Cari papà di figlie femmine

Cari papà di figlie femmine,
si dice che le bambine siano le cocche di papà, ed è vero, in parte. In fondo i maschi, loro, pare si appiccichino alle mamme, che siano gli uomini della loro vita, quindi perché non dovrebbe essere vero l’opposto?
E io un po’ ci credo, a questa storia: voi, papà, avete un ruolo importantissimo nella crescita delle vostre figlie, nello sviluppo della consapevolezza che un giorno avranno di sé, anche se forse non ve ne rendete conto fino in fondo.
Ogni volta che dite loro “non sono cose da femmine” commettete un grosso errore: non esistono cose da femmine, non esistono cose troppo dure, troppo forti, troppo agitate, in cui ci si sporca troppo. Le vostre bambine hanno lo stesso diritto dei loro fratelli a scoprire il mondo, a venire allo stadio con voi, ad aiutarvi a riparare il rubinetto. Il fatto che la loro mamma non faccia queste cose è proprio il risultato di quello che state facendo voi: una divisione dei ruoli che oggi, nel 2017, non ha più motivo di esistere.
Non mettetele da parte perché con loro “vi intendete meno”, non è vero.
Lasciate che sbaglino, che cadano, state al loro fianco per suggerire come rialzarsi ma non tiratele su, non ci sarà sempre un uomo al loro fianco, ed è giusto che non ci sia sempre, è giusto che si sentano protette da voi ma non che abbiano bisogno della vostra protezione. Devono sapere di poter contrare sulle vostre braccia, sui vostri abbracci e sui vostri baci e sul vostro amore anche quando sbaglieranno, perché l’amore è questo, è comprensione e pazienza, è amarsi anche quando si ha voglia di urlarsi contro, è andare a dormire dandosi sempre la buonanotte e non salutandosi arrabbiati.
Dite loro che sono belle, perché lo sono. Non cercate di esaltare la loro femminilità, come se fosse l’unica cosa che conta, ma guardatele come si guarda la donna che si ama, con ammirazione. Quel capolavoro lo avete fatto voi.

Imparate a dire di no. Non date loro tutto quello che vi chiedono, non accontentatele sempre, non accettate ogni capriccio o volere: un giorno dovranno confrontarsi con altri uomini. Insegnate loro a dire di no, date valore al loro consenso, rispettatele.
Parlate, parlate tanto: quando non siete d’accordo con loro, spiegate perché, senza arrabbiarvi, le bambine (come i bambini) si sentono umiliate facilmente e non c’è bisogno di umiliarle, non c’è bisogno di sminuirle, ma solo di spiegare loro perché non siete d’accordo, perché hanno sbagliato, e come rimediare.
Fate vedere loro di cosa è capace un uomo: di cucinare cose buonissime, di guardare My Little Pony, di passare lo straccio, di costruire il castello dei Playmobil. Fate vedere che tutto ciò lo potete fare con la mamma. È da voi che imparano la parità di genere, che capiscono se hanno un valore, nel mondo, oppure no: valorizzate la loro mamma, non sminuite mai niente di quello che fa, nemmeno se “non lavora”, ringraziatela, siate collaborativi e riconoscetene i pregi, proprio come vorreste che un giorno un uomo facesse con vostra figlia. E sì, anche quando l’amore finisce.
Seguitele nei compiti, e non solo in matematica perché “è da papà”. Leggete con loro delle favole, un giorno di principesse e l’altro giorno di inventori. Prendetevi del tempo per stare con loro, invitatele a pranzo, coccolatele, amatele.
Fatele sentire importanti perché è questo che dovranno cercare negli uomini, un giorno, quando avranno voglia di amare. Perché dovranno saper riconoscere il vero amore, i veri uomini, quelli che non ti sminuiscono, quelli che non ti mettono da parte, quelli che ti rispettano sempre e comunque, quelli che ti considerano un essere umano al loro pari, e non una donna e in quanto tale… inferiore. Quelli con cui fare un figlio perché un figlio è di entrambi i genitori.
È questo il vostro compito, cari papà: essere lo specchio di ciò che volete incontri vostra figlia un giorno.
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