A noi potrebbe succedere?

Ieri è successo di nuovo.
Sì, di nuovo.
E non sarà l’ultima volta, lo sappiamo tutti.
Non vogliamo parlare del caso singolo, ma del problema, che riguarda tutte, tutti noi genitori.
Anche chi ritiene di essere infallibile e che a lui mai e poi mai potrebbe accadere.
Ne abbiamo discusso lungamente qui, oggi, ma  noi rimaniamo dell’idea che sì, potrebbe capitare a tutti.

Qualche numero, solo per farci un’idea delle dimensioni della questione che abbiamo davanti li trovate in questo articolo del quotidiano La Stampa.
E’ un fenomeno in crescita.

La tendenza, tuttavia, in rete e nel reale, non è quella di chiedersi come possa accadere, perchè accadano questi episodi, cosa fare per evitarli, no, la tendenza è condannare.

A noi questo atteggiamento non solo fa paura, ma ci sembra controproducente.
Non c’è nulla di utile per nessuno nell’insulto ad un genitore straziato.
Nulla che ci aiuti a capire e a provare a trovare delle soluzioni.

A me, Klarissa, a me, Morna, potrebbe capitare?

Non riusciamo a dire di no, con certezza, come molti invece con certezza granitica asseriscono con convinzione.
Non riusciamo a dire di no, perchè siamo tipici individui frutto del momento storico in cui viviamo.
Siamo donne, madri, mogli, lavoratrici, professioniste, figlie, abbiamo la testa piena di pensieri, di impegni, di scadenze, di preoccupazioni, di pressioni, guidiamo portando i bambini all’asilo con la testa concentrata su 8 cose contemporaneamente.
E i nostri mariti? Anche.
La verità è che viviamo in un mondo che chiede a tutti tanto, forse troppo, e non aiuta nessuno, soprattutto chi è genitore.
Dovremmo allentare la presa e far sì che la presa stessa venga allentata su di noi.
Dovremmo accettare di non essere infallibili, che abbiamo dei limiti, che il nostro cervello ed il nostro corpo non possono reggere questi ritmi senza mai avere intoppi, cedimenti, black out.
A chi non capita di arrivare in ufficio al mattino e buttarsi nel lavoro, dimenticandosi dei figli, magari per ore?
A noi sì.
A chi non capita di arrivare in ufficio senza avere fatto caso a come ci si è arrivati?
Automatismi.
Ripetitività.
Gesti compiuti senza riflettere su quello che stiamo facendo.

La soluzione è cambiare vita, mondo, pianeta?

Forse dovremmo, sì.
Sicuramente le famiglie come le nostre portano carichi più pesanti di quelli che possono reggere, e, chissà, magari un domani gli equilibri saranno ristabiliti…

ma fino ad allora?

Oltre a tutta la filosofia su una vita diversa che fanno in molti davanti a questi episodi, oltre alle condanne, oltre alle accuse e alle riflessioni, ai buoni propositi, c’è qualcosa di concreto che si può fare?

La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha elaborato e fornito ai genitori una serie di accorgimenti che possono essere utili, in un comunicato stampa, di cui vi riportiamo uno stralcio contenente anche i suggerimenti pratici:
Innanzitutto ricordate che, al di là del blackout, anche lasciare un bimbo in auto per pochi minuti per una commissione è una leggerezza da NON COMMETTERE MAI.


““In un bambino la temperatura sale da tre a cinque volte più frequentemente che in 
un adulto” spiega il Dottor Angelo Milazzo, Pediatra Direttivo Regionale SIPPS “il grado 
di calore all’interno di un auto può salire di 10-15 gradi ogni 15 minuti, determinando 
un’ipertermia in soli 20 minuti e la morte anche entro le 2 ore”. 

Alcuni consigli
” – poggiare gli oggetti personali del bambino, come
pannolini, biberon e pupazzetti sul sedile anteriore in modo da
ricordare meglio la presenza del piccolo;
– al contrario, lasciare borsetta, chiavi e telefono sul sedile posteriore, così da dover aprire anche quella porta prima di andarsene;
– Segnare nel pro-memoria più usuale (agenda, telefonino, computer) ogni avvenuto spostamento o impegno del bambino;

Avvisare l’altro genitore, i nonni, la baby sitter o qualsiasi altro
caregivers ogni volta che si verificano cambiamenti nell’accompagnamento
del bambino e viceversa da parte dei care givers nei confronti dei
genitori;
– Chiudere bene le portiere e il bagagliaio di un’auto vuota e conservare le chiavi in un luogo inaccessibile per i piccoli.
– Se si nota un bambino dimenticato in macchina, chiamare subito il 112 o il 113, o qualsiasi altro numero di emergenza.”

E la tecnologia, può venire in soccorso?
Pensiamo ad un sensore che segnali alla chiusura dell’auto la presenza di cinture allacciate al suo interno o la presenza di individui (alcune auto ne sono già dotate, peraltro) o ad un seggiolino che contenga un sensore che segnali a spegnimento motore che c’è il piccolo…

E’ sacrosanto che siamo noi genitori a dover fare in modo che queste cose non accadano, ma, prendiamone atto:

accadono.

E possono accadere a chiunque. 

“Avevo la netta impressione di aver sistemato ogni cosa. Ho lasciato
l’auto nel parcheggio dell’azienda e sono uscita senza voltarmi
indietro. È difficile immaginarlo, lo so, ma in quell’istante non sono
stata neppur lontanamente sfiorata dal pensiero che Bryce potesse essere
rimasto nel suo seggiolino in macchina. (…) 
Ripassavo mentalmente il tragitto verso l’ufficio. Ricordavo di aver
consegnato Bryce alla babysitter, di averle parlato. Si chiamano
“ricordi falsi”: quando ripeti un’azione quotidianamente, ti ricordi di
averla compiuta, anche se così non è. (…)
Solo quando sono arrivata alla macchina e l’ho visto mi sono ricordata com’erano andate realmente le cose. (…)
Avrei fatto qualunque cosa per essere io al suo posto”

(http://27esimaora.corriere.it/articolo/lho-dimenticato-in-macchinail-mio-bambino-e-morto-cosi/)

Morna e Klarissa

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26 Comments

  • può capitare, è terribile ma la distrazione di un attimo può essere fatale; pochi giorni fa ne ho avuto la prova: allaccio sempre bene Rebecca nel seggiolino, anche per micro tragitti, eppure, tornando da una gita fuori Roma, mi sono immessa sulla SS Aurelia senza allacciarla.. me lo ha detto lei "mamma, ma non mi hai allacciata!"… mi è preso un colpo! appena possibile ho accostato e l'ho assicurata, ma porca zozza non mi dimentico mai e va a succedere proprio in un viaggio lungo!!!

  • È terribile, terribile.
    Cercando di essere pratici trovo utile anche evitare di mettere il seggiolino dietro il sedile del guidatore (tra l'altro la posiziome in assoluto migliore, anche per gli incidenti) è dietro, al centro.

    • Vero, è anche assurdo che, pur essendo quella la posizione più sicura,la maggior parte delle automobili non preveda attacchi isofix in quella posizione ma solo nei due posti laterali

  • Non posso che essere d'accordo!
    E' una domanda che mi faccio milioni di volte, potrebbe succedere anche a me?
    La risposta mi terrorizza!
    Condannare non serve a nulla, cercare soluzioni e' la risposta.
    Ormai le macchine ci dicono se un finestrino e' aperto o se la portiera non e' chiusa.
    Verificare la presenza di un bambino non dovrebbe essere complicato!

  • Io mi sono dimenticata di mio figlio e ce l'avevo nel mei tai sulla schiena…. e mica è un peso piuma, ma abituata com'ero a fare le faccende con lui che dormiva anche 3 ore…

    Viviamo in un sistema che ci stritola, non è famiglia-compatibile, inutile cercare di tirare fuori la scusa al ritardo "mio figlio stamattina si è rovesciato il latte tre volte e l'ho cambiato tre volte". Andiamo troppo di fretta e figli sono stati inghiottiti in questa routine, in questa spirale e dobbiamo lottare per riavere i nostri spazi come famiglia.

    Povero padre, povera madre, povero bimbo.

    Il padre poi anche se credo che a lui non succederà niente, in tribunale, il suo cuore è già in carcere….

    • Francesca, stiamo raccogliendo testimonianze come la tua, per far capire quanto sia vero quello che tutto il modo scientifico sostiene unanime: può capitare a tutti, anche al genitore piu attento ed amorevole. Se ti va, contattami!

  • Purtroppo ognuno di noi è fondamentalmente meccanico e ripete la maggior parte dei gesti senza porci la benché minima attenzione, questa é anche la nostra fortuna, pensa se dovessimo dire alle nostre gambe "cammina, cammina, cammina"…
    Ciò che può accadere, può essere terribile, io piango molto per questa tragedia (ennesima, fra tante diverse, ma simili), e sono d'accordo con voi: ognuno di noi può sbagliare.

    Grazie della vostra riflessione e dei consigli importantissimi!!!

    P.S.
    Se passate da me c'è un premio per voi!

  • La penso esattamente come voi. Posso condannare una madre che abbandona il suo piccolo appena nato in un cassonetto o in un bagno pubblico, perchè credo che in quella situazione chi compie quei gesti faccia una scelta e non pensi che in realtà un'alternativa ci deve essere. In questi casi invece non me la sento proprio di condannare, queste persone sono genitori normali, persone che lavorano e chi vivono vite simile alle nostre…lo stile di vita che la società ci impone è crudele, disumano e distruttivo. Questi sono i terribili risultati. Temo che questo povero papà non potrà mai perdonarsi.

  • Completamente d'accordo… mi si raggela il sangue al solo pensiero che possa accadere anche a noi…
    In ogni caso ci vuole più collaborazione anche da coloro che si occupano dei nostri figli quando non possiamo farlo noi… ad esempio se le insegnanti non vedono arrivare ns figlio e noi ci siamo dimenticate di avvisare, dovrebbero informare i genitori. M.

  • Che tragedia.
    Un tempo forse anche io avrei gridato "A me mai!" Ma un paio di anni or sono ho letto un libro che mi ha aperto gli occhi (l'ho già scritto nel mio blog, ma voglio condividerlo il più possibile) "Si fa presto a dire Madre" di Valentina Furlanetto.
    Narra 13 episodi REALI, alcuni felici, altri tristi.
    Parla di vita e purtroppo di morte.
    Tra questi c'è la storia di Anna che scorda la sua piccola di 2 anni in auto.
    Leggerlo è stato difficile. Ho dovuto più volte chiudere il libro, ma l'autrice mi ha fatto un regalo grande.
    Mi ha fatto "vivere" con gli occhi di Anna, mi ha fatto capire che Anna non era poi così diversa da una madre qualsiasi, da me.
    Dobbiamo trovare soluzioni per evitare che succeda ancora e nascondersi dietro ad un "a me non accadrà mai" non aiuta!
    Un amico ha proposto una semplice sveglia giornaliera nel cellulare o fare in modo che dagli asili contattino i genitori qualora il bimbo sia assente ingiustificato.
    Piccoli accorgimenti che potrebbero salvare vite.
    Per ora io ho dotato la mia auto di tanti specchietti e istruito la maggiore.

  • Condannare non aiuta di certo il progresso e il trovare nuove soluzioni. Sono assolutamente daccordo. Ma cosa manca, se posso permettermi, nella vostra riflessione sulla società odierna é che quest'ultima é molto più informata della precedente. Indi per cui casi come questi vengono riportati, letti, discussi ne vari telegiornali, social network, talk show e via dicendo. 10 – 20 e peggio ancora prima, tutto ciò non accadeva, ma non credo che questi episodi non accadevano, erano soltanto discussi localmente. Pensate quanti casi come questi avvengono nella stessa città? Rarissimamente e quindi si ignorava l'esistenza di disgrazie simili. Io non penso sia colpa del nostro tempo. Penso sia la vita che a volte é crudele. Sono incidenti che posso capitare a chiunque. Che la tecnologia oggi possa aiutarci é indiscusso. Ben venga e speriamo di migliorare per i nostri figli.

    Licia

  • Quando ho letto la notizia, la prima cosa che ho pensato è stata 'meno male che noi ci spostiamo a piedi', e non per fare dell'ironia inopportuna, ma perché penso che tea tragedia del genere possa veramente capitare a chiunque

  • Io quel papà non lo condanno, sarà tormentato dal rimorso per tutta la vita, poverino. Siamo talmente di corsa, sempre, siamo talmente assillati da pensieri, dal far combaciare tutto che, a volte, queste cose succedono. Se quel giorno pioveva, invece che esserci il sole, sarebbe stata una bruttissima avventura, ma non così tragica.
    Povera famiglia, che Dio li aiuti…

  • Certo che puo capotare. Ricordo mattine in cui non riuscivo a ricordare in maniera esplicita di aver lasciato PdC a scuola.
    Un giorno in cui oberata da un figlio cresciuto da sola e notti in ospedale da mio padre, solo dopo 20 minuti di guida ho realizzato che non sapevo dove stavo andando.
    Succede perche si e' soli con troppe incombenze. Perche non si molla mai un attimo.
    Infinita compassione per i genitori a cui accade.
    E gratitudine per non essere al loro posto.

  • mi solleva leggere questi commenti, perchè la discussione sulla pagina Facebook è stata molto più accesa e ingiustamente feroce.
    Sapete cosa credo però?
    Che tragedie così salvino la vita ad altri bimbi, perchè ora, almeno per qualche mese, staremo davvero tutti all'erta… io mi giro dietro almeno 10 volte a viaggio, chiamo mio marito 3 volte al giorno chiedendo di andare a vedere l'auto… paranoia, ok, ma meglio paranoici che condannati

  • Mi spiace tremendamente per quel papà,ma io sono una di quelle che, scusatemi tanto davvero, nn riesco a capire.Porto Emma al nido tutte le mattine e nn riesco a capire come potrei dimenticarmi di lei.Davvero nn capisco.nn capisco nn capisco.Vorrei tanto, ma nn ci riesco.Scuate anche per il post assurdo.Simo

  • Non me la sento proprio di condannare nessuno… io porto e vado a riprendere da mia mamma la mia Piccola tutti i giorni, e a volte mi rendo conto che faccio la strada in automatico… certo, metto il cd con le sue canzoncine e le parlo, ma presi come siamo dai mille pensieri, dalla vita frenetica, è una possibilità purtroppo dimenticarsene…

    Basta dirvi che in questo periodo con il trasloco di mezzo, mi sono dimenticata di comprare la carta igienica… Mi vergogno, ma è così… per una sera ci siamo arrangiati in altro modo, ma vi rendete conto come sono fusa???

    Quindi proprio nessuna condanna per questo papà… che vivrà la vita con il rimorso più pesante da portare…

  • Certo che potrebbe capitare, quante volte facciamo tante cose in automatico, senza rendercene conto?
    Nemmeno io mi sento di condannare quel povero papà (vivrà malissimo e con un infinito senso di colpa per il resto dei suoi giorni), ma piuttosto la società in cui viviamo.
    Siamo oberati di cose da fare: il lavoro, la spesa, i figli, le faccende di casa (solo per citare alcune cose) e tutti gli imprevisti annessi.
    Dovremmo essere dei robot per non sbagliare mai.
    Invece siamo solo umani.

  • Sentivo per radio che un seggiolino con un apposito sensore e dispositivo acustico è già stato prodotto,ma tolto dal mercato perchè nessuno lo comperava. E se ci fosse una legge che obbliga ad usarlo? In fin dei conti 20 anni fa nessuno utilizzava i seggiolini, oggi li abbiamo tutti e sappiamo che salvano la vita ai bambini, ma finchè non è stata un'imposizione, quasi nessuno lo aveva comperato.

  • Ciao, sono nuova, ti ho scoperta x caso ieri e …sono rimasta folgorata!! Penso di aver letto tutto il tuo blog nel corso della serata!! ^__^
    Quanto al post di oggi….era la fine ottobre 2010, avevo accompagnato il mio ometto cinquenne alla scuola materna e poi via in banca di corsa.
    Parcheggio l'auto proprio fuori dalla banca, entro, nessuna coda alla cassa, tocca subito a me. Mentre l'impiegato mi prepara l'assegno circolare che ho richiesto (potrei dirvi l'importo esatto e l'intestatario, ancora lo ricordo…) ho questa strana sensazione di aver dimenticato qualcosa…avete presente no? quando sentite che vi manca qualcosa, che ne so? il portafogli, il cellulare….
    Improvvisamente un tuffo al cuore, sbianco e guardo l'auto posteggiata proprio accanto alla finestra vicino a me e….nel suo seggiolino, pacifica pacifica, la mia streghetta di pochi giorni ronfava beatamente.
    Era fine ottobre e faceva freddino, si è trattato di 3-4 minuti al massimo….però sì…può capitare….
    Anche io penso che di serie dovrebbero esserci dei sensori che nel momento in cui si chiude l'auto rivelano la presenza di qualcuno sui sedili……

    • Benvenuta Xina! E grazie per averci letto!
      Mamma mia, immagino lo spavento! E sì, può succedere, a me è capitato mille volte ma con cose più banali, solo che mi ha fatto capire che può succedere, e basta, senza giudizi. E w la tecnologia se può aiutare!

  • può capitare a chiunque…non lo so, sinceramente penso che alla base ci sia qualcosa che non va, questo "chiunque" lo trovo un po' generalizzato.
    Avere un bambino ti sconvolge davvero la vita, ed è realtà che molto spesso non ce la facciamo più, siamo sfiancate dalle notti insonni, dai continui capricci, da un ritmo a volte non compatibile con la vita nel vero senso della parola.
    Ecco, in quel caso il "chiunque" può essere ognuno di noi, forse perché il bambino nel tuo inconscio quasi te lo vuoi dimenticare.
    è brutto quello che penso, ma un bambino non è una borsa, non è un cellulare, è un essere umano e no, a meno che la persona in questione non abbai un problema serio e conclamato che provoca allucinazioni, non ce la faccio a non condannare, perché quella bambina è morta e temo anche in modo poco piacevole.
    io al contrario di tutti a quanto pare, leggo solo tanta gente che giustifica, però (purtroppo) a me la prima cosa che è venuta in mente è "e se l'avesse fatto apposta?"
    E' un pensiero orribile, ma ahimè non è la prima volta che una madre uccide il proprio figlio…e in questo caso forse pensava di avere un alibi almeno.
    io non posso giustificarla, ecco posso arrivare a capire l'amnesia di un attimo, di 10 minuti, ma non di 4 ore, non posso.
    quella bambina è morta per la negligenza di colei che doveva proteggerla da tutto, io fossi al suo posto vorrei solo morire o passare il resto della mia vita in galera se davvero come dice è stata un'amnesia.
    Mi dispiace ma questo buonismo a tutti i costi in questo caso non lo condivido, questo non è un incidente in macchina, non è una fatalità, questa persona ha dimenticato il figlio in auto e non ci sono scuse che tengano per indorare la pillola

    ale

    • Ale, mi occupo di questi casi proprio da quando è successo a Piacenza e … Posso capire il tuo pensiero e posso rispondere al tuo dubbio: si, puo capitare ed è capitato che qualcuno, pensando di farla franca, lo abbia fatto apposta. Almeno da quello che hanno stabilito gli inquirenti e i giudici. Quando succede, parte sempre un indagine volta a stabilire se ci sono responsabilita oggettive e, nella minoranza dei casi, ci sono.

      59sfumaturedimamma, se di interesse approfondire, sono a completa disposizione!

    • Il punto è che secondo me si usa il termine sbagliato, non è una dimenticanza, è proprio un processo mentale che ti crea il falso ricordo di aver compiuto un'azione quotidiana che invece non hai compiuto. Secondo me questa mamma (come gli altri a cui è successo) ha pensato tante volte alla figlia in quelle 5 ore, ma era sicura e tranquilla di averla lasciata al nido.
      Questa secondo me è una tragedia, una fatalità. Non è fatalità invece un incidente stradale in cui perde la vita un bambino che non è sul seggiolino perché "ma tanto dovevo fare solo 800 metri" o "eh lo so, ma quando lo metto nel seggiolino piange"…

  • Ciao xina, stiamo raccogliendo testimonianze come la tua, per far capire quanto sia vero quello che il mondo scientifico sostiene unanime: puo capitare a chiunque, anche al genitore piu attenti ed amorevole. Possiamo sentirci?
    Michele

  • Ale, mi occupo di questi casi proprio da quando è successo a Piacenza e … Posso capire il tuo pensiero e posso rispondere al tuo dubbio: si, puo capitare ed è capitato che qualcuno, pensando di farla franca, lo abbia fatto apposta. Almeno da quello che hanno stabilito gli inquirenti e i giudici. Quando succede, parte sempre un indagine volta a stabilire se ci sono responsabilita oggettive e, nella minoranza dei casi, ci sono.

    59sfumaturedimamma, se di interesse approfondire, sono a completa disposizione!

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