Fenomenologia della mamma: la Mamma Expat

La mamma expat è una privilegiata. In genere vive in una città fighissima, non paga l’affitto e passa tutto il giorno a fare shopping. Ovviamente, qualcuno si occupa dei suoi figli e qualcun altro della sua casa.

Ovviamente. 

La mamma expat è quella sfigata che, prima di avere figli, ha deciso che sarebbe espatriata. L’ha fatto per studiare, per lavorare, ma più spesso per permettere di studiare o lavorare al marito, abbandonando ogni aspirazione, carriera, legame affettivo, briciolo di vita. 

La mamma expat si ritrova improvvisamente catapultata in un mondo completamente diverso dal suo. Figo abitare a Parigi, ma a volte la mamma expat finisce a Dubai, e ha dovuto sposarsi col padre di suo figlio per poter vivere con lui. Oppure finisce a Pechino, dove la mattina decide se far indossare la mascherina rosa o quella arancione alla sua bambina. Oppure sta in Congo, e non esce di casa. 

La mamma expat a volte arriva nel nuovo paese già mamma, ma più spesso approfitta del cambiamento per mettere al mondo figli. In genere molti. In genere ravvicinati. Perché la mamma expat ha dei super poteri. E pochi rompicoglioni intorno. 

Quando partorisce, se è fortunata ha le sue tre amiche del cuore che vanno a trovarla, magari la mamma. Spesso neppure quella (vero). 

Quando ha il babyblues, nessuno le romperà i coglioni. Ma non avrà nemmeno nessuno con cui parlare. 
Quando il neonato piange apparentemente per fame, va al consultorio, non capisce una sega, l’additano come un’italiana cagacazzo e torna a casa in lacrime, decisa a rientrare in patria. 
Quando piove lei esce lo stesso, perché non ha nessuno che va a trovarla a casa, e perché le giornate possono essere molto lunghe, quando sei sola. 

La mamma expat ha le borse Louis Vuitton. Ma non ha la mamma che l’aiuta. Nemmeno quella suocera che tanto ci sta sui maroni. Il marito expat, in genere, fa orari sovraumani e spesso non rientra nemmeno a dormire. Non ha nessuno che le consiglia una babysitter veramente fidata, una scuola migliore di un’altra, come si chiama il prodotto per le ragadi. Nessuno. 

Allora la mamma expat trova altre mamme expat. Amiche per caso, ma per la vita. Che non le dicono “che culo che abiti all’estero e non in questo paese di merda se potessi me ne andrei anch’io ma sai non voglio lasciare il mio lavoro e poi chi mi guarderebbe i bambini e con la casa come faccio”. 

Le mamme expat non si deludono mai: si aiutano veramente, se possono. Ognuna coi suoi casini, sanno sempre che possono contare l’una sull’altra. 
E forse è proprio questa la cosa più bella dell’essere una mamma expat. 
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44 Comments

  • mentre leggevo le prime due righe ho pensato qs volta nn ci sta azzeccando, qs volta le sue meravigliose descrizioni non hanno fatto centro. Invece continuo e …ebbene si anche qs volta è tutto vero o quasi.
    F.to mamma expat di un paese nn figo "kuwait city" che però non ha la borsa luis vuitton, che non ha avuto nemmeno mezza visita, cè amiche, ne mamme ma che ha trovato altre mamme expat che come dici tu nn deludono mai…
    Mimma

  • Penso nn sia facile essere una mamma expat e dover contare solo su se stesse. Per fortuna che trovano altre expat con cui trovarsi o cmq auguro a ognuna di loro di trovare delle buone amiche in loco. Un'amica sia che sei expat o che vivi a casa tua nella vita è essenziale.

  • Presente.
    Ma mi hai spiata?? 😀
    Esatto, mamma non e' ancora venuta, e piccina ha 5 mesi. Suocera presente. Marito subissato di lavoro. Niente louis vuitton. Proprio tutto vero quel che dici.

  • A breve diventerò una mamma expat, ma non di quelle che passano tutto il giorno a fare shopping, visto che espatrio perchè… il mio datore di lavoro ha deciso che – almeno per i prossimi 3 anni – il mio posto di lavoro non è più in Italia ma in Olanda (a Rotterdam!!). E io invece che a fare shopping sarò in ufficio.
    Mentre mio marito farà il piccione viaggiatore, raggiungendoci nel weekend. Speriamo bene!!!

  • Presente anch'io! da Pattaya ( Thailandia ), non fatevi ingannare, Pattaya è sul mare, ma un mare sporco che non ha niente a che vedere con certi paradisi Thailandesi… Io una visita della mamma l'ho avuta, ma d'urgenza perché sia io che mio figlio ci siamo presi la dengue in contemporanea il mese scorso…E quando partorii il mio primo figlio a Shanghai ero sola con mio marito. Poi però mamma e suocera sono venute a distanza di qualche tempo. E che esperienza quando feci le prime analisi per la gravidanza nell'ospedale di Wuxi, la prima città cinese dove ho vissuto…vi risparmio i particolari sull'igiene, vi dico solo che all'uscita piangevo e telefonavo a mio marito dicendo che facesse quello che voleva, ma io lì non ci avrei mai più messo piede. Gli episodi negativi sono tanti, però essere expat è anche un'esperienza meravigliosa che ti cambia la vita,apre la mente a te e ai tuoi figli e cancella ogni traccia di provincialismo italiano dal tuo DNA…

  • Altra mamma expat all'appello.

    Ho partorito entrambe le mie figlie in Francia senza un'anima oltre mio marito. Per il primo parto ero appena arrivata, non conoscevo nessuno e non parlavo neppure la lingua (e mi sono beccata pure il cesareo d'urgenza). La prima visita di un familiare l'avemmo a distanza di vari mesi dalla nascita.

    Francamente io non mi sento una privilegiata anche se ho una Louis Vuitton (regalo di mio padre tra le altre cose). Negli ultimi 15 anni ho cambiato 9 case, 4 paesi, 3 lingue, il tutto SENZA un aiuto esterno (famiglia, amici, azienda) diciamo che ci siamo fatti un discreto mazzo. Adesso con le bambine, la responsabilita' e l'impegno sono ancora maggiori, ma gli sforzi vengono subito ripagati quando le vedo crescere bilingue ed esposte a culture diverse: saranno delle vere cittadine del mondo!
    Ringrazio anche le persone che ho incontrato lungo la strada e che hanno arricchito e arricchiscono la mia vita: amici expat o autoctoni che sia!
    E nonostante la fatica, la solitudine, il disorientamento iniziale, non cambierei la mia vita da expat per nulla al mondo.
    Nippi

  • Ma siete tantissime… di voi invidio la capacità di adattamento e la forza di volontà per far sì che possiate godere appieno della vostra condizione di expat…
    E' un'esperienza di vita che non ho fatto, nemmeno da single, e che rimpiango molto…
    Bravissime tutte quante!
    M.

  • presente all appello….nessuna borsa di vuitton perche' non mi piacciono, (odio il marrone), ma per l resto si, siamo privilegiate nel senso che abbiamo la possibilita' di imparare del nuovo tutti i giorni del mondo che ci circonda e abbiamo una tranquillita' economica maggiore di quella che avremmo in italia..ma per il resto si tratta di allenarsi a diventare campionesse olimpioniche del bicchire mezzo pieno e aver fortuna nel momento del bisogno di aver qualcuno, on line o di persona, che non pensa che sei una culaiona ma che si rende conto che sei sempre da sola a farti il mazzo per tutto e se lo fai sorridendo non vuol dire che sia facile. cio' detto ringrazio di aver fatto questa scelta e mi tengo il bello e il brutto che ne derivano 🙂

  • bel post… che capita proprio nel momento in cui io e mio marito stiamo pensando di espatriare…
    la paura c'è, non abbiamo un'azienda che ci trasferisce all'estero, vorrebbe dire ricominciare tutto, ma ormai la decisione è presa e anche se non abbiamo una scadenza a breve termine, lo vogliamo fare per i nostri figli.
    spero che quando succederà, riuscirò ad avere "le palle" che avete voi mamme expat, che affrontate sempre tutto da sole, o quasi…
    V.

  • Ecco brava, tutto vero, parola per parola. Anche se poi pian piano le cose si aggiustano, ti senti un po' meno expat e fai parte un po' di piu' dell'ambiente circostante… Dopo 10 anni dovrei saperlo no?? 😉

  • Vero vero vero, io ero expat fino a pochi mesi fa, e la cosa buffa era che ero expat nella mia regione, nella mia stessa terra, non è facile ma si impara davvero a contare solo su noi stesse, e si la mamma e la visita di un'amica l'ho avute quando sono nati i bimbi ma solo per poche ore. L'unica salvezza? i blog delle mamme 🙂

  • Dev'essere dura essere una mamma expat, senza nessuno e magari senza nemmeno sapere la lingua. Come tutte le cose, si vede solo un lato della medaglia. Io non sono una mamma expat ma l'essere sola senza nessuno, senza una spalla a cui appoggiarti, nè amici, nè parenti, l'ho provato nella mia terra e per certi versi ancora lo provo pur non avendo problemi di lingua. Problemi di adattamento sì quelli si. La gente non è sempre cordiale, a volte sono perchè non sei nativo del posto ti tiene a distanza e non ti da mai una dritta giusta

  • Non occorre essere una mamma expat perchè sia dura la vita con dei bambini. Basta non avere i genitori o i suoceri vicini ed è fatta! Poi diciamo la verità….a meno che non ti abbiamo puntato una pistola alla testa o la tua azienda non chiuda sul territorio italiano, non ci sono casi di espatriazione forzata, sono tutte volontarie per crescita e avanzamento di carriera o di lui o di lei, almeno fino a 3 anni fa con cospicui guadagni: affitto esente, assicurazioni sanitarie, rette scuole private per i figli, abbonamento mezzi pubblici, 2 o 3 biglietti l'anno di rientro in Italia per la famiglia e a volte anche abbonamento palestra…ecco perchè le mamme expat hanno tutti la Vuitton!

  • I commenti come quelli di Manuela sono proprio quello che mi sento ripetere ogni volta che torno in Italia. Non capisco perche' dovrebbe essere una colpa andare li' dove c'e' un buono stipendio, sembra sempre che gli expat (soprattutto le donne) se lo meritano se spesso raccontano come sia difficile vivere in un altro paese lontano da tutti gli affetti.

    Io sono una mamma expat in Cina da ieri quando sono arrivata con il mio bambino di 2 mesi. Vivo nella provincia cinese e non conosco nessuna mamma expat. Io e mio marito ci siamo trasferiti in Cina per il suo lavoro, prima eravamo in India a causa del mio. Essere una mamma expat mi sembra pero' gia' piu' difficile di essere expat e basta: complice il fuso orario infatti mi ritrovo a cercare su Google storie di altre mamme expat per capire se la solitudine che provo da mamma e moglie expat e' una cosa rimediabile o no 🙁

  • Wow, Manuela, affitto esente, mezzi pubblici gratuiti, abbonamento alla palestra, rientri in Italia pagati..
    Che romanzo ti stai leggendo? Non sembra male, davvero.
    Io sono una mamma expat che ha mandato cv, fatto colloqui come tutti i comuni mortali, fa la dichiarazioni dei redditi in un paese straniero (le notti passate a capire che caxxo dovessi fare..), macino km (a mie spese) per tornare a trovare i miei cari e pago un affitto piu' alto perchè ho bisogno di una stanza in piu' per ospitare i nonni.
    Ah, passo anche un sacco di tempo a lottare contro i pregiudizi di chi apre la bocca a vanvera senza avere idea di cosa stia parlando!!

  • Il romanzo che ho letto è un'espatriazione di mio marito a Londra per 4 anni (dal 2005 al 2009). Non avevamo figli al tempo ma oltre l'elenco che ti fatto, li avessimo avuti avrei avuto anche la scuola privata pagata a 1.300£ al mese. Detto questo non ho alcun pregiudizio e non parlo a vanvera. Credo che non ti sia molto chiaro il concetto di espatriazione che è differente dall'emigrazione volontaria. Informati.

  • Scusa, magari ho sbagliato, ma nel post ho letto
    "La mamma expat è quella sfigata che, prima di avere figli, ha deciso che sarebbe espatriata. L'ha fatto per studiare, per lavorare, ma più spesso per permettere di studiare o lavorare al marito, abbandonando ogni aspirazione, carriera, legame affettivo, briciolo di vita"
    Mi sembrava una descrizione moooolto generica, in cui potevano rientrare piu' o meno tutti quelli che avevano vissuto un'esperienza da emigrante.
    Se cosi non è, ho preso fischi per fiaschi, altrimenti vale come sopra 🙂

  • Forse avrei dovuto chiamare il post "la mamma emigrata"… Ma il senso non cambia. Cambia invece la percezione dell'esperienza all'estero da sole o con figli. Io ho vissuto da single a Minsk ed è stato molto più semplice che con figli a Parigi, come sono convinta che sarebbe stato più semplice per me fare la mamma a Milano, pur non avendo vicina la famiglia.

  • Io non mi riconosco affatto nella descrizione di espatriata data da Manuela. Certo quello che descrive lei e' una delle varie categorie di espatrio, quella che io definisco di lusso cioe' arricchita di una serie di benefit (anche molto piu' sostanziosi della lista gia' notevole data da Manuela). Io vivo fuori Italia da 15 anni e non ho MAI e dico Mai usufruito di nessuno di quello che hai citato. Ovvio che essere economicamente senza preoccupazioni, con trasloco organizzato dalla A alla Z, casa trovata e pagata dall'azienda, corsi di lingua, scuole internazionali per i figli, viaggi per rientrare in Italia ecc… sono tutti fattori che rendono l'espatrio molto meno complicato e un'esperienza dove si ha quasi tutto da guadagnare. Ma non tutti hanno questo genere di vita e questa fortuna, quindi generalizzarla solo perche' tuo marito ha conosciuto quest avita da expat mi sembra alquanto riduttivo e anche un insulto a chi si e' fatto un mazzo tanto.

    Sono poi d'accordo con Anya: espatriare senza figli e' piu' facile nel senso che non ci sono tutta una serie di difficolta' e responsabilita' che invece i figli si portano dietro. Io da expat senza figli mi sono goduta una bellissima esperienza e, pur avendo affrontato degli ostacoli e delle complicazioni, sapevo che dovevo solo pensare a me e al mio compagno. Con i figli l'esperienza e' altrettanto appagante (forse di piu') ma sicuramente meno a cuor leggero.

    E poi permettettetemi di dire, senza polemica e intenzione di fare la classifica di chi sta peggio che azzardare il paragone tra le difficolta' di avere figli lontani dal proprio paese, lingua, abitudini, usi e costumi con quelle affrontate da chi sta in Italia solo lontano dalla propria famiglia o dalla propria regione e' un po' limitativo. La lingua ha un peso immenso, cosi' come lo hanno la burocrazia, le abitudini a cui si aggiunge il fatto che spesso non si conosce anima. Beh, diciamo che arricchisce ma tempra anche lo spirito. Io l'ho gia' detto: non tornerei indietro anche se il prezzo piu' grande e' non avere vicino famiglia ed amici soprattutto per i figli che non hanno nonni, zii e cugini da godersi spesso.

  • io sono una mamma "no" expat, vivo a Roma e rimango qui perchè io e mio marito abbiamo entrambi un lavoro anche se il mio lo cambierei volentieri…ho una bella famiglia e sono consapevole che di questi tempi il futuro per i miei figli è ancora + incerto, per questo occasioni di lavoro all'estero sono viste come un miglioramento sotto tanti punti di vista…come in tutte le cose ci sono i vantaggi e gli svantaggi….una cosa bellissima è senz'altro che i figli possano conoscere lingue e ambienti diversi ma dispiace lasciare i propri amici e familiari…sicuramente ci sono situazioni di mamme expat migliori di altre ma alla fine siamo sempre mamme con i nostri "problemi" di vita quotidiana e crescere i figli è una responsabilità indipendentemente dal luogo dove crescono…un saluto a tutte!

  • Proprio mentre pensavo in quale tipo di mamma potevo vedermi ecco che descrivete l fenomenologia.che mi calza a pennello. Sono alla terza esperienza da mamma expat e stavolta e' toccata la Russia. Si salvi chi puo!!!geniali come al solito comunque. Brave!!!!

  • Sono una expat, diventata mamma qua. I miei genitori a due ore di aereo non sono mai venuti a trovarmi in sette anni.

    La lingua la parlo, non è difficile lo spagnolo, ma quando è nato mio figlio mi sono accorta che mi mancavano 3/4 del vocabolario mammesco spagnolo. Pannolini. Bavaglini. malattie varie. Imprevisti. nemmeno "scivolo" o "altalena" sapevo dire. Fortunatamente mia suocera mi ha letteralmente adottato come una figlia, mi preferisce a suo figlio. almeno questo va!

    Alla fine grazie a internet faccio sempre riferimento all'Italia, alle amiche là oltre ad aver trovato qua buone amiche, gracías a dios.

  • Ciao Anya, siamo a Mosca. davvero saresti venuta qui di corsa? io me ne scapperei di corsa…no dai esagero…faccio fatica a capirli i russi..o meglio..li capisco ma non mi vanno giu'. Io sono latina ..loro di latino hanno ben poco. Comunque devo ammettere che e' interessante. Ascolterei moooolto volentieri i tuoi consigli. Scrivo anch'io un blog/diario sulle mie avventure di mamma di due espatriata. Leggervi mi ha un po' ispirato devo ammettere! Continuate cosi!!!

  • Ciao Alicia, ho dato un'occhiata al blog, quante belle esperienze! Io sono una Russia Fan, ho vissuto a Minsk che, per molti versi, è un pochino peggio di Mosca, ma adoro la Bielorussia e la cultura di tutti i popoli russi. Loro sono… particolari! Bisogna capirli, ma se te li fai amici, potranno dare la loro vita per te. Non ho mai conosciuto persone così generose e aperte. Ho grandi amici in Bielorussia e un pezzo di cuore, per questo mi trasferirei subito da te! In che zona abiti? Quanto ho sognato di abitare quelle strade… avevo scelto la zona di Chistye Prudy 🙂 E il Park Gorkogo? Per me tutto un sogno ad occhi aperti! Si capisce che ti invidio? 🙂 Tra l'altro, le nostre bimbe sono nate negli stessi anni! Chissà che un giorno non possa raggiungerti davvero…
    Anya

  • Direi che dovreste aggiungere la mamma expat che lavora, che è completamente diversa da quella descritta sopra…

    Vantaggi: a prendere il pargolo all'asilo ci va la nanny e non rischi che lo vendano al miglior offerente

    Svantaggi: di socializzare con le altre mamme expat non hai nè tempo nè modo, siccome lavori quando loro vanno a prendere il caffè alle 10 di mattina e giocano a burraco alle 15, e le altre mamme lavoratrici sono incasinate quanto te.

  • Io sono una mamma expat. Ma lavoro, e mio marito fa le giornate come le faccio io. Niente borse di marca o tempo libero da buttare. Una famiglia normale insomma, con amici di qui, amici expat, e le difficolta di non avere la famiglia vicino. Insomma, io non mi ci ritrovo tanto nella descrizione. Non tutte le expat seguono il marito ma trovano lavoro, io seppur con difficolta, mi sono inserita…

    • Anch'io mi sono inserita, ma come tutte le fenomenologie, anche questa è una banalizzazione! In più, io adesso sono una mamma expat con marito expat (in un altro paese ancora), quindi non ho più niente a che vedere con quella che ho descritto!

  • Eccone un'altra… a Lione, a causa di un marito francese, ma anche di un lavoro eccezionale, che in Italia neanche me lo sognavo… Due nani (2anni e mezzo e 6mesi) in due asili diversi, perché in Francia ci sono sicuramente più asili che in Italia, ma le liste d'attesa esistono anche qui. Allora la mattina è il papà che fa la corsa e la sera la mamma… fino a quando riusciremo visto che lavoriamo abbastanza tutti e due, poi cercheremo una tata.
    Quando ho partorito, c'era il papà, ma io ero proprio contenta che ci fosse solo lui… dopo, durante la maternità, un po' meno, visto che tutti quelli che conosco qui lavorano e le giornate con un nano possono essere lunghissssime. Non è facile con le due famiglie lontano, ma la mia vita non la cambierei.
    La borsa di Louis Vuitton non ce l'ho, a dire il vero neanche la voglio, ma viviamo bene, in una bellissima città, quello che ci manca di più sono gli amici di una vita che cerchiamo di rivedere il più possibile tra weekend e vacanze. Altre mamme italiane a Lione per ora non ne conosco, ma mi pare di averne intravista una all'asilo del grande… proverò a fare conoscenza!
    Insomma mi riconosco solo in parte, ma è normale, perché l'altra parte è nella mamma distratta e un po' anche nella mamma lavoratrice, etc. (ho scoperto il blog e mi sto leggendo tutte le tipologie dall'ufficio).

    • Ciao Chiara!Mi chiamo Paola. Sono mamma di un bimbo di 2 anni e mezzo con l'arrivo a luglio di un'altra piccoletta. A fine anno dovremmo trasferirci per lavoro a Lione anche noi. La città mi piace moltissimo ma non nego le paure che si affacciano ogni volta che penso alle difficoltà che inevitabilmente incontreremo all'inizio tra inserimento bambini al nido e alla scuola materna, difficoltà linguistiche, oltre inizialmente allo stress lavorativo. In ogni caso semmai ci troveremo li avremo modo di conoscerci e chiacchierare!

    • Ciao Chiara!Mi chiamo Paola. Sono mamma di un bimbo di 2 anni e mezzo con l'arrivo a luglio di un'altra piccoletta. A fine anno dovremmo trasferirci per lavoro a Lione anche noi. La città mi piace moltissimo ma non nego le paure che si affacciano ogni volta che penso alle difficoltà che inevitabilmente incontreremo all'inizio tra inserimento bambini al nido e alla scuola materna, difficoltà linguistiche, oltre inizialmente allo stress lavorativo. In ogni caso semmai ci troveremo li avremo modo di conoscerci e chiacchierare!

  • Presente!! Mamma espatriata per amore del marito!! Io nella mia terra avevo un bellissimo lavoro, ben pagato e vivevo accanto alla mia famiglia . Quando mio figlio aveva 3 mesi ho preso armi e bagagli , chiuso una vita in Italia e fatta una altra vita in argentina !!! Dura da morire almeno all inizio , ora va meglio mi dedico anima e corpo a mio figlio e mi sento meno sola spt la domenica pomeriggio, quando tuo marito é a lavoro e ti spareresti chiusa in casa con il freddo

  • Vero, vero, tutto vero!
    Eccomi qua, mamma da 6 mesi e da due anni a San Francisco!
    Dura la vita delle mamme expat, è vero, ma posso anche dire che è piena di soddisfazioni… perchè c'è l'impressione, la netta impressione, di essere totalmente in grado di cavarsela da sole! Una bella sensazione!

  • per carattere anche il mio di bicchiere e'sempre mezzo pieno (cit. ValentinaVK)…pero'mi rincuora sapere che prima o poi si esce dal tunnel della solitudine…a volte anelo ad una discussione con un over 4…ma quale discussione, mi basterebbe una chiacchierata… 🙂
    Lele mamma expat Irlanda del nord

  • Ciao, io sono una mamma expat. Anzi prima di tutto sono un'architetto expat(a seguito del marito ingegnere, ma comunque un lavoro a Roma faticavo a trovarlo…) e poi sono diventata mamma. Le famiglie expat con casa, asilo e benefit vari sono molto rare e in diminuzione….quindi expat=vita "pagata" shopping e borse di lusso è una piccolissima minoranza. La verità è che è faticoso con i bambini soprattutto se non guadagni tanto da poterti permettere babysitter e colf (e questo è il mio caso, a Zurigo, Svizzera, dove il nido costa una media di 90€ al giorno, per 2 bambini sono circa 3.500€ al mese!e la colf 25€ l'ora…). Ma sono felice di aver fatto questa scelta, di vedere i miei figli crescere bilingue, in un paese che (a parte i prezzi scandalosi del nido) è molto attento alla famiglia, dove i bambini vivono il piu' possibile all'aria aperta, dove ogni ristorante ha una cesta di giochi, dove puoi andare ovunque con il passeggino, dove i parchi giochi sono molti e ben tenuti,dove le attività sportive sono economicamente accessibili a dispetto del costo della vita, dove gli ospedali pubblici sembrano cliniche di extra lusso (e non ti fanno mai aspettare!!) e dove posso fare le mie scelte educative liberamente, senza imposizioni familiari. I nonni vengono ogni 3 mesi e stanno qualche giorno, noi andiamo un paio di volte l'anno a Roma e ci godiamo amici e parenti. A volte ci incontriamo in vacanza con i nostri "vecchi amici". In questi 5 anni ci sono state alcune situazioni in cui mi sono detta "se avessi i nonni!!" ma poi una soluzione l'abbiamo trovata anche senza nonni. La nascita dei bambini ha complicato la nostra vita expat,ma solo inizialmente. In realtà per quanto riguarda alcune cose,l'ha invece migliorata, ad esempio ha dato un nuovo impulso alla nostra socialità. Ora abbiamo finalmente qualche amico "vero" anche qui e sono tutti genitori degli amichetti dei nostri 2 nani. Non mi sento di dire che le famiglie expat siano meglio di quelle che non hanno fatto questa scelta. Quello che posso dire come esperienza personale, è che la mia famiglia "expat" è piu' dinamica, curiosa della vita, viaggiatrice, intraprendente, di quanto sarebbe stata se fossimo rimasti a vivere a Roma.
    Un saluto da Zurigo
    (una città quasi perfetta per famiglie con bambini…..il quasi è colpa dei costi proibitivi del nido fino ai 4 anni!)
    Serena

  • Mamma expat presente, pero per scelta mia non di mio marito. Ho fatto l'erasmus a Barcellona 10 anni fa, innamorata della città e del suo sistema bibliotecario,(in quel momento volevo fare la bibliotecaria) e incontrato però anche l'amore. Catalano. Quindi sono tornata, ma senza benefit ne lavoro. Borsa Vuitton solo vista nelle vetrine del centro, adesso mamma di una bella bimba di due anni. Lavoro in un museo con vista mare, ho fatto Storia dell'arte, non Ingegneria, il mio stipendio è praticamente uguale o inferiore a quello che avrei in Italia.
    Però mi piace, ora non vivo nemmeno pià a Barcellona, ma in un paseino a 10 min dal lavoro, con tutti i servizi, 5 parchetti, piscina, biblioteca, asilo…insomma a misura di famiglia.
    L'asilo è comunale, pago metà rispetto a quello che pagherei in Italia, la mattina ce la porto io a piedi, e poi col motorino in 10 min sono al lavoro. Che non sarà pagato bene, ma mi appassiona e ho un buon orario che mi permette di gestirmi la piccola tra me e mio marito. Ogni tanto ovviamente manca un po' d'Italia, la nonna vicina che ti darebbe una mano, non dover contare sempre e solo sulla suocera (che poi è pure a 50 km, mica in paese), però dai, compensiamo con sole praticamente sempre e spiaggia a due passi. E poi, una volta imparato il catalano, qui ti vedono quasi una di loro! 😉

    Giulia

  • Ciao a tutte!!
    Vi scrivo per farvi una richiesta di post!
    Che ne dite di scrivere un post sulle "mamme nomadi e squattrinate", diciamo le "expat" precarie del XXI secolo?
    Oltre agli "expat" definizione orrenda e neo-coloniale per definire un emigrato, ci sono quelli che non si stabiliscono da nessuna parte, che cambiano ogni 3/4/6 mesi o un anno, a seconda della lunghezza del contratto. Si fanno lunghe sfilze di amici anche loro instabili che forse rivedranno nella nuova destinazione, sempre decisa tra le 3 settimane e i 2 mesi prima di trasferirsi. Sono pochi gli angoli di globo in cui non conoscono, o non riuscirebbero a mettersi in contatto con nessuno. Una rete di vagabondi globale.

    Sono mamme squattrinate che non riescono più a stare in un posto solo. Non hanno idea di quello che le aspetta, mettere al mondo un figlio è sempre sembrata un'idea pessima e poco fattibile, ma allo stesso tempo magica e avventurosa.

    Quando arriva la vera attesa, cresce un delirio di dubbi del tipo: fra tre mesi ci dobbiamo trasferire, ma non sappiamo ancora dove. Chissà dove nascerà. E se dovessi tornare nella città dei miei per partorire?? Mi sparerei! E passaporti insieme al certificato di nascita, e vaccini?? e se capitiamo in un posto con malaria o cose così ? e il sistema sanitario? e se dobbiamo dividerci? e la maternità chi me la paga? Dovrò lavorare da subito.. e se non riesco? e l'assicurazione sanitaria? e i rimpatri? E oltre ad essere lontani, siamo di due nazionalità diverse, documenti/consolati ecc. E ad un certo punto i nonni vorranno vederlo..ma il biglietto costa troppo.

    Insomma un sacco di domande bislacche, ma reali. C'è un piccolo mondo (è vero si parla di poche persone, ma comunque un piccolo gruzzoletto) di giramondi instabili, che vivono alla giornata, che sono politicamente attivi, e che a volte, pensa te, pure si riproducono! Sarebbe bello leggervi a riguardo!

    A presto!
    Francesca

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