Fenomenologia della mamma: la mamma di figlie femmine

Molte di noi, quando scoprono di essere in dolce attesa, sperano in una femmina. Su, mamme di maschi, ammettetelo: magari ne avete solo un lontano ricordo, ma alcune di voi sentono ancora il bruciore della delusione alla vista di quel pisello di cui oggi andate tanto orgogliose.

La mamma di figlie femmine è quella che, incinta, compra un sacco di cose rosa. 

Per poi pentirsene quando rosa sarà anche il piatto in cui mangerà (magari con Peppa sopra), qualche anno dopo.
E se non ci pensa lei, comprano i parenti. Rosa, rosa, rosa. Possibilmente fucsia. O rosa Peppa, che è un rosa intenso tutto suo. Rosa Peppa, sì. Con una stampa sbrilluccicosa, possibilmente.

La mamma di figlie femmine è quella che si sente dire: che peccato, scommetto che il papà voleva il maschio?

Quindi ora fai il terzo (il quarto, il quinto, ecc)?

Ma sticazzi? Io non faccio il terzo proprio perché non voglio un maschio!

La mamma di figlie femmine è un po’ sadica. Non si sa bene perché le piaccia avere delle femmine, dato che sa benissimo che il rapporto madre-figlia è complicato. Volete mettere un bel maschietto bamboccione e una nuora che non potrà mai competere con voi?

La mamma di figlie femmine passa il tempo a comprare vestitini.

Certo certo.

Arg. 

E ascolta commenti del tipo:
Ah, se avessi una femmina! Spenderei tutto lo stipendio in vestiti!
Perché in effetti i maschi vanno in giro nudi.
Ah, se avessi una femmina! Le farei tante treccine e codine e i capelli di Rihanna.
Certo, se la tua duenne tiene una molletta per più di tre minuti ti pago una birra.
Ah, se avessi una femmina! La vestirei uguale a me.

La mamma di figlie femmine è fortunata, da una parte. Non dovrà insegnare a sua figlia a rispettare l’altro sesso. Ma avrà un altro compito, purtroppo: insegnarle a rispettare se stessa, in una società che svilisce le femmine, che le strumentalizza, dove la bellezza è sinonimo di stupidità e, diciamocelo, mignottaggine.

La mamma di figlie femmine deve insegnare che si può essere belle. Che non c’è niente di male nel volersi vestire bene, nell’amare il proprio riflesso allo specchio, nell’essere frivole, nel piangere davanti ad un film d’amore o nel correre dietro ad un ragazzino. Ma deve ricordare alle proprie figlie quanto sono intelligenti. Quanto sono simpatiche. Quanto sono divertenti e geniali e ingegnose. Deve saperle valorizzare perché loro sentano che agli occhi degli altri deve apparire quello che sono, non come si presentano.

Se poi l’involucro è bello, meglio ancora.

Ma mamme di figlie femmine, ve lo dice una mamma frivola, figlia di una mamma per niente frivola: insegnate alle vostre figlie ad essere qualcuno, non qualcosa. E allora potranno conquistare il mondo.

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