Una mamma può davvero lavorare a tempo pieno?

Io sono quella che a 7 anni diceva che non avrebbe mai avuto figli. Dovevo concentrarmi per diventare Presidente della Repubblica.
Quella che inorridiva alla frase “i figli sono il senso della mia vita”.
Sono quella che scuoteva la testa sentendo di donne che lasciavano il lavoro dopo un figlio “perché voglio fare solo la mamma“.
E sono quella che è tornata a lavorare prima dei tre mesi dei propri figli.
Eppure ora, se solo potessi permettermelo, starei a casa da domani.
Sono arrivata alle vacanze di Natale distrutta, demolita, con una serie di casini e ancora casini che davvero non ne potevo più. E nessuno di questi guai è risolto ad oggi, sono solo stati rimandati, grazie alle vacanze di Natale, ma è già qualcosa.
Le vacanze me le sono godute, son stata tanto, tantissimo – sempre, in effetti – con i miei figli.
Il Natale è stato magico, davvero. L’emozione e la trepidazione di Ale mi hanno rituffato a piè pari nella mia infanzia piena di magia.
Siamo pure miracolosamente riusciti ad andare qualche giorno in montagna, un sogno.
Poi arriva la domenica prima del rientro e divento nervosa, il solo pensiero di tornare al lavoro mi rende di pessimo umore (come tutti, lo so).
Il lunedì sono nell’isteria pura, cattiva e incazzosa, urlo tutto il giorno a tutti, per vere inezie.
In un momento di tregua, per prepararlo al rientro, dico al mio piccolo, 2 anni e 4 mesi: “tesoro, sei felice che domani rivedi Stella?” (la sua maestra di nido). Lui mi guarda, spalanca gli occhioni, labbrino tremolante e scoppia in un pianto così forte che diventa blu. Quando riprende a respirare inizia a urlare che no, non vuole tornare al nido, che lui vuole stare sempre con me. “Anche se sono cattiva e urlo?” chiedo io.
E sì, anche se è cattiva e urla, loro preferiscono la mamma.
Mi ha così sconvolto, questa cosa così ovvia ma sorprendente.
E non ho fatto nemmeno in tempo ad accorgermene, che mi son trovata dritta nel frullatore a potenza massima.
Il martedì sono andata a prendere i miei figli alle 19 dalla baby sitter (che è più giovane di me ma ha una figlia alle superiori…), casalinga, 3 figli. Casa sua è il regno della pace e serenità.
Comunque, entro e Ale mi corre incontro quasi in lacrime dicendo che ha fame e che anche lui vorrebbe la torta.
Sì, come non sentire quel delizioso profumo di torta appena sfornata? Mi fa ricordare che non ho avuto nemmeno il tempo di pranzare.
Io avevo già in programma delle spinacine home made, non esattamente una passeggiata, ma “vuoi la torta? E la mamma fa la torta, che ci vuole?” (mica posso essere da meno, io!).
Frulla di qui, impana di là, mescola, e dosa, alla fine, io ho cenato in piedi mentre finivo la torta, in cucina sembrava fosse esplosa la bomba atomica, la torta non cuoceva più, così loro non l’hanno nemmeno potuta assaggiare perchè nel frattempo sono andati a dormire, e io, per fare la supermamma con spinacine fatte in casa e torta appena sfornata, non sono stata con loro neanche quelle uniche due ore scarse che avevamo a disposizione.
Di fatto, non sono stata davvero con i miei figli nemmeno per un minuto.
Normale, quindi, essere nel mio stato d’animo.
Metto le mani avanti: sono impulsiva e tendo a prendere decisioni avventate di punto in bianco. Ed è assolutamente probabile che, se il genio della lampada avverasse ora il mio desiderio di non lavorare più, tra meno di un mese sarei in giro per il mondo a caccia del suddetto genio per farmi ridare indietro la vita incasinata di adesso.
Eppure, il tarlo non mi dà pace.
I giorni si susseguono l’un l’altro così in fretta da non lasciare quasi traccia, se non nelle tacche sui muri dove segno l’altezza dei miei bimbi.
Non ho fatto in tempo ad uscire dalla sala parto con Ale che già, in modo del tutto sorprendente, questo mese devo iscriverlo alla scuola elementare (che non si chiama più così, mi dicono, ma chissenfrega, ci siamo capiti).
Ed ecco un altro tasto dolente che allieta questo inizio 2014 (duemilache???? aaaaargh!!).
Nella nostra scuola “primaria” (ecco, si chiama primaria, mi pare), il posticipo finisce alle 15.20. Il venerdì, tutti a casa alle 12.20, senza pranzo.
Come fa una mamma che lavora??
Alla riunione dei genitori, in meno di 10 abbiamo manifestato difficoltà per quell’orario. Alla fine, non potendo pretendere un orario diverso, abbiamo pensato di organizzarci tra noi, cercando una cooperativa che si occupa di doposcuola (e non credo riusciremo, per la cronaca).
Abbiamo fatto girare la voce alle mamme dei bimbi che già frequentano ed ho appena saputo che queste erano indignate dalla nostra proposta “poveri bimbi, ma si rendono conto di cosa pretendono?, già alle tre escono distrutti!!”.
Ma come diavolo fanno, tutte, a gestire questi orari??
Ma soprattutto, come farò io?
Davvero voglio che mio figlio, che obiettivamente, specie in prima, dopo 7 ore in classe sarà moribondo, stia a scuola altre tre ore? Ok, si gioca, si crea e bla bla, ma è a scuola.
O è forse preferibile che stia 3 ore a casa di una sconosciuta? Che sia lei ad aiutarlo con i compiti e le prime letture?
E comunque, in entrambi i casi, una bella fetta delle entrate del mio lavoro finirebbe a pagare qualcuno che faccia quello che non posso fare io.
Cioè seguire mio figlio.
Avevo scritto “crescere mio figlio”, ma  no, sarebbe davvero “troppo” e sbagliato. Tutte noi mamme, lavoratrici o no, facciamo il possibile per crescerli al meglio.
E in poche ci riescono, a dirla tutta.
Ma per seguirli davvero, per me serve anche il tempo.
Questo tempo che mi scivola addosso, mi sta soffocando sempre di più.
Sarà che io ho avuto una mamma casalinga, sarà che vivo in una zona in cui sono tante le mamme che non lavorano, e quelle che lavorano alle 4 hanno finito.
Ma io, un bimbo alle elementari che non vede i genitori fino alle 7 di sera proprio non me lo vedo.
Io arrivavo a casa, avevo i miei piatti familiari, guardavo i miei cartoni preferiti, facevo i compiti, avevo la casa sempre piena di amichetti. E avevo come secondo fratello il mio amico, l’unico con la mamma che lavorava (ed erano altri tempi, non esistevano le baby sitter, si stava a casa da soli).
Io avevo l’uovo sbattuto la mattina, la torta appena sfornata a merenda, potevo andare alle feste dei miei amici durante la settimana, andavo a fare i compiti dalle mie compagne di classe, con la bella stagione ero al lago tutti i giorni, o in montagna.
E giocavo. Tanto, tantissimo.
Ho giocato, corso, inventato, fantasticato, cantato per tutta la mia lunga felicissima infanzia.
Io dimentico anche cosa ho mangiato a pranzo, ma ho ricordi vivissimi di tutto il periodo meraviglioso delle elementari e delle medie.
Erano altri tempi, certo, ma io uscivo di casa sola con gli amici dopo pranzo e tornavo per cena, sin dalle elementari. Quante gite nei boschi, case sugli alberi, tesori da scovare, mappe da seguire…
Cosa avrà lui? Che ricordi avrà se passerà le sue giornate a scuola e sarà sempre l’ultimo a tornare a casa?
E per cosa poi? Che lavoriamo 100 ore a settimana in due e arranchiamo più di tanti altri?
E così, in questo inizio anno che mi auguravo, e mi auguro, magnifico, sono più depressa che mai.
Mi sto davvero convincendo che almeno uno dei genitori dovrebbe poter stare tutto il pomeriggio con i propri figli, almeno fino alla prima superiore.
E, se per quanto mi riguarda i genitori si equivalgono e quindi mi lascia indifferente che il “casalingo” sia uomo o donna, mi ha fatto pensare che i miei figli chiedano sempre a me di stare a casa. Non si sono mai sognati di chiedere al papà “perchè lavora”, ma alla mamma sempre (certo, probabilmente è solo un fatto culturale, vedono le altre mamme venire a prendere i loro amici il pomeriggio…).
Stamattina, il Tortoro ha iniziato a piangere appena sveglio e non è riuscito nemmeno a far colazione. Dopo un’ora, è riuscito a dirmi tra i singhiozzi: “piango perchè non voglio che lavori, voglio che stai con me”.
E il mio cuore si è infranto in mille pezzi.
Non lo so se riuscirò mai ad inventarmi una vita nuova, che mi consenta di essere più presente.
E poi, sono piuttosto mediocre, come madre, forse finora i danni son stati limitati proprio perchè son stati poco con me, se fossi stata mamma a tempo pieno sarebbero già in riformatorio.
Ma quello che mi e vi chiedo è: una mamma può davvero lavorare a tempo pieno?
Ditemelo voi, perchè ora mi pare impossibile farcela. Perchè non ho un imprintig di questa situazione, non l’ho vissuta, non l’ho vista vivere, non la vedo nemmeno oggi intorno a me.
E in questo momento mi sembra tutto maledettamente difficile.

 

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125 Comments

  • carissima morna, anche io mamma di due maschi, mi pongo spesso il tuo stesso enigma…. ma le altre come fanno? vi prego qualcuna ci sveli l'arcano, perchè io non l'ho ancora capito…… anche usando tutti i posticipi del mondo i miei figli sarebbero fuori dalla scuola alle 17 e io sarei tornata per le 20….. io il genio non l'ho ancora incontrato e alla fine ho mollato il lavoro e sto crescendo i miei figli. Dall'altra parte della barricata però posso dirti che è abbastanza alienante anche questa versione di mamma e che nonostante tutto non riesco comunque a fare le torte col piccolo di 15 mesi che mi si attacca ai pantaloni………
    alla fine di tutto credo che un sano equilibrio potrebbe essere il fantomatico part time lungo…. anche 8 -16 per me andrebbe benone… 8-15 a voler proprio esagerare… ecco si… quando lo trovi, fammi un fischio!! ; ) un bacio ai tuoi pargoli e a voi sfumature!

  • Che dirti cara? Intanto di mando un abbraccio virtuale.
    Mia mamma era infermiera, qundi sottoposta a turni strani, mio papà lavorava su tre turni alla Fiat, ricordo giornate passate x strada, nottate io e mio fratello soli, io che piangevo. Ricordo che invidiavo i miei cugini che avevano la mamma a casa, erano più poveri di noi, ma non erano soli, mai.
    Non sono bei ricordi.
    Ho sempre cercato di svolgere un lavoro che mi permettesse di crescere i miei figli, di essere sempre presente e fino al 2009 ci sono riuscita. Poi ho fatto un anno senza lavoro e nel 2010 abbiamo preso in gestione un negozio all'interno di un Centro Commerciale…è stata la morte della famiglia. O io o mio marito siamo in negozio, tutti i giorni, fine settimana compresi. Chi va in negozio esce alle 8 e rientra alle 23. Fortunatamente ns figlio maggiore ogni tanto ci sosttuisce e ci da modo di passare una giornata con il piccolo di 6 anni. Una scelta obbligata, una scelta sofferta.
    Non ho consigli da darti, ma solo un parere, x me la mamma dovrebbe lavorare 6 ore al giorno e dovrebbero creare delle leggi che tutelino le mamme lavoratrici, invece siamo penalizzate.

  • Io ho la fortuna di avere un part-time ma non so quanto durerà. Prima o poi dovrò rientrare a tempo pieno e verrò sopraffatta anch'io da fatica e sensi di colpa…non ci voglio nemmeno pensare!
    Hai tutta la mia solidarietà, un abbraccio!

  • Io ho sempre avuto i genitori lavoratori, vero che sono cresciuta principalmente con i nonni (asilo dai 4 anni, all'epoca si chiamava così, oggi non so), però tanti problemi perchè vedevo mamma e papà solo la sera non m li sono mai fatti, mai sentito senso di abbandono; mai fatto drammi quando andavano via.
    penso (da non mamma) che sia un senso di colpa + dei genitori, che un vero malessere dei figli; poi ci sta che dopo un lungo periodo sempre insieme, facendo una vita diversa più divertente e rilassata, anche i bambini abbiano bisogno di qualche giorno di assestamento, ma è una cosa abbastanza normale e comprensibile

    • il problema è che adesso la maggior parte dei nonni stanno ancora lavorando o magari scelgono (liberi di farlo) di non fare i nonni sitter, o magari come nel mio caso non gliene frega nulla…..e allora? come si fa?

    • è bello sentire esperienze positive. ma non mio caso non ci sono nonni ad aiutarmi e i miei bimbi problemi se i fanno eccome, me lo fanno notare ogni santo giorno, dicendo che anche loro vorrebbero uscire dopo pranzo o dopo la merenda, come quasi tutti gli altri.

    • Io, 62 anni a settembre, avrei voglia di fare la nonna (3 nipotini di 6 e 5 anni) ma la signora Fornero me l'ha impedito. Nella mia gioventù (anni '70) mi sono potuta permettere di lasciare il lavoro per fare la mamma a tempo pieno di 2 bimbi con 13 mesi di differenza e mi sono altrettanto potuta permettere di trovare un altro lavoro quando i miei bambini hanno cominciato a frequentare la scuola. Oggi come oggi non consiglierei a mia figlia e mia nuora di lasciare il lavoro….dove e quando andrebbero a riprenderlo?!…Che dire?…se non avessi lasciato il primo lavoro oggi avrei i requisiti per essere in pensione….ma non rimpiango assolutamente quello, perché ho cresciuto i miei figli e non mi sono persa i loro (e i miei) anni più belli. Certo, i miei nipoti hanno frequentato il nido sin da piccoli e non nascondo che mi sarebbe piaciuto occuparmi di loro a full
      time, ma…nun se po'!. Mi dispiace per tutte voi giovani…che non avete scelta!
      Nonna Elena

  • Figlia di lavoratrice madre di 3 figli.
    Ricordi belli quanto i tuoi, infanzia felice, giochi a non finire, scuola a tempo pieno, nessun compito con estranei, tante passeggiate nei boschi con mamma, anche se nel week end e non in settimana, tante belle attività che hanno sviluppato tante abilità e capacità che, all'occorrenza, aiutano.

    Peraltro nella mia città le mamme lavoravano eccome già ai tempi, era Anormale avere la mamma casalinga.

    Insomma, io non ho patito in nessun modo e le mie sorelle nemmeno.

    La verità?

    A me non preoccupa la mamma poco presente durante la giornata tra i 6 e i 10 anni. A me preoccupa dopo. Preadolescenza e adolescenza con genitori lavoratori full time mi impensierirebbero e mi impensieriscono moooolto di più.

    • Concordo pienamente!ho due figli di 13 e17 anni, scolasticamente del tutto indipendenti e molto organizzati, ma riscontro che la mia presenza é molto importante, a vari livelli. Inoltre se quando erano più piccoli i nonni potevano fare egregiamente le mie veci sul loro accudimento, ora non é più così. Fortunatamente una parte considerevole del mio lavoro non è legata ad orari rigidi, quindi riesco a conciliare, dedicandomici alla sera, con grande sacrificio su altri fronti.

    • Immaginavo.

      Non vogliatemene, ma io credo che faccia male al cuore lasciare il frugoletto al nido, il 3/4enne all'asilo e il 6/7 enne alla primaria, male al cuore di molte mamme, qualcuna anche un tantino sentimentalista.

      La testa mi dice che, invece, la presenza – non solo e non tanto fisica – dei genitori è fondamentale quando a scuola ci vanno da soli, quando hanno un telefono, una connessione dati, amici che conosci poco o nulla e tanta voglia di scoprire il mondo.

      Solo che a quell'età in molti casi il sentimentalismo materno è in cantina col passeggino, perdonate la schiettezza.

    • I figli andrebbero seguiti sempre perché se prima la presenza è più fisica, dopo è più psicologica. E' la nostra società che fa schifo, che chiede sempre di più, che promette quel fantomatico work-life balance ma che poi penalizza noi mamme. Rosa che da Gennaio perderà il part-time ed inizierà a lavorare 8 ore con due figlie

  • Leggo questo post e le lacrime scendono…colpa degli ormoni dell'allattamento mi dico. A marzo devo rientrare a lavorare e il mio cucciolo avrà 6 mesi. Dovrà stare fino alle 16 senza la sua mamma, con cui finora è rimasto 24/24 ore e 7/7 gg. Come fargli capire che devo tornare in ufficio perché se no non riusciamo più a sostenere le spese di casa?! E a settembre poi finisce anche il permesso allattamento…se mi va bene arriverò a casa per la favola della buonanotte! Mi sento male al solo pensiero!!!

    • Ciao 82nene, ho letto ora il tuo commento lasciato ben 4 anni fa perché stavo girando tra le varie conversazioni per capire cosa devo fare con la mia bimba che farà 5 mesi tra pochi giorni.. e vorrei sapere comè andata a te.. con il tuo bimbo. Sei rientrata a lavorare? Com’è stato? E lui? Scusa le mille domande ma è un momento un po’ così ..

  • Piango leggendo questo post perché vedo la vita che sarà anche la mia… Dio che paura ho. Ma come si fa? Che alternativa ho? Non ce l'ho… Non ce l'ho… È forse neanche tu…
    Ma una cosa la so, i tuoi figli ti amano per questo vogliono stare con te! Continua ad essere la mamma che sei e loro continueranno ad amarti.

  • Ciao Morna! Io ho quasi una situazione opposta. Lavoro a 30 ore a settimana. La sera o pomeriggio-sera. Sono a casa quando i bimbi non ci sono. Ma almeno me li vedo per pranzo, a volte per i compiti e per la consegna alle attività sportive, Poi c'è il papà, che li raccoglie, li lava, li cena e li mette a letto. Poi io rientro e lui va al lavoro. meglio, certo. Ma , se potessi vedere mio marito qualche volta… (lavora la notte = dorme di giorno).

  • ciao a tutte. io ho due figli di 6 e 10 anni e ho sempre lavorato a tempo pieno. uno perchè non posso permettermi di stare a casa, due perchè nella mia azienda non danno il part time. e già faccio un lavoro che non è quello per cui ho studiato e mi sento l'ultima ruota del carro, figurati a cambiare. ho una fortuna: che mio marito insegna alle medie. quindi con i bambini ci sta lui (e le nonne a turno che grazie al cielo stanno ancora abbastanza bene). ma se domani mi si offrisse l'opportunità si starmene a casa lo farei subito. mi piace lavorare, ma non mi piace più il lavoro che faccio, quindi non ha senso (se non economico) che io stia lì. poi vedrete starò lì i prossimi ventanni. ma mi pesa terribilmente. tra l'altro per me gli anni in cui la mamma dovrebbe stare a casa a seguire i pp figli sono le tre medie. almeno le prime due. a dieci anni si accorgono benissimo che non ci sei, a uno o due dopotutto se ne accorgono ancora di meno. infatti ho pensato di chiedere il part time per il primo anno delle medie di mio figlio grande. ma sapete, non me lo daranno mai. e continuerò a barcamenarmi come ho sempre fatto. gli unici permessi che prendo sono quelli per andare alle feste a scuola e alle riunioni. a volte non arrivo nemmeno in tempo. a volte non vado. qualcuna la salto. i miei figli sono bambini felici e crescono bene. ma è di me che mi preoccupo!!!!

  • aggiungo: i bambini capiscono il concetto della mamma che lavora tutto il giorno. il peggio è quando fai tardi e torni e sono già in pigiama. oppure salti senza preavviso la recita di natale. ecco, diciamo che li scuote l'imprevisto. per il resto si adattano. ma non è solo in nome dei figli che dovremmo regolarci, anche per noi stesse. dopo che ho lavorato 8 ore, perchè dovrei restare di più in ufficio? manco fossi il Segretario dell'ONU. però spesso è la prassi e se te ne vai ti guardano pure un po' strano. è il di più che pesa a noi e ai nostri figli. la maggior parte delle mamme ha lavori normali, non siamo tutte dirigenti o quadri. invece ci viene chiesto di essere superaziendaliste. scusate lo sfogo ma mi è già capitato due volte di avere i miei figli in giro (oratorio, scout, basket) e non riuscire ad andarli a prendere e dover chiamare il quartiere intero per farmi aiutare. in ufficio non hanno fatto neppure una piega.

  • Io ho sempre Lavorato in casa fino a settembre quando ci siamo decisi d aprire un negozio e ho capito sulla mia pelle che oltre a non poter prendere più di due giorni di ferie anche se il pomeriggio sono a casa perché mi spartisco gli orari con un socio, devo sempre essere reperibile essendo questa l'unica vera fonte di ingresso. La fregatura è che non viviamo in Svezia o finlandia dove a parte esistere permessi lunghi anni per entrambi i genitori, il part time è cosa buona e giusta oltre al fatto che (visto in un documentario) se non partecipi alla vita scolastica dei figli, non vai alle riunioni e non segui i corsi di francese per aiutare tuo figlio nei compiti di francese, chiamano gli assistenti sociali, perché lavori troppo. secondo me devi come trovare una routine magica che renda meno stressante il distacco dopo tanti giorni insieme, creando aspettative per il ritorno alla sera ed essere monotasking, cioè non fare la supermamma. Ho la casa che fa pena, tra i gatti i cani, il marito contadino e ieri anche la lavatrice m ha piantata ma di qualcosa dovremmo pur gioire no?

    rasserenati.

  • Io sono esaurita, stanca fino allo sfinimento e scoraggiata quindi prendi il mio commento più come lo sfogo di un'isterica che altro…
    Secondo me non si può lavorare tutto il giorno, punto. Se penso che mia figlia non potrà mai invitare a casa un'amica dopo la scuola o che dovrà elemosinare aiuto per i compiti da chissà chi mi viene voglia di piangere. Io, figlia di genitori molto presenti, ho sempre provato pena per i miei coetanei che non potevano contare sull'aiuto dei genitori in ogni momento. Mi sento una pessima madre e sono sicura che mia figlia ne risentirà moltissimo ma allo stesso tempo, ora come ora, non vedo soluzioni. Magari col tempo…

  • Io ho avuto, ed ho tuttora, genitori lavoratori. Tanto tanto lavoratori, imprenditori. Sono cresciuta un po' coi nonni e un po' con tante baby sitter, e a volte venivo anche accudita dai vicini, in casi di estrema necessità. Ti dirò, io di questo fatto ho sempre sofferto moltissimo. I miei li vedevo la sera e alla domenica, se andava bene. Erano comunque molto stressati e anche se abbiamo avuto tanti bei momenti che ricordo con piacere, avrei voluto averli più spesso a casa, soprattutto la mamma.Vedevo le mie amichette con le mamme a casa, quando andavo a studiare da loro la mamma preparava la merenda, era presente, non c'era la baby sitter o la nonna. I nonni li amavo, ma loro non potevano esserci sempre per cui spesso erano le varie baby sitter ad occuparsi di me e mio fratello. Io ho fatto di tutto per poter stare a casa, dopo la nascita di mio figlio. Cambio di paese, sono corsa a vivere in un puntino sperduto della campagna abruzzese pur di pagare un affitto irrisorio, mio marito ha avuto fortuna con il lavoro e ne ha trovato uno molto buono, certo non prende chissà che, ma riusciamo a vivere in tre benissimo. Io ora faccio ripetizioni da casa due volte a settimana e arrotondo. Insomma, potremmo dire che noi siamo stati fortunati, ma la fortuna io me la sono anche andata a cercare, in capo al mondo, per un periodo ho vissuto anche a casa di mia mamma, con tutta la mia famiglia, e la ringrazio di averci aiutati a rimetterci in piedi. La mia storia è lunga e anche travagliata, ma alla fine ce l'ho fatta e sto a casa e sono felice di ciò. Non si tratta di sensi di colpa dei genitori, come dice l'anonimo, si tratta del fatto che un figlio ha bisogno della madre, molto più che dei nonni o di una baby sitter, ed è normale che un figlio soffra. Poi i bimbi non sono tutti uguali e spesso le mamme sono costrette a lavorare pur di mandare avanti la baracca. È il sistema che è sbagliato, è tutto da rivedere. Una mamma, per me, non dovrebbe lavorare a tempo pieno, ma solo part time.

  • Mi sembra di leggere di me stessa, ecco perché ho anch'io le lacrime agli occhi. Sono cresciuta con madre insegnante, che quindi per alcuni pomeriggi alla settimana stava con me e per "vocazione" mi seguiva nei compiti. Mio padre aveva un lavoro particolare con pochi turni lunghi, quindi capitava che fosse a casa o tutta la mattina, o tutto il pomeriggio. Insomma, io alle elementari ho fatto il tempo pieno (fino alle 16.30), ma non sono mai stata sola, a quell'ora uno dei due c'era sempre.
    Per mia figlia non sarà così, a meno che io non abbia il coraggio di cambiare. Ora lavoro in ufficio 8 ore al giorno e provo tutte, tutte le angosce che descrivi tu, con l'aggravante che questo lavoro nemmeno mi piace, non è quello per cui ho studiato, ma mi sono accontentata perché è qui, nella mia città, non devo fare la pendolare.
    Ma giuro che quando arrivo a casa alle 19.30, vedo i fornelli vuoti, la casa sottosopra e tutto da preparare/sistemare, mi viene la morte nel cuore. Perché, di nuovo, non avrò tempo di stare con la piccola.
    E' giusto? No, non credo. Perché anche se io ho la fortuna di avere i nonni che mi danno una enorme mano, mi rendo conto che lei, che è ancora piccola, ha 2 anni e mezzo, vorrebbe sempre me. E comincia a dirmelo, facendo a pezzi il mio cuore.

  • io sono cresciuta con genitori entrambi lavoratori, ho fatto sempre le scuole fino alle 16.30 e spesso venivo presa dai nonni.Non mi sono mai sentita "abbandonata", non ho mai sentito mio padre poco presente – nonnostante tornasse tutte le sere alle 8 a casa. Certo è che i miei genitori ci (io e mia sorella) hanno sempre reso molto partecipi delle loro vite ed erano molto interessati alle nostre ( la sera a cena tutti racocntavano della loro giornata). Ho avuto la fortuna di avere 2 nonni materni presenti, disponibili e adorabili.
    Io ora ho una figlia di un anno e mezzo, và al nido dai 6 mesi, quando ho ripreso il lavoro, e mi sembra una bimba molto felice.
    Io lavoro 40 ore, ma ho trovato un capo accomodante, che mi ha permesso di modulare l'orario in base alla disponibilità di nonni e padre, per cui lavoro fino alle 15 tre gg a settimana, fino alle 17 gli altri 2 giorni e il sabato mattina.
    per ora ho deciso di tralasciare casa e esigenze personali a favore di mia figlia, per cui quando sono con lei, sto con lei: non mi metto a fare pulizie, non mi metto a cucinare per noi (la sua pappa la preparo prima o la sera quando dorme), mi dedico a lei. non so se è programma che riuscirò a mantenere anche negli anni futuri. so però che non sono una mamma che riuscirebbe a stare a casa, senza lavoro.
    certo, un part-time 30 ore al mattino sarebbe la soluzione ideale, ma temo che in questo frangente di ideale in Italia ci sia ben poco…

  • grazie a tutte per i vostri commenti… devo digerirli un po', perchè mi avete lasciato col magone. Alla fine, di lavoratrici full time "felici", non ne vedo praticamente nessuna. Anche io credo che il sistema sia sbagliato… Continuate a rispondere, mi fa molto piacere! Anche se in questo caso, "mal comune" non è assolutamente mezzo gaudio, anzi.

    • Se ti può consolare anche stare a casa non è tutto rose e fiori. Io lavoro part-time solo al mattino, 2 figli di 8 e 11 anni. Be è dura perché sono praticamente sempre a loro disposizione. Quindi non apprezzano neanche quello che faccio, è tutto scontato. Una donna dovrebbe riuscire a ad avere famiglia e lavoro senza sentirsi perennemente in colpa… gli uomini ci riescono benissimo. .. comunque quando lavoravo 8 otto correvo molto di più, magari la casa non era proprio perfetta ma io mi sentivo più realizzata e sicuramente lo trasmettevo ai miei figli. Senza contare che i momenti passati insieme erano veramente sentiti e non scontati…. comunque lo so che sicuramente solo una privilegiata. Ma non è tutto oro quello che luccica..

    • Se ti può consolare anche stare a casa non è tutto rose e fiori. Io lavoro part-time solo al mattino, 2 figli di 8 e 11 anni. Be è dura perché sono praticamente sempre a loro disposizione. Quindi non apprezzano neanche quello che faccio, è tutto scontato. Una donna dovrebbe riuscire a ad avere famiglia e lavoro senza sentirsi perennemente in colpa… gli uomini ci riescono benissimo. .. comunque quando lavoravo 8 otto correvo molto di più, magari la casa non era proprio perfetta ma io mi sentivo più realizzata e sicuramente lo trasmettevo ai miei figli. Senza contare che i momenti passati insieme erano veramente sentiti e non scontati…. comunque lo so che sicuramente solo una privilegiata. Ma non è tutto oro quello che luccica..

    • Io ho lavorato per 7 anni lontano da casa c

      on due bambine piccole che reclamavano sempre la mia presenza quando sono nati due gemelli ho lasciato lavoro e siamo partiti per estero in Argentina dove lavorava solo mio marito .Ora siamo rientrati in Italia.Sono contenta di aver dedicato 10 anni della mia vita ai miei figli.Ora però trovare un lavoro a 50 è molto difficile.Nessuno capisce che i bambini piccoli hanno bisogno della mamma fino ai tre anni come minimo.Il mio consiglio è non lasciate lavoro .Cercate una brava babysiter e cercate di resistere .

  • Ecco a me pure è scesa una lacrimuccia leggendo… Io ho dovuto lasciare mio figlio al nido dalle 7.30 del mattino alle 18.30 della sera da quando non aveva ancora compiuto 6 mesi perchè vivo lontana da genitori e suoceri e sia io che mio marito abbiamo un lavoro full time (io sono pure pendolare). Ora devo iscriverlo alla scuola dell'infanzia ed ho già gli incubi: con pre e post scuola farà dalle 7.45 alle 17.00 e io sto già cercando una persona disponibile ad andare a prenderlo e tenerlo fino al rientro mio o di mio marito alle 18.30…io non ho scelta, se mollo il lavoro, tanto faticosamente ottenuto, non campiamo. Potrei provare a chiedere un part-time, ma non ora…è un anno esatto che ho il contratto a tempo indeterminato dopo anni di progetto, e lavoro in una piccola società di consulenza in cui non sono stata nemmeno sostituita durante la maternità. E sono già fortunata che quando il piccolo sta male riesco a sopperire con il telelavoro (che però è concepito come un'eccezione e che sono stata la prima a "far introdurre" al mio capo).
    Mio figlio però è un bimbo sereno, felice, un gran chiacchierone e questo mi aiuta a pensare che non sta andando poi così male…ma in futuro? E farne un altro?

  • Anche io figlia di genitori lavoratori e con mamma pendolare che non vedevo fino alle 19 circa. Per le varie cose come visite mediche o altro era mio papà che ci portava perché lui lavorava vicino a casa, mentre per mia mamma sarebbe stato scomodo. La nonna paterna li ha aiutati, ma io e mio fratello eravamo spesso soli. Devo dire però che nessuno dei due si è sentito abbandonato anzi, mia mamma era (ed è) una presenza molto forte. Il sapere stare da sola e gestire il mio tempo mi ha aiutata molto in futuro, sono sempre stata molto indipendente. Con gli anni poi ho apprezzato molto mia mamma, perché ho capito molto i sacrifici che ha fatto per noi. E' stata ed è una gran donna! Non la cambierei con nessuna mamma casalinga perché mi ha insegnato l'importanza del lavoro e l'importanza di rimboccarsi le maniche se si vuole ottenere qualche cosa. Penso che sia stato più difficile per lei che per noi e, infatti, mi ha confessato che quando eravamo piccoli mentre andava al lavoro piangeva. Era però più il suo senso di colpa che il nostro stato d'animo. Sapevo che potevo contare su di lei e anche su mio padre. La mattina era lui che mi preparava, faceva le acconciature e portava a scuola. Senza dimenticare che mia nonna, soprattutto oggi che non c'è più, mi ha dato tanto e sono stata felice di avere tantissimi ricordi con lei.
    Certo, ogni esperienza è personale, ma vedrai che in futuro saranno i tuoi figli a considerarti una supermamma! Quando a distanza di 30 anni dico a mia mamma che è stata una grande, vedo nei suoi occhi tanta soddisfazione e commozione perché le cancello tutto i suoi sensi di colpa che per anni l'hanno soffocata. Altra cosa, in casa mia sono la quarta generazione di donna lavoratrice quindi, la donna casalinga, non fa parte dei miei modelli. Sicuramente quando sarò madre avrò anche io tanti sensi di colpa, ma pensando a mia madre spero di trovare dentro di me la forza di andare avanti….
    E' vero, dunque, che sarebbe più facile per te ma vedo anche tante mamme a casa che boh, mi lasciano un po' perplessa su come trascorrono il tempo con i figli, quindi credo che anche la persona/mamma faccia la differenza…

  • Anche io figlia di genitori lavoratori e con mamma pendolare che non vedevo fino alle 19 circa. Per le varie cose come visite mediche o altro era mio papà che ci portava perché lui lavorava vicino a casa, mentre per mia mamma sarebbe stato scomodo. La nonna paterna li ha aiutati, ma io e mio fratello eravamo spesso soli. Devo dire però che nessuno dei due si è sentito abbandonato anzi, mia mamma era (ed è) una presenza molto forte. Il sapere stare da sola e gestire il mio tempo mi ha aiutata molto in futuro, sono sempre stata molto indipendente. Con gli anni poi ho apprezzato molto mia mamma, perché ho capito molto i sacrifici che ha fatto per noi. E' stata ed è una gran donna! Non la cambierei con nessuna mamma casalinga perché mi ha insegnato l'importanza del lavoro e l'importanza di rimboccarsi le maniche se si vuole ottenere qualche cosa. Penso che sia stato più difficile per lei che per noi e, infatti, mi ha confessato che quando eravamo piccoli mentre andava al lavoro piangeva. Era però più il suo senso di colpa che il nostro stato d'animo. Sapevo che potevo contare su di lei e anche su mio padre. La mattina era lui che mi preparava, faceva le acconciature e portava a scuola. Senza dimenticare che mia nonna, soprattutto oggi che non c'è più, mi ha dato tanto e sono stata felice di avere tantissimi ricordi con lei.
    Certo, ogni esperienza è personale, ma vedrai che in futuro saranno i tuoi figli a considerarti una supermamma! Quando a distanza di 30 anni dico a mia mamma che è stata una grande, vedo nei suoi occhi tanta soddisfazione e commozione perché le cancello tutto i suoi sensi di colpa che per anni l'hanno soffocata. Altra cosa, in casa mia sono la quarta generazione di donna lavoratrice quindi, la donna casalinga, non fa parte dei miei modelli. Sicuramente quando sarò madre avrò anche io tanti sensi di colpa, ma pensando a mia madre spero di trovare dentro di me la forza di andare avanti….

    • mi ha fatto molta tenerezza, il tuo commento. ma ancora di più il pensiero di tua mamma, che andava al lavoro piangendo. E' vero, tu la ami e la stimi, ma questo non le ridà indietro il tempo di te che non ha vissuto, e non azzera tutta la tristezza che provava lasciandoti. In certi casi, sì, il dolore è più del genitore che del figlio, ma cosa cambia? Mi spiego: sarò felice se i miei figli cresceranno sereni,se saranno belle persone. Ma questo non mi ridarà indietro la loro infanzia che mi son lasciata sfuggire tra le mani.

    • Ma Morna quando hai un uomo di 35 anni come figlio pensi che sarà così fondamentale nella vostra vita se 34 anni prima andavi a lavorare col sorriso o in lacrime?
      E quanto te ne importera' di avere fatto una torta in più?
      A me già ora nulla. Mi godo appieno mio figlio quando possiamo, è una gioia, di altro non mi importa.

      Io leggo solo commenti di figli di lavoratrici sereni, a parte i figli di lavoratori con orari pazzeschi e turni h24 o quasi.
      E commenti di madri addolorate.
      Perché addolorarsi se chi ci è passato sostiene di avere avuto un'infanzia serena e di stimare ora, da adulto, i propri genitori?

    • Sono sempre io, la figlia di mamma lavoratrice…. purtroppo però nella vita capiterà sempre di "perdersi" dei momenti con i propri cari. Per esempio io ho vissuto tanto all'estero e nel mentre sono anche venute a mancare delle persone importanti. Anche in quei casi ti chiedi "ho fatto bene ad andare via e a stare lontana da tutti?" Poi però non cambierei mai la mia vita e anzi ti dirò di più, due anni fa ho invitato mia madre per un mese e mezzo a venire all'estero con me! E' stato bello stare insieme da adulte io e lei, ci siamo divertite un mondo e oggi ancora mi dice "ah come vorrei ritornare a quei giorni". Questo per dirti che negli anni ci sono poi tante altre occasioni per vivere momenti unici tra genitori e figli!! L'importante è come si evolve il rapporto, del resto non si è madri solo fino alle medie! Guarda Morna, non voglio generalizzare, ma vedo anche madri a casa che, come diceva qualcuna, vedono i figli come un lavoro e tutto si riduce ad accompagnarli qui e li e stop. Io con mia mamma non ho mai avuto la sensazione di abbandono anzi, malgrado tutto era anche fin troppo presente 😉 Se fosse rimasta a casa penso che sarei impazzita!!! 😀

  • Anche io sono una mamma che lavora a tempo pieno per necessità, ormai con un solo stipendio non ce la si fa ad andare avanti, quando eravamo piccoli noi tutto era diverso lavorara solo papà e mamma era casalinga per scelta per seguire noi figli, ma prima non c'erano tante esigenze che ci sono al giorno d'oggi. La mia bimba per ora è piccola e ne ho un altra in arrivo tra pochi giorni, ma gia penso a quando andranno alla scuola primaria ed io non potrò seguirle come voglio, uscendo dal lavoro alle 17 e sono a casa non prima delle 17.40. Ma spero che per il poco tempo che ci sarò saprò dargli tutto il meglio e seguirle il più possibile!

  • Vorrei fare la voce un po' fuori dal coro: sono mamma di una bimba di 2 anni e mezzo, sono di nuovo incinta al settimo mese, sia io che mio marito lavoriamo full time e non abbiamo nonni vicini nè tate che ci aiutano (quest'ultima è stata una scelta). La bambina fraquenta l'asilo da quando aveva 7 mesi, è serena e felice e noi ce la caviamo abbastanza bene da soli. Abbiamo la fortuna di avere lavori stabili e con orari "umani" al lavoro, anche perchè ci siamo autoimposti di non sforare le 8 ore lavorative previste dal contratto, fregandocene di eventuali sguardi di disapprovazione dei colleghi (comunque in caso eccezionale se uno dei due si deve fermare di più, l'altro esce all'orario normale e va a prendere la bimba); l'unico preziosissimo aiuto che abbiamo è una signora che fa le pulizie e stira per 4 ore alla settimana, così noi quando arriviamo a casa alle 18-18.30 dobbiamo solo preparare la cena e stare con la bimba, che ora si diverte anche ad "aiutarci", poi dopo cena quando lei va a letto ci dedichiamo alle altre piccole incombenze casalinghe oppure ci riposiamo (ebbene sì, succede anche abbastanza spesso di poter leggere un libro, vedere un film o cazzeggiare su internet!). La casa non è uno specchio, ma riusciamo a sederci a cena tutti insieme a mangiare qualcosa di semplice appena cucinato ed è una bella routine… e poi il week-end è tutto per noi 3 e lo usiamo per recuperare tutto quello che di bello non si riesce a fare in settimana: facciamo le torte, giochiamo, andiamo in giro, ci divertiamo. Certo è faticoso incastrare tutto, ed è un peccato stare con la bimba solo dalle 18 alle 22 quando va a letto, e ovviamente sarebbe bellissimo poter essere a casa alle 16, ma credo che abbiamo trovato comunque un buon equilibrio che si poggia su un cardine a mio avviso fondamentale: marito e moglie in casa contano allo stesso modo, sono intercambiabili sia nelle questioni domestiche sia nel rapporto con i figli. E' ovvio che se invece tutte le incombenze ricadono sulla madre si sclera! Fra poco il nostro bell'equilibrio sarà scombinato dall'arrivo della seconda figlia: sicuramente dovremo riorganizzare tutto e spostare un po' di "paletti", rinunciare a qualche ora di sonno e a qualche questione di principio, insomma vedremo come riusciremo ad organizzarci, ma per ora posso dire di essere una mamma full time e felice… non è una vita perfetta ma chi può dire di averne una?

    • la tua routine è più o meno la mia. E, sono sincera, salvo piccoli periodi di crisi, finora non mi è mai pesato più di tanto. Il dramma mi si presenta ora per la prima volta soprattutto per la primaria, che ha orari incompatibili con il lavoro e impedisce di aiutare con i compiti e lo studio. In più, vedendo come vola il tempo, soffro per non poter stare di più anche con il piccolo, che cresce senza che me ne accorga!

    • Io la penso sinceramente come te, forse anche io fuori dal coro. Al mio lavoro non rinuncio.
      E' l'Alpmarito a lamentarsi di più, perché vorrebbe la cena casalinga e pronta alle sette quando arriva…però si arrangia e la fa lui!
      Certo. Io i dubbi di Morna me li pongo tutti e pure i sensi di colpa li ho ma alla fine continuo così perché non riesco ad immaginarmi tutto il giorno a casa e il part time non è un'opzione pensabile per la l'obera professione.

  • Morna, non ho molti commenti da fare, l'unico che posso esprimere è che il tuo post potrei averlo scritto io, e che mi ha fatta piangere perchè ogni giorno della mia vita vivo le stesse sensazioni che vivi tu, gli stessi sensi di colpa, e non so come uscirne, perchè il mio stipendio da full time serve. Ti abbraccio forte

    • Voglio.dirti una cosa, tu sei una donna felice? Per essere una brava mamma devi stare bene con te stessa, devi essere FELICE. Sei felice del tuo lavoro, anche con questi momenti di.crisi? Se non ti.ci vedi a stare a casa e pensi che dopo i primi mesi impazziresti, allora lascia le.cose.come stanno. Una mamma casalinga non soddisfatta non potrà essere una mamma migliore di una mamma lavoratrice, ciò che conta è ANCHE la.qualità, anche se a mio avviso non conta SOLO la qualità ma anche la quantità. Pero se pensi di essere giunta ad un punto di non.ritorno, e se hai l'alternativa, prova. Se ti va, contattami…ti racconterò volentieri la mia esperienza, magari ti può essere utile. Un abbraccio!

  • Ciao Morna, veramente bello il tuo blog 🙂 La problematica di cui parli mi attanaglia davvero tanto,e a quanto posso vedere è molto comune. Purtoppo in Italia la mamma lavoratrice non è per niente tutelata, e dobbiamo davvero essere esperte nell'arte di arrangiarci. Io ho lavorato fino ai cinque anni di mio figlio, con orario 9-18, senza poter tornare a casa a pranzo perché il posto di lavoro distava 20 km da casa e devo dire che era molto dura, e mi pesava molto il fatto di non poter trascorrere con lui il pomeriggio, portarlo al parco, seguirlo per bene e perchè no, coccolarlo. Poi sono rimasta a casa per scadenza contratto e devo dire che mi è sembrato di entrare in paradiso, nonostante ovviamente fosse venuto a mancare l'introito del mio stipendio. Per me restare a casa sarebbe la condizione ideale, ora che mio figlio ha 7 anni e va a scuola credo sia ancora più importante essere presenti al pomeriggio per seguirlo come si deve con i compiti, aiutarlo, portarlo alle varie attività e in definitiva per accompagnarlo nel suo sviluppo. é ovvio che la società è cambiata e fare la casalinga ormai sia una situazione privilegiata, ma l'orario d'ufficio con orario spezzato, magari non vicino a casa, credo sia davvero difficilmente gestibile per una madre, ma purtroppo è quello che ormai va per la maggiore. Insomma, credo che finché potrò resterò casalinga, oppure opterò per un tipo di lavoro magari meno gratificante ma più compatibile con l ruolo di madre.

  • Io dopo il parto io sono stata a casa, forzatamente, fino agli 8 mesi della bimba e quando ho rimesso il piede in ufficio ho baciato la scrivania! Fino a quel momento avevo passato le giornate in casa o a spingere una carrozzina, vestita con quello che capitava e rigorosamente senza trucco (perchè tanto chi vuoi incontrare? Clooney mentre compra la fisiologica in farmacia?). Nessun adulto con cui parlare, nemmeno con mia figlia che all'epoca a malapena annuiva.
    Adesso che ho una treenne parlante e, soprattutto, cantante, la sua compagnia mi fa piacere e sento la sua mancanza quando sono in ufficio…però…però…ci sono un sacco di però. Queste vacanze di Natale le ho passate gomito a gomito con lei e se i primi giorni è stato tutto bellissimo, gli ultimi sono stati un delirio di capricci e "mamma vai via". Non mi è difficile capire che già a tre anni mia figlia non ha bisogno di me 24 ore su 24 e che, anzi, a volte la mia presenza la infastidisce. Quando lavoro le ore che passiamo assieme, i sabati e le domeniche, sono intensi e pieni. Prima di Natale l'ho portata per la prima volta al cinema, io e lei da sole. E' stato bellissimo. Mia mamma, che ha rinunciato al lavoro quando sono nata, in 33 anni non mi ha mai accompagnato al cinema una volta. Era tutto un organizzarsi, portarmi di qua, mollarmi di là. Il lavoro per mia madre ero io.
    Per me invece ogni festa di bambini, ogni carnevale, ogni pomeriggio dalle amichette, ogni giro di shopping a comprare le figurine di Peppa è una gioia.
    Martedì abbiamo ricominciato io il mio lavoro e lei l'asilo. La sera quando eravamo nel suo lettino a leggere una storia, mi ha abbracciata e mi ha detto "mamma sono felice che sei tornata, anche tu sei felice che sono tornata?". Bisogna per forza andare da qualche altra parte se si vuole tornare.

  • Scusate se mi permetto ragazze, ma in tutto quello che dite traspare davvero tanto la realtà italiana. Qui in Francia – almeno a Parigi – nessuno si sogna di restare a casa. Non esiste praticamente il part time. Qualche mamma prende il mercoledì (il part time è verticale) perché fino all'anno scorso non era prevista scuola, ma per il resto i bambini stanno molto con le tate. Ed è vista come una cosa normale.
    Io lavoro tutto il giorno e quando torno alle 19-19.30 devo occuparmi di tutto, eppure non ho alcun senso di colpa.

    • Di Parigi non so, ma vivendo nel Nord Europa e avendo tante amiche mamme lavoratrici e con tanti vantaggi ti posso assicurare che anche lì le mamme hanno a volte gli stessi sentimenti contrastanti… magari non lasciano il lavoro ma si pongono le stesse domande

    • chiedo scusa anya, la mia non è una critica ma proprio una curiosità: ma tornando alle 19,30, a che ora ti chiude la scuola? ci va la tata a prendere le bimbe? e scuola + posticipo (?) + tata ti costa meno del tuo stipendio? perchè da quel che leggo il problema che solleva morna e che tocca anche me è che la scuola qui viaggia su un binario parallelo, ovvero i suoi orari son quelli e tu ti devi adeguare…..
      alla fine io facendo due conti avrei dovuto pure aggiungere dei soldi per far tenere i bimbi ad estranei e allora x ora sono con loro e poi spero di poter trovare qls… o mi inventerò….
      però la riflessione posta è profonda…. e credo che non sia la mamma italiana… o francese o inglese…. ma magari mi sbaglio…
      baci a.

  • vorrei leggere tutti questi commenti e le storie che si portano dentro, ma ora mi manca il tempo.
    vorrei però lasciare anch'io i miei due cents.
    secondo me una mamma non dovrebbe lavorare a tempo pieno, e non dovrebbe farlo neanche un papà.
    la mia bimba grande ha iniziato la materna a settembre e il papà l'ha potuta accompagnare solo il primo giorno. e lei non fa che chiedergli "quando mi vieni a prendere?"
    e non dovrebbe farlo proprio nessuno, per come la vedo io: meno ore di lavoro per tutti, più posti di lavoro, meno esigenza di delegare ai servizi, o a terzi la gestione di un sacco di aspetti, pratici e non solo, della nostra vita, a qualsiasi età.
    e soprattutto rimarrebbe più tempo per godersela 'sta vita e le passioni che la rendono unica.
    e magari avanzerebbe pure il tempo da dedicare agli altri, alla comunità.
    sarebbe bello.
    detto ciò, io sono educatrice di nido e i miei figli non hanno fatto un giorno di nido, perchè tra maternità, ferie ed aspettativa non ne ho avuto bisogno. e anche perchè poi sono rimasta senza lavoro.
    sono comunque a favore del nido, nel caso in cui i genitori lavorino.
    e pur non lavorando mi piacerebbe che il mio piccolo, che tra poco avrà due nonni potesse frequentare il nido, almeno qualche mattina.
    certo non lavorando ci manca la liquidità!
    in ogni caso entro le tre, quattro del pomeriggio al massimo ogni bambino di qualsiasi età dovrebbe avere la possibilità di vivere un tempo e uno spazio fuori dalle strutture educative, di vedersi garantiti tempi ed attenzioni "individuali", fosse anche con una baby sitter o con i nonni.
    di poter oziare, stare a casa, fare una passeggiata e tutta quella lista meravigliosa di piccoli piaceri e grandi opportunità che ricordi tu della tua infanzia.
    auguroni.

  • Può? Non può? Probabilmente deve, ma non dovrebbe, maledetta società! Io credo che quando anche solo ci si profila la scelta, la domanda debba essere "Voglio?". Perché un conto è andare al lavoro e farlo felicemente, un conto è la situazione che descrivi tu: cuori infranti. Io lavoro part time, a ben vedere ci farebbe comodo quel 500 euro in più al mese, ma NON VOGLIO. Preferisco saltare le vacanze, ma, come ben descrivi, fare la torta. E farla con mio figlio. Conosco mamme che fanno i salti mortali carpiati per arrivare a fine mese per aver scelto di fare "solo" le mamme, ma hanno il sorriso stampato in faccia, altre che mai lascerebbero le loro soddisfazioni professionali (oddio, in realtà solo una), altre ancora che lavorano part time ma ugualmente mollano i figli a scuola fino alle sei (ok, queste non le concepisco, comunque opinione mia). I figli vivono del nostro riflesso, del nostro sorriso: così come non ha senso frustrarsi a star via tutto il giorno in nome della crociera ai Caraibi (vuoi mettere? Una settimana contro 365 pomeriggi?!), altrettanto non avrebbe senso essere casalinga infelice. Se si è insoddisfatte la torta non viene buona. Insomma le scelte sono personalissime in questo caso, ma fondamentali direi. Per dirla tutta nella mia zona abbiamo fondato il gruppo delle "mamme sorriso", quelle che con la maternità si sono reinventate, spesso mollando la carriera che avevano per seguire figli e passioni, se ti va c'è un blog in costruzione http://www.mammesorriso.wordpress.com (molto in costruzione, ehm 🙂 Ma siamo nate da poco 🙂 ) e, so che non frequenti, ma anche il gruppo fb https://www.facebook.com/groups/661118700579961/ . Giusto per dare un occhio, è difficile eh, ma reinventarsi si può 🙂

    • comunque "il personale è politico", quindi le scelte che fate non sono personalissime e private, hanno sempre riflesso sul pubblico. Sono atti politici, infatti non è un caso che in Italia non abbiamo i servizi del Nord Europa, è un problema culturale. In Emilia abbiamo servizi quasi come il Nord Europa perché qui le donne si sono battute come delle leonesse per avere gli asili nido negli anni 70.

  • Sono in preda agli stessi dubbi, soprattutto ora che devo pensare a dove iscrivere il nano alla materna, a fargli fare o meno dopo scuola (dalle 17 alle 18.30), come organizzarmi per il mercoledì pomeriggio ( perché in valle d'Aosta il mercoledì pomeriggio sono a casa) ecc.
    Posso dirti però, due cose:
    1- da figlia di mamma lavoratrice fino alle 17 per tutti i miei primi 12 anni, non preoccuparti. Anche con baby sitter e nonni o dopo scuola, i tuoi figlia fanno ricordi di infanzia belli e intensi. Io non ho m ai sentito la mancanza di mia madre. Quando arrivava, pur avendo la casa acuì badare come tutte noi, c'era e la sentivamo vicina; quando è stata a casa, invece, alla fine era persino una presenza troppo ingombrante, forse!
    2- se il tuo lavoro ti piace,non mollarlo. Io non lo farei mai, perché lo adoro , anche se gli orari sono impossibili perché quando c'è lavoro devi lavorare e basta, anche se tiri le nove di sera.
    Quanto alle altre donne, anche io mi chiedo come facciano!!!!

  • Porto un'esperienza che forse un po' vi consolerà. Mia mamma ha lavorato tutta la vita in Poste. Sei ore, 8-14, ufficio di fronte alla scuola (materna, elementare, media). Visto da dove sono adesso, mamma-koala di bimba di sei mesi che ha crisi inconsolabili di pianto cercando di scegliere su amazon un tiralatte per quando dovrà tornare a lavorare, sembra un sogno.
    E invece sai cosa? Mia mamma era spenta e noiosa. Aveva rinunciato al lavoro dei suoi sogni. Era sempre triste. Non giocava con me lo stesso, non faceva le torte, nemmeno me lo ricordo cosa faceva.
    Ha ragione Klarissa quando dice che quando i nostri figli saranno uomini e donne, non sarà la torta ad avere importanza, sarà l'esempio che gli abbiamo dato.
    Questo al momento non ha ancora risolto il mio terrore, ma continuo a ripetermelo! 🙂
    Un abbraccio,
    Barbara

  • Io credo che non si possa trovare una ricetta che vada bene per tutti: ci sono vari tipi di mamme e vari tipi di figli, ognuna sceglie la sua vita stabilendo l'equilibrio giusto per la propria famiglia.
    La cosa più importante, però, è essere felici di come si gestisce il tutto. Non sei felice Morna? Allora qualcosa da cambiare c'è! Ho sentito molta sofferenza in questo post, e non è sentimentalismo. Io sinceramente se fossi nella tua situazione mi sentirei esattamente come te, perché sono il tipo di mamma che non riuscirebbe a vedere il proprio figlio solo 2 ore al giorno.
    Fortunatamente insegno (in una scuola privata, quindi con diverse ore di insegnamento in più rispetto alla scuola pubblica… 25 ore in cattedra e almeno 5 da fare il pomeriggio tra riunioni e programmazioni), e non è stato facile trovare il posto, anzi. Ma sapevo che per me sarebbe stato il lavoro giusto: porto il bimbo al nido e 3 pomeriggi a settimana se tutto va bene sono a casa per le 15.00. Gli altri 2 arrivo un po' più tardi, ma comunque ad orari umani. Già così sono spesso di corsa, considerata anche la mole di lavoro da fare messo a nanna il pupo, tra correzioni e roba simile. E anche ammesso che i figli non abbiano così bisogno di noi come pensiamo, cosa c'è di sbagliato se una mamma vuole – per se stessa – passare diverse ore al giorno con il proprio piccolo? Non necessariamente a fare le torte, perché sinceramente non è quello che conta: mia mamma (anche lei insegnante) non le ha mai fatte perché non è proprio portata, stava con noi in altri modi e le torte le comprava al supermercato! Il tempo trascorso con i figli, anche a non fare nulla di speciale, non è mai buttato. Io sinceramente credo poco anche al cosiddetto tempo di qualità: le settimane in cui ho più lavoro arrivo sempre al venerdì distrutta e non credo che più si lavori più si trascorra tempo di qualità con i figli!
    Detto questo, ci sono figli indipendenti che non risentono minimamente del fatto che i genitori stiano via di casa 10 ore al giorno e figli che se ne lamentano. Secondo me bisogna considerare anche le loro reazioni! Forse a 40 anni di distanza certe cose si dimenticano, ma io ho una memoria di ferro e non vorrei mai portarmi dietro rimorsi e rimpianti.

  • Salve a tutti! Scusatemi gia' da adesso della mia schiettezza ma ….allora nella vita si fanno delle scelte e non ha senso vivere con angosce di questo tipo (i sensi di cola, ect). Io avevo appena iniziato un nuovo lavoro (x il quale ho studiato molto e che amo moltissimo) quando e' arriviata mia figlia e mi sono subito resa conto che non avrei potuto fare bene le due cose contemporaneamente. Premetto che vivo all'estero e quindi non ho nonni vicini e le baby-sitters valide qui costano molto, per non parlare degli asili che sono di pessima qualita' oltre che carissimi. Quindi ho deciso di stare vicino a mia figlia, ho accantonato il desiderio di espandere la mia attivita' almeno fino a quando lei non sara' piu' grande e magari riusciro' a gestirmi con un part-time, ma per il momento non se ne parla. E' stata una scelta difficile perche' ho dovuto rinunciare a realizzare un mio grande sogno (almeno temporaneamente spero!) e alla mia indipendenza economica e, sebbene mio marito guadagni abbastanza x mandare avanti la baracca, due stipendi farebbero comodo anche a noi. Quindi oltre alla mia rinuncia si aggiungono altri sacrifici, ma invece di avere le scarpe firmate all'ultima moda o i capelli sempre fatti dal parrucchiere, io preferisco vedere il faccino felice di mia figlia quando gioco con lei, la porto al parco, e facciamo tutte quelle belle cose che si fanno con la mamma! Ricordatevi che siamo tutti liberi di fare delle scelte e prenderci le nostre responsabilita' ma non e' semplice, bisogna guardarsi dentro con sincerita' ed essere aperti a prendere nuove strade, cambiare e rinnovarsi. Fare il genitore a tempo pieneo e' anche molto faticoso, e' anche questo un 'lavoro' pieno di responsabilita' e senza giorni di riposo o vacanze! Oserei dire che e' anche il lavoro piu' difficile che io abbia mai fatto, anche perche' si impara mentre si va avanti e non ci sono modi 'giusti' o 'sbagliati' di farlo, non possiamo leggere un manuale ed imparare. Comunque i figli restano bambini per poco ( la mia ha gia' 3 anni) e io personalmente non riuscirei a perdere questi straordinari momenti.

  • Non ho figli, ma come tutti sono stata una figlia.

    Mi rendo conto che le mie parole non possano tranquillizzare nessuno, perché è la mia esperienza e non la vostra.

    I miei genitori hanno sempre lavorato, ed eravamo quattro figli. Nessuno di noi ha mai avuto la torta appena sfornata per merenda, nè le uova sbattute per colazione, tutti noi a sette anni potevamo cucinarci un piatto di pasta nel caso i nostri genitori avessero tardato. Certo, essere in quattro non ti faceva sentire per niente solo, ma non sono mai stata arrabbiata con i miei genitori perché lavorassero.
    Avrei voluto che stessero a casa di più? Sì, sempre.
    Invidiavo le mamme dei miei amici e le loro feste di compleanno ? Sì
    Avrei voluto una mamma normale? Ah, quanto avrei voluto una mamma normale.
    E allora? Chissenefrega!

    In realtà non sono sicura che il mio desiderio di avere la mamma sempre presente fosse davvero reale, forse se fosse stata sempre presente avrei desiderato fino alle lacrime un nuovo giochino o chissà che altro.

    Oggi non la cambierei con nessun'altra al mondo. E ho avuto un infanzia felicissima lo stesso. Anche io uscivo di casa da sola e tornavo al tramonto, costruivo capanne sugli alberi, catturavo vermi da mettere nel mio terrario e fantasticavo tantissimo.
    Non siamo cresciuti con la televisione, perché nonostante il poco tempo i miei genitori ci hanno sempre insegnato ad inventare.
    Quindi voglio dirti questo, non è importante se lavori o il tempo a disposizione coi tuoi figli è poco. Capiranno perché loro la torta appena sfornata non la possono avere, te lo giuro lo capiranno e la mangeranno a casa dei propri amici e sarà normale così. Tu goditeli, gioca con loro e insegnali i giochi che hai fatto tu da piccola, così li potranno rifare coi loro amici. Insegna loro l'amore per i libri e per la vita.
    Secondo me questo è una mamma. Non un'entità sempre presente e costante. Ma colei che t'insegna ad amare incondizionatamente e che ti ama incondizionatamente. Non è importante quante ore alla settimana, davvero.

    Non sei una mamma convenzionale, ma a chi piacciono le cose convenzionali?

  • Io abito in Inghiterra dove è normalissimo che le donne, le mamme, lavorino a tempo pieno e le scuole siano organizzate di conseguenza.
    Non ho figli, ma lavoro come babysitter, appunto, quindi nella situazione complementare a quella che descrivi.

    Secondo me, per come vedo io la situazione e per le situazioni che vedo nelle famiglie, ha senso fino ad un certo punto avere entrambi i genitori che lavorano. Perché ti ritrovi a spendere un sacco di soldi per una babysitter e poi, alla fine, i figli te li godi davvero solo nel week-end. Ed è ovvio che ci sono situazioni in cui avrebbero bisogno di te, non di un'estranea.
    Vedo situazioni in cui è la babysitter che va al saggio di balletto, invece dei genitori. E vedo bambini davvero tristi e delusi perché vorrebbero avere lì la mamma o il papà e fare il saggio per loro, come tutti gli altri.

    Ma siamo nel 2014 e i soldi non bastano, per cui che dobbiamo fare?
    Io non credo che il problema sia se deve stare a casa mamma o papà, io credo però che uno dei due, se possibile, dovrebbe fare un passo indietro e magari cercare di lavorare part-time. Certo, entrano meno soldi, ma sono quelli che risparmi non avendo una babysitter.

    Non è una questione di modernità, è questione di cosa è meglio per i figli.
    Secondo me, per quanto si dica che conta la qualità e non la quantità, se tuo figlio ti vede nel weekend ed un'ora la sera di fatto l'educazione gli viene insegnata da qualcun altro e, di fatto, la sua figura di riferimento sarà qualcun altro.

    Non lasciare il lavoro, non sarebbe giusto per la tua realizzazione personale e la tua indipendenza, però magari uno a scelta tra te e il padre potrebbe, forse, cercare di lavorare un po' meno?

    • Certe cose non le capisco, però… va bene lavorare, va bene full time, va bene tanto, ma ci sono momenti che non ci si può perdere. Porcaccia miseria, tua figlia ha il saggio di danza? Tuo figlio ha il saggio di karate?
      Che cavolo, esci prima e vai!

  • Io credo che sia proprio in queste cose la differenza sul sentirsi felici anche con entrambi i genitori lavoratori. Malgrado i miei genitori lavorassero entrambi erano entrambi presente alle riunioni con gli insegnanti, al saggio di pianoforte o a qualsiasi altra cosa. Ad esempio mio padre per molte cose è sempre stato presente quanto mamma ed erano loro i miei punti di riferimento, non altri che si prendevano cura di noi dopo la scuola.

  • Sto pensando da un po' a cosa scrivere, perchè l'argomento mi tocca sul vivo e tante volte ci penso. Faccio uno di quei lavori che basterebbero a riempire una vita, sia in termini di ore sia in termini di risorse mentali. Sono fortunata perchè è il lavoro per cui ho studiato, che ho desiderato. Ma ora che sono mamma… quanti pensieri!
    – Pensiero numero 1: che ingiustizia dover scegliere tra lavoro e famiglia! Ed il problema in genere non è la professione in sè, ma l'organizzazione del lavoro che è alienante. Spesso si rinuncia anche a quelli che sarebbero nostri diritti per rimanere nel giro, o sono sovracaricare i colleghi, o non infastidire il capo… io per esempio col primo figlio ho ripreso prestio a fare i turni di notte anche se avrei poturo aspettare fino ai suoi tre anni: ne abbiamo sofferto entrambi e diciamocelo, il mio sforzo non ha portato grandi vantaggi nè a me dal punto di vista lavorativo, né ai miei colleghi che comunque hanno continuato a fare gli straordinari. Col secondo figlio voglio fare diverso anche se questa scelta non aumenterà certo la mia popolarità tra i colleghi. Ed a Morna vorrei dire: forse non è necessario lasciare il lavoro, che magari hai sempre fatto con autentica passione; forse però c'è qualcosa nella sua organizzazione che puoi cercare di cambiare, anche a costo di essere meno produttiva, meno "stimata" dai colleghi: non so quanto margine di scelta hai, ma potresti tenere almeno un pomeriggio alla settimana in cui, crolli il mondo, non fai neanche un minuto di straordinario, o contrattare un orario da non oltrepassare, o organizzarti in modo da ottenere almeno un week end lungo ogni tot. Talvolta cambiamenti anche piccoli possono alleviare il senso di essere in balìa del lavoro, e dare ai tuoi figli la sensazione che stai facendo tutto il possibile per stare con loro.
    -pensiero numero 2: sicuramente c'è che tollera più o meno bene il distacco, sia tra le mamme sia tra i figli. Ma anche tra chi non ha mai sofferto della lontananza per lavoro può esserci un momento particolare in cui c'è più bisogno di vicinanza. Bisogna capire se è qualcosa di transitorio o se veramente la situazione è destinata a durare. Se si, allora forse ci vuole veramente un cambiamento, anche drastico. Magari i figli non soffrono poi così tanto, ma se la madre soffre davvero non è già un buon motivo per cambiare?
    -pensiero numero 3: la differenza tra figli felici ed infelici non è solo nella quantità di tempo passata coi genitori, e secondo me neanche solo nella qualità del tempo intesa come attività più o meno interessanti fatte insieme, ma nella vicinanza emotiva, nella capacità dei genitori di porsi sulla loro lunghezza d'onda: spesso il lavoro ce lo impedisce perchè ci rende distratti, distanti anche quando siamo presenti fisicamente e magari stiamo facendo la torta con loro o organizzando belle feste di compleanno (magari nel frattempo si pensa all'ultimo casino lavorativo, o si è ancora arrabbiate per un torto o un fallimento…). I bambini lo capiscono benissimo quando ci siamo solo a metà, e ne soffrono ancora di più che se non ci fossimo per niente. Ed infatti chi ha portato esempi personali di buon rapporto con i genitori parla di madri fortemente presenti nella loro vita nonostate il lavoro, mentre c'è chi ha sofferto di madri "assenti" anche se casalinghe.
    Concludendo, ok lavorare con passione, anche tanto se necessario (ma possibilmente no…), però il centro della mia vita è e deve rimanere la famiglia.

  • Ce ne avrei cose da dire chr non so da dove cominciare… ma mi andava di dire almeno: squa, presente!
    Poi ho voglia di leggermi i commenti con calma che sono intensi. …
    Vi abbraccio tutte, sorelle, ma non dimentichiamoci che ci sono anche i papà. ..

  • Oddio… i post sulla conciliazione lavoro-famiglia (e tutti i commenti che nascono) mi fanno sempre venire la pelle d'oca!
    Anche io ho lavorato full time e con un figlio solo ci riuscivo abbastanza bene, anche perchè i nonni mi hanno aiutata a gestire il post asilo e le malattie. Poi sono stata a casa in maternità per l'arrivo del fratellino e lì tutto è cambiato. Problemi di reflusso, sonno inesistente, rientro al lavoro affannoso, negazione assoluta del part time, dimissioni istantanee. Ah, dimenticavo, marito che torna tardino la sera e spessisimo è in trasferta.
    Chissà cosa avrei fatto se avessi dormito solo un po' di più. Chissà se avrei cambiato lavoro, senza troppi traumi, trovandone uno più adatto e soddisfacente. Chissà se riuscirò a reinventarmi.
    La strada sarà piuttosto lunga, ma so che ce la farò e che ho fatto la scelta giusta perchè ho potuto trovare un equilibrio familiare che sarebbe stato impossibile altrimenti.
    Ti auguro di trovare a soluzione migliore, sarà l'unica che ti farà sentire in pace con te stessa nonostante i compromessi che dovrai affrontare.
    Complimenti per il blog, ti aspetto da me se ti va 🙂

  • Dico sempre nella vita, bisognerebbe avere 3 VITE: una per il lavoro, una per la famiglia e UNA PER FARE LA MAKE UP ARTIST INTERNAZIONALE, SFILATE, DIOR …ecc. Lo so, è da pazzi, son solo sogni !! ma bisognerebbe farsi in 3, per far tutto e PIENAMENTE BENE. ho i genitori lontani, suocera raramente presente, un figlio alle elementari e uno in arrivo, e mio marito che si lamenta..ma alla fine faccio tutto IO !! sicuramente ho rinunciato ad una carriera,ai miei spazi, e fonti di guadagno maggiore (embe') a varie opportunita' creative. Ma ho un figlio sano intelligente. solo che mi dico, a 50 anni, saro' carne da macero? figlio all'universita' e io????…Lavorare è giusto anche per se stessi, per non rinchiudersi in "cavoli, marmellate, mocio e vetri puliti" tante occhiaie e ciabatte coi buchi. Non mollare il lavoro. I figli crescono. a 50 anni neanche per lavare scale ti prendono su se ti servono soldi.

  • Ho letto tutto di un fiato il tuo articolo e tutti i commenti. E' decisamente un tema che mette sale su ferite aperte di tante di noi.
    Io sono figlia di madre lavoratrice, oltretutto i miei si sono separati quando ero piccola, per cui non esisteva l'opzione che mia madre non lavorasse. Quindi il mio modello contempla solo la possibilita' che una donna lavori. Oggi ho due figli di 5 e 3 anni e lavoro full (e over) time. Il mio lavoro mi prende molte energie, e spesso viaggio per lavoro. E per lavoro ho fatto la scelta (un tantino forzata) di andare all'estero. Li siamo lontani da nonni e parenti, ma alla fine ci siamo organizzati con una ragazza alla pari che vive con noi in casa (economicamente ci costa meno della baby sitter tutti i giorni che pagavo qui in Italia, e in piu’ lei e’ diventata parte della famiglia, per cui ho meno “sensi di colpa” a lasciarle i nani). La scuola finisce alle 3 e lei prende i piccoli e li porta a casa. Io arrivo 2-3 ore dopo. Da quando sono nati i piccoli comunque mi sono sempre forzata molto a non andare oltre il mio orario di lavoro in modo da arrivare a casa ad un orario decente (le eccezioni ci sono sempre….), anche se a volte non e' stato semplice far capire le mie esigenze. All'inizio qualcuno storceva il naso, ma quando riuscivo a mantenere il punto, con il tempo hanno imparato a rispettare le mie richieste.
    Ricordo che quando i nani erano molto piccoli li abbiamo mandati in un asilo vicino al mio uffici: io usavo la “scusa” dell’asilo che chiudeva per poter uscire in orario (alle 18.00…. lo so che qualcuno rabbrividisce leggendo l’ora….).
    Ho la fortuna di avere un lavoro che a volte posso fare da casa, o magari dopo che i piccoli sono a letto posso riaccendere il pc e finire delle cose.
    La verita' comunque e' che si tratta sempre di fare un po' i "giocolieri" ed incastrare mille cose, e riuscire a trovare le energie giuste da qualche parte (a volte i "giocolieri" arrivano esausti a fine giornata!).
    Oggi non riesco a pensare la mia vita senza lavorare. Penso che impazzirei e che i mie figli non mi sopporterebbero piu’ gia’ dopo due settimane. Cerco pero di immaginare il futuro con un lavoro diverso, con meno vincoli, con meno richieste pressanti, con piu' liberta' organizzativa, per poter stare con i nani, soprattutto quando saranno un po' piu' grandi. Per ora cerco di non sentirmi troppo in colpa e di stare al meglio quando sono insieme a loro, dedicandomi a loro al 100%. Vedremo cosa ne verra’ fuori. In bocca al lupo anche a te per le tue decisioni.

  • La nostra Morna così in crisi mi fa tanto dispiacere!Ti conosco da 7 anni ormai ed é la prima volta che ti sento dire che se potessi staresti a casa… E comunque hai scoperchiato il vaso di Pandora, l'argomento é molto sentito e qui sopra ho letto pareri di tutti i tipi, ringrazio te per il tuo post così sincero e tutte le mamme e figlie che hanno raccontato le loro esperienze, aiutandomi a riflettere su una questione che mi sta tanto a cuore. Siamo tutte d'accordo che un bel part- time sarebbe l'ideale, ma purtroppo é per poche e in più mi sembra che le donne che lavorano part-time non riescano a costruirsi una carriera, insomma lavorino per quel po' di soldi, ma non riescano a ricavarne soddisfazione personale. Io sono del partito di quelle che ti hanno detto che il punto cruciale non debba essere "si può?", ma "voglio?" e che la felicitá della mamma é altrettanto importante di quella dei figli. Tu non sei più tanto soddisfatta e ti rendi conto che questi anni non torneranno. E non sono solo gli anni dell' infanzia dei tuoi figli, sono anche gli anni in cui tu sei ancora una giovane donna con voglia di fare anche altro oltre a lavorare. Dissento da Klarissa e da qualche altra sul "chissenefrega se ai tuoi figli manchi e se a te mancano loro, tanto poi crescono e capiscono". Io sono figlia di un padre medico molto assente( mai stato a un saggio o a un colloquio a scuola) che é morto dicendo "non fate come me che non mi son goduto la famiglia" e di una madre che pur essendo insegnante, per diversi anni ha lavorato di pomeriggio. A noi lei é mancata, ci mancava tutto quello che tu hai ben presente. Se ripenso a quegli anni non ho ricordi felici anche se adoro e ho sempre adorata la mia mamma! Io sto a casa. Mi ci sono ritrovata, mi sono trasferita dopo sposata, sono rimasta subito incinta e quindi un lavoro qui non l'ho mai cercato, ma ora sono molto grata a mio marito e al suo lavoro che mi consentono il lusso di godermi i miei figli e sì anche un po' la vita. Anya diceva che in Francia le mamme lavorano tutte e non hanno sensi di colpa, ma non é solo questione di sensi di colpa, é questione di volerci essere. Io posso permettermi di non lasciare i bambini a scuola fino alle 16 e a volte non ce il mando proprio e li porto a teatro (quegli spettacoli per bambini a cui in genere assistono solo le scolaresche) o in piscina o semplicemente a zonzo. Sono quella che si porta a casa orde di amichetti, quella su cui le altre mamme fanno affidamento per eventuali emergenze, quella che organizza pizza party per mamme e bambini, quella che fa i biscotti insieme ai bambini e didò fatto in casa. Loro, i miei cuccioli, non sono mica soddisfatti, non dicono mica "mamma mollaci un po'!" No, come i tuoi dicono anche loro "vorrei stare sempre con te mamma", "non vorrei mai andare a scuola per poter restare con te" e via dicendo. E quando loro sono a scuola ho del tempo per me. Per la casa( poco) e per l'organizzazione familiare certo, ma anche per me. Per andare a vedere una mostra, per la piscina, le amiche, lo shopping, l'estetista. Sulla primaria nessun dubbio: tempo ordinario e non pieno. E fin qui il bello. Poi se ho detto che l'argomento mi sta molto a cuore é perché non é una questione risolta per me. Mi chiedo se in futuro mi pentirò, se sto dando un giusto modello di vita ai miei figli, se sto sminuendo la mia persona, le mie potenzialitá, se sto sprecando gli anni di studio. Insomma se sto facendo la cicala, vivo una stagione felice, ma poi? E mi ha molto colpito il commento di non ricordo più chi che diceva "bisogna andare da qualche parte per poter tornare". Siccome una soluzione universale non può esserci, concludo solo ribadendoti cara Morna che ho tanta stima e tanto affetto per te e ti auguro di trovare presto il bandolo della matassa!

  • Perdonami, non riesco a leggere tutti i commenti quindi magari dirò qualcosa già detto. Io quest'anno mi sono posta il problema esattamente opposto.
    Ho vissuto in Sicilia fino a qualche mese fa (ma milanese fino a sette anni fa) e là le mamme per lo più non lavorano: stipendi una miseria e nessun tipo di tutela sul lavoro, che già che hai le ferie sei fortunata. Non tutte le ferie eh, una settimana all'anno. E non quando decidi tu. Quindi ok, decisione semplice. Ho lavorato un anno e poi ho mollato quando mi hanno licenziata a ridosso del matrimonio (strano eh?). Sono rimasta incinta e ho deciso di fare la mamma. Ho due figli ora e sono tornata su, mio marito al momento continua a lavorare in Sicilia nella speranza di vendere in fretta casa. Volevo lavorare, mi ci vedevo tornare al lavoro. Ho fatto tre colloqui nel solo mese di dicembre e tutti andati apparentemente bene, non fosse che… ho rifiutato io. Il gioco non vale la candela. Io non ho aiuti, i miei non lavorano e per di più non ho nemmeno un marito al momento. La grande è alla materna (parrocchiale perchè non sono riuscita a infilarla al pubblico) e il piccolo dovrebbe andare al nido. Ciao. Non solo dovrei ammazzarmi di fatica, uscire di casa alle sette e rientrare alle sette, ma manco ci starei coi soldi.
    Quindi sto a casa.
    Mi hanno molto giudicata per questo, figurati in una città come Milano.
    Nessuno capisce che io comunque preferisco stare con loro. Avrei lavorato per compiacere mio marito, perchè com'è giusto che lui mi aiuti coi bimbi sentivo che era il mio turno di aiutarlo col lavoro, avrei lavorato per stare qualche ora con me stessa tutto qui.
    Ci ho pensato molto, mi sono anche depressa per questo. E alla fine ho deciso che io sto a casa coi miei bimbi. Che io voglio stare con loro, che non sopporterei di vederli un'ora la sera solo per cenare e mandarli a nanna. Non ce la farei.
    In compenso, loro chiedono perchè il papà deve lavorare? più o meno un giorno sì e uno anche.
    Io non sono nessuno per consigliarti e non voglio instillarti dubbi e soprattutto non voglio che il mio passi come un giudizio perchè non lo è (ammiro profondamente le mamme che riescono a lavorare) ma se ti è entrata questa pulce nell'orecchio… forse devi ascoltarla.
    Qualunque sia la tua decisione però il mio massimo rispetto, anche perchè solo tu puoi davvero decidere cos'è meglio per te, per voi.
    Un abbraccio,
    Claudia

    • beh, ai bambini credo che vada spiegato chiaramente perché papà va a lavorare…e anche mamma: perché ci si deve guadagnare la pagnotta altrimenti non si mangia e non si può avere un tetto sotto cui vivere! I bambini non devono pensare che vivono in una bolla fino a 20 anni, non c'è nessuna bolla, anche loro si dovranno guadagnare la pagnotta, una volta a 12 anni andavano già a bottega. Non è il mondo della televisione, è la realtà, non capisco perché i bambini italiani non ne debbano fare parte. Non nasciamo tutti figli di re e regine mantenuti a vita… va inculcato sin da piccoli.

  • Commento anch'io magari un po tardi: mia madre era maestra e PER FORTUNA non mi aiutava con i compiti, anche perche' non la sopportavo molto come maestra (e non solo)…Io avrei volentieri passato molto piu' tempo a scuola (o dopo-scuola o simili) invece che a casa, penso che i bambini e i ragazzi devono stare tra di loro, chiaramente in un ambiente sicuro e possibilmente stimolante. La scuola italiana sta piano piano trasformando i genitori in "maestri sostitutivi" ma questo e' sbagliato, i bambini dovrebbe essere in grado in fare i compiti da soli e soprattutto non dovrebbero averne una valanga da fare a casa, dove invece dovrebbero giocare…Ho esperienza di scuola in America (High School) facevo tutto li, lezioni, sport, teatro, dalla mattina 7:30 al pomeriggio alle 17:00 e spesso anche la sera! Adesso che abito in Germania la situazione e' piu simile a quella italiana, con scuola solo fino alle 14:00 e questo e' un grosso discrimanente per le donne, non sai Cosa darei perche' ci sia un dopo scuola, invece il mio asilo chiude alle 16:30 e impazziamo con Babysitter ecct. ma io non rinuncio al mio lavoro!

  • Ciao,
    come ti capisco Morna. Pensa che ho due gemelli di 18 mesi, sono rimasta a casa per un anno e ho ricominciato da capo (nuovo lavoro, che avevo scelto proprio per poter essere più presente rispetto al lavoro di ospedale) sei mesi fa. In pratica torno a casa tutte le sere alle 18, vado a prenderli al nido, tutt'ora che li porto in casa, li lavo, gli metto il pigiama, preparo qualcosa da dargli da mangiare (tutto rigorosamente sola perché mio marito lavora lontano da casa ed arriva a casa tardi), gli do da mangiare, in pratica sono le 20.00, loro sono distrutti…io…non ne parliamo. Devo ancora preparare la cena, farmi una doccia, mangiare, caricare lavatrice, lavare stoviglie/biberon/tazze, metterli a letto. E quanto ho interagito con loro?????pochissimo.
    Adesso poi che c'è bel tempo alle 15 in ufficio sto già fremendo per uscire, andare a prenderli e portarli ai giardinetti…da quando camminano è diventato ancora più bello stare con loro. Sai che mi mancano talmente tanto che a volte in ufficio mi chiudo in bagno a piangere?? Ma a parte questo mio lato un po' drammatico, sono ancora più preoccupata per quando saranno più grandi. Chi li aiuterà a fare i compiti? Chi li educherà? a chi si rivolgeranno per le piccole/grandi domande?
    Ma mi sto chiedendo: mi faccio il paiolo per pagare doppio nido e donna per pulire casa…ma sono tutte cose che potrei fare io……..IO voglio stare con i miei figli!
    Sto valutando di lasciare il lavoro. Con una laurea in medicina è difficile trovare un part time economicamente valido (avrei comunque bisogno del nido x 2 mezza giornata e di un backup per quando sono malati).
    Per quanto so che sia un peccato buttare via gli anni di studio, questo ritmo non lo reggo più….
    quindi ti capisco…anzi grazie per il post. Mi hai fatto sentire meno sola!

  • Ho un bimbo di 2 anni che sta a casa con i nonni, meravigliosi, che lui adora. A pranzo vede sempre anche il suo papà. Io lavoro tutto il giorno, esco alle 8 e torno alle 18 (meglio di altre, lo so). Non so se riuscirei a fare la madre a tempo pieno ma quando ero in "allattamento", e lavoravo 5 ore, era perfetto. Credo sia il giusto compromesso. Se non fosse per la riduzione dello stipendio lo richiederei al volo. Al pomeriggio guardo l'orologio e il tempo non passa mai anche se sono immersa in mille cose da fare. Penso a lui, mi dico: "adesso fa la nanna…", "adesso sarà sveglio e starà per fare merenda…", "ora invece va al parco…" ma io non sono con lui a condividere la sua nanna, la sua merenda ed il suo divertimento al parco, le sue scoperte, le sue gioie e le sue paure. Tutto questo mi rattrista e quando mi soffermo a pensare a tutto ciò, mi arrabbio. Mi arrabbio perchè credo dovrebbe essere d'obbligo il part-time per le madri che lo richiedono, perchè son certa che non tutte lo vorrebbero, senza la minaccia di un taglio netto allo stipendo. Bene, dopo questa mia ovvia considerazione guardo l'ora e sono le 14.37, ancora 3 ore, forse 4…non so. Mi sento in colpa e via… .
    Buon pomeriggio mamme e non.

  • Cara, ti fai influenzare troppo dagli altri e purtroppo l'ambiente italiano è pessimo per le mamme. Le mamme italiane non sono rappresentative del mondo intero, ti consiglio di fare un giro in Danimarca dove sono appena stata (ci manderei i pullman di mamme italiane in Danimarca) e scopriresti un ambiente stupendo dove i bambini sono molto indipendenti sin da piccoli. I bimbi danesi sono abituati all'asilo sin da piccolissimi, per una danese non si pone il problema di scegliere tra lavoro e famiglia, tutte lavorano, è normale! I bimbi sono molto bravi ed educati (e bellissimi… ma li è la genetica!), ho visto delle classi di 20 bambini di 4 anni con tre maestre al parco in cerchio silenziosi a mangiarsi la merenda! Volevo filmarli! Davvero, non farti influenzare dall'ambiente italiano, una maternità diversa esiste, negli altri paesi è realtà.

  • Carissima, piango leggendo quello che hai scritto perchè la tua vita è proprio la mia, io sono una mamma di due bambini che lavoro a tempo pieno e con pochissimo tempo da dedicare a loro e neanche un po' per me.
    Da pochi giorno anche il più piccolo ha cominciato la scuola primaria e io sto impazzendo, non ho tempo per seguire i due bambini con i compiti, torno a casa la sera appena in tempo per preparare la cena, i bambini passano tutto il tempo con quella santa della nonna che li ha tenuti entrambi da quando avevano 3 mesi.
    Mi sento anche io una mamma incapace,inadeguata, che a casa urla e si arrabbia sempre sono anche piena di frustrazioni e sensi di colpa.
    Mia figlia mi rimprovera che non puo portare a casa le sue amiche per giocare o fare i compiti.
    Consolati che non sei la sola a vivere così.
    Ti abbraccio e ti sono vicina.

    Paola

  • mia madre è sempre stata casalinga, ma non per questo è stata presente nella vita di noi figli. Era sempre depressa, nervosa, irascibile . Non sa fare biscotti, non guida, abbiamo preso il pulmino fin da piccoli, e spesso, usciti da scuola nemmeno il pranzo. Non ha mai conosciuto i miei insegnanti, non è mai venuta ad una recita… mio padre lavorava fino al pomeriggio e una volta tornato a casa doveva riposare, era inavvicinabile.
    Non sono stata una bambina felice, ero così affamata di attenzioni… ed ora che ho due bimbi e non riesco a stare con loro, piangono tutti i giorni. Ma io lavoro per mantenere la famiglia, mio marito è pieno di debiti e si barcamena fra mille aattività senza guadagnare un soldo; per di più ciò lo rende di pessimo umore e quando rimane a casa si rifiuta anche solo di apparecchiare la tavola per non sentirsi "casalingo"… solo una mamma che lavora può capire la mia solitudine

  • girovagando su internet ho trovato questo post che ha riassunto il mio stato di animo lavorando dalle 9 alle 18 esco da casa 8:15 e rientro 18:30-40 poi tra preparare la cena dare la mangiare il cucciolo si fanno le 8 poi si gioca fino le 9:30 che dorme poi si ci mette pure il mio compagno dicendo che non sto mai col figlio lavoro troppo, che oramai ci sta solo lui (è passato appena 1 mese del mio rientro al lavoro) ecc ecc mi sento ancora peggio

  • Io ho la fortuna di avere 4 nonni a disposizione, una risorsa infinita, mio figlio non cresce con estranei, ma sicuramente neanche con i suoi genitori.
    Io lavoro 8-18, il mio compagno lavora in un negozio, quindi non ci sono nemmeno i sabati e qualche volta le domeniche, le sere cominciano per noi, tutti insieme, dopo le 8:30…
    A volte mi chiedono come mai non faccio il secondo figlio….
    Spinacine, zuppe congelate, affettati, formaggi….qualche volta riesco a cucinare e dire che mi piaceva tanto….
    mi sento in colpa?
    beh, forse un po' sì, ma devo fare i conti sia con le entrate economiche, sia col fatto che io ad essere solo mammamma non ce la farei mai…

  • ho letto tutti i commenti di questo post. anche io mi trovo nella situazione di madre lavoratrice a tempo pieno, torno a casa alle 18, e non posso chiedere un part time perché non è contemplato. oltretutto sono molto precaria quindi non posso esagerare in permessi ferie ecc. i miei genitori sono anziani e non possono aiutarmi e i genitori di mio marito vivono in un'altra città. il mio cucciolo ha 17 mesi e al momento è a casa col padre che in questo momento non lavora. il padre si rende conto che il bambino ha bisogno di stare con i genitori e non tutto il giorno a scuola (nido prima materna poi ecc.), e si propone di fare lui un part-time sebbene col suo tipo di lavoro sia impossibile riuscire ad ottenerlo. ma io vedo che il bambino vuole me più che il padre, e vorrei tanto fare io un part-time o almeno un tempo ridotto 9-16. non si può non stare mai con i genitori, e anche se leggo esperienze positive di chi è uscito indenne da questa assenza, e ora è un adulto felice, io non ne sono così convinta. da piccola sono stata con i miei nonni perché i miei genitori lavoravano, e anche se i miei nonni sono stati affettuosissimi e non mi hanno fatto mancare nulla sotto tutti gli aspetti, gioco-divettimenti inclusi, ho sofferto molto perché avrei voluto che con me ci fossero i miei genitori non loro. non voglio che mio figlio soffra per questo. oltretutto sono convinta che, se la mia presenza è necessario ora, lo sarà ancor di più più avanti, negli anni delle medie e delle prime superiori in cui non si può lasciare un figlio a se stesso (gli orari delle scuole non sono compatibili con le 40 ore settimanali di lavoro), e mio figlio con chi starà?

  • Ciao, sono passati mesi da quando hai scritto questo post, ma vedo che la gente continua a commentare, quindi mi aggiungo anche io.

    Sono Tiziana, vivo in provincia di Bergamo, ho due bambini: il primo di 3 anni e mezzo, il secondo di quasi un anno. Domani rientro in ufficio e stavo navigando in internet alla ricerca di post su come conciliare casa, lavoro e figli 😉

    Rientrerò dapprima a sei ore, poi diventeranno sette. Uscirò dall'ufficio alle 16.30 e andrò a prendere il piccolo al nido alle 17.00. Il "grande" lo ritira mia mamma dalla materna perché purtroppo il posticipo quest'anno non è partito per mancanza di iscritti (una materna di 100 bambini, e non si arriva a 10 per far partire il posticipo? Ma le altre famiglie come fanno??). Se un domani mia mamma non riuscisse più ad aiutarmi per problemi di salute, c'è la possibilità di affidare il bambino alla struttura del nido, che è adiacente alla materna e fa un servizio di posticipo anche per i bimbi della materna. Ovviamente non gratis: chiedono 150 € in più al mese.

    Con i bambini ci starò indicativamente dalle 17.00 alle 21.00, e nonostante le incombenze casalinghe come spesa, cena e rassettare, cercherò di passare del tempo di qualità con loro. Anche solo un'ora al giorno, ma essere lì solo per loro. Poi ci sono i weekend, e per cose piu "impegnative" come un'escursione al lago o nel bosco conto su quelli.

    Per le pulizie ho deciso di prendere una ragazza che viene tre ore alla settimana. È un lusso bello e buono per me, con quei soldi potrei fare tante altre cose, ma mi da la possibilità di guadagnare una mezza giornata del fine settimana che passerei a pulire, e invece posso dedicarla ai bambini.

    Sarà faticoso? Certo che si. Ma io non mi sento fatta per essere mamma e casalinga a tempo pieno. La mia soddisfazione deriva anche dal contribuire economicamente al sostentamento della famiglia, e dal poter parlare con tante persone di argomenti diversi da quello che gravita intorno alla famiglia.
    Quando sarò al lavoro penserò al lavoro, e quando sarò a casa penserò alla famiglia. Senza sensi di colpa.

    In bocca al lupo 😉

  • Ciao,
    mi trovo nella tua stessa situazione di mamma.
    Anzi, forse peggio perchè ho dovuto per forza di cose portare mia madre in casa (abitiamo distanti) al posto della baby sitter: me le va a prendere all'asilo/al nido al pomeriggio. Prepara anche la cena per loro perchè arrivo a casa attorno alle 7 o 7.30 di sera.
    Purtroppo dove abito sono sola e non ho alcun aiuto da parte di nessuno che non sia a pagamento.
    Ho dovuto quindi lasciare che la nonna crescesse le mie bimbe al posto mio (intendiamoci meglio la nonna che una sconosciuta come avrei dovuto fare io). Mia figlia grande l'ha praticamente cresciuta lei da che aveva un anno, (ossia da quando sono rientrata in ufficio) poi comunque l'ho mandata al nido alla mattina, poi siamo passati all'asilo e dall'anno prossimo iniziamo la scuola !!!

    Giusto per condividere il commento sul doposcuola: mi costerebbe circa 70 euro al mese (quindi da metà settembre a metà giugno) per lasciare mia figlia al doposcuola sino alle 17.30. E poi? avrei comunque bisogno di quancuno che me la vada a prendere…
    E se non sta a fare il dopo scuola, dove oltre a giocare e fare varie attività farà anche i compiti, chi caspita la segue a casa per fare i compiti? sempre la nonna? che se pur in gamba ha la sua età… : )
    Mi ritroverò a farle fare o a controllare i compiti alle 9 di sera. Inaccettabile e mio avviso.

    Anche per la mia seconda figlia sta accadendo la stessa cosa: si è presa cura di lei in mia assenza sino a che non ha iniziato il nido lo scorso ottobre. E in estate? fortuna vuole che me le tiene lei tutto il giorno !!!

    Mio marito è sempre via per lavoro e torna a casa solo per il week end. Quando torno a casa le mie principesse mi assaolgono di abbracci e non mi lasciano più. La grande continua a dirmi che vuole stare vicino a me, che vuole stare solo con me. Mi sento una "cacca" perchè non posso accontentarle. E non posso accontentare nemmeno la mia voglia distare con loro e accompagnarle nelle loro esperienze.

    E' vero che conta la qualità non la quantità (mah.. non ne sono così convinta) però ridurre il tutto solo in un paio d'ore per stare con loro mi sembra un po' pochino e loro me lo dimostrano tutti i giorni.
    … Che poi nelle due ore sono comprese oltre al gioco, il risistemare la cucina, preparare le cose per il giorno dopo, bagnetto, lavare i denti, pigiama e…nanna!

    aahhhh ! Rivoglio gli equlibri della mia famiglia e anche il profumo di una buona torta fatta in casa!

    Ti capisco quindi e ti auguro di trovare un lavoro part time quanto prima. Io non vedo l'ora di trovarne uno.

    …e della carriera ? non c'è carriera che possa ripagare quanto ti dà un figlio.

    Dai, forza che ce la facciamo !!! : )

  • care tutte,

    dopo che ho letto i vostri commenti mi sento meno sola….sono come voi una mamma lavoratrice full-time lontano da casa con un piccolo di 7 mesi….mi alzo alle 5, esco di casa alle 6.30 dopo aver preparato lo zaino al piccolo con pappe e quant'altro e torno di sera alle 7 distrutta…e alle 7 finisce la giornata lavorativa ma comincia quella a casa….quindi preparo cena per il piccolo, per me e mio marito che arriva alle 8.30 a casa, cerco di godermi il mio piccolo prima che alle 9 si addormenti (quindi se sto mezz'ora con lui a giocare è già tanto…) poi faccio le lavatrici, stiro, sistemo la cucina..alle 11, nelle serate che mi va bene, mi faccio la doccia e poi a mezzanotte riesco ad andare a dormire…..nel weekend pulizie, commissioni varie che alla fine impegnano tutta la giornata e finalmente arriva la domenica dove posso tirare un attimo il fiato e dedicare l'intera giornata al mio piccolo…..ho chiesto il part time ma mi hanno detto no e devo lavorare per pagare come tutti il mutuo, bollette, spese varie, rate della macchina…sto cercando lavoro ma non riesco a trovare niente e mi sento sempre di piu' senza via di uscita…sono stanca e nervosa…. ma non per le tante cose che ho da fare, come immagino avete da fare tutte voi, ma per il fatto che non riesco mai a stare con il mio piccolo e ho tanta paura che un giorno me lo rinfaccerà…

  • Io non ho ancora figli, ma ho una mamma disabile che lascio tutto il giorno da sola con la badante poche ore al giorno (quelle necessarie per seguire la terapia di medicinali), e lavoro full time. Come te ho sempre sorriso davanti all'idea di lasciare tutto per fare la mamma. Anzi, sono cresciuta con una mamma casalinga che si è ammalata molto presto (di depressione, pressione alta, poi diabete… e la spirale è degenerata), ha sempre sofferto il fatto di non poter essere una lavoratrice. Ma, in questo momento che lei è in questo stato, io soffro per il fatto di non poterle essere vicina, soffro quando la mattina la lascio e lei mi guarda triste, con la paura delle ore di solitudine che subito dopo seguiranno. Sto pensando all'idea di chiedere un part time, peccato che in questo momento non ci siano possibilità di darmi un ok, anzi pretendono da me lo stesso rendimento di 3 persone messe insieme. Tante promesse di un aumento, ancora nulla di concreto, speriamo di tenere duro quanto basta per ottenere a breve miglioramenti nel lavoro e, subito dopo, questo part time. Mi riconosco in te quando descrivi le tue acrobazie, i tuoi sforzi perché tutto riesca (la torta, la cena, ecc.) pur non essendo portata per le faccende domestiche. Nemmeno io ho il talento della massaia perfetta e non mi interessa neanche, però mi impegno per la mamma. E, magari, per i figli che tra qualche anno spero arrivino :). Un abbraccio e complimenti per il tuo blog.

  • Leggo solo ora questo post, rimandata qui dal tuo post di oggi in realtà e mi ci ritrovo in pieno.
    Sono mamma di un bimbo di 2 anni e mezzo, dai 9 mesi al nido e da settembre prossimo alla materna, in entrambi i casi sempre a tempo pieno e anzi, con il prolungato extra perché la materna finirà alle 16 (il nido alle 16.30), ma noi non possiamo arrivare prima delle 17-17.30, quando va bene. Anch'io sono uno di quelle che fino a pochi anni fa manco pensava ai figli, figuriamoci al problema del lavoro a tempo pieno o no. Aggiungiamoci anche che il mio lavoro full time è da sempre comm.le estero, con trasferte mensili che variano dai 3 ai 5 gg., tutti i mesi. I sensi di colpa? I pianti silenziosi in macchina andando al lavoro (poco) o in partenza per una trasferta (sempre) ? Mi sono fatta anch'io le tue stesse paranoie e le stesse domande. Anche a me questo lavoro ORA (e lo sottolineo) mi sta stretto, non riesco più a gestirlo emotivamente. Vorrei tanto avere la possibilità di evitare almeno le trasferte, ma per ora non posso, perché il mio compagno ha un lavoro precario, e stiamo pure cercando di fare il secondo. Non so come andrà a finire, ma fintanto che vedrò mio figlio sereno saprò che il problema è più che altro solo mio.

    • Ciao Carla, ti capisco in pieno, lo sai, ma tieni duro! Anche a me sembrava insostenibile, ma più vado avanti e più sono serena. Ora che sono più grandi vedo che già cercano più gli amici che la mamma,e sento che se avessi fatto un colpo di testa, come mollare il lavoro, me ne sarei già pentita amaramente. Pensa invece che le 17.30 sono un ottimo orario (immagina chi ha un negozio, che non arriva prima delle 19.30/20), e ti lascia un sacco di tempo ancora per stare con tuo figlio. Per le trasferte, immagino ora ti pesino, ma vedrai che fra qualche anno saranno una boccata di aria fresca!! Forza!

    • Ciao Carla, ti capisco in pieno, lo sai, ma tieni duro! Anche a me sembrava insostenibile, ma più vado avanti e più sono serena. Ora che sono più grandi vedo che già cercano più gli amici che la mamma,e sento che se avessi fatto un colpo di testa, come mollare il lavoro, me ne sarei già pentita amaramente. Pensa invece che le 17.30 sono un ottimo orario (immagina chi ha un negozio, che non arriva prima delle 19.30/20), e ti lascia un sacco di tempo ancora per stare con tuo figlio. Per le trasferte, immagino ora ti pesino, ma vedrai che fra qualche anno saranno una boccata di aria fresca!! Forza!

  • Ciao, anche io leggo solo ora questo post e mi sono a pieno rivista, forse non nella stessa identica situazione, ma nelle tue emozioni, nei tuoi timori, sensi di colpa…nelle difficoltà a gestire con serenità un lavoro che, seppur ora mi sembra un'ostacolo alla serenità della famiglia e dei figli, adoro! Anche io figlia di casalinga, cresciuta senza sapere cosa fosse una merendina, mi ritrovo invece ad essere mamma di due bimbi, lavoratrice full-time.
    Purtroppo la verità è che la maternità non è per niente tenuta in conto nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato! (io lavoro nel pubblico, ma da precaria), nessuno si rende conto che per certi versi essere mamma è di per se un mestiere…
    Anche a casa mia di tante cose si occupa da sempre il papà (sveglia, colazione, vestizione, accompagnamento a nido e materna…) e spesso torna a casa prima di me. E nonostante questo i miei figli (per ora il piccolo, 19 mesi, non parla, ma il grande, quasi 4, lo fa eccome) chiedono sempre di me ed è a me che chiedono di stare a casa e di non andare a lavoro! Purtroppo mi è difficile riuscire ad accettare questa situazione e mi trovo sempre più spesso tesa come una corda di violino e stanca da non riuscire a fare nulla delle mille cose che mi propongo…
    Eppure so bene che mai potrei lasciare il mio lavoro, me ne pentirei e tutti in famiglia ne pagherebbero le conseguenze…io per prima. Ma un part-time no? Io vedo colleghe che hanno avuto il part-time per i primi 10-15 anni di vita dei figli che sono tornate con gioia a fare il tempo pieno, e che sono madri serene, perchè hanno avuto la possibilità comunque di essere con i loro figli durante la loro crescita…io sono arrabbiatissima con questo stato, con questo sistema,..ma non vedo via di uscita…come leggevo in uno dei tanti commenti, non abbiamo la possibilità di lasciare il lavoro qualche anno con la tranquillità poi di trovarne un altro…bisogna tenersi stretto quello che si ha! E già tanta grazia!
    Scusate lo sfogo, ma in questi ultimi mesi soprattutto ho accumulato rabbia e stress a non finire…e tanta voglia di stare con i miei figli!!!

  • Ciao,
    ho letto questo post con le lacrime agli occhi…due figli di 2 e 4 anni e ho sempre lavorato. Quando rientro al lavoro dopo il secondo, io e mio marito decidiamo che per noi l'ideale è che io lavori part-time (6 ore giornaliere, non meno…e chi ce la fa ad arrivare a fine mese se no???). Tutta rinfrancata da questa decisione che mi permetterà di passare più tempo coi miei bimbi, faccio la richiesta al datore di lavoro. E sai cosa mi ha risposto???? Che se volevo potevo prendermi un anno di aspettativa, ovviamente senza stipendio, ma il part-time proprio no!!!! Ma secondo te? Se avessi potuto permettermi di vivere con solo lo stipendio di mio marito non lo avrei fatto????? Ho pianto per una settimana…poi, come tutte, mi sono "adattata" alla mia situazione…lavoro 8 ore al giorno…ho ridotto di un po' la pausa pranzo (mangio con l'imbuto in mezz'ora!), almeno esco un po' prima! Ho iniziato a guardare per un altro lavoro, ma, di questi tempi, cosa c'è in giro? Nulla…solo contratti a termine, a progetto, a tempo determinato…e chi può permetterselo???
    Una gran tristezza. Mi godo quei pochi giorni all'anno in cui posso andare a prendere i pargoli all'asilo e provo negli altri giorni a non guardare l'orologio alle 16.00 quando so che qualcun'altro li sta andando a prendere.
    Hai tutta la mia solidarietà
    Federica

  • prima di diventare mamma "all'improvviso" lavoravo fulltime e stavo via 12 ore al giorno (lavoravo a 50 km da casa). poi la gravidanza a rischio, 2 traslochi, un cambio città e la nascita di mio figlio…per 2 anni mi sono dovuta fermare e quando la situazione si è sistemata mi sono rimessa a cercare lavoro come una pazza, tanto è vero che all'inizio ho accettato anche un lavoro di telemarketing pur di ricominciare a fare qualcosa che non fosse "solo" stare dietro a mio figlio e alla casa. ora mi si presentata l'occasione della vita, quella che a volte non capita mai, un lavoro perfetto per quelli che sono stati i miei studi, vicino casa, e che per il momento hanno anche accettato un part time (per il momento…non per sempre), ed io che sono sempre stata una che si è buttata a capofitto nelle sfide ora più che mai mi sento fragile e mi sembra di non riuscire ad arrivare a fare tutto e di non essere all'altezza.provo solo una stima profonda per quelle mamme che lavorano fulltime perché è difficilissimo gestire non solo la vita pratica ma anche i mille sensi di colpa che ci vengono perché stiamo sottraendo del tempo ai nostri figli, ma non dobbiamo vederla così secondo me, io a stare a casa stavo impazzendo e il mio non era un tempo di qualità con loro anzi!

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  • A parte gli aguzzini qui sopra che… veramente, non trovo definizione migliore…

    Sono mamma di due bimbi, una di 2 anni e mezzo e uno di appena 5 mesi.
    Al momento non lavoro ma ho un bisogno assoluto di farlo e lo farò tra qualche mese, quando il piccino avrà un anno e andrà al nido. Credo che lavorare sia necessario per noi mamme, e non tanto per un ritorno economico, ma per mantenere la nostra individualità e non essere completamente assorbite nel ruolo di mamma.
    Però non ho intenzione di rinunciare a crescere i miei figli. Sono così importanti, ci tengo così tanto, che non voglio che crescano del tutto con surrogati di mamma (leggi babysitters, daycare, doposcuola ecc.). Voglio essere io a seguirli quando fanno i compiti, voglio giocare con loro, voglio fargli sentire che la mamma c'è e ci sarà sempre, per farli crescere forti e fiduciosi in se stessi.
    Ma non è solo per loro che lo faccio, anzi. Il mio è un bisogno. Voglio godermeli, sono i miei figli. Quando li ho messi al mondo ho preso un impegno: quello di farli crescere per renderli un giorno adulti felici. Ma allo stesso tempo mi sono concessa un enorme onore: quello di essere la loro mamma, unica, insostituibile fonte di amore . Non voglio che nessuno mai mi tolga questo dono.
    Lavorerò, si, ma lavorerò part-time. Da casa, altrove, non importa, ma starò con i miei figli il pomeriggio, sempre.
    Crescono in fretta, non ho intenzione di buttare via questi anni in sensi di colpa e frustrazione. Voglio conservare e vivere ogni giorno i miei ricordi di mamma con i miei figli.
    Se puoi, cerca di fare altrettanto, o li rimpiangerai. Ti auguro ogni bene 🙂

  • Chissà perché una volta si stava decentemente con uno stipendio e adesso con due stipendi si è più poveri e inoltre nessuno si prende cura della casa e dei figli.
    Si pensava che andando al lavoro le donne sarebbero state meglio e invece si torna a casa alle sette di sera con la spesa da fare, la cena da preparare la casa da pulire i figli da guardare e il marito anche se aiuta, si sa che gli uomini non hanno l'opzione del multitasking,e poi ma perché prima il loro stipendi bastava ed ora si ritrovano a dover collaborare in casa, a non avere il weekend libero per gite con la famiglia..
    complimenti a chi è riuscito ad incastrarci.
    La vera partita deiparità dei sessi ssrebbe stata se il marito e la moglie avessero diviso equamente le ore lavorative, non raddoppiandole..

  • Abbiamo un capitale che verrà utilizzato per concedere prestiti individuali nel breve e lungo termine da 2000 EURO 195.000.000 EURO per qualsiasi persona seria che vogliono questo prestito. 3% d'interesse l'anno secondo la somma prestato come particolarmente non voglio violare la legge sull'usura. Potete rimborsare su 3 a 25 anni al massimo a seconda della quantità in prestito. spetta a voi a vedere per i pagamenti mensili. Chiedere che un riconoscimento di debito certificato scritto a mano e anche alcune parti di fornire:
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  • Ci vuole equilibrio in ogni cosa, nel lavoro e nella vita privata. Quando una mamma lavora full time é normale che vorrebbe stare a casa e quando un'altra sta sempre a casa vorrebbe anche lavorare. Il part time é sicuramente un'ottima soluzione, ma non sempre é possibile. Io da quando é nato mio figlio non lavoro. Non é stata una mia scelta, anche se i primi tempi ero contenta di non lavorare. La dita per quale lavoravo prima ha chiuso e io sono andata in disoccupazione. Mi sono goduta mio figlio per 1 a mezzo e ora finita la disoccupazione ho tanta voglia di fare anche altro. Sinceramente, io non farei la mamma casalinga non fa per me. Amo mio figlio e mi piace stare con lui, ma a me non basta. Non mi basta perchè ho sempre lavorato, ho avuto la mia indipendenza economica e il mio lavoro mi piaceva. Credo che per una donna lavoratrice oggi, essere madre non dovrebbe significare in automatico rinunciare al lavoro. Uno stato civile ha il dovere di aiutare le madri che lavorano, del resto cresciamo gli uomini di domani. Noi donne dovremmo farci sentire… TUTTE INSIEME!!! Ricordate le donne dei anni 70, ora e il tempo di una nuova presa di cosenza, di dare un valore al lavoro delle madri.

    • No, non è normale che una mamma che lavora full time vorrebbe stare a casa. Ci sarà chi vorrebbe, ma c’è anche chi è felice così. C’è chi ha studiato anni per fare quello che fa e non vorrebbe MAI stare a casa e basta. Le madri che lavorano non sono solo quelle che devono per questioni economiche, ci sono anche quelle che VOGLIONO. Poi questo rinunciare al lavoro parte sempre dal presupposto che ci sia qualcun altro che paga per tutti, ma non è sempre così.

  • Il mio nome è Lilian N.This è un giorno di grande gioia della mia vita, perché l'aiuto Dr.saguru ha reso a me, aiutando a ottenere il mio ex marito torna con la sua magia e incantesimo d'amore. Sono stata sposata per 6 anni ed è stato così terribile perché mio marito era davvero barare su di me ed è stato alla ricerca di un divorzio, ma quando mi sono imbattuto Dr.saguru e-mail su Internet su come egli ha aiutato così tante persone per ottenere il loro ex indietro e contribuire a fissare relationship.and rendere le persone ad essere felici nel loro rapporto. Ho spiegato la mia situazione a lui e poi cercare il suo aiuto ma con mia grande sorpresa mi ha detto che mi aiuterà con il mio caso e qui ora sto celebrando perché mio marito è cambiare completamente per sempre. Ha sempre voglia di essere da me e non può fare nulla senza il mio presente. Sono davvero godendo il mio matrimonio, quello che una grande festa. io continuo a testimoniare su internet perché Dr.saguru è veramente un vero e proprio mago. HAI BISOGNO risolvere contattare MEDICO SAGURU SOCIETÀ VIA E-MAIL: drsagurusolutions@gmail.com o 2.349.037,545183 millions Egli è l'unica risposta al vostro problema e ti fanno sentire felice nel vostro relationship.and suo perfetto anche in 1 incantesimo d'amore 2 WIN ex indietro 3 frutto del ventre 4 PROMOZIONE INCANTESIMO 5 PROTEZIONE INCANTESIMO 6 BUSINESS INCANTESIMO 7 BUON LAVORO INCANTESIMO 8 LOTTERIA INCANTESIMO e Foro CASE incantesimo.

  • Ciao, mi ritrovo benissimo nel tuo sfogo e lo comprendo.. e chissà com'è andata a finire alla fine, che scelte hai fatto, ecc. perché alla fine ci sentiamo un po' tutte così. Io credo che una mamma soddisfatta del proprio lavoro full time, riesca a viversi serenamente anche i figli (seppur con meno tempo) e una mamma casalinga felice, sia davvero una manna dal cielo oggigiorno, perché con un solo stipendio non è sempre facile. Ma queste sono scelte autonome che ognuna di noi avrebbe il diritto di prendere, persino di chiedere un part-time perché fare ed essere mamme al 100% richiede tempo. Io non voglio arrivare ogni sera tra le 19 e le 19.30, stressata e con un diavolo per capello ogni volta per la mala gestione nel mio ufficio o perché il capo mi estenua per la sua arroganza.. rischierei di arrivare in casa con l'aria truce, il malumore e lo stress ed io non voglio trasmettere questo al mio cucciolo. Il posto dove lavoro è pieno di arroganti e tiranni, e sinceramente mio figlio e la mia vita mi interessano di più e ognuno ha diritto a una vita serena. Quel posto per me non è più fonte di serenità e quindi, nonostante tutto, ho provato a chiedere un part time 6 ore, non volevo delegare a nonni ormai anziani o a estranei la gestione di mio figlio. Io odio dipendere dagli altri. Ovviamente non mi è stato concesso ed io lascerò finalmente il lavoro per trovarmi qualcosa di più vicino e di poi adatto. Non sarà facile, ritengo importante l'indipendenza economica, ma con un solo stipendio riusciamo a farcela (ringraziando Dio il lavoro di mio marito è d'oro e possiamo permettercelo) è comunque sarà una cosa temporanea perché non so stare con le mani in mano. Bisogna essere mamme, sì, avere la possibilità di farlo e di farlo BENE. Ma dobbiamo anche essere Donne realizzate e serene, nessuno dovrebbe impedircelo, ma la nostra società purtroppo non è a misura di mamma. Ma se uno ha la fortuna di poterlo fare, che lo faccia! La vita è una sola e nessuno ti restituirà il tempo passato a farti il sangue amaro o a sentirti insoddisfatta.

  • Ciao, mi ritrovo benissimo nel tuo sfogo e lo comprendo.. e chissà com'è andata a finire alla fine, che scelte hai fatto, ecc. perché alla fine ci sentiamo un po' tutte così. Io credo che una mamma soddisfatta del proprio lavoro full time, riesca a viversi serenamente anche i figli (seppur con meno tempo) e una mamma casalinga felice, sia davvero una manna dal cielo oggigiorno, perché con un solo stipendio non è sempre facile. Ma queste sono scelte autonome che ognuna di noi avrebbe il diritto di prendere, persino di chiedere un part-time perché fare ed essere mamme al 100% richiede tempo. Io non voglio arrivare ogni sera tra le 19 e le 19.30, stressata e con un diavolo per capello ogni volta per la mala gestione nel mio ufficio o perché il capo mi estenua per la sua arroganza.. rischierei di arrivare in casa con l'aria truce, il malumore e lo stress ed io non voglio trasmettere questo al mio cucciolo. Il posto dove lavoro è pieno di arroganti e tiranni, e sinceramente mio figlio e la mia vita mi interessano di più e ognuno ha diritto a una vita serena. Quel posto per me non è più fonte di serenità e quindi, nonostante tutto, ho provato a chiedere un part time 6 ore, non volevo delegare a nonni ormai anziani o a estranei la gestione di mio figlio. Io odio dipendere dagli altri. Ovviamente non mi è stato concesso ed io lascerò finalmente il lavoro per trovarmi qualcosa di più vicino e di poi adatto. Non sarà facile, ritengo importante l'indipendenza economica, ma con un solo stipendio riusciamo a farcela (ringraziando Dio il lavoro di mio marito è d'oro e possiamo permettercelo) è comunque sarà una cosa temporanea perché non so stare con le mani in mano. Bisogna essere mamme, sì, avere la possibilità di farlo e di farlo BENE. Ma dobbiamo anche essere Donne realizzate e serene, nessuno dovrebbe impedircelo, ma la nostra società purtroppo non è a misura di mamma. Ma se uno ha la fortuna di poterlo fare, che lo faccia! La vita è una sola e nessuno ti restituirà il tempo passato a farti il sangue amaro o a sentirti insoddisfatta.

  • Quando hai scritto questo post io avevo saputo da 10giorni che ero incinta del mio secondo bimbo e stavo per iscrivere il mio grande alla materna.
    Domani accompagnerò il primo al suo primo giorno di scuola, il secondo alla sua seconda settimana di inserimento alla materna e la terza alla sua routine del nido.
    Sono rientrata al lavoro da meno di 12 mesi e se avessi continuato a stare a casa forse li avrei venduti su eBay. Ma non è che rientrando al lavoro le cose vadano meglio. Sono fuori casa 10 ore al giorno, non ho nonni vicini disponibili e ho una santa baby sitter. Ogni giorno di questi 10 mesi mi sono chiesta come uscire da questa vita e mi sono detta che nulla di quello che ormai faccio in ufficio ha più senso. Ho amato il mio lavoro, ma sento che mi sta rubando la vita, sento che vorrei fare la mamma, anche solo part time.
    Sono infelice. O meglio, sono felice quando sono con la mia famiglia, sono infelice quando torno alla realtà. Mi sento prigioniera di una vita che non è più mia. Vorrei fare torte e merende e attività e giochi con gli amichetti e gite.
    E invece sono intrappolata in un ufficio grigio.
    Per fortuna, loro raramente hanno mostrato di accusare la mia mancanza. Per fortuna il mio lavoro mi permette di avere il venerdì pomeriggio libero.
    Vivo in apnea tutta la settimana e finalmente il giovedì sera mi sembra di poter pensare di riprendere fiato.
    Immagino che tante come me vivano questa situazione. Viviamo in un mondo in cui "famiglia" è solo una parola con cui è bello riempirsi la bocca, ma poi aiuti per chi decide di costruirla non ce ne sono.
    Non ho ancora capito come rigirare i miei pensieri per accettare che è così che dobbiamo andare avanti.

  • Un papà può davvero lavorare a tempo pieno? Sì. Quindi perchè una mamma no? Capisco che nel primo anno di vita del bambino sia diverso, ma poi la diversità la crea solo la mentalità medievale che continua a dilagare, mi sono accorta, soprattutto in Italia. Una mamma può lavorare a tempo pieno? Sono nata nel ’92, mia madre e tutte le sua amiche e le mamme dei miei compagni di classe lavoravano a tempo pieno tranne rare eccezioni. I lavori molto qualificati sono generalmente tutti a tempo pieno. Avete mai visto un chirurgo part time o un procuratore fallimentare o un magistrato o un manager part time?

  • Ciao a tutte! Ho letto questo articolo per sentirmi meno sola… e a leggervi tutte mi sento in effetti meno “sbagliata”… ma siamo veramente tantissime in questa situazione, soprattutto emotiva… e non so se sia un bene…è molto triste e demotivante…

  • In natura sono le mamme che accudiscono e allevano i piccoli.
    Il lavoro è un obbligo il piu’ delle volte,non una scelta libera.
    Sarei felice di poter fare”solo” la mamma,ma non posso.
    Che del resto fare la mamma é un vero e proprio lavoro.
    Ma la società se non hai un lavoro perché ti vuoi dedicare ai figli ti giudica “e’ roba d’altri tempi” e se lavori e non puoi dedicarti a loro ti giudica ugualmente “madre snaturata”.
    Non c’e’ libertà di scelta.
    La libertà per una mamma in Italia è solo una finzione.
    E la storiella del lavoro per una mamma nulla ha a che vedere con l’emancipazione della donna come ci vogliono da anni far credere.
    Io lavoro perché sono costretta,parlo da titolare di un’azienda e non da dipendente,anche se il mio lavoro mi piace preferirei stare a casa e crescere i miei bimbi,invece non posso .
    Mia mamma lavorava 8 ore al giorno e io anche se stavo con la nonna che mi amava tantissimo piangevo ed ero triste nelle ore in cui mia madre era al lavoro,non me ne facevo una ragìone,dicevo che odiavo chi aveva “inventato” il lavoro e mi costringeva a stare lontano da lei ,8 ore sembravano infinite,mi mancava tantissimo e anche lei soffriva per questo.
    Ora i miei figli vivono la stessa cosa e io sono impotente.
    Ok si diventa grandi lo stesso,ma il tempo perso nessuno ce lo restituisce.
    Ma perché non posso accudire i miei bambini?
    Sara’ anche un mio diritto?
    O abbiamo solo doveri a questo mondo?
    Se l’alternativa al lavoro é stare a casa senza un reddito alcuno allora e’ facile intuire perché il lavoro per una mamma diventa obbligo senza possibilità di scelta.

  • Se sono arrivata a trovare nel web il post di Morna è perché anche io come tutte voi sto malissimo per questa “situazione”.. come tante di voi ho 2 figli (maschi quasi 3 e quasi 6) e mi arrovello il cervello per come poter fare per seguire i miei figli, io lo voglio e loro lo chiedono.. tutte le mattina mi chiedono coccole e di accompagnarli e riprenderli a scuola, un lusso che non posso permettermi perché Roma è una grande città e impiego 2 ore tra andare e tornare più 9 ore (8+1 di pausa)… un’infinità!! Torno che loro dopo 2 ore crollano.
    Questo mi distrugge psicologicamente e fisicamente (ansia, stomaco ecc) per non parlare della qualità del tempo che stiamo insieme, quando siamo esausti tutti.. Per di più lo stipendio è modesto e non farò neanche carriera. il part time non mi permette di prenderli alle scuole date le distanze. Per ora tamponiamo con l’aiuto dei nonni molto acciaccati.. Il problema è il sistema la società. La mia domanda è: perché non proponiamo allo stato, al governo di porre l’attenzione sul tema? Nelle famiglie o il padre o la madre deve avere la possibilità di far CONCILIARE IL LAVORO CON GLI ORARI DELLE SCUOLE
    ATTIVIAMOCI!

    • Guarda, io vorrei fondare il mio partito, avrei tante belle idee ;-P.
      Mi dispaice per la situazione, certo se lo stipendio è modesto e la sofferenza è tanta… sicura che al momento non puoi fare a meno del lavoro?

  • Quando ero bambina i miei orari scolastici andavano dal lunedì al venerdì, fino alla seconda elementare solo la mattina fino alle 13.00, dalla terza tre giorni di rientro fino alle 15.00. Fortunatamente i miei lavoravano vicino e mi portavano dai nonni in pausa pranzo, o veniva a prendermi il nonno alle 15.00. In ogni caso, pomeriggio dai nonni a fare merenda e i compiti e la mamma veniva a prendermi finito il lavoro (finiva alle 17.30 quindi per le 18.00 ero a casa). Io sono stata benissimo fino a che era così, poi mia mamma ha preso in gestione un negozio quand’ero in terza elementare ed è stato lì che mi sono sentita sola (anche mio padre dopo il suo lavoro andava ad aiutarla in negozio), fino alle 20.00 praticamente ero dai nonni. Lì si mi è mancata mia mamma, ma prima ero molto felice, nonostante mia mamma lavorasse a tempo pieno, aveva solo degli orari per cui la vedevo di più.
    Comunque io credo che i figli cerchino sempre la madre perché nella nostra società esiste praticamente solo il congedo di maternità (manca quello obbligatorio di paternità), in questo periodo la mamma a casa impara a prendersi cura del bambino, il papà molto meno; con prendermi cura intendo anche che si abitua ai suoi orari, alle sue esigenze, mentre il papà “è tagliato fuori” da questa socializzazione alla genitorialità, mentre la mamma porta avanti questo imprinting negli anni e così va a finire che, per quanto poi ci si cerchi di dividere le cose da fare, è sempre la mamma la prima ad avere presente i bisogni del bambino e accorrere, quella che ha nella testa “il timeschedule” di tutto, e di questo i bambini se ne accorgono.

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