La gioia per le piccole cose

Le piccole cose sono quelle che ti lasci scappare mentre sei impegnato a fare calcoli per giorni a venire, settimane future, mesi prossimi e anni che saranno.
Mentre vorremmo una casa più grande, o più bella, e non ci accorgiamo della luce che entra dalla finestra ogni mattina, illuminando tutto, rendendo la polvere – quella polvere che non vorremmo mai vedere – delle minuscole briciole di stelle.
Mentre ci guardiamo allo specchio esaminandoci i fianchi, e non vediamo quel sorriso che ogni giorno consola, coccola, ama, seduce, rasserena, diverte.
Mentre camminiamo svelte per non far tardi e non capiamo che abbiamo un posto in cui andiamo, qualcuno da vedere, da riabbracciare, da desiderare.
Mentre ci prendiamo un complimento, anche piccolo, piccolissimo – che buona questa pasta, ottima presentazione, suo figlio è sveglio – e invece di sentirci bene, pensiamo a tutto quello che non siamo riuscite a fare.
Le piccole cose sono ovunque: sono in un vestito che ci sta particolarmente bene, sono nelle coccole sul lettone, sono nei baci bavosi, sono nel tenersi mano nella mano per strada, sono nel ridere a tavola tutti insieme, sono nel comprare un braccialetto che ci piaceva da tempo, sono nel tramonto dalla finestra, sono nelle giornate lunghe, sono in ogni giorno che ci viene regalato, sono nell’amore dei nostri figli, dei nostri compagni, dei nostri genitori, dei nostri amici.
Non importa avere chissà cosa per apprezzare la vita.

I sorrisi non hanno prezzo.
La salute, forse, ne ha un po’.
L’amore degli altri non ne ha, la chiamata inattesa, la sorpresa a quell’amica che non vediamo da tempo.
Il tempo. Il nostro tempo che non basta mai, eppure quel secondo per fermarci a vedere l’orchidea che è rifiorita, il gatto che dorme pacioso, quell’albero davanti alla finestra che fino a ieri era spoglio e adesso esplode di verde come in un quadro di Monet, ecco, quel secondo ce l’abbiamo. E dobbiamo prenderlo. Dobbiamo respirarlo e sentirlo entrare nella pancia e tenerlo lì per le ore che verranno, quelle passate davanti al pc, o a pulire i pavimenti, o a chiederci se ne valga davvero la pena.
Le malattie, le corse, le scadenze, i soldi che non bastano mai, i sogni che vanno rimandati, l’amore che non riusciamo più a trovare, la rabbia che a volte ci assale.
L’umanità di cui siamo fatti. La fragilità delle nostre giornate tutte uguali, come nella centrifuga di un lavaggio in cui i colori sono tutti mescolati e non sappiamo cosa ne uscirà.
Lasciamola uscire, lasciamola uscire per quei piccoli attimi e chiudiamo gli occhi, godiamoci quella risata di pancia di nostro figlio, fermiamoci ad osservarlo mentre guarda estasiato la tv, pensiamo ad ogni piccolo progresso che i nostri figli fanno ogni giorno e sì, pensiamo anche ai nostri, di sogni. Addormentiamoci sognando cose bellissime, come quando eravamo bambine.
Pensiamo a quando troviamo un po’ di tempo per noi. A quando prendiamo di nuovo in mano un libro. A quando la nostra pianta, finalmente, decide di sbocciare.
Prendiamoci tutto il bello.
E per prenderlo, basta aprire il cuore. Le piccole cose sono lì, tutte per noi, e nessuno ce le toglierà, nemmeno il dolore più grande.
Che aspettate?
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