I piedini dei bambini: come occuparsene, cosa fare, cosa non fare e quando

Ci accorgiamo di quanto sia importante camminare correttamente quando la schiena ci presenta il conto e, ahimè, ormai è troppo tardi per rimediare.

Un piede che appoggia a terra in modo innaturale se da bambini può essere solo motivo di prese in giro o un difetto poco visibile, dai 30 anni si trasforma in dolore. E io ne so qualcosa.

So anche che quando ossatura e muscolatura si sono ormai sviluppate, possiamo solo intervenire per lenire il dolore e le infiammazioni, ma nulla può più risolvere definitivamente la situazione.

Ecco perché credo che sia fondamentale che un genitore presti la massima attenzione allo sviluppo scheletrico dei bambini, soprattutto dei loro piedini, e al modo in cui camminano.

I bambini cominciano a camminare generalmente non prima dei 9 mesi, momento in cui cominciano in tanti a muovere i primi incerti passetti, di solito accompagnati da grandissima soddisfazione e da sorrisi più o meno sdentati.

Cosa fare e cosa non fare per i piedi dei nostri bambini, dai primi passi alla scuola.

Calze sì, se la scarpina è chiusa: aiuta ad evitare la formazione di vescicole e ad evitare infezioni batteriche.

Scegliere scarpe con rivestimenti naturali, che facilitino la traspirazione dei piedi. Anche questo aiuta la pelle a restare asciutta, prevenendo infezioni.

Cambiare le scarpine seguendo la crescita del piedino:

non distrarsi, mamme e papà! Se il piedino cresce, la scarpina si cambia. Non comprare scarpe troppo abbondanti “perchè tanto il piedino cresce in fretta”: sì, cresce in fretta, ma male se naviga in uno spazio esagerato. Senza contare che le vescicole e le abrasioni sono spesso causa di una scarpa magari ottima, ma solo leggermente grande.

Non usare plantari di sostegno o ortopedici e sottopiedi anatomici prima che la formazione dell’arco plantare sia stata completata.

Non ha nemmeno senso usare scarpe dai plantari cosiddetti anatomici prodotte a livello industriale: i piedi non sono tutti uguali, lo stesso plantare di sostegno non può andare bene per tutti.

Non utilizzare scarpe che costringano, che siano rigide (soprattutto nella parte anteriore), che siano pesanti (affaticano inutilmente la muscolatura).

Non utilizzare scarpine usate.

Lo so che tra fratelli, soprattutto, si tende a farlo, ma la scarpa internamente si adatta al piede del bambino ed esternamente si usura a seconda del tipo di camminata. Il risultato è che il bambino, indossandole, dovrà adattare la sua camminata, i suoi movimenti e il suo piede alla camminata, ai movimenti e al piede di chi le ha portate prima di lui.

Non lavare le scarpe in lavatrice: si possono deteriorare (averlo appreso mi ha gettato nello sconforto, ma troveremo una soluzione, lo so).

Nello specifico: cosa mettere ai piedi dei bambini che cominciano a muovere i primi passi?

Niente finchè restate a casa o i bambini sono al nido: lasciateli scalzi a sperimentare.

Se richieste dall’asilo, utilizzate le calzine antiscivolo, da preferirsi possibilmente alle pantofoline.

E quando uscite, via alle scarpine.

Come devono essere le scarpine per i primi passi?

Non devono avere plantari sagomati, ma piatti; devono avere un sostegno sul tallone, perciò, se i primi passi vengono fatti d’estate, niente sandali con tallone scoperto (che sì, sono più belli, ma non devo essere io a ricordarvi quale sia la priorità, vero?); devono essere flessibili, interamente flessibili.

La linea Imparo di Chicco è stata sviluppata proprio sulla base delle indicazioni degli esperti e ha una suola a spessori differenziati, in modo da guidare il piedino del bimbo nell’apprendere il movimento corretto.

Per essere perfettamente ed interamente flessibile, tutta la tomaia delle scarpine di questa linea ha cuciture e imbottiture solo sulla parte anteriore.

Quando intervenire in caso di apparenti disturbi (piede piatto e ginocchia o alluce valgo, per esempio):

E’ consigliato chiedere un parere al pediatra se si nota qualcosa di anormale nella camminata del bambino, nella sua postura, nel modo di appoggiare il piedino a terra o altro ancora. Se il parere del pediatra è rassicurante, non fasciamoci la testa: è solo dai 4 anni circa, non prima, che è possibile rilevare la presenza di un vero difetto, identificarlo e studiare la modalità di correzione. Prima dei 4 anni è generalmente inutile intervenire, proprio perché un disturbo vero e proprio è difficilmente diagnosticabile con la necessaria certezza.

Dopo i 4 anni se il problema persiste o prima dei 4 anni se il pediatra lo ritiene ooportuno, è bene fare visitare il bambino da un podologo, da un ortopedico o da un fisiatra a seconda delle inicazioni del pediatra stesso.

Il fisiatra, in particolare, è una figura generalmente adatta a valutare lo sviluppo del bambino dal piedino alla postura.

Quale sport per aiutare la crescita corretta non solo dei piedi, ma anche di tutta l’ossatura e la muscolatura?

I bambini di oggi tendono ad avere poca padronanza del loro corpo, sono sostanzialmente degli analfabeti motori.

Gli sport che allenano più parti del corpo, meglio ancora se il corpo nel suo complesso, sono da preferire.

Nella fascia dagli 8 ai 12 anni è fondamentale che i bambini non si specializzino praticando un unico sport, soprattutto se asimmetrico (tennis, ad esempio, nel qual caso va affiancato uno sport completo, tipo il nuoto o l’atletica).

Gli sport che più aiutano un corretto sviluppo osseo e muscolare, coordinazione elasticità sono quelli legati al mondo della danza, compreso l’hip hop.

E per i bambini più piccoli? Diciamo dai 2 anni in su?

E’ bene farli camminare e giocare scalzi il più possibile, meglio se su tappeti, meglio ancora se goffrati.

Anche all’aperto, quando le condizioni climatiche lo consentono, camminare sull’erba o sui rivestimenti utilizzati nei playground è utilissimo.

Questi sono accorgimenti da utilizzare anche nei bambini più grandi quando l’arco plantare sembra non svilupparsi correttamente (classico piede piatto, ad esempio).

Ma quando un bambino cammina bene e in modo sicuro, diciamo generalmente dai 2 anni, che scarpe usare?

Dai 2 anni circa il movimento del piedino del bambino va solo agevolato, senza dimenticare, però, la sua necessità di sostegno e di stimolo ad andare nella direzione giusta.

Il tallone deve essere contenuto e stabilizzato, perché non causi scivolamenti laterali, interni o esterni, che cronicizzandosi rovinino la postura del bambino e dell’adulto che sarà.

La suola deve essere ancora a spessori differenziati, per poter dare ad ogni zona del piede e dell’arco plantare il giusto simolo.

Ecco perché la linea Chicco In Progress, linea rivolta, appunto, ai bambini dai 2 ai 6 anni circa (numeri dal 24 al 32), studiata per rispondere alle necessità evidenziate dagli esperti, tra cui il biomeccanido Dr. Mauro Testa, che, per capirci, ha collaborato con i più veloci uomini del Pianeta allle Olimpiadi  e con diverse squadre di calcio: ne sa qualcosa, insomma 😉

Trovate già queste scarpine in commercio, la primissima linea invernale è nei negozi in 6 modelli, 3 femminili e 3 maschili, al prezzo consigliato di 49,99 Euro.

Post in collaborazione con Chicco

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