C’è davvero bisogno del reddito di cittadinanza?

C’è davvero bisogno del reddito di cittadinanza?

E cosa insegna il reddito di cittadinanza ai nostri figli?
Ad aiutare gli ultimi?
O che il fancazzismo è un valore?

Non so voi, ma io sono stata cresciuta da lavoratori, di quelli seri, integerrimi, di quelli che prima di stare casa un giorno in malattia, malati dovevano esserlo davvero, non certo per fare shopping il primo giorno dei saldi, di quelli che quando timbravano il cartellino poi non andavano a fare la spesa, di quelli che in momenti di difficoltà, tipo le recessioni degli anni 90, hanno accettato qualunque lavoro per crescerci e farci studiare.

E ancora grazie.

Di quelli che hanno trasmesso ai figli il valore del lavoro, il senso di appartenenza ad una società, il dovere di contribuire alla società stessa perché progredisca, di quelli che non avrebbero mai accettato nessuna forma di assistenzialismo se non fosse stato davvero davvero davvero necessario. Infatti mai chiesto e mai visto nulla nella vita.

Lavoro da che ero una ragazzina studentessa e lo faccio tuttora con 2 figli e mi sembra la sola cosa sensata, ma ognuno fa le sue scelte. Credo di non aver mai non lavorato negli ultimi 20 anni della mia vita, maternità a parte.

E mi dispiace, ma che i miei soldi vadano a chi è in salute e ha il culo sul divano, anche no.

Se fossimo la Norvegia e avessimo denaro per tutti, andrebbe benissimo regalarne a chiunque, ma visto che siamo l’Italia e soldi per tutti non ce ne sono, no, a noi il reddito di cittadinanza non sta bene.

Chi ha problemi di salute e non lavora ha una pensione che paghiamo volentieri, chi non ha soldi si cura grazie al nostro lavoro e va benissimo, chi non ha casa, ha il diritto di averne una popolare,
ma chi può rimboccarsi le maniche può e deve farlo.

Dare a chi ha la possibilità di darsi da fare 780 euro al mese è ingiusto.

Ingiusto per chi mai si è arreso.
Ingiusto per chi lotta ogni giorno.

Ingiusto per chi lavora, si fa il culo quadro, si alza alle 5 o torna col buio e guadagna meno. E sono tanti, tantissimi i lavoratori in queste condizioni, detentori di una dignità che chi tiene il culo sul divano mai avrà.
Ingiusto per chi lavora e viene tassato pure sull’aria che respira.
Ingiusto per i liberi professionisti e per gli imprenditori, piccoli e grandi, che non solo sono tassati in maniera indegna, ma devono anche scontare la colpa di cercare di fare impresa, come se colpa fosse davvero cercare di dare il contributo alla società in cui viviamo, dando anche, magari, lavoro a chi ne cerca.

Ingiusto perché in un Paese dove il nero è ovunque, molti dei nostri soldi andranno a chi non è che proprio non lavori, lavora eccome! Ma in nero.

Bene, lui avrà 2 stipendi, noi una beata mazza come al solito.

Ingiuste sono anche le pensioni di cittadinanza: se non hai mai lavorato, perché devi avere 780 euro al mese quando chi ha cresciuto figli sacrificando il tempo con loro per il lavoro e per il benessere di tutti, sacrificando spesso anche la propria salute e se stesso non prende di più?

Ingiusto perché trasmette ai nostri figli, i ragazzi che non trovano lavoro, un messaggio che suona tipo:

ma che cazzo mi sbatto a fare se tanto mi pagano lo stesso?!

Perché fare uno stage a 500 euro che se tengo il culo al caldo me ne danno 780?

Cosa dovremmo dire noi genitori ai nostri figli?
Che lo Stato non educa come facciamo noi, perché la pensiamo diversamente? Quindi se non è giusto per noi uccidere,magari per lo Stato sì?
Che chi ha scelto di stare a casa, come molte casalinghe, ha diritto di prendere quanto la mamma che esce ogni mattina alle 7?
Che chi non fa niente è premiato?
Che lavorare diventa una scelta?
Che non lavorare è premiato e lavorare cazziato?
Chi manterrà queste persone tra 10 anni? 20? 30?
Quando non ci saranno soldi da dare loro e loro saranno vecchi per fare qualunque cosa?
Chi pagherà per chi non lavora?
Sanità, istruzione, assistenza, trasporti, infrastrutture… Verranno pagati con le tasse di chi? Sempre di quei 4 stronzi per cui suona la sveglia al mattino?

Ma non sarebbe meglio incentivare l’assunzione di queste persone? Aiutarle a lavorare?
Incentivare le imprese ad assumere?
Detassare il lavoro?
Spingere le imprese a produrre di più e/o meglio?

Fare un cazzo di provvedimento lungimirante che vada davvero ad abolire la povertà?

Perché la povertà non la abolisci con la tessera dei punti da 780 euro, nemmeno fosse una gift card di Zara, la povertà la abolisci con istruzione, incentivi, dignità, progettualità, sostegno e politiche di inclusione vera.
Aiutando le mamme a lavorare, non pagandole perché stiano a casa, ad esempio.

E diciamo anche una cosa: reddito di cittadinanza. Come se teoricamente, e ripeto teoricamente, avesse diritto ad averlo la nostra Anna, cittadina italiana che al poniamo ora non lavorali, e non uno straniero che lavorato qui 20 anni, ora ha perso il lavoro, ma non è cittadino italiano. Però se lo diventa domani sì 780 euro a lui.

Il senso?

A parte non far insorgere i leghisti e avere l’appoggio dei “prima gli italiani”?

A questo punto perché non dare lo stipendio alle casalinghe?
Dandolo anche ovviamente a tutte noi che lavoriamo e facciamo le casalinghe tanto quanto chi fa “solo” quello.

Bene. A chi mandiamo l’IBAN?

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7 Comments

  • Grande! Non ho parole da aggiungere! Ti appoggio in pieno e hai tutto il mio sostegno…. questo mondo ormai è una giungla sempre e comunque, in ogni ambito, ovunque lo sguardo arrivi…. che tristezza….

  • Il tuo ragionamento di base non è errato, il fatto è che in ogni caso non saranno €780 per tutti gli aventi diritto, se “va bene” gliene arrivano forse la metà (spiritosaggine delle “spese morali” a parte).
    La realtà è che in Italia si premia chi frega meglio, da sempre, e per colpa di queste personcine per bene abbiamo avuto governi tecnici che da qualche parte i soldi li hanno dovuti tirare fuori.
    Oggi la situazione è aggravata dalla totale mancanza di buonsenso di chi ancora sta lodando il Governo (che scrivo con la maiuscola perché nonostante tutto è un’istituzione dello Stato) e dall’abbondante presenza di prosciutto sugli occhi di chi non si rende conto della valanga di m**** che ci capiterà tra capo e collo per colpa di queste politiche scriteriate!
    Ma se ci sono 10miliardi da spendere da qualche parte, metterli nella sanità, nella scuola, nel favorire i part time di chi ha 2 figli (a mio detrimento, visto che ne ho solo 1), nel tirare su un ponte crollato il 14/08 e ancora là che aspetta l’intervento divino, etc etc etc… non sarebbe meglio?

    Scusate lo sfogo, in genere mi tengo fuori da queste discussioni, ma si parla del futuro di mia figlia, e ho paura per come andrà a finire, se continua così…

  • Non sono pienamente d’accordo. Visto così il tuo ragionamento fila benissimo. Ma conosco persone che lavorano per 800€ al mese per 80 ore alla settimana senza essere assicurate… E devono farlo per campare la famiglia. Magari potrebbe essere un modo per spingere anche i datori di lavoro a pagare il giusto. Perché se mi danno 800€per stare a casa (ma spero che non siano solo soldi elargiti, che ci sia un piano di riqualificazione o di (re) inserimento lavorativo) allora forse il datore di lavoro per avere un dipendente dovrà dare la giusta paga per le giuste ore lavorative. Io personalmente sono stata 2 anni in disoccupazione (pagata quindi dallo stato) ho cercato un lavoro, tanto. ma nonostante sia qualificata e con esperienza non ho trovato niente. Ora ci siamo trasferiti all’estero. Nel giro di un mese ho trovato un lavoro ben pagato che mi consente di stare con la mia famiglia. E mi lascia tanto tempo libero. E in Italia non tornerei di certo per stare a casa con il reddito di cittadinanza. Il problema è creare posti di lavoro. Penso che in Italia si sia arrivati ad un paradosso “ringrazia che lavori, ringrazia che ti pagano”. I lavoratori sono al. Ribasso… Dobbiamo sottostare a condizioni e paghe vergognose perché “non c è altro”…. Ma io come. Lavoratrice ho una dignità e lo stage a 500€ al mese lo fa uno studente appena diplomato… Non un laureato e tantomeno un lavoratore con esperienza… Solo per campare!

  • Sono d’accordo quasi su tutto. Mi lascia un po’ perplessa il caso delle mamme casalinghe che, secondo te, per scelta hanno deciso di stare a casa. E se non fosse una scelta? Non hanno diritto ad un aiuto quelle mamme che messe di fronte ad orari di lavoro inconciliabili hanno scelto la famiglia?
    Nella maggior parte dei casi chi lavora si fa aiutare da nonni o baby sitter.
    La baby sitter e’ giustamente pagata, quindi anche la mamma che accudisce i suoi figli avrebbe forse diritto a veder riconosciuto il suo lavoro.
    Non apriamo neppure il discorso dei nonni che vengono sfruttati come baby sitter. Anche qui potremmo parlare di lavoro nero, dal momento che la tata viene regolarmente pagata.
    E non immagini la sfortuna di quelle mamme che non possono far conto sui nonni.
    Insomma credo che il lavoro di mamma e casalinga non debba venire svalutato un questo modo.

    • interessante discussione. Capisco che per molte mamme lavorare sia obiettivamente difficile ma non credo che la soluzione sia pagarle pet stare a casa. vorrei che quei soldi fossero destinati a asili nido, tate e detrazioni vere per i figli a carico. e anche che il part time fosse più diffuso, meno penalizzante e non necessariamente solo femminile…

  • Lavoro nei servizi sociali, ho iniziato due anni fa proprio grazie all’introduzione del sostegno all’inclusione attiva per le famiglie con minori e/o con disabili (una specie di carta acquisti ricaricata di una cifra calcolata in base al valore Isee e al numero dei componenti, ogni due mesi per un totale di 12 mesi). Dopo un anno dall’inclusione attiva, il Governo ha deciso di passare al Reddito di inclusione, al momento attivo in Italia e che piano piano è stato esteso a tutti tenendo sempre conto del l’isee dell’intero nucleo familiare ( i soldi vengono ricaricati sempre su una carta acquisti per un totale di 18 mesi). Non è facile rientrare nel Reddito di inclusione, devi essere fondamentalmente indigente. Ma non è di questo che voglio parlare, perché come dici te c’è chi alla fine ci rientra perché lavora in nero e chi è abituato a vivere di espedienti, ecc. Quello che volevo invece dire è che legati al Reddito di inclusione, sono stati dati ai Comuni fondi europei e nazionali per creare dei percorsi obbligatori di inserimento sociale e lavorativo per chi prende il Reddito di inclusione. Ogni comune deve riuscire ad attivare dei percorsi e molti comuni non lo fanno….e i soldi rimangono lì fermi e la gente prende la ricarica della tessera senza poter avere opportunità per uscire dalla situazione in cui si trova o “approfittandone” come dici te. Noi qualcosa abbiamo fatto, a mio avviso ancora troppo poco, ma se mai si inizia mai si arriverà da nessuna parte. Quindi abbiamo attivato un corso di formazione per le donne per prendere un attestato come assistente domiciliare, spendibile sul territorio perché legato a un altro bando che cercava assistenti domiciliari, ma soprattutto abbiamo attivato per i minori corsi di sport totalmente gratuiti ed educative domiciliari per dare sostegno alle famiglie con bambini disabili e/o problematici o comunque che vivono ai margini della società in condizioni di povertà estrema…percorsi di prevenzione per la salute e ancora stiamo lavorando per creare rete con i centri orientamento lavoro e i centri per l’impiego per trovare dei veri inserimenti lavorativi….abbiamo anche bloccato alcune carte a chi non si presentava ai colloqui con il centro orientamento al lavoro o con il centro per l’impiego. La strada è molto lunga e sono già due anni che si lavora sul territorio, anche prevedendo che il Reddito di inclusione,che è una cifra molto bassa da un minimo di 187 euro per una sola persona a un massimo di circa 500 per famiglie con cinque o più persone, diventi un giorno Reddito di cittadinanza. Ci sono mamme sole con figli che all’improvviso per malattia o morte del proprio compagno si trovano “per strada” e che non hanno reti familiari di sostegno, ci sono persone adulte sole invalidi civili che devono vivere con 280 euro al mese (questa è la cifra che lo stato offre a chi è invalido)….per avere l’indennità di accompagnamento (500 euro) devi essere non autosufficiente….e le liste per le case popolari sono infinite…insomma anche io provo rabbia quando capisco che ho di fronte persone che non vogliono lavorare o che lavorano in nero, ma non possiamo penalizzare chi si trova in situazioni di difficoltà e ha voglia di uscirne. Affinché il Reddito di inclusione che c’è oggi e il futuro Reddito di cittadinanza siano veramente validi bisogna lavorare sul territorio, creare dei veri percorsi di inserimento lavorativo, sistemi di controllo in grado di combattere il lavoro in nero, ecc….ma la soluzione non può essere eliminare gli ammortizzatori sociali….un’ultima cosa…i soldi che vengono caricati sulle tessere sono vincolati, li puoi usare solo per pagare le bollette, fare la spesa nei supermercati,comprare farmaci nelle farmacie convenzionate. Solo da questo gennaio metà della cifra erogata può essere prelevata in contanti e questo è stato fatto per facilitare chi vive in paesi molto piccoli e fa la spesa ai piccoli alimentari. Purtroppo ci sarà sempre quello che ne approfitterà, ma non si può fare di tutta un’erba un fascio…

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