Fenomenologia della mamma: la Mamma depressa

La mamma depressa è quella mamma che, anche a distanza di molto tempo dal parto, non riesce ad accettare. 
Non riesce a guardare serenamente la creatura che ha dato alla luce ed essere felice. 

Non riesce ad alzarsi la mattina ed affrontare una nuova giornata come se fosse un dono. 
Perché spesso non c’è niente che scandisce la nuova giornata, se non alcune ore di buio passate ad ascoltare piangere un bambino, col desiderio di nasconderlo, o di scappare, o di tornare indietro. 

La mamma depressa a volte ha sentimenti contrastanti. Sente di non amare suo figlio, e si sente in colpa. Rivorrebbe la sua vita, si sente oppressa, schiacciata, sente di non farcela. 

Sa che nessuno può capirla. Vede solo mamme felici e perfette intorno a sé, mamme che ridono adoranti ai loro figli, sempre impeccabili, truccate, pettinate, coi loro bambini che non piangono mai, mangiano, dormono e giocano. 


La mamma depressa non può sfogarsi con nessuno, perché sa che verrà liquidata con un “ci sono passate tutte, che vuoi che sia, fai qualcosa e ti passa”. 

Non vede la luce in fondo al tunnel, perché si sente sola, sola con un essere di cui sente tutta la responsabilità e tutto il peso. Un peso che non vuole, che non ha voglia di avere, che vorrebbe cedere a qualcun altro. 
La mamma depressa si vergogna, un giorno si guarda allo specchio e dice: ma quella sono proprio io? 

E pur vedendosi così, sfatta e infelice, non sa come andare avanti. 

E piange, piange tanto. 

Mentre allatta, perché dicono che allattare sia bello, ma lei non ne ha nessuna voglia. Però va fatto, se non lo fai non sei una buona madre, non sai occuparti di tua figlio, sei egoista. 
Piange mentre lo lascia piangere all’ennesimo risveglio, perché sa cosa penserebbero le sue amiche, e sua mamma, e sua suocera, i bimbi non si lasciano piangere, e tu non hai il diritto di essere stremata e di dire basta, e di nascondere la testa sotto il cuscino per non sentire quella vocina acuta. No, sei una mamma e devi prenderlo e cullarlo e cantare una ninnananna, e guai a far svegliare il padre. Ché lui lavora, sai. 

La mamma depressa pensa di essere sola, e che non ne uscirà mai. 

Qualcuna è talmente sfortunata, talmente incompresa, che scappa, si toglie la vita, o ancora peggio.

Qualcuna è più fortunata e un giorno svolta, magari perché il bimbo cambia e diventa tutto più facile, o perché il tempo passa, o perché ha chiesto aiuto e l’ha trovato. 

O magari perché ha scoperto che ci sono tante altre mamme come lei. Umane. All’apparenza infelici ma non per questo meno adatte ad essere mamme. Ed è confrontandosi con loro che tutto cambia, che la luce arriva, che le cose pian pianino diventano più chiare e semplici. 

Mamme, domenica è la vostra festa, ed è anche il primo anniversario del Comitato Liberazione Mamma. Un luogo in cui confrontarsi, senza peli sulla lingua, senza vergogne. 
Perché siamo tutte incasinate, stanche, sfinite, ma siamo anche qui per aiutarci. 

Perché essere mamme è bellissimo, a patto di essere sincere con noi stesse. Di chiedere aiuto, se ne abbiamo bisogno. Di non essere come non vogliamo o come ci vogliono gli altri. 

A tutte le mamme, che fanno il lavoro più bello e importante del mondo, coraggio! 

Passerà, basta trovare la strada giusta.
E le persone giuste.

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