Il sonno e i bambini: due rette parallele? Cosa si può fare?

Il sonno e i bambini sono due concetti che spesso vivono su rette quasi del tutto parallele: non si incontrano quasi mai.

Qualche difficoltà col sonno è del tutto normale, diciamo fisiologica fino ai 3 anni.

E poi? Passati i 3 anni tutto risolto?

No, non sempre, non nel mio caso.

Ci sono bambini che hanno un sonno continuativo e lungo, beati i loro genitori!, altri che hanno fisologici risvegli e qualche difficoltà di addormentamento, ma tutto nella norma, e altri ancora che arrivano a non riposare quanto e come dovrebbero, mettendo così in crisi se stessi, nonché, diciamolo, la famiglia intera (o almeno quella santa donna della mamma!).

Non c’è niente di male ad ammettere che il sonno dei bambini può essere un problema.

Non si è madri meno capaci e meno valide se si vuole risolvere quella che per la famiglia è diventata una difficoltà:

ognuno ha la sua vita e le sue esigenze e tutte hanno eguale importanza.

Ci sono mamme che possono passare le notti in bianco senza per questo risentirne in maniera importante per la loro struttura fisica e mentale e mamme che se non dormono rischiano il collasso,

ci sono mamme che magari possono riposare in altri momenti, non lavorando fuori casa,

e mamme che al mattino devono macinare chilometri in auto e svolgere attività impegnative dove non sono ammessi errori,

ci sono papà che hanno le stesse esigenze e fratelli e sorelle che vanno a scuola e necessitano dell’adeguato riposo.

E diciamo che anche i bambini hanno il diritto di dormire!

Soprattutto se hanno attività quotidiane che richiedono impegno, siano esse sportive, culturali o scolastiche.

Un bambino che non dorme non è sereno almeno quanto una mamma che non dorme.

I bambini particolarmente vivaci sono quelli che molto spesso hanno maggiori difficoltà di addormentamento e di riposo. Sono bambini che non riescono a mollare la presa, a rilassarsi, ad accettare che il mondo e le attività vadano avanti anche mentre loro dormono e non possono parteciparvi.

Il mio primo figlio è così: quasi 9 anni e non c’è sera che si addormenti serenamente da solo, rilassato e sereno.

Dite che non è stato abituato a farlo?

No, vi sbagliate: lo era, ma ad un certo punto ha smesso.

I figli non funzionano come un’equazione e a volte a quella specifica azione non corrisponde l’attesa reazione.

Che si fa? Per prima cosa lo si accetta.

Accettare che un bambino abbia difficoltà di addormentamento e legate al sonno non significa arrendersi.

Significa continuare a provare diverse tecniche, ma senza far diventare il problema un dramma: i drammi della vita sono altri, credetemi, all’addormentamento difficoltoso si può rimediare.

Prima di tutto via sensi di colpa e di inadeguatezza!

Non sentitevi sempre la causa di tutto: se il bambino è particolarmente vivace e tendente all’iperattività (non in senso patologico, eh!) non sarà certo colpa vostra! E’ così lui, è così lei. Punto.

Non siete inadeguate voi se non riuscite a far dormire i vostri bambini: è un circolo vizioso, purtroppo.

Il bambino molto attivo fatica ad addormentarsi, dorme meno degli altri e non riposa come dovrebbe. E sapete qual è una delle maggiori causa di irrequietezza nei bambini? Aver dormito poco e male.

Capite quindi che è difficile uscirne e che non siete voi ad essere delle emeriti incapaci: avete una situazione particolare da affrontare.

Non serve a niente, per esperienza personale, cercare di farli stancare: i bimbi molto attivi tendono a trarre energia dall’attività svolta e non il contrario. Difficile prosciugarli, insomma!

La cura migliore è farli stancare il giusto. Cioè? Dovete provare: diciamo qualche attività sportiva nell’arco della settimana, ma niente agende presidenziali, ecco.

Riducete al minimo l’utilizzo degli schermi, soprattutto quelli interattivi (tablet e telefonini).

Dopo cena stop assoluto.

Routine serale rilassante il più possibile e ripetitiva: volumi bassi, voci comprese; se vi piace la musica mettetene di soft, niente luci sparate, farà bene anche alla vostra psiche; se vi piacciono le candele, sfoderatele (con le necessarie accortezze); bagno alla sera SOLO se rilassa (a molti fa l’effetto contrario, non crediate di essere le sole a cui succede o che sia impossibile: succede eccome! In quel caso, fatelo fare prima di cena), qualcosa di caldo (camomilla o tisana, tazza piccola o ci saranno risvegli pipì) e qualche chiacchiera, ma siate voi a condurre il gioco, raccontate voi e non lasciate che lo facciano bambini di questa tipologia o si agiteranno, si infervoriranno e ciao nanna.

Infine… Coccole, coccole, coccole e ancora coccole.

La cena sia nutriente ma non eccitante, niente zuccheri, no bibite gassate.

 

melatonina dormire bambino

 

L’alimentazione è importante: studiatela adeguatamente e fatevi aiutare da un integratore, parlandone con il pediatra. Humana offre un integratore alimentare che aiuta l’addormentamento, si chiama Melamil e noi lo abbiamo provato dopo averne parlato col medico (è un integratore alimentare, non un farmaco, ma il parere del pediatra è sempre una buona idea!): è in forma liquida, ha un buon sapore, le dosi sono indicate sulla confezione e la confezione contiene un contagocce dosatore.

Melamil è a base di Melatonina che contribuisce alla riduzione del tempo richiesto per prendere sonno nel bambino ma anche nell’adulto.

Melamil è entrato a far parte momentaneamente della nostra routine serale e l’addormentamento del mio novenne è più veloce.

Tra Melamil, buone pratiche e coccole in quantità contiamo di uscirne!

 

Post in collaborazione con Humana

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