Perchè il week end, si sa, ci si rilassa

Sabato 17 novembre.

Sveglia in un albergo di Fiumicino.
Sola. 

Apro la finestra e respiro l’odore del mare, che è là, al di là della strada..guardo l’orologio e realizzo che tra poco rivedrò il mio bambino che mi è mancato che-solo-Dio-sa-quanto!
E mio marito!

Tutto questo, rende la sveglia all’alba meno pesante. 
Forza, che si torna a casa!

Mi lavo, mi vesto, mi pettino, mi trucco…sono  pronta!
Prendo  i bag…azz! 
Ma che c’ho messo in ‘sto sarcofago? 
Un paio di egizi? La stele di Rosetta? Pure Tutankamon?
Ma sì, ma non importa! La gioia di tornare a casa rende la sveglia all’alba meno pesante, persino il sarcof…ehm…la valigia è meno pesante.
Tè! Pare ‘na piuma!
No, eh…vabbè, dai…nessun problema, la Wonder Woman che è in me (quale?! ma dove?! dici all’ottantenne che alberga in te?!) solleva la Delsey e scende a fare colazione.

E poi si va.

Mi danno uno strappo in auto all’aeroporto di Fiumicino. 
Aereo?
No.
Leonardo Express.
Cos’è?
Un simpatico trenino, che percorre qualche chilometro ala modica cifra di Euro 14.
Milano-Roma col Frecciarossa in offerta costa 19 euro.
Non so se mi spiego.

Salgo sul simpatico (te possino!) trenino e scendo a Roma Termini.

Riuscite a vederla? 
Chi? 
Come chi? 
Quella matta che corre trascinando un sarcofago più grande di lei per la stazione chiedendo dove si va per cambiare il biglietto del Frecciarossa per Milano.
E’ che…ebbene sì, sono in anticipo di un’ora e mezza….tanta era la voglia di tornare…chissa’ se mi cambiano la prenotazione e se riesco a partire un’ora prima?
Ah, in biglietteria c’è troppa fila, eh? E perderei il treno, certo, ha ragione. Ah, ma c’è un’agenzia proprio lì, che “te cambia er bijetto pe’ttre euri”. 
Adoro i romani.
Ok, amico, m’hai convinto.

3 Euro dopo.

Dal Frecciarossa Roma-Milano

Io, uno zaino e un sarcofago, corriamo verso il binario da cui sta partendo il Frecciarossa per l’agognata meta. 
Io salgo al volo.

Poi guardo il cielo invocando la protezione divina, e carico il sarcofago ripieno di Faraone mummificato. 
Ricaccio indietro un’ernia e rimetto al loro posto un paio di santi che sono stati scomodati per l’occasione e mi accomodo.

Tre ore e qualche cosa dopo.
Stazione Centrale di Milano.

Aaaah! Eccomi qui! Che bella la Stazione Centrale!
Scendo dal treno, guardo l’ora. Ho fretta.
Sì, perchè Brontorunner si è iscritto alla Maratona di Torino.
Eh sì, dopo una settimana di merd…ehm…difficile fuori casa e da sola, mi tocca anche correre subito a Torino. 
Certo. 
E la maratona è domani. 
Eh sì, si parte tra poco.

Ok, respira, ce la puoi fare. Ora trovi un taxi al volo e ti fai portare a casa.

Corro verso i taxi, fermandomi alla Feltrinelli e comprando un puzzle per L. in 30 secondi netti, perchè…avete mai provato ad assentarvi per qualche giorno e tornare a mani vuote da un nano?
nooo? ecco perchè mi state leggendo!
Bravi, non fatelo!
MAI!

Io, un puzzle, uno zaino, un sarcofago alla fermata del taxi.

Poco dopo.
Zona indefinita di Milano, sotto casa.

Siamo sempre io, un puzzle, uno zaino, un sarcofago.
Ma un amico si è unito alla festa: un sorriso da ebete stampato in faccia.
Solo che, l’amico sorriso si allontana non appena realizza che la combriccola io-zaino-puzzle-sarcofago deve salire una rampa di scale fino all’ascensore.

L’amico sorriso viene prontamente sostituito da un dolore atroce alla zona lombare. 
Perchè da mia madre non potevo prendere la tendenza ad un peso inferiore ai 50kg?
No, ho preso la colonna vertebrale.
Con le stesse due vertebre schiacciate.
Grazie ma’!

Si apre la porta di casa. 
Seguono manifestazioni di giubilo sfrenato.

Sono felice persino di vedere il gatto, sì, 
quello che lascia gomitoli di pelo in ogni dove.

Gatto Grasso

Quello di cui trovi peli persino sui vestiti quando sei all’altro capo del mondo.

Sì, lui.

Quello grasso che non salta nemmeno più per prendere un croccantino, ma aspetta che la forza di gravità abbia la meglio.

10 minuti dopo, una mutanda ed un paio di calzini miei inifilati nella valigia preparata dal marito senza tenere conto della moglie, si parte alla volta di Torino.

Un’ora e mezzo dopo.
Torino.
In un albergo del centro.

Torino

Un freddo che pare di esserci sulle Alpi, non di vederle da giù.

Io col cappottino con cui avevo caldo a Roma.
Escursione termica di 15°.
Ma il mio abbigliamento è identico.
Rischio il congelamento, ma pazienza.
Ma che m’importa? Sono con marito e figlio. Chi sta meglio di me?

Ma che albergo, però…Bronto, con quello che spendiamo! E questo scarico del bagno, con quello che costa la camera, porco cane, funziona male. Pare precario…

Dai andiamo a prendere l’occorrente per la gara.
Andiamo.

20 minuti dopo, passati a camminare al gelo per Torino. Durante il percorso, le varie, petulanti e ripetute uscite del nano sono del seguente tenore:
Mammaaaaaa! Quando arriviamo?
Quattommanca?
Mi pendi ibbraccio?
Mamma guadda! I Gormiti! Me li compri?
Mamma guadda! Le figurine! Me le compri?
Mamma guadda! il cioccolato! Me lo compri?
Mamma guadda!
Figlio, guadda,  ogni cosa che tu mi chiedi oggi, sarà una cosa in meno che ti porterà Babbo Natale. Perchè lo sai, vero, che Lui, Babbo Natale, ti sta guardando? Sì, lui ti vede. Sempre.

ah.

Ressa, ritiro mercanzia. Incontri con amici e colleghi di maratona. Stanchezza, profonda stanchezza. Parli con queste persone e hai un solo chiodo fisso in testa: un letto, datemi un letto. Anche qui. Sì in Piazza. Ma anche sulla Mole o nel Po’ o davanti al Caffè San Carlo, me ne sbatto. Datemi un letto, pietà!

E ora vai col percorso inverso.
Sempre al gelo.
Con 2 Gormiti in più.
Perchè stia zitto.
E invece no, il passo è ancora intervallato da “Mammaaaaaaa!”.

Tesoro, mamma è morta.
Congelata. Di stanchezza. 
Chiedi a Babbo Natale, provvederà lui a te.

Rientro in albergo. 
Doccia e cambio.
Su, dai, che domani devo alzarmi presto, veloci, che ho 42 km e 195m da fare a piedi domani!

Tu sei matto. Io vorrei solo 12 ore di sonno.
Beh, se devo proprio sognare, allora ne chiedo 24 di sonno ininterroto e ristoratore.
Tu passale correndo se vuoi, a me non importa.
Corrine 154 di chilometri.
Me-ne-fotto.

Ok, andiamo a cena, però…a me ‘sto bagno non convince…che dici? sembra precario…
Dai, su, chissenefrega, domattina sloggiamo! Ora andiamooooo!
Ok!

Seguono peregrinazione per 56 ristoranti:
Io vojo a pizza!
Io devo fare scorta di carboidrati per la gara!

Io me ne sbatto, basta che mangiamo e andiamo a dormire che tra poco svengo dalla stanchezza!

Cena, rientro, io non mi addormento, no, io SVENGO, stramazzo, sfinita.

Ore 8.30 (!!) 
E’ illegale svegliarmi alla domenica mattina alle 8 e 30. C’è anche premeditazione. E futili motivi, perchè sarà mica serio vegliarmi perchè devi andare a correre? 
Dai Kla, sii seria, io vado, albergo saldato, fate colazione, portate giù i bagagli e aspettatemi all’arrivo, ok? dormite ancora un po’…ci vediam…

papàààààààà! ibbbocccalllupoooooooo!

No, non si dorme ancora un po’.

Papi, arriviamo subitooooooooooo! Dai mammina, addiamo collui!

Vai, Bronto, ci vediamo all’arrivo, in bocca al lupo!

Sveglia, fa i bagagli, vesti te e figlio, va a fare colazione.

Dai nano, torniamo su, prendiamo i bagagli e raggiungiamo papà.
Ok, mamma.

Ci siamo? Andiamo? Hai preso Winnie? Hai preso la cassetta degli attrezzi di Manny?
Tì. Ho tutto.
Ok, andiamo.
Mamma, peò…mi scappa la pipì.
Ettepareva! Dai, falla.
Fattoooo! Tiri l’acqua?
Ok! Ecco qui, fatttttttt……..ommmmmmmmmmerdaaaaaaa!

La vaschetta dello scarico ha ceduto. 
E pende da un lato.
Ed esce acqua, acqua, acqua…e io non so che fare. E i bagagli, quest’acqua zozza arriverà ai bagagli…e a mio figlio!
L, fuori di qui!
Ma no, mamma, io ho gli attrezzi, guadda!

E fa partire la musica dalla cassetta degli attrezzi di Manny.
Avete presente? “Tutti insieme! Andiamo dai! Tutti insieme! Come on Let’s go!”.

E io sono abbracciata alla vaschetta del water, perchè se la tengo in equilibrio non esce molta acqua.
E ho paura a lasciarla andare.

Forza attrezzi, aggiuttiamo!
L. ti prego, esci dalla porta e urla! Chiama la reception!
Cosa devo dire?
Niente, esci, e urla, forte: aiutooooooooo!

ok, mamma. Aiutoooooooooo!

Non qui, fuoriii! Nano, esci di qui, che mollo la cassetta e quel che succede succede.
Mamma, ma ti aiuto io, ho gli attrezzi di Manny.
E riparte: “Tutti insieme! Andiamo dai! Tutti insieme! Come on Let’s go!”.

Ok, basta. Tesoro, ti prego, esci o un’onda di acqua di scarico del wc ti seppellirà. E affogherai. Chiaro?
Tì mamma, esco.
Bravo.

“Tutti insieme! Andiamo dai! Tutti insieme! Come on Let’s go!”

Che faccio adesso? Esce acqua ovunque. Io mollo tutto.
Nano sei fuori? 
Non risponde. 
Buon segno. 

Lascio.

Acqua ovunque. 
Acqua che esce a fiumi e non smette.
Mi catapulto sui bagagli e li porto fuori alla velocità della luce.
Salvi.
Mi butto giù dalle scale e avvisto nano, ormai vicino al piano terra che urla le seguenti  parole: 

“Amiciiiiiiiii”! Amici della rescepscioooooooooon! Abbiamo un pobbblemaaaaa!”.

Lo dribblo, mi presento al bancone della reception e spiego.
Non fanno una piega e danno ordine di chiudere l’acqua. E chiamano il manutentore.

Sfinita, risalgo con nano, prendo i bagagli e finalmente lascio l’albergo.

Esco al gelo, raggiungo la folla festante che attende l’arrivo dei maratoneti.

Mio figlio vede una libreria e mi chiede di entrare a comprare un libro.
Decido che anch’io ho urgente bisogno di un libro nuovo, è sempre bello comprarsi un libro nuovo, e le librerie, per me, sono un antistress portentoso, altro che yoga o pilates. 
10 euro e trovo il chakra. 
15 e visualizzo.

Brontorunner

Ve lo devo raccontare il quarto d’ora in libreria?
Anche no, vero?
E la folla? 
l’arrivo? 
la caccia al tesoro per ritrovare il coniuge? 

Monk aspetta Brontorunner al traguardo

Quando Brontorunner ha tagliato il traguardo, 
appena preceduto da un tizio vestito da Spiderman 
che ha totalmente reso la sua impresa inesistente 
agli occhi di mio figlio, inebetito per 20 minuti dallo 
Spiderman maratoneta, 

ho pensato…
nell’ordine:

Monk addenta la medaglia

a) che Brontorunner ha corso 42km e 195m. 
E che non è la prima volta.

b) che qualcosa di anormale in queste imprese c’è;

c) che però nemmeno io son tanto normale…

e che il mio week end…

beh, non avrò corso la maratona, ma mi sa che mi sento peggio che se l’avessi corsa.

Per fortuna, domani mi siedo alla mia scrivania.

Written By
More from Chiara

Il giorno del giudizio

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinemail Le donne sono meravigliose. E le mamme!  Le mamme sono...
Read More

16 Comments

Rispondi a Mary80s Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.