Mamme disperate:  ALT RESPIRIAMO ASSIEME

 

Mi capita spesso, spessissimo, di sentire sfoghi disperati: e non sto banalizzando, sono davvero disperati e la conosco bene quella sensazione da “sono la peggiore madre del mondo, non so gestire i miei figli, non so educarli, sono dei selvaggi, sono un disastro”.

So come ci si sente, ma forse ho figli più grandi dei vostri, quindi la vedo da un pochino più lontano.

ALT RESPIRIAMO ASSIEME: c’è sempre un’alternativa!

PUNTO PRIMO: non siete solo voi

No, per quanto vi sentiate circondate da mamme perfette e figli modello, i ¾ delle madri dell’età dei vostri si sente esattamente come voi.

Tranquille che quasi tutte le madri pensano un giorno sì e uno no (quando va bene) cose  “non sono in grado di fare la madre” “poverini perché si sono trovati una madre così” “chi me l’ha fatto fare” “dovevo saperlo che non ero capace” “ma io non la volevo una vita così”.

Appurato quindi che siete solo un a carta del mazzo andiamo avanti.

PUNTO DUE: nulla è per sempre.

Lo so, in questo momento un “passerà” non vi serve a niente, io vi dico lo stesso che passerà, non faranno capricci per sempre, non faranno la pipì a letto per sempre, non si ammaleranno ogni due giorni per sempre. Ma quello che serve a voi, credeteamme, è un bell’aperitivo con le amiche, meglio se nella stessa situazione, ma purchè ci sia alcol va sempre bene.

Dopo una serata fuori, tornate pure qui e potete continuare a  leggere: passerà, davvero.

PUNTO TRE: potete sempre provare a cambiare qualcosa.

Non mi stanco mai di dirlo, perché sembra ovvio ma non lo è.

Se una cosa vi fa disperare CAMBIATE QUALCOSA. Ci sarà qualcosa che funziona, prima o poi la troverete, o almeno nel frattempo il tempo sarà passato.

Per cosa si disperano le mamme?

I macroargomenti sono:

IL CIBO

“Sono disperata, mio figlio non mangia NIENTE”.

Ora, se è ancora vivo, qualcosa mangia.

Alla peggio, dategli solo quello che mangia e chissenefrega. Prima o poi si stuferà, garantito. Io son cresciuta a pasta al pomodoro, cotoletta e patate fritte, non mangiavo altro, ero l’angoscia delle mamme che mi invitavano a pranzo (e ricordo ancora l’ansia mia quando avevo il terrore che ci fosse qualcosa che non mi piaceva, cioè tutto) ora se non stanno attenti mi azzanno pure i figli.

Se tanto non mangia NIENTE comunque, inutile esaurirsi, dategli quel niente e che sia finita.

A me, dopo un figlio che mangiava tutto senza battere ciglio,  è capitato il rompipalle.

Ha fatto anni a mangiare pochissimo, e io ho avuto diverse crisi isteriche.

Vi dico le mie tecniche:

  1. tecnica soft: chiedere a lui per tempo cosa vuole, magari tra tre opzioni: con me ha avuto scarso successo perché anche se chiedeva lui non mangiava lo stesso, e io mi incazzavo ancora di più.
  2. quella della cazzona – nonché quella di più successo: usare quello che mangia con piccole variazioni sul tema. Il mio voleva vivere di wurstel, ho iniziato a dargli wurstel vegani e li mangiava senza battere ciglio. Se non mangia verdura, a parte le solite ricette maschera verdura (polpette ecc, che con me non funzionavano) vi dico quello che facevo io: gli davo l’unica verdura che mangiava, cioè carote, e una volta a settimana un bel piatto di passato, prima di un cibo che adorava: era l’unica volta che ricattavo: o quello o niente patatine e hamburger.
  3. l’ansiogena: lui soffre di afte in bocca e unghie fragili, e gli dicevo storie terribili sulla carenza di vitamine. Ma lo ha solo reso ipocondriaco, le verdure le lascia ancora lì.
  4. la estivill: si mangia quel che c’è o fai a meno. Il mio è così orgoglioso che si sarebbe lasciato morire di fame e le prove di forza son sempre finite in tragedia. So che non è educativo al massimo, ma un’alternativa più soft è fare quello che si vuole senza minacce, si mette in tavola, mi dispiace c’è solo questo. Dopo un’ora, se proprio non ha toccato nulla, c’è sempre il latte, o del prosciutto, o nel mio caso, una frittata, che adora. Non mi rimangiavo nessuna parola, ma ci provavo…

Le ho provate tutte e di più. Ci son state sere che ho urlato ed altre che me ne son fregata, son passati gli anni e ora non mangerà tutto, ma non sono quasi mai costretta a fare qualcosa a parte per lui. In più mangia come un lupo, è diventato un debito.

Poi ci sono

I COMPITI

“sono disperata, non vuole mai fare i compiti”

Ahahahahhaha, no qui mi sento di dire “ma lo dite A ME”??? No bbbelle, i cazzi e mazzi che ho avuto io per i compiti nessuno mai.

Ok, qualcuno forse sì, ma pochi.

Ho scoperto che mio figlio è disgrafico per le reazioni che aveva davanti ai compiti: pianti, urla, libri lanciati, quaderni strappati, astucci lanciati dalla finestra.

Qui di tecnica ne ho avuta solo una ed ha funzionato: fottermene.

Ovviamente ho avuto anche io i miei cedimenti, le minacce, i tentativi di punizione ( prima di sapere che fosse disgrafico). Ma ho capito ben presto che c’era un problema, e quindi non ho mai insistito.

Mi limitavo a dire “sai che ci sono, io non dico altro”. E lui non è mai andato a scuola senza compiti: a volte mi chiedeva di stare con lui e aiutarlo, altre volte lo trovavo sveglio il lunedì alle 6.30, in ogni caso le mie incazzature  si sono decisamente ridotte (non son sempre rose e fiori, ovviamente).

Faccio più fatica a seguire questo metodo con il piccino, perché lui non ha, almeno pare, alcun problema, ha sempre fatto stravolentieri i compiti, ma ora che è in vacanza non ha mai voglia di aprire un libro, e quello che mi fa più incazzare è che si gli propongo di leggere (cosa che adorava fare) mi dice che leggere fa schifo.

Ho detto  ad entrambi che con 4 pagine al giorno, week end e vacanze escluse , finirebbero con calma e largo anticipo, poi di fare come vogliono.

Mentre il grande si fa le sue 4 pagine, il piccolo se ne fa una è tanto.

Io taccio, anche se non è sempre facile, ci sono sere che sento la rabbia esplodere, ma in genere riesco a ricacciarla: non perderà l’anno per non aver finito il libro delle vacanze, e son quasi certa che si presenterebbe MAI  a scuola con i compiti a metà.

Per carità, questo è il mio metodo e questi sono i miei figli, sono certa che ci sono bambini che se ne sbattono di andare senza compiti, anche se per come la vedo è un tentativo che andrebbe fatto, se non provate nei primi anni delle elementari non provate più.

Ma il concetto è sempre quello: se come fate vi fa sentire male, cambiate, fate anche cose strane (una volta mi son messa a fare io il criciverba del libro al posto suo, tempo 3 secondiè arrivato e prima suggeriva, poi mi ha tolto il libro di mano) ma provatele tutte e di più.

Ultimo

IL SONNO

“sono disperata, non dorme”

Eh qui son cazzi.

Il provarle tutte vale sempre: con voi, in cameretta, sul materasso, sul divano, con la tv, con le lucine, le stellina la luna e tutti i pianeti, la melatonina, il sonnifero, il gas, il cane o il gatto.

Se nulla funziona, dividetevi: una sera dorme uno, con i tappi, una l’altro.

Se avete la grazia di avere nonni, non fatevi problemi e chiedete di lasciarlo da loro a dormire: a volte magicamente scoprirete che da loro dorme (e così potrete lasciarlo lì e farne un altro, ci avete provato, è andata male, avanti il prossimo).

Ovviamente scherzo, ma vi aiuterà a capire perché o almeno a dormire ogni tanto una notte filata, che è già abbastanza vitale.

Insomma il concetto da tenere a mente è: non sono sola, in moltissime si sentono come me, ma quasi nessuna scappa in Giamaica. Quindi forza, tirarsi su le maniche, e provarle tutte.

I 15 anni son dietro l’angolo e il “mamma fottiti” pure, quindi apprezzate quello che avete!

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2 Comments

  • Grazie davvero! Il “non ci sono proprio portata” nelle mie sere di autocritica è all’ordine del giorno! Poi sposo tutte e tre le pene: cibo, compiti e sonno (per fortuna almeno per quest’ultimo posso dire “è passata”!).

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