l'educazione come meglio crede. L'importante e' che non manchi il rispetto e in questo caso e' msncato del tutto, perché Teresa correva per scappare da loro che la inseguivano chiamandola tonta e cacca..non potevo stare a guardare. Io ci sono rimasta male, perche' ho realizzato che mia figlia potrebbe diventare vittima del bullismo. E nessun bambino ne e' indenne. Per questo noi genitori dobbiamo proteggere, ascoltare i nostri figli, fargli capire che con noi possono parlare e raccontarci tutto. C'e' da dire che io ho aspettato qualche gg prima di intervenire proprio perché quante volte i bambini fanno " cattive" azioni senza pensare alle conseguenze. Poi quando ho realizzato che c'era intenzione e che poco gliene fregava se Teresa ci stava male allora sono scoppiata! Non e' stato uno bello spettacolo, per questo che ho trovato la situazione imbarazzante, ma dovevo scegliere tra il lasciare perdere il bambino e la mamma e difendere mia figlia…la seconda por supuesto!

    • Hai fatto benone anch'io ho dato un'alzata a una tizia che aveva coalizzato l'intera classe per deridere mio figlio in prima media, ci è rimasta cosi' male che le prese in giro sono cessate immediatamente

  • Ho letto più volte il tuo post e anche i commenti. Secondo me avete tenuto il giusto atteggiamento e trovo positivo che tuo figlio si sia sfogato con voi genitori. Come dice Michy Mommy non è mai troppo presto per parlare di bullismo. Io vedo bulli e bulle dall'inizio della scuola materna, inutile minimizzare o dire che "sono cose da bambini". I bambini diventano adulti perciò bisogna prendere atto del carattere dei propri figli e lavorarci sopra. Sono d'accordo sul non intervenire sempre su tutto ma quando c'è della sofferenza bisogna far sentire la propria presenza come hai fatto tu, non l'hai liquidato con un "arrangiati". Fino allo scorso anno mio figlio frequentava la materna e tra i suoi più cari amici c'era il classico bullo che decideva tutto, picchiava se non lo seguivi e quando non poteva picchiare, isolava. Fortunatamente le maestre lo hanno beccato subito dal primo anno di materna e ho visto che spesso (quasi tutti i giorni) segnalavano le malefatte ai genitori. Il padre imbecille giustificava tutto con "è solo un bambino" salvo poi sbraitare il mezzo al parco giochi contro agli altri bambini che osavano toccare il suo reuccio. Giusto per far capire che "non c'è solo il suo che si comporta male". Insomma questo ha paura che il figlio subisca dai bulli e perciò lo cresce come un bullo. Comunque, per i primi due anni mio figlio si faceva mettere i piedi in testa e lo seguiva. Io non gli ho mai proibito di giocare con lui, figurarsi, si adoravano perciò, ricacciando indietro il nervoso cercavo di lavorare sull'autostima di mio figlio spiegando l'importanza del rispetto verso se stessi e gli altri e come e perchè certi atteggiamenti sono sbagliati. In sintesi mi son detta che certa gente non la si può evitare e bisogna imparare a gestirla e poi se non c'è lui ce ne sarà un altro.Che fatica però! Nell'ultimo anno di materna ho visto grandi miglioramenti da parte di mio figlio, non seguiva più questo bambino, si ribellava alle sue imposizioni e si è fatto anche nuove amicizie. Devo dire che le mamme si sono spesso lamentate coi genitori del bulletto, la madre è una brava ragazza, sembra capire ma è succube del marito. Io mi sono lamentata con lei una sola volta a causa di un dispetto particolarmente pesante e irrispettoso fatto a mio figlio. Le maestre dell'asilo hanno sempre lavorato sull'importanza del rispetto, sulla non esclusione e devo dire che hanno sempre cercato di "aiutare" il bulletto a gestire la rabbia e gli eccessi. Adesso siamo alle elementari e il bulletto è stato messo, per il suo bene, in una classe diversa da quella degli amichetti della materna. Incrocio le dita perchè il bullismo è una cosa che mi spaventa.

  • Pensa che a me sta capitando sul lavoro, una forma di esclusione/bullismo rapportato ai 40enni non cresciuti e l'incapacità e la non voglia dei capi di fare qualcosa…in base a quanto servo. Bello èh? forse se io soggetto in questione avesse avuto una mamma che interveniva per ridimensionarlo da piccolo adesso sarebbe diverso, oppure sarebbe rimasto il bambino viziato che è. Scusa lo sfogo. Sinceramente non so come mi sarei comportata, però forse due parole con l'altra mamma…(e anche con la suora, te lo dico da catechista…ennemila volte mi sono fermata per parlare tra le righe di cose accadute a scuola).

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