36 ore (o storia di un ricovero)

36 ore.
36 ore senza dormire.
36 ore senza lavarmi i denti.
Senza lavarmi, punto.
36 ore senza pettinarmi, senza
truccarmi.
Questo succede se avete un marito non esattamente sveglio e vi tocca un ricovero improvviso.
Qualche giorno fa, Alessandro non è stato bene. Mi hanno chiamato dall’asilo che aveva 38 di febbre e mal di testa, ma ha preso un po’ di nurofen ed è stato meglio.
La mattina stava bene, non aveva febbre e lo abbiamo portato all’asilo, decidendo di andare a prenderlo subito dopo pranzo.
Ha dormito tanto, segno che comunque non stava bene.
La sera di nuovo nurofen, ma alle 5 di mattina mi chiama dicendo di avere un mal di testa “come si avessero preso a bastonate in testa”.
Gli dò della tachipirina (sapete vero che il nurofen non si dà a stomaco vuoto? ecco, io l’ho scoperto l’altro ieri) ma niente, non fa effetto, continua a lamentarsi e chiedere di andare dal dottore.
La pediatra mi dà appuntamento alle 8.45, chiedo di anticipare, ma alla fine sarà inutile, inizia a vomitare l’anima, quindi arriviamo pure in ritardo, con la nostra borsa “da vomito” che risulterà provvidenziale, visto che dovremo utilizzarla più volte prima di arrivare all’ambulatorio.
Sta sempre peggio, e la pediatra  mi dice subito che mi manda al pronto soccorso, è davvero
troppo sofferente.
Voi che fareste se la pediatra vi spedisse al pronto soccorso?
Io certo non son tornata a casa per cambiarmi, truccarmi, cambiarlo e prendere delle cose nel caso avessi dovuto restare più del previsto.
Sono andata in ospedale, e di corsa.
Arrivo, infilo l’auto in un posto da“massimo 15 minuti”, mettendo un biglietto con scritto “BAMBINO AL PRONTO SOCCORSO!!!!” e vado, con un bimbo da 18 kg in braccio e una borsa da vomito nell’altro.
Lui sta sempre peggio, all’accettazione ci spediscono subito al pronto soccorso pediatrico.
Lì gli fanno dei test che intuisco essere quelli della meningite (che per la cronaca riguardano soprattutto la mobilità della testa: riesce a piegare la testa in avanti? segue una lucina con gli occhi? sa strizzare gli occhi, gonfiare le guance? cammina dritto? sulle punte? sui talloni?).
riesce a piegare la testa in avanti? segue una lucina con gli occhi? sa strizzare gli occhi, gonfiare le guance? cammina dritto? sulle punte? sui talloni?
Avevo capito che la meningite era anche la paura della pediatra… un tale mal di testa in un bimbo di 5 anni non è normale.
Non mi dicono niente, ma se non ci fanno nulla “d’urgenza” vuol dire che andrà tutto bene, no?
Ci fanno fare una visita oculistica, una odissea, con un bimbo distrutto e che fatica anche a parlare. Comunque, alla fine tutto ok.
Tocca alla visita neurologica. Lì meno bene, è fuori di sé, non collabora, è sostanzialmente “non visitabile”.
La neuropsichiatra decide di tenerlo 3 ore in osservazione.
Nel frattempo, gli hanno messo l’ago-cannula (così, di brutto, senza anestesia, ha urlato come un matto povera stella) e gli fanno una flebo.
La neuroposchiatra mi aveva chiesto se dava segni di addormentamento improvviso, io avevo detto di no.
Bene, non faccio in tempo ad uscire che, nonostante gli abbiano appena portato il pranzo che chiedeva da un po’, praticamente sviene sul lettino, per la mia pace e tranquillità.
Lo lasciano dormire, ogni tanto sembra straparlare (“fa discorsi senza senso?” No, finora no). Finora.
Io sono sempre più agitata.
In tutto ciò, apro il portafoglio per prendermi almeno un cappuccino alla macchinetta. Ho 30 centesimi., niente caffè.
Finalmente torna la neuropsichiatra, sono le 16, io sono sveglia dalle 5, senza mangiare, senza andare in bagno.
Lo fa scendere dal lettino, ma non fa in tempo a scendere che lei scuote la testa e dice “non va bene, TAC d’urgenza”.
E la infermiera chiama non so chi dicendo “ho una TAC codice rosso”.
Col senno di poi credo fosse solo il nome della sala TAC riservate alle urgenze, ma in quel momento potevano direttamente fucilarmi e sarei stata meglio.
Codice rosso????
Ho chiesto cosa temevano e mi hanno risposto “è meglio che non lo sappia, inutile fasciarsi la testa prima del tempo”.
Evviva, avete della Cicuta? Così, avrei bisogno di un drink.
Lo portano subito in TAC, mi fanno uscire e stanno dentro 10 minuti buoni, 10 minuti in cui ho pensato le peggio cose, in cui mi sono sentita su una via senza ritorno.
Poi esce la dottoressa e mi dice “evidenze di brutte cose non ce ne sono, ora  stanno studiando meglio l’esame, sono in tre che controllano, ma direi che possiamo escludere il peggio”.
Ma no, non mi sono sentita meglio.
Oramai ero all’inferno, e dall’inferno non si torna indietro così, in un attimo.
Ho iniziato a singhiozzare, io che fino a 3 minuti prima ero, o sembravo, tranquilla, io che sorridevo, prendevo in giro il mio
malatino.
Lì fuori sono crollata, ed ero lì da sola. Non ne potevo più di essere lì da sola.
E lui che mi diceva “perchè piangi mamma?”.
Intanto ci ricoverano, per sicurezza, e chiamo mio marito, chiedo di portarci le cose che ci servono, ma soprattutto chiedo di correre, non ce la faccio più, ho bisogno di qualcuno che sostenga anche me, ora.
Ci danno la stanza, finalmente l’antidolorifico endovena fa effetto, lo vedo meglio, inizia a parlarmi, a rispondere.
Arriva mio marito, ha due pigiami, qualche libro, e basta.
Nessuna spazzola, niente spazzolino e dentifricio, niente asciugamani, niente ciabatte.
Gli ho chiesto una tuta e mi porta la prima che trova, peccato che fosse quella da lavare, piena di macchie.
E vabbè. Pro futuro mi farò una “lista emergenze” da tenere nel cassetto, per casi del genere, pur sperando che non capiti mai più.
Forse il peggio è davvero passato.
Verso le 20 torna il dolore, e il mio panico, ma non solo sola per fortuna, è già qualcosa essere in due ad affrontare le cose, e dopo un’oretta di nuovo l’antidolorifico fa effetto.
(Per la cronaca, dicevo che Ale pesava 16 chili, non ci hanno creduto, l’hanno pesato, e ne pesa 18… alla faccia della mamma distratta…).
Passa una notte serena, lui, io non chiudo occhio, ci sono mille allarmi che suonano, bimbi che piangono, infermiere che entrano ed escono.
La mattina, lui sta da dio, io sembro una scappata da psichiatria.
Capelli stravolti, vestiti inguardabili, occhiaie degne di un vampiro.
Ma è finita.
Va tutto bene, probabilmente è stato solo un virus.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Ma in fondo, un pezzo del mio cuore, lo so, è rimasto fuori dalla sala TAC.
Oramai ero preparata a sentire il peggio, ed è come se me lo avessero detto, se fossi ancora ferma lì fuori con una notizia terribile da dover gestire.
E non posso non pensare a tutte quelle famiglie per cui non va a finire bene.
Per cui una TAC d’urgenza è solo l’inizio di un incubo senza fine.
In fondo, un pezzo del mio cuore è lì, con loro.
PS. i vigili NON mi hanno fatto la multa. E so che sono passati, per cui GRAZIE per l’umanità e la comprensione.
PS2. la “borsa da vomito” l’ho persa in qualche angolo dell’ospedale. Non vorrei essere chi l’ha trovata…..
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29 Comments

  • Mamma mia mi sono commossa…chissà che momenti terribili, certo, tutto è bene quel che finisce bene e sono felicissima di sentire che alla fine è stato solo un virus. Mi hai riportato alla mente mia mamma, la settimana scorsa mi chiama e mi dice, sono ore che piango, io domando che è successo? E lei, niente una coppia di amici che hanno un bimbo di 3anni, da qualche mese hanno scoperto che ha un tumore al cervello, scoperto per mal di testa atroci e vomito continuo…li ha incontrati col bimbo, il bimbo col catetere, camminava piano piano, erano a pranzo fuori. Il bimbo gia operato e ora sotto chemio, non sanno ancora se ce la farà. Mia mamma è mamma ma anche nonna, due volte (sia io sia mio fratello siamo genitori, i nostri figli si passano pochi mesi). Mio figlio fa tre anni tra qualche mese, mia nipote ne fa due a breve. Mia mamma piangeva al telefono, non ci posso pensare, i bambini dovrebbero conoscere solo cose belle, la malattia a loro no, proprio no. E fece piangere anche me. Ma è così. I bimbi dovrebbero essere sacri, e mi hai fatto pensare a tutti quei genitori per cui fuori dalla sala TAC inizia il vero calvario. Una stretta virtuale a tutti loro. E un abbraccio a voi, forza, è passata, è stato solo uno spavento.

  • Ho letto il tuo racconto con apprensione perché quando ho letto mal di testa, ricovero e tac mi sono sentita male per te. Per fortuna si è risolto tutto per il meglio. ora riprendetevi tutti da questo grosso spavento. Un abbraccio solidale dalla mamma di un quasi treenne del Trentino.

  • Vi abbraccio follemente fortemente. Proprio stamane il mio tremesenne ha fatto i primi vaccini, e mentre lo riportavo a casa con addosso l'ansia che potesse succedere qualcosa, ho fatto un pensiero tremendo. Che rimpiango di essere diventata mamma perché se mai gli capiterà qualcosa io non c'è la faro a sopportarlo, mi scoppia letteralmente il cuore solo all'idea. Un pensiero fugace ma terribile. Grazie di avermi permesso di condividerlo… Vi riabbraccio

  • Sto allattando e piango ripensando a quando, quasi 3 anni fa, una risonanza ha cambiato per sempre la mia vita di zia… I bambini non dovrebbero soffrire. Da zia avrei preso tutta la sua differenza su di me se avessi potuto, da mamma spero di non scoprire mai cosa si prova. Amelie

  • oh, grazie, come siete care!!!
    Dreaming, che cosa orribile….. vomito e mal di testa, come aveva lui, ecco perchè erano tutti così preoccupati…. per me è stato solo uno spavento, ma non posso non pensare che per troppi bimbi non è così. E che comunque non possiamo mai dare nulla per scontato… 🙁

  • Ci sono passata più volte, al pronto soccorso, con figlia e con i nipoti. So cosa si prova. So cosa vuol dire "esami d'urgenza", ti tirano via un pezzetto di vita. L'ultima volta con mio nipote, 4 anni, con la polmonite da micoplasma. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Hai ragione tu, perché per alcuni è l'inizio di un incubo, e non puoi non pensarci.
    Coraggio, ringrazia il cielo che è andato tutto per il meglio. Un abbraccio virtuale

  • Sono le sue di notte.mia figlia con 49 di febbre e sto cercando una risposta se il murofen puòessere preso a stomaco pieno.ho trovato i l tuo post… mi è venuto mal di stomaco…ma mi hao fatto anche sorridere. Siamo forti…sappiamo che fare.sei un gran mamma…come tutte noi!

  • “E non posso non pensare a tutte quelle famiglie per cui non va a finire bene.
    Per cui una TAC d’urgenza è solo l’inizio di un incubo senza fine.
    In fondo, un pezzo del mio cuore è lì, con loro.”

    Semplicemente grazie.

    Grazie al cielo il nostro di incubo sembra essere finito bene (ho ancora timore nel dire che il mostro è sconfitto), ma dopo eco, tac e risonanza d’urgenza la sera, in due ospedali diversi, nel clima spettrale che solo le sale d’aspetto deserte possono avere, io so di non essere più la stessa.

    Non è paura degli ospedali, non è timore per il futuro, è il latente ricordo del ritrovarsi improvvisamente sola ad ascoltare una diagnosi che nessuno vorrebbe mai sentire, a 80 km da casa tua. La stessa casa da cui sei uscita di corsa solo con un cambio per tua figlia ed in cui non sei poi più rientrata per cinque settimane

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