Una mamma deve sapersi fare da parte

Non è facile farsi da parte, quando tuo figlio litiga con un altro bambino e lasciare che impari a rapportarsi con chi non è ben intenzionato.

Osservarlo, quando lo spintonano e aspettare che reagisca da sé.
Stare a guardare quando subisce una prepotenza attendendo che in lui scatti la reazione.
Non è facile.
L’istinto di un genitore è di intervenire sempre e a priori; farsi da parte e osservare per capire se da solo ce la può fare, sperando che ne trovi la forza e la capacità non è semplice, ma serve.

Serve perché sappia reagire e non si aspetti sempre che qualcun altro lo faccia per lui.
Serve perché cresca, capisca che ha le risorse per farcela, confidi nelle sue capacità e trovi in se stesso le forze, imparando a credere in sé.
Non è facile non esserci lasciando tuo figlio, quando serve, a una babysitter o alla nonna o a un’educatrice e sperare con tutta te stessa che stia bene. 
Sperare che tuo figlio stia bene senza di te
Che trovi nella persona a cui lo affidi un amore simile al tuo.
Che provi per quella persona tutto l’amore del mondo.
Che la chiami invece di chiamare te, che la cerchi invece di cercare te, che corra da lei, invece che correre da te, che le sorrida per una nuova scoperta o che si faccia rassicurare per un brutto sogno.
Ma l’amore che si prova per il proprio figlio è anche questo: è sperare che trovi amore tra altre braccia, che arricci i capelli di qualcun’altra mentre cerca di addormentarsi, che sorrida felice a un viso che non è il tuo sentendo il cuore pieno perché non avverta il vuoto che hai lasciato tu.
L’amore per un figlio è anche sapersi fare da parte nel suo cuore quel tanto che basta a farci stare qualcuno che non gli faccia sentire la tua mancanza.
L’amore di una madre non conosce gelosia, perché non può esserci niente di male nel circondare tuo figlio di altro amore, oltre al tuo.
Non è facile non esserci sempre, farsi da parte, lasciargli i suoi spazi, i suoi tempi, non soffocare, non intervenire, non preservare tuo figlio da qualunque scontro col mondo, non difenderlo sempre e comunque, osservarlo cadere, non fermarlo quando sai già che non andrà come vuole, saper indirizzare, lasciando che la strada la percorra lui, saper vigilare senza schiacciare, saperci essere senza soffocare.
Lasciare che sia, che esista, che diventi un individuo, che sia altro da te.
Lasciarlo, piano piano, un passo alla volta, al mondo.
Perché noi, in fondo, siamo qui per questo.
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6 Comments

  • hai presente quella situazione in cui tutti si aspettano qualcosa da te e ti guardano trepidanti? ecco io 5 minuti prima avevo letto questo post…
    Han pensato fosse morto qualcuno..
    Comunque, non è facile ma verrà naturale mi dicono le donne nella mia vita.. E ci spero Perchè io ho pianto disperatamente ad ogni singolo compleanno e sono stati solo tre.
    Noi facciamo un giochino la sera, gli chiedo un bacio da "mettere via" per quando non ci sarà occasione di darceli (è iniziato con l'inizio della scuola d'infanzia).
    per una frignona come me sarà difficilissimo…

  • È la cosa più difficile dell'essere genitori.. specie non doverli difendere dalle ingiustizie e lasciare che se le gestiscano da sé. Ogni volta che un figlio soffre per la mamma sono pugnalate.. da digerire. Ma è tutto vero quello che scrivi.

  • Mamma mia.com 'e' difficile!!!Vedo mia figlia di due anni.rimanerci male ,ma molto male,perché un bimbo.un po' piu'grande che prima l'adorava e ci giocava.insieme adesso la ignora o la offende e a me scatena una rabbia infinita che mi ha portato anche a.trattare poco bene quel bimbo.Errore gravissimo che mi fa sentire a disagio con me stessa,devo trasmetterle serenità e amore per accogliere quella che sembra essere un prima e piccola delusione per lei.Ma è proprio dura per me,vorrei proteggerla e consolarla senza intervenire,ne sono convinta…l'essere mamma richiede un bel po'di lavoro con se ste stessa prima di tutto.

    • Come ti capisco, è successo anche a me. Mia figlia, di quasi quattro anni, è rimasta malissimo quando quello che lei considerava il suo amichetto del cuore, di un anno più grande, le ha iniziato a dire "non ho tempo di giocare con te".Sono cresciuti insieme e lui è stato forse il primo bambino con cui lei ha davvero iniziato a relazionarsi. Ogni volta che le diceva così io sentivo come mia la sua delusione e alla quarta volta ho risposto piccata al bimbo salvo poi pentirmene e ragionare del fatto che anche lui è un bambino e come tale ciò che magari fa oggi non farà domani. Credimi ho cercato di essere razionale ma ancora oggi, a distanza di tempo, Emma ricorda quelle parole e mi chiede "perché Mattia mi dice che non può più giocare con me? " Io imbastisco una spiegazione ma mi sento molto inadeguata perché non so come spiegarle che di punto in bianco lui non la cerca più. ..
      Bellissimo post, mi sono commossa
      Cri

  • ..dura.. davvero dura.. vederli imparare camminare con le loro gambe.. sperare che non cadano così spesso e soprattutto senza farsi male.. il nostro cuore è felice e triste contemporaneamente..

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