Non giudicare

Se fossi credente, avrei sicuramente chiesto al Papa di inserire questo comandamento (perché non c’è, vero?!).
O meglio, lo avrei inserito a partire da una certa età: non giudicare. Anzi: non giudicare la mamma d’altri.

 

Io, per carità, sono la prima che ama farsi due risate, vedo una sconosciuta coi calzini e i sandali e rido, a scuola davo i soprannomi ai professori e anch’io ho criticato le compagne (generalmente per invidia, chissà come mai gli sfigati non si criticano mai!). Ma…

 

non giudico.
Non sopporto chi spunta sentenze.

 

Quando si tratta di mamme poi…

 

Avevo 20 anni e stavo da tre con un ragazzo che aveva una sorellina piccola. Quell’estate ne aveva quasi 4, praticamente l’età della P1 oggi. Ogni giorno, faceva scenate assurde, crisi isteriche per un nonnulla, urla sovrumane. Io, dall’alto della mia esperienza di… zero bambini?!, sentenziavo: è viziata, è isterica, è pazza, per forza sua mamma colì e colà, e hai visto qui e hai visto là.

 

Poi mi sono trovata con la P1. Più o meno nella stessa situazione.

 

E sì che io e la mamma del mio ex siamo ben diverse.
La lista di cose che mi sono sentita di giudicare fino ad un po’ di tempo fa, cioè fino al raggiungimento della maturità, è piuttosto lunga, ma ho smesso.
Ho smesso perché, alla fine, chi sono io per giudicare? Posso non trovarmi d’accordo, posso dire che farei diversamente, posso fare diversamente, ma poi?
Il bambino dorme nel lettone. Davvero voglio esprimere un giudizio? Sono forse in quella casa, in quella famiglia, con QUEL bambino?
No.
Il bambino mangia solo pasta. Davvero posso pensare che la mamma non ci tenga a farlo mangiare diversamente?
No.
Il bambino piange perché non vuole andare a scuola. Davvero posso dire con certezza che a me non capiterà mai?
No.
Ci sono due cose fondamentali da capire:

 

– non conosciamo nessuno abbastanza bene per capire e quindi giudicare un comportamento
– non possiamo sapere cosa ci capiterà domani

 

Quindi, tu che mi giudichi perché mia figlia caccia delle urla assordanti o tu che giudichi quella mamma il cui bambino piange ogni giorno a scuola o ancora quella vestita perfettamente o ancora quella con la ricrescita o ancora quella che veste i figli firmato o ancora quella che dà la tetta a 4 anni…
te lo dico con le parole di Klarissa:
MA CACATI!
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16 Comments

  • Guarda, io sono sempre stata del parere che TUTTI GIUDICANO, in un modo o nell'altro. Il giudizio fa parte di noi perché siamo animali sociali, abbiamo bisogno di altri e inconsapevolmente ci osserviamo e ci giudichiamo. Questa la mia personale ed ovviamente opinabile forma di vedere la cosa. Io ho imparato una cosa fondamentale da quando sono mamma. Non curarmi minimamente del giudizio degli altri, chiunque essi siano. Si sta molto meglio.

    • Ma guarda, invece per me c'è differenza. Un conto è ridacchiare dei calzini a pois di un collega ed iniziare a chiamarlo pois, un conto è dare un giudizio su come si cresce un figlio o su altri aspetti importanti della vita. Posso dire che il calzino corto a pois è urendo perché mi intendo di moda ma non me la sento proprio di dire che la tale mamma sbaglia a far addormentare il figlio nel lettone…
      E ti dirò di più: non è tanto il giudizio nei miei confronti che mi disturba – in fondo non viene detto a me! – è quello sugli altri. Quando sento magari un'amica che giudica le scelte di un'altra io mi sento ribollire, veramente. E non parlo del colore delle tende da mettere in camera!

  • Certamente un conto è giudicare una scelta di vita o un modo di educare o comportarsi in generale, un conto è giudicare (perchè di questo si tratta, almeno secondo me) il colore di un calzino o di una tenda, su questo non ci piove. Ma è pur sempre un giudizio, magari a quel tizio il calzino a pois sembra meraviglioso, perche ha un modo tutto suo di vedere la moda, ma tu che credi o quantomeno sostieni di intendertene, sei pronta non solo al giudizio ma addirittura ad affibbiare un nomignolo che fa tanto prima liceo (e qui ti chiedo scusa per la franchezza), per come la vedo io, se predichi il non giudizio, dovresti applicarlo anche alla tua vita, certamente e piu grave chi giudica le attitudini o modi di educare di una mamma, ma il tuo, a mio modesto parere, resta pur sempre un giudizio.

  • Ho imparato (col tempo, anche io), che spesso la gente fa scelte diverse da quelle che faccio io. E allora? Non sono nè migliore, nè peggiore. Sono solo scelte diverse. Non concepisco come una mia collega possa avere tenuto nel lettone il figlio fino ai dodici anni compiuti. Io non lo farei, ma sono scelte sue. Si potrebbe rovesciare la questione: perché no?

  • Il bello dell'osservazione del comportamento altrui, sarebbe quello di prendere spunto per capire e perché no, per imparare. Ma giudicare e' più facile ed a volte farlo, ci distoglie dai problemi che abbiamo. Brutta abitudine. Brutta sul serio, perché non porta da nessuna parte.

  • Sara' che anch'io mi diverto a scherzare su stupidaggini, ma vedo una differenza sostanziale tra il commento ironico ed il giudizio.
    Il primo è goliardia, passatempo, cameratismo, gioco; il secondo presunzione di avere la verità in tasca, di fare meglio o di essere migliore.

    Ps. Grazie per la colta citazione!

  • concordo con Dreaming Triathlon: tutti giudicano.
    La differenza secondo me sta nel comprendere che il proprio giudizio è frutto di un punto di vista – quindi nè migliore nè peggiore di altri divesrsi – o nel professarlo come una "sacra verità".
    Io posso anche pensare che una mamma sbaglia col proprio figlio e che farei diversamente, ma non è giusto che io decreti che quella mamma SICURAMENTE sbaglia.
    Le nostre opinioni sono sempre giudizi sul mondo. La differenza la fa la nostra flessibilità nel cambiarle, al mutare delle informazioni che abbiamo e nell'apertura nei confronti di ciò che è diverso da noi.

    • Sì Vale, in parte è vero, ma è ben più complicato di così. Se tu pensi che una mamma stia sbagliando hai un'opinione, non stai per forza giudicando. Giudichi quando decreti, quando sostieni che sbagli in assoluto. Dire "io non lo farei" è qualcosa di meno assoluto, c'è un'enorme differenza tra l'opinione (la stessa "i calzini a pois son brutti") e il giudizio.

    • non lo so. ritengo che un'opinione contenga in ogni caso un giudizio. giudizio fattivo e non assoluto, se vuoi. ma direi che stiamo parlando sulle parole.
      condivido il concetto che troppe persone parlano per assolutismi, senza addentrarsi nelle questioni.

  • posso stamparlo e appendermelo sulla schiena, sul passeggino, su mio figlio in ogniddove? no perchè veramente di certe sentenze, occhiate, mezze parole non se ne può più.anna

  • C'è un'enorme differenza tra opinione e giudizio. Sono d'accordo. Anch'io scherzo e magari ironizzo su calzini, colore di capelli o scarpe di qualcun altro, ma ben diverso è arrivare a far sentire l'altra, in questo caso una madre, incapace, inadeguata, sbagliata con giudizi costruiti sulla base di niente.

  • Il giudizio senza cognizione di causa, senza cercare di mettersi nei panni altrui lo emette lo stolto….
    Prima di giudicare bisogna cercare di capire, porsi delle domande, crearsi dei dubbi, se possibile chiedere e poi cmq astenersi!!!

  • Non è un comandamento ma il concetto del "non giudicare" è espresso nei vangeli (in un bel brano di Matteo, capitolo 7).
    Sono d'accordo con chi di voi pensa che è il sentimento con cui si formula una valutazione che fa la differenza. Una cosa è il giudizio – che sa di arroganza e impedisce il confronto fra le persone – e una cosa è la serena espressione di un'opinione che stimola la conversazione.
    Secondo me anche nell'umorismo può esserci il giudizio, pure in questo caso dipende dalla tua intenzione: lo usi per tenere le distanze dall'altro o te ne servi per rendere le relazioni più amichevoli? Sono sicura che il tuo collega "pois"non si è offeso per il simpatico nomignolo!
    Ketty

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