A tavola! Ho detto a tavolaaaa!

Noi siamo Mamme Mostro, si sa. Niente di nuovo.
Eppure a volte
l’intento ce l’abbiamo eh. Prendete l’alimentazione. Chi di noi tre non
era partita coi migliori intenti? Cioè, che fosse svezzamento classico,
autosvezzamento o metodi alternatvi, avevamo tutte un principio: cibi
sani, niente schifezze, ogni cosa a suo tempo, bla bla bla.

Perché
poi il pasto dovrebbe essere un momento sereno, conviviale, rilassato,
il momento clou della giornata. Suvvia, lo sappiamo tutti.
Mio figlio non mangerà cioccolata fino ai cinque anni.

Peccato che impari a prendersela da sola molto, ma molto prima. (pure a rubarla, se necessario)
Mio figlio non mangerà mai davanti alla tivù.
Peccato che ti pianti una bizza tremenda perché alla stessa ora del tg c’è pure Peppa Pig, e tu vuoi mangiare in pace, vero?
Mio figlio mangerà solo cose bio.
Peccato
che costino un botto e tu non abbia tempo di andare al mercato, e
quando fai la spesa alle 19 di sera ci sono rimaste solo le mele bacate.

PREPARARSI ALLO SCONTRO

A
casa Morna, per esempio, si arriva a stanchi a casa la sera, grandi e
piccini (sarà per questo che le famiglie del Mulino Bianco sono sempre
riprese al mattino??). Poi (ore 18), si apre il frigo e “bene, devo
imbastire una cena con ricotta di 3 giorni, una melanzana acciaccata
e… basta.. Per fortuna ho i sofficini in freezer. Si imbastisce la
cena alla meno peggio, e poi… c’è da mangiare.
Tovaglie con la
trina? Fiori in tavola? No, qui manco si apparecchia: la tovaglia
durerebbe pulita il tempo di sedersi a tavola. Il nano piccolo ama
appendercisi tirandosi addosso tutto quello che c’è su, zuppe bollenti
comprese (quando si mangia sano). La tovaglia qualcuno deve lavarla e
stirarla e diciamo che non è la specialità della Mamma Mostro. Quindi…
viva le tovagliette americane! Anche in casa Anya si usano eh, ma senza
un motivo particolare. La P1 ha le sue stoviglie di plastica, ché lei è
più delicata di un ippopotamo e ogni 3-minuti-3 – con somma gioia del
padre perfezionista – vola tutto per terra. E nemmeno a farlo apposta… anche in casa Klarissa tovaglietta rulez!


REGOLE A CHI?

Una
volta a tavola, A1, pigro e svogliato tanto da far passare la fame pure
a sua madre, che mangia patate fritte e croissant anche con la
gastrointestinale, se ne sta lì, con la bocca aperta ed il braccio a
ciondoloni a guardare nel vuoto. Perché in casa Morna, tivù, giochetti e
canzoncine sono banditi, unica regola della cena perfetta realmente
messa in pratica. Tutto il resto, è un gran casino. Del tipo: “mangia!
ho detto mangiaaaaAAAAA!” “se non mangi non vedrai la tv per 15 anni”
“se non mangi ti mando in collegio” (sì, fa molto anni ’70, ci piace il
vintage) e via di seguito, ma con un quattrenne esasperante, si fa, non
si può non fare.
E a volte tocca pure imboccarlo (orrrrrrore!!!).
Filosofia
diversa in casa Klarissa (perché si sa, anche le Mamme Mostro hanno
diverse sfumature). Qui non si sa bene come costringere L. a restare a
tavola: se ha fame ci sta e
mangia, se non ha fame si prende qualcosa dal piatto e se ne va a
giocare o a guardare i cartoni. Costringerlo a mangiare, in questi casi,
risulterebbe inutile: se non vuole mangiare, non mangerà, salvo che tu
offra del kinder; è sano, in salute, non è sottopeso, perché forzarlo?
In fondo le nonne dicevano: se non mangia, o ha mangiato o mangerà, e in
casa Klarissa ci credono anche 50 anni dopo, perché non vogliono che il
cibo diventi un problema: il cibo è essenziale,
una coretta alimentazione è necessaria, come prima prevenzione, e
Klarissa è la prima a crederci. Il cibo non deve diventare una
costrizione, una punizione, un ricatto, per questo, spesso, non dà peso,
asseconda, sapendo perfettamente che al
posto delle patatine fritte sarebbero meglio delle patate lesse, ma,
su… ha 3 anni!
In casa Anya, invece, le regole solo piuttosto
rigide. Si mangia quello che piace (nei limiti del decente, niente
schifezze, ma se il broccolo non piace, inutile anche solo proporlo…),
ma non si sbocconcella tra un pasto e l’altro, non ci si alza da tavola
altrimenti la cena è finita, non si gioca col cibo, non si guarda la
tivù, non si chiede una cosa e poi la si lascia. Altro che collegio. Per
riuscire meglio nell’applicazione delle regole, sono bandite (o quasi, o
nascoste) le schifezze, è vietato sbocconcellare anche ai grandi (o
almeno, bisogna farlo molto di nascosto), non c’è la tivù in cucina e i
giochi non possono entrare in cucina, questo nemmeno all’inizio dello
svezzamento.


QUALCOSA DI POSITIVO C’E’ 

A2 DEVE
mangiare da solo. A un anno. Cucchiaio o forchetta e via. Cosa poi
arrivi nella sua bocca non è dato sapere. Per lui, poi, l’erba del
vicino è sempre più verde. Non importa che nel suo piatto ci siano
esattamente le cose che ci sono nei piatti degli altri commensali. Lui
vuole i bocconi altrui. Con quelli nel suo piatto non c’è verso, quindi
bisogna prenderli, metterli nel proprio e ridarglieli, rigorosamente
sulla sua forchetta. Allora va bene.
A1, invece, bilancia la sua
svogliatezza con un’abitudine molto buona: mangia di tutto. Ma tutto
tutto. Dai cavolfiori agli spinaci alle
zucchine lesse, tutto ciò per cui un infante inorridisce, lui lo mangia
senza storie (per i primi 3 minuti a tavola, poi parte la solfa di cui
sopra). Morna ha la fissa del grasso negli affettati, ne toglie
anche la più lontana ombra. Lui se ne frega, e dice “lascia! a ma
piace il grasso!” esclamando pure “è grasso?? gnammmm” e giù, in un
boccone,
davanti allo sguardo esterrefatto della madre. Il fratello, seppur
cresciuto con le stesse abitudini, è più volubile. Un giorno divora una
quantità industriale di un cibo, che ti chiedi come
faccia a starci in un pancino tanto piccolo, la volta dopo la stessa
identica cosa la schifa e non la vuol nemmeno vedere nel piatto, che sa
lanciare con rabbia in mezzo alla cucina pronto per l’oro nel
giavellotto.
La P1 era una piccola divoratrice. Mangiava vagonate
di passati di verdura, cinque yogurt al giorno, pasta, pane, pizza,
pesce, carne, ostriche e ci provava pure con lo champagne. Una volta, in
un ristorante di Londra, il padre ha dovuto cederle le sue cozze e
mangiarsi i suoi urendi spaghetti scotti al ketchup. Mangiava, appunto.
Ora è tutto un “pas ça”, “pas piasce”, mangerebbe solo pasta, pane e
pizza, verdure crude ma solo quando lo dice lei (cioè quando la mamma le
sta tagliando per prepararle, nel piatto assumono tutto un altro
aspetto che noi adulti non possiamo capire) e, ovviamente, PORCAI. Però
mangia tanto e rispetta le regole di cui sopra, quindi non ci si può
lamentare.
La P2… beh, la P2 ha iniziato da pochi giorni ed è
ancora nella fase “che cazz è ‘sta roba ora te la sputo e poi rido
anche, ma poi c’ho fame quindi me la magno”.
Il buono di L., invece, è che mangia schifezze, e tante, ma anche tanta frutta e adora lo yogurt. Lo porti da McDonald’s fingendo che vuoi fare contento lui mai in realtà hai una voglia che ti uccide di CrispyMcBacon? Lui prende l’Happy Meal e… mangia solo la frutta! e poi, proprio se è di buona, assaggia la carne e due patate. 
Non vuole cenare? Ti chiede una mela. E la mangia così, a morsi. E magari ne vuole anche un’altra. 
Stai cucinando il mondo? Lui nel frattempo si è mangiato una vasca di lattuga. Scondita.
In fondo, tra una Fonzies e l’altra, almeno mangia frutta e verdura a volontà. E yogurt, anche due di fila, quando è di luna.


EPPURE AVEVAMO BUONE INTENZIONI, DAVVERO

In
casa Klarissa l’educazione alimentare era partita con delle ottime
premesse: dopo attenti studi, si era scelto un semi-auto-svezzamento
piuttosto ben riuscito, con L. sempre curioso ed interessato al nuovo,
in
ogni campo, cibo compreso. L’organizzazione era perfetta, il menù
settimanale prevedeva un’alternanza di cereali di tipi diversi e di
fonti proteiche diverse, tanta frutta e tanta verdura, si cercava di
seguire le combinazioni di alimenti consigliate per una migliore
assimilazione di vitamine, calcio, ferro, sali, niente cibo fuori pasto,
pochi dolci… e… e poi è cominciata la disfatta.
Da quando L. ha imparato a servirsi da sé (riuscire ad aprire il frigorifero, ad
esempio, è stata una conquista galvanizzante per lui), è stata la fine
dell’applicazione dei sani principi alimentari.
Klarissa cucinava
polpettine al forno di patate e lenticchie, combinazione perfetta di
cereali e legumi e, mentre si accertava che fossero cotte, il nano
accanto controllava la cottura, mangiando un kinder.
Ma dove diavolo l’hai preso?
Lì mamma, nel figor
Lei esaminava le confezioni di pasta per cercare quella a base di kamut,
ché il grano l’aveva mangiato ieri… e lui le consegnava il contenitore
(vuoto) di un budino alla vaniglia.
In casa Morna, invece, lo
svezzamento è stato tradizionale e, pian piano, quando A1 e A2 hanno
mostrato interesse, via a tutto il resto. L’autosvezzamento non fa per
loro.Primo, da loro NON si mangia sano né leggero. Si mangia fritto, si
mangia condito, si mangia bene, accidenti, ma non adatto a nani sotto
l’anno.
Secondo, per fare autosvezzamento, ci vuole tempo. Che ha sempre scarseggiato in casa Morna.
E ci vuole tetta, che ha sempre scarseggiato pure quella.
Perché
dillo tu al nido, babysitter, nonni che deve mangiare solo quello che
vuole purché, ovvio, sano-scondito-senzasale-biologico-adattoadunnano
(che vuol dire costringere le suddette persone a mangiare così). E poi
via di tetta, sempre, comunque, dovunque. Ma se dai LA da mò, a che pro?
In più ci vuole un nano interessato al cibo, che se avesse ascoltato A1 a 4 anni sarebbe ancora al latte esclusivo.
Quindi, sulle Alpi si è andati volentieri di papponi, che “ma tu te li mangeresti?!”. “No, ma checcentra?? nemmeno
mi alimenterei di solo latte per 6 mesi”. Che poi “ognuno ha i suoi
gusti se ti schifa il fegato devi cucinarlo lo stesso perché a lui
magari piace”, ma poi se si tratta di pappe quelle no, quelle fanno
schifo e basta.
Però A1 e A2 le hanno sempre mangiate volentieri, e
così mangiavano verdure, proteine, carboidrati nelle giuste
proporzioni, cibi sani insomma, a differenza della mamma, e tutti erano
felici.
Che anche oggi il loro pappone, che oramai si chiama passato, se lo mangiano sempre volentieri.
In
casa Anya le cose sono una via di mezzo. Per la P1 tetta
esclusiva fino a 5 mesi, a sei è iniziato lo svezzamento
seguendo le linee della pediatra italiana in terra francese: pappone sì,
ma buono. Quindi via subito a tutte le verdure, un po’ di sale,
prezzemolo, basilico e erbette varie. Per un anno si è fatta delle
mangiate esagerate che il suo intestino ringrazierà per i prossimi
vent’anni almeno (un po’ meno contenta la mamma al cambio pannolino). Ma
da subito ha anche iniziato a mangiare tutto il resto. Un po’ di
cacciucco a 7 mesi, qualsiasi tipo di cereale, latticino, frutto. Roba
sana, fatta provare, e gradita.
Un lontano ricordo, date le
limitazioni odierne. Eppure in casa Anya tutti mangiano sano, si cucina
leggero, la verdura non manca mai, il pesce nemmeno, allora da chi
prendono le abitudini alimentari, questi bambini, se A1 di Morna mangia i
broccoli sconditi mentre sua mamma si sbafa la bagna cauda e la P1 di
Anya cena a pane e olio mentre sua mamma condisce una super insalatona?
Non è dato saperlo e resterà per sempre uno dei grandi misteri.


NON CRUCCIATEVI

Ok,
noi Mamme Mostro forse non siamo l’esempio migliore. Ma come vedete, ci
abbiamo provato. Continuiamo a farlo ma non esiste una regola, esiste
il buon senso, quello sì, ma poi ogni bimbo ha la sua personalità, i
suoi gusti, le sue abitudini e le sue FASI.

E soprattutto, un pasto sano al giorno lo garantisce la scuola.
Questo post partecipa al blogstorming
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13 Comments

  • ragazze io vi adoroooo!
    Con la mia G ho fatto svezzamento classico, le ho sempre proposto cibi sani ed equilibrati e fino ai due anni ha sempre mangiato di tutto! Ora che ne ha 3 non tocca più frutta se non omogenizzata..oppure mi dice che lei la mangia, si ma quella nelle caramelle! con la verdura andiamo a fasi alterne, un giorno ti mangia un piatto di piselli il giorno dopo è capace dire che non le piacciono! ma sempre e comunque cotta la verdura cruda non le piace!però tedenzialmente mangia poche schifezze! Invece col secondo nano, che la prossima settimana fa un anno, sono stata un pò meno rigida…nel senso con G avevo seguto alla lettera lo svezzamento della pediatra, aggiungendo una cosa per volta e al giusto momento; con L invece andiamo un pò a casaccio ma a lui paice mangiare e non rifuta nulla..vedremo se cambierà come la sorella 🙂
    (anto)

  • Ecco. Io qui…sono mamma mostro.
    Simil autosvezzamento, nel senso che mi sono rifiutata di fargli le pappine. Se il pensiero fa schifo a me…faceva schifo anche al sangue del mio sangue.
    Altrimenti lo diseredavo.
    Passati i primi…boh due mesi…ha praticamente mangiato quello che mangiamo noi, che sia pasta con pomodoro, al pesto, gnocchi al ragù. Dalla mia ho che sono a casa in doppia maternità e che mi piace cucinare, per cui anche quando non c'ho voglia…c'ho la riserva in congelatore. E quando c'ho ancora meno voglia (o riserve esaurite) si tirano fuori i cibi d'emergenza.
    Che non sono i sofficini solo perchè non mi piacciono.
    Ma ci sono le cotolette, i 4 salti in padella, gnocchi di albicocca e cose simili!
    diciamo che in linea generale mi sforzo di non dargli schifezze, oh ma se capita capita.
    E così a quasi 11 mesi mio figlio al momento è un buco nero. Mangia dal passato di verdura alle aringhe affumicate, passando per il pollo arrosto e le olive…
    Per ora riesco ad evitare tranquillamente che mangi certe cose, ma è facile, NON cammina 🙂 In compenso non posso mangiare un biscotto senza che lui pretenda la sua parte

  • …e almeno un pasto SANO al giorno lo garantisce l'asilo è il mio motto ormai da un pò. Poco importa se per cena, da svariati mesi ormai, si mangia solo pasta in bianco rigorosamente senza olio nè parmigiano…perchè a noi non piace sporcarci le mani!

  • …perdere mezz'ora buona a cucinare un mini-arrosto morto di coniglio e poi lui si mangia contento i bastoncini di surimi :@ Ma almeno prima si è pappato un piattone di minestra di verdure.

  • ecco, elena, equilibrio…lui mangia qualcosa di sano, tu l'accontenti con una porcheria…sono dell'idea che, finchè va così, si possa sopravvivere, su!
    d'altronde, non siamo wonderwoman (anche se era una gran gnocca e no è che mi dispiacerebbe…), si fa quel che si può!

  • Anto: sarà davvero interessante capire come evolverà il piccolo. Per la grande…che devo dirti? siamo un po' tutte sulla stessa barca, vedo!

    Damia, il tuo racconto mi ricorda mio figlio…speriamo che, una volta imparato a servirsi da sè, sia più contenibile di quanto lo sia il mio nano ora!!!!

  • Ragazze vi confesserò che io sono una talebana dell'alimentazione!!
    E siccome leggendo il vostro post me ne sono resa conto, dopo mi sono sentita autorizzata a comprare un po' di porcherie (stamattina ne ho fatta una bella scorta per i giorni bui)
    elenita

  • Con la piccolina ho seguito un auto svezzamento da manuale fino a che… non sono rientrata al lavoro! Poi il delirio e, anche x lei, come x il fratello maggiore, vale la regola: tanto all'asilo mangia bene!

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