Quando la mamma vuole scappare

Oggi è una giornataccia.

Una di quelle in cui ti chiedi se sia fattibile prendere un biglietto a caso e sparire, che tanto, visto come sono i tuoi figli grazie alla tua educazione, non puoi che fargli un favore.

Non è sempre così, grazie a Dio, ma lo è sempre più spesso.

Ho scritto oggi su facebook che a volte mi pare una corsa ad ostacoli, perchè appena superi un problema te ne trovi di fronte un altro.

Lo so  che è orribile parlare della maternità in questi termini, vederla come una fatica, lo so da me.

Ma ci sono periodi in cui è davvero fatica.

E, quel che è peggio, ci sono periodi in cui è SOLO fatica.

Quanto a noi, riassumendo molto ed evitando tutti gli extra tipo problemi di salute dei familiari, di lavoro, varie ed eventuali, diciamo che negli ultimi 3 anni abbiamo avuto la nostra gatta da pelare per le inaspettate difficoltà scolastiche di Ale.

Chi non ci è passato non può capire cosa significhi avere un figlio che odia la scuola.

Un figlio che quando accenni ai compiti si mette a piangere e ad urlare, si nasconde, urla e lancia oggetti dappertutto.

Sono stati tre anni deliranti, i primi due soprattutto, ma ok, abbiamo capito ed affrontato, mi sono anche sentita fare i complimenti dalla neuropsichiatra, che mi ha detto che è raro che gli arrivino bambini così piccoli, perchè pare che i genitori siano distratti, che preferiscano punire e sbraitare senza chiedersi prima se magari non ci sia un problema di fondo.

Cinque minuti di gloria, per poi scontrarsi comunque con la realtà, con un figlio che migliora ma che comunque si sente inferiore agli altri per il segno che hanno lasciato i primi due maledettissimi anni.

Presi da risollevare il grande, non ci siamo accorti che stava crollando il piccolo.

Non so bene come e perchè, ma il piccolo Tondino tutto coccole è diventato una belva ringhiosa.
Provate ad immaginare il vostro cucciolo tutto risate e sorrisi che da un giorno all’altro diventa una iena.Addio coccole, addio sorrisi, addio risate. Fine.

E’ sempre un NO, un che schifo, un che noia, un vai via, non ti voglio.

Cerco di abbracciarlo e mi prende a calci, cerco di stargli vicino e mi scaccia, lo ignoro e fa il pazzo.

Non riesco nemmeno a descrivere cosa significhi vievere con un bambino così complicato, credo sia umanamente impossibile, sono troppo presa a sopravvivere per trovare le parole.
Forse la cosa più traumatica è proprio il cambiamento improvviso, il passaggio da cucciolo amorevole a cucciolo che ti detesta, ti urla, ti contesta.
E non ogni tanto eh, SEMPRE.
Ogni santissimo giorno, da quando mi alzo a quando vado a dormire, non mi fa un sorriso a morire, non mi ascolta, non fa nulla di quello che dico, nulla, possibilmente fa l’opposto.
Solo chi ci è passato può capire.Salto quindi la descrizione penosa e arrivo alle ultime vicende.

La settimana scorsa era dai nonni (a 100 km), e mi dicevano che aveva giornate di tristezza.

Finchè al telefono mi dice che la vita non ha senso e tanto vale morire.

A 6 anni.

Ora, a parte lo chock iniziale, decido che deve aver sentito la cosa da qualche parte e prendo il tutto con un po’ di leggerezza, quando arrivo dai miei la sera gli parlo, gli racconto cose divertenti e altre serie, gli dico che tutte le vite hanno senso e bla bla bla.

“sì grazie mamma, tanto non ho capito niente di quello che hai detto, ciao”.

Di nuovo lunedì, e di nuovo si torna dai nonni per la settimana.
Due giorni fa, mentre sono al lavoro, mi chiama il grande dicendo che Alberto si vuole suicidare impiccandosi.
Immaginate il panico a sentire una cosa così e non potere fare nulla.
Ad ogni telefonata nuovi dettagli.
Sta cosa del suicidio l’ha detta più volte, prima la corda, poi apre il cancello dicendo che va a buttarsi sotto una macchina, poi dice che salta dal poggiolo.

Insomma io, a 100 km di distanza, stavo da dio.

Alla faccia di chi dice “beata te che hai i nonni”.

Vi assicuro che è molto più faticoso gestire i figli a distanza che al centro estivo, soprattutto se sono come i miei.

Comunque sia, dopo il panico iniziale che ovviamente qui alleggerisco, chiedo un consulto al volo ad una psicologa: “nessun dramma, certo è una manfiestazione di disagio, ma niente allarmismi”.

Bon, decidiamo quindi di non precipitarci giù, ma di andare il giorno successivo, anticipando il loro rientro a casa di 3 giorni (ovviamente con un casino organizzativo che tralascio per sfinimento).

Loro felicissimi, crisi apparentemente rientrata, mi dicono che il piccolo passa la giornata a cantare e giocare.

Ottimo, allora era solo voglia di mamma, tutto a posto.

Ieri tornano a casa, in auto cerco di parlargli un po’, di capire perchè avesse detto quelle cose così pesanti.

“perchè nessuno mi ama”

Chi non ti ama?

“Ad esempio ieri mi sono sforzato di sorridere ad un signore e lui si è girato dall’altra parte”

Ah, beh certo, uno sconosciuto non ti saluta e nessuno ti ama, non fa una piega.

Poi mi dice di avere un pulsante nella testa e quando lo preme vede tutte le cose che succedono nel mondo, soprattutto brutte.

Molto bene.

Poi che ha il terrore di vedere una tarantola sul muro.

Perfetto.

Più tardi, a casa, con calma, lo prendo in braccio e gli dico che secondo me è un po’ in ansia per la scuola, visto anche tutti i casini che ha indirettamente osservato con Ale.

Lui si mette a urlare che non è vero, e mi lancia addosso cuscino e peluche.

Se si incazza forse ho fatto centro.

Nel frattempo il tardo pomeriggio insieme, che aspettavo da due settimane, si trasforma in un vero delirio.

Alessandro gli sta sempre addosso, lo critica di continuo, lo corregge, fa la spia: mamma Alberto ha fatto, mamma Alberto ha detto, no così è sbagliato, questo disegno fa schifo, no non sei capace, non si gioca così.

Se il piccolo prende un gioco il grande si mette a giocare con lui e finisce regolarmente per prendere tutto lo spazio e tutto il gioco, finchè l’altro se ne deve andare.

Alla fine Alberto sbotta in un “sono triste perchè ho il peggior fratello che potesse capitarmi”

E in effetti mica ha tutti i torti.

Riprendo Ale dicendo che deve smetterla di stargli addosso in quel modo, che Alberto ha già due genitori e ci manca pure il terzo, lui si incazza e mi urla che non mi dirà mai più niente.

Nel frattempo il piccolo prende la corda da saltare e rincorre il grande per dargli in testa le maniglie di legno, il tutto finisce in un’azzuffata, con loro che si menano e io lì impietrita a chiedermi se buttarmi nella mischia e togliermi qualche soddisfazione o prendere la porta e sparire per sempre.

In tutto questo bordello ho cercato varie volte di coccolare il piccino, che mi ha scacciato dicendo che sono la peggiore madre del mondo.

E vi assicuro che non ho davvero la capicità di rendere per iscritto il delirio che è stato casa mia in queste 12 ore.

Proprio non riesco a rendere l’idea, ma mi son chiesta più volte se a qualche altra mamma siano capitati giorni così folli, perchè io, che pure ritengo di avere un certo equilibrio e pazienza e autocontrollo, stavo per sbroccare del tutto e mi chiedevo come possa l’umanità non essersi estinta.

Mi chiedo anche se non siano i bambini ad essere peggiorati, in questi decenni.

Magari i miei non sono del tutto nella norma, per carità, ma sento tante volte mamme lamentarsi dela maleducazione, strafottenza, ripostacce dei propri figli.

Ma da dove arriva questa insolenza e mancanza di rispetto?
Io non credo da noi, davvero, ok, non picchio, non do punizioni severissime, ma credo di svolgere il mio ruolo con equilibrio, intuito e pazienza.
Nel momenti peggiori ci è scappata una sberla sul sedere, e la situazione è solo degenerata.
Per cui davvero non mi spiego, io non le ho mai prese in vita mia, ma mai mai mi sarei sognata di lanciare una scarpa a mio padre, dire a mia madre che è pessima, o cicciona, o altre nefandezze.

Oggi è uno di quei giorni in cui mi guardo intorno e vedo un disastro.

Un disastro tale che mi chiedo se sia recuperabile.

Un disastro che non so se ho combinato io, e in fondo fondo sento che no, non è colpa mia.

So solo che è la prima volta della mia vita da mamma che al pensiero di tornare a casa mi viene il maldistomaco.

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37 Comments

  • Io purtroppo ritengo che in generale sia sempre in gran percentuale nostra responsabilità per gli errori dei figli soprattutto quando sono piccoli, con questo non punto il dito contro di te, figurati, ma dico solo che quando a me succedono giornate di questo tipo, perche mi capitano ti assicuro, in cui vedo i miei figli sbagliare in modo terribile, una volta riacquistata la calma, mi fermo, rifletto, penso, e trovo sempre qualche errore mio o del padre, allora mi sforzo di cambiare e migliorare, e magicamente anche i miei figli migliorano con me. Di solito quando vedo in loro comportamenti sbagliati cerco anche nei libri delle risposte, intendo libri in tema, su bambini, educazione ecc..e questo mi aiuta sempre molto…

    • Anche io di solito mi metto sempre in discussione, stavolta ho proprio la sensazione che sia problema tra loro. Ovviamente anche noi dobbiamo fare il nostro per farli stare meglio

  • Io invece credo che molto spesso valga proprio il contrario…ho un figlio meraviglioso ma con un'indole difficile da sempre, in più aggiungiamo qualche problema di salute che complica ulteriormente le cose…mi dispiace anch'io mi sento profondamente in colpa e qualche volta scapperei lontano, poi naturalmente si cercano di affrontare le difficoltà nel miglior modo possibile, stando uniti, cercando il meglio in ogni situazione…ci sono però fasi, giorni davvero complicati…i bambini sono diversi, le fasi di ogni bambino sono diverse e ci sono situazioni e situazioni, che non sempre dipendono da noi…ad esempio nel nostro caso gli acciacchi fisici rendono tutto più complicato, in un carattere già difficile…credo che nella vita ci voglia anche una buona dose di fortuna! Non so che dire, condivido appieno i sentimenti, i dubbi, le paure espresse nel post…speriamo che crescendo, il nostro stargli a fianco in questi momenti difficili, cercando di creare più momenti positivi possibili, condividendo con loro però anche rabbia e tristezza, possa aiutarli ad accettarsi, a sentirsi amati al di là di quello che dicono oggi…veramente grazie di aver condiviso tutto ciò…

  • Come vorrei saperti dire le cose giuste, avere il consiglio perfetto, saperti rincuorare. Non sono capace. Sono mamma solo da un anno. Sono ancora nella fase in cui mamma è solo amore.
    L'idea che mio figlio possa crollare mi preoccupa molto, davanti al malessere emotivo ci si sente disarmati.
    Posso solo augurarti di trovare la forza di affrontare le difficoltà e di saper traghettare la tua famiglia oltre la tempesta verso porti più sicuri.

  • Presente…figlio di 8 anni Adhd prevalentemente disattento, scuola 2 anni di disastri, il terzo anno un po' meglio perché cambiato istituto, il piccolo ha due anni e ancora è inconsapevole, ma è una patella capricciosa…ho passato un inverno terribile, mi chiudevo in bagno a piangere, nessuno ti capisce perché troppo spesso un bambino iperattivo è preso per maleducato, per i miei è colpa nostra perché secondo loro lasciamo correre troppo, per i miei suoceri è colpa nostra perché lo puniamo troppo, e nel frattempo lui accumula la rabbia di chi sente diverso dagli altri, e io la cocente delusione di non saperlo o poterlo aiutare…

  • Ciao Morna, ti ringrazio come sempre per la condivisione dei tuoi pensieri. Anche io sto vivendo un periodo di grande difficoltà, al momento sono così affranta ed incasinata che ti risparmio i particolari, ma è confortante per me leggere di te. Proprio ieri girovagando su siti di puericultura e blog di mamme lo sconforto si è amplificato perché la tendenza è quella di mettere in luce solo gli aspetti più sereni della maternità e le qualità dei figli, si parla poco di problemi e le soluzioni consigliate sono spesso superficiali (PS: non che mi affidi al web eh?! Ma leggere di altre esperienze potrebbe dare spunti). Tieni duro, sei una persona di grande valore, l'esempio che offri ai tuoi figli darà i suoi frutti.

  • Identica situazione. Mi sembra di impazzire. La grande ha 9 anni ed è perennemente annoiata e triste, senza alcun motivo reale. Non riesce a legate con gli altri bambini perché ha un carattere forte e vuole sempre l'ultima parola. Il piccolo 5 anni era un angelo…poi all'incirca dalla primavera una metamorfosi. Quando hai descritto tuo figlio sembrava il mio. Ho ancora un mese da trascorrere 24 ore su 24 con loro. Non ho l'aiuto di nessuno. Riprendo a lavoro a settembre. Spero di resistere. Qualcuno potrà credere che sia una cattiva madre, vi assicuro che chiunque mi conosce sostiene il contrario. Forse sono solo troppo permissiva..eppure gli dedico ogni energia. Mi sento triste. Tremendamente triste.

    • Ti capisco, ti dico quello che è stato detto a me: un genitore che "vede" e capisce è già un ottimo punto di partenza per niente scontato, e meglio un bambino che esprime disagio di uno che lo nasconde…

  • Carissima, innanzitutto ti abbraccio forte forte perché, anche se col piccolo non sembra funzionare, un abbraccio ti fa sempre sentire meglio!
    Se può consolarti hai descritto esattamente la mia situazione: un bimbo di 6 anni che finora è stato il più coccolone e felice, tanto da essere chiamato "cuorcontento", che all'improvviso si sveglia e ti dice "sono inutile, voglio morire". Un confronto continuo con il fratello di 7 anni anni, suo amore e nemesi. E anche qui si finisce sempre in lacrime e zuffe.
    Anche io provo con abbracci, comprensione e, a volte, perdo la pazienza. Però, ti dico in onestà, che non mi sento responsabile. Ogniuno è fatto a modo suo, con il suo carattere. E di solito, chi reagisce così, ha un carattere piu sensibile e, a 6 anni, è difficile saper gestire ed affrontare le emozioni.
    Cerco, a volte, di trovare del tempo "singolo", dove lascio ad uno o l'altro bambino uno spazio esclusivo per lui. A volte è solo una passeggiata in silenzio, a volte una passeggiata in edicola (io odio le edicole oramai!!), però si torna sempre a casa con un bagaglio di unità e complicità positivo. In attesa della prossima crisi …..

  • Carissima, innanzitutto ti abbraccio forte forte perché, anche se col piccolo non sembra funzionare, un abbraccio ti fa sempre sentire meglio!
    Se può consolarti hai descritto esattamente la mia situazione: un bimbo di 6 anni che finora è stato il più coccolone e felice, tanto da essere chiamato "cuorcontento", che all'improvviso si sveglia e ti dice "sono inutile, voglio morire". Un confronto continuo con il fratello di 7 anni anni, suo amore e nemesi. E anche qui si finisce sempre in lacrime e zuffe.
    Anche io provo con abbracci, comprensione e, a volte, perdo la pazienza. Però, ti dico in onestà, che non mi sento responsabile. Ogniuno è fatto a modo suo, con il suo carattere. E di solito, chi reagisce così, ha un carattere piu sensibile e, a 6 anni, è difficile saper gestire ed affrontare le emozioni.
    Cerco, a volte, di trovare del tempo "singolo", dove lascio ad uno o l'altro bambino uno spazio esclusivo per lui. A volte è solo una passeggiata in silenzio, a volte una passeggiata in edicola (io odio le edicole oramai!!), però si torna sempre a casa con un bagaglio di unità e complicità positivo. In attesa della prossima crisi …..

    • Ehm… mi sembra improbabile. Noi non abbiamo TV e limitiamo il tempo passato davanti a uno schermo (un film per bambini nel fine settimana quando siamo a casa e un'ora o due a settimana di videogiochi per bambini) e mio figlio di 6 anni è mezzo è praticamente uguale a quello che descriva Morna.

  • Ci sono situazioni di abisso interiore che solo una mamma può capire. E condividere la frustrazione è utile, ti senti un po' meno sola, un po' meno diversa. È difficile, me ne accorgo ogni giorno. Loro sono difficili e la nostra vita anche..non credo che noi fossimo diversi, credo che era un mondo diverso sotto tantissimi punti di vista, compresa la famiglia. Abbiamo tutte problemi diversi, ma il modo in cui ci sentiamo è sempre uguale.

  • Io credo che a differenza di noi i nostri figli abbiano troppo di tutto. Anche di attenzioni e amore. Mia mamma ha sempre lavorato, non si sentiva in colpa, e per me era naturale che lei lavorasse perché altrimenti col solo stipendio di papà non ce l'avremmo fatta. Vengo da un quartiere di periferia, brava gente, operai, commesse, donne delle pulizie. I genitori lavorano i figli vanno a scuola. Nessuno ha mai dovuto spiegarcelo. Era una cosa naturale per noi. Poi c Era La domenica.in cui si stava con mamma e papà. Gitarelle in primavera,cinema o stadio in inverno. Nessun genitore soffriva di sensi di colpa. Noi oggi non facciamo che leggere libri, consultarci, fare ai figli mille domande. Alla mia chiedo cento volte come è andata la giornata, che hai fatto a scuola amore? A chi sei compagna di banco amore? E che hai mangiato in mensa amore? E stasera vuoi per cena amore? A cosa vuoi giocare amore? E che cazz a volte mi chiedo se mia figlia mi creda una stalker… eppure nonostante le faccia sentire la mia presenza, ha momenti di incazzatura e musi lunghi che io non ho mai avuto. I miei lasciavano che le incazzature me le gestissi io. Se me ne andavo in camera mia incazzosa in fase adolescenziale, mia mamma non mi correva Teo con la torta di mele come neo migliori film americani. Me la smazzavo io. Mi incazzavo e mi scazzavo da sola. Eppure non ho turbe psichiche, e non ho nulla da recriminare ai mie. Per cui mamme lasciamo le teorie di tata lucia alle famiglie della tv e crediamo di piu nel mazzo che ogni giorno ci facciamo per rendere serena la nostra famiglia. Un abbraccio a tutte

    • Credo anche io che sia così, io infanzia totalmente diversa, mamma casalinga e ambiente dove nessuna donna lavorava. Ma si facevano gli affaracci loro, sensi di colpa paro a zero

  • Mi ritrovo molto nel tuo racconto Morna, e nel commento di Simona, anche per me figlio grande, 4 anni e mezzo, complicatissimo e mia infanzia e adolescenza in cui pur circondata di amore me la sono sbrigata da sola e non ho mai dato un problema…ti sono vicina Morna, ti capisco tanto e ti abbraccio.

  • Ciao, ho un bimbo piccolo, un anno e mezzo, da mamma non so aiutarti.
    Posso solo dirti la mia esperienza da bambina. Sono ultima di tre, loro 6 e 7 anni più grandi.
    Mi ricordo che al tempo delle elementari andavo a nascondermi, mi sentivo sempre triste e piangevo. Ho 37 anni e i ricordi sono offuscati, ma l'infanzia è un periodo che vorrei rimuovere dalla mia mente.
    A scuola mi sentivo inadeguata, diversa dagli altri, tutti avevano le bici, io non avevo idea di come disegnarla. I miei fratelli (sorella e fratello) si divertivano a farmi piangere. Non sapevo rapportarmi in famiglia, perché ero la più piccola e per questo non capivo niente.
    Mia madre non voleva farmi ingrassare, mi limitava nel mangiare e lo sapevo, perché confrontavo le mie porzioni con quelle dei miei fratelli: a loro di più. Così quando andavo alle feste mi ingozzavo sino a vomitare.
    Perché ti racconto questo?
    Perché spero tu possa capire perché il piccolo sia così. I rapporti tra fratelli sono molti complicati e complessi, nemmeno la mamma o il papà possono capire
    Mia sorella mi minacciava sempre "lo dico alla mamma"
    Mio fratello mi ignorava
    L'idea qui di qualcuno, di prendere del tempo per stare da sola con uno e poi con l'altro è bellissima
    Fanne tesoro
    Ne uscirai viva. Non è un problema di chi sia la colpa: prova a venirne a capo.
    Un abbraccio, se potessi tornare indietro……. Abbraccerei anche quella "me bimba" che si sentiva così sola…..

  • Pat pat sulla spalla e mega abbraccio, di quelli che un po' ti tolgono il fiato. Che aggiungere?! Mal comune, mezzo gaudio ma qua di gaudio ne vedo poco! Qua si va a periodi, più o meno lunghi. L'anno scorso è stato duro. Quando si avvicinava l'ora di tornare a casa, pregavo arrivasse una telefonata e dovessi restare un ufficio. I 5 km di tragitto erano tutti un nodo alla gola e allo stomaco. Appena varcavo la porta iniziava il bollettino di guerra di mio papà, che me li teneva 2h dalla fine dell'asilo al mio rientro. Figlio1 ha fatto così, cosá, ha detto A B … Tutte cose negative. Quest'anno va meglio, ma ora figlio 1 esce con certe affermazioni che, avendo 6 anni, mi preoccupano "sei la peggiore madre al mondo (si Vabbé), vorrei che papà morisse (ecco questo ancora mi destabilizza) e che mio fratello sparisse (idem come sopra)." Sbaglio? In cosa? Da piccola manco osavo pensare ste cose e se mai ki usciva "sei cattiva", mia mamma partiva con una sculacciata che mi alzava da terra e fine dei discorsi. Bho sono tanto giù, ora mi rileggo bene le risposte di chi sta come me

  • Io ero una mamma bravissima..prima di avere figli. Sono un'insegnante, una di quelle maestrine che hanno tanta teoria e sanno sempre gestire bene le situazioni. A scuola mi vengono assegnati i casi difficili "perché tu sai come fare".
    Bene.
    "E che ci vorrà con un bimbo, io che ne organizzo 25!". Stolta.
    E stupida.
    Samuele ha un anno e tre mesi. Ha messo tutto in discussione. Capricci, prese di posizione, scenate da tragedia greca. Al ristorante sabato scorso mi sarei messa a piangere, se avessi visto la scena in un altro tavolo avrei pensato ad una mamma degenere che non sa fare assolutamente il suo lavoro.
    E invece ho capito una cosa: nessuna mamma è sbagliata( a parte, ovviamente, casi veramente gravi). I bambini nascono con un temperamento e un carattere che l' educazione può contenere e smussare, ma non cambiare!
    Il tuo racconto mi conferma ciò che penso,non abbiamo colpe. Cerchiamo di fare del nostro meglio, cerchiamo di capire, ascoltare, consolare, noi dobbiamo gettare il seme giusto. Poi starà a loro farlo germogliare.
    A gennaio arriverà anche un secondo bambino. So già che per me si apriranno le porte dell'inferno. Almeno, così mi dicono TUTTI.
    Vedremo, un passo alla volta.
    Grazie per le tue testimonianze. Sono preziose per non sentirsi sole.

    • Sì Elisa, purtroppo o per fortuna hanno la loro indole…
      chissà se è terrible ora magari con il fratellino si responsabilizza, la speranza è l'ultima a morire! Un abbraccione

  • Sono madre di due ma ti parlo da figlia…ero un mix tra i tuoi passavo ore a fissare i libri senza leggere nemmeno una riga e nel mentre dentro mi cresceva un odio smisurato e incontrollabile… alle elementari avevo già fatto la valigia ma sono stata colta in flagrante… anch'io volevo morire e ti posso dire che soluzione non c'è è una cosa loro tu non centri,anche se ti vomiteranno tutto l'odio del mondo come facevo io con mia madre (ero figlia unica) mi sento solo di dirti di stargli accanto senza rompergli troppo,senza farne un affare di stato…peggiori solo le cose…accettali così,ogni tanto qualche chiacchierata e poi un bel prato isolato e tutti a urlare aaaaah!e si butta fuori…e lo sport…non gli passerà ma magari loro riescono a imparare ad incanalare la rabbia in modo sano…un abbraccio ah, io per imparare sono dovuta rimanere incinta della prima…ho trovato il mio posto nel mondo e realizzato i sogni di bambina e posso dire che non vorrei altro che quello che ho
    Spero possa esserti d'aiuto J.

  • Ciao, accidenti ho letto di situazioni critiche che mi fanno riflettere. vi sono vicina, e sono contenta di questo "posto" dove poterne parlare. per ora i miei due (6 e 2) sono abbastanza gestibili. ma il mestiere di genitori è il più insidioso e non c'è mai da stare sicuri. in ogni fase della crescita. sono un'insegnante <>, perciò letto libri, sentito conferenze, gestito situazioni.bla bla bla. fatto. poi ti trovi nella tua vita vera: aiuto!!!!
    mi trovo molto d'accordo con la mamma che ha scritto che la nostra generazione di genitori si distacca completamente da quella che ci ha cresciuto, siamo i"supergenitori" (preparatissimi e concentrati sui figli, ma che lasciano poco spazio a LORO, alla noia e alla frustrazione). io mi accorgo di farmi moltissime menate. così delego molto a mio marito, che ragiona da uomo senza così tanti "e se poi". la sera mi confronto con lui, a volte ci scontriamo, ma poi lascio che sia lui a gestire "i problemi". ad esempio mi sono fatta moltissime menate per la scelta della scuola primaria, mio marito mi ha stoppata al terzo open day che ero andata a sentire!!
    infine una mia amica psicologa una volta mi ha detto: se i tuoi bambini non sono come li vorresti… stai facendo un buon lavoro.
    non so se queste mie riflessioni possano essere d'aiuto…. spero materiale su cui confrontarsi e confrontarci……

  • Leggo ora il tuo post e anche molti commenti che mi rincuorano, non perché sia più facile gestire la situazione così eh, ma almeno so di non essere l'unica. Il mio primogenito è nato incazzoso, non per scherzo, appena nato le foto hanno immortalato la sua espressione da "muso duro bareta fracà" che in veneto vuol dire qualcosa tipo massiccio e incazzato. Sorride poco, in compenso ha sempre la fronte aggrottata, la bocca storta ed è un lamento su tutto. Ha iniziato a 2 anni e mezzo così a rispondere anche indietro ed è una polemica su tutto (ora ha quasi 5 anni). Con me si contiene un pò di più perché è ancora in super fase edipica e quindi non tira troppo la corda, ma con suo papà è guerra. Sono già stata da una psicologa ma non ha rilevato alcun comportamento "insolito". Dice che è il suo carattere e dobbiamo solo continuare come stiamo già facendo, contenendo le emozioni esagerate e guidandolo. Si ma che fatica! Mai un momento di tranquillità. E spero di non ritrovarmi nella tua stessa situazione l'anno prossimo, perché qualcosa dentro di me da qualche tempo mi dice che non è forse solo caratteraccio… mah, spero di sbagliarmi.
    Io a volte dò la colpa al fatto che invece noi genitori di oggi (la maggior parte almeno) è troppo fuori casa, con i figli lasciati la maggior parte del tempo con insegnanti, baby-sitter, nonni ecc… Troppe figure adulte e nessuna che sia un vero e determinante riferimento. Non so come la vedete voi.
    Intanto spero che il piccolo (17 mesi) cresca un pò più malleabile, vedremo.
    Un abbraccio grande.

  • Salve. Come è andata a finire? Perché quel se so di fallimento per le gigantesche crisi del proprio bambino lo vivo anche io e a 6 anni fa male vederlo pieno di rabbia e dolore. Come avete fatto a far tornare la situazione distesa? Grazie

    • ciao Mia, sto facendo delle valutazioni per capire meglio le cause e iniziare poi, finalmente, un intervento mirato, se vuoi scrivimi in privato. Devo dire che già solo iniziare ha dato dei frutti, si è sentito più compreso. In queste due settimane poi è un altro, amorevole, ragionevole, simpatico. Taccio e incrocio le dita, perchè due settimane in confronto a 5 anni di delirio sono troppo poche, ma mi pare un sogno.

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