Auguri Lucia

Non guardo il telegiornale da secoli.
A dirla tutta, non vedo la televisione da secoli. Non è snobismo, o forse sì, non so. Io dico sempre che credo sia mancanza di tempo. Ma chissenefrega.
Comunque, dicevo, questo mi permette di scegliere su cosa informarmi. Non mi piace farmi vomitare addosso notizie che non mi interessano e sentire scivolare via quelle che credo meritino approfondimento.

Così, quando voglio posso,  faccio come tanti: apro  un giornale, che sia di carta o sul web, e leggo.

E ricordo bene quando lessi un titolo agghiacciante che troneggiava su una foto di una donna.
Strideva quel titolo.
Tanto, troppo orrore vicino a tanta bellezza.

16 aprile 2013.

Non so perchè, si leggono tante storie di donne violentate e straziate, nel corpo e nell’anima, ma quella storia la sentii più vicina di altre.

Sarà che Lucia ha la mia età, sarà che è un legale come me, sarà che è stata suo malgrado coinvolta in una storia che poi si è rivelata essere non esattamente a 2…

e a chi non è capitato nella vita di dare il proprio cuore in mano ad uno stronzo?

Sarà che le prime dichiarazioni di Lucia erano quelle di una leonessa, forte, coraggiosa, energica…e ci sono poche cose che mi affascinano in una persona: una è la forza.

13 settembre 2013

Sono quasi le due del pomeriggio.
Mi prendo una pausa, ora basta!
Scendo al bar.
Ordino un’insalata.
Mentre aspetto, prendo distrattamente una copia del Corriere e la vedo.

Lucia.

Leggo l’articolo, bellissimo, commovente, di Giusi Fasano.

Vedo il suo viso.
E su quel viso c’è tutta la sua forza, c’è tutto il suo coraggio, il coraggio di mostrarsi al mondo:

“vedano pure come mi hanno ridotta, non sono certo io che devo vergognarmi”.

No, non è lei, lei che non avrà mai più il viso che Madre Natura le aveva donato, no.

Ma che è bella, anche se non vede quanto.

18 settembre 2013

Oggi Lucia compie 36 anni.

Dice che per lei è l’anno zero.
Come rinascesse.
Come ricominciasse tutto daccapo.

Chissà se tornerà alla sua vita, alla sua professione, sembra avere altri progetti, altre idee…
vuole darsi a chi ne ha bisogno.
Alle donne, cui dice a chiare lettere:


“voletevi bene, tanto, tantissimo. 
Credete in voi stesse e sappiate che ogni atto di violenza subita non dipende mai da voi che amate l’uomo sbagliato, ma da lui che lo commette”

Qualunque cosa tu voglia Lucia, ti auguriamo di raggiungerla.
Te lo auguriamo, sì, ma ho come l’impressione che sia inutile augurarti di raggiungere i tuoi obiettivi.

Tu ce la farai.
Tu ce l’hai già fatta.

Buon compleanno!

Questo post raccoglie l’iniziativa di Zelda, che trovate qui.

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5 Comments

  • Tu sei, come me, mamma di un figlio maschio, senti pure tu una responsabilità ancor maggiore nella sua educazione? È vero che i valori sono universali, e il rispetto per il prossimo e per la vita è il fondamento, che si tratti di uomo o donna ma insomma non nascondiamoci dietro un dito, la nostra cultura vede ancora la prevalenza del uomo quindi il nostro ruolo di primi educatori è fondamentale!

  • Tu sei, come me, mamma di un figlio maschio, senti pure tu una responsabilità ancor maggiore nella sua educazione? È vero che i valori sono universali, e il rispetto per il prossimo e per la vita è il fondamento, che si tratti di uomo o donna ma insomma non nascondiamoci dietro un dito, la nostra cultura vede ancora la prevalenza del uomo quindi il nostro ruolo di primi educatori è fondamentale!

  • Maggiore? Forse sì.
    Ecco il perché anche della saga "Maschi. Istruzioni per l'uso".
    Certo è che mi sembra anche troppo facile sostenere che se gli uomini sono incapaci di resistere all'impulso di diventare bestie sia responsabilità delle loro mamme.
    Credo che le radici del fenomeno siano complesse e che un neologismo non risolva il problema.
    Inutile scomodare il dizionario inserendo "femminicidio" se la realtà nella quale viviamo è ben lontana dalla parità, da pari opportunità, da parità di retribuzione a parità di capacità e livello professionali e così via.
    Inutile parlare di femninicidio se poi quando viene uccisa una donna si legge sempre la precisazione sulle sue mutande alzate o abbassate o sul fatto che fosse vestita o nuda.
    Inutile riempirsi la bocca di parole nuove se quando ammazzano una ragazza la chiamano "la brasiliana" alludendo a chissà che passato equivoco.

  • Maggiore? Forse sì.
    Ecco il perché anche della saga "Maschi. Istruzioni per l'uso".
    Certo è che mi sembra anche troppo facile sostenere che se gli uomini sono incapaci di resistere all'impulso di diventare bestie sia responsabilità delle loro mamme.
    Credo che le radici del fenomeno siano complesse e che un neologismo non risolva il problema.
    Inutile scomodare il dizionario inserendo "femminicidio" se la realtà nella quale viviamo è ben lontana dalla parità, da pari opportunità, da parità di retribuzione a parità di capacità e livello professionali e così via.
    Inutile parlare di femninicidio se poi quando viene uccisa una donna si legge sempre la precisazione sulle sue mutande alzate o abbassate o sul fatto che fosse vestita o nuda.
    Inutile riempirsi la bocca di parole nuove se quando ammazzano una ragazza la chiamano "la brasiliana" alludendo a chissà che passato equivoco.

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