Fine di un’era, nuova era (addio all’asilo e altri piagnistei)

Non devo piangere, non devo piangere, non devo piangere, mi ripeto mentre accompagno Mirtillo al suo ultimo giorno di scuola materna.
E ovviamente ho i lacrimoni ancora prima di aprire la porta. 

Lo accompagno nell’aula dove c’è la maestra che l’anno prossimo sarà di Melo, quindi ancora resisto, occhietto lucido, ma potrebbe passare per influenza.
Uscendo, trovo nell’aula Verde la sua maestra, entro a salutarla e, manco a dirsi,  inizio a singhiozzare pietosamente.
Si commuove anche lei, ci abbracciamo e mi dice che abbiamo “un ragazzino davvero speciale. Sempre lì a costruire, ad inventare, quante risate ci ha fatto fare”.  E ride pensando a quel giorno che, entrando nell’aula, si è vista le sedie galleggiare sul soffitto, tramite un meccanismo di corde e carrucole improvvisate. O le trappole in giardino per catturare orsi. O le gru costruite con i lego che poi dispensava agli altri bambini.

Io non sapevo nulla di tutto ciò, il tempo mi vola talmente dalle mani che è finito l’anno senza che mi venisse in mente di fissare un colloquio. Spero di rivederla per caso, di poterle chiedere quello che non ho potuto chiedere fino ad ora, quello che magari ancora non so di lui quando non è con me, al di là del profilo che mi hanno dato.
Da cui emerge un ragazzino sveglio e vivace, non più il bimbetto timido che è entrato in quelle stanze 3 anni fa.
Il piccolino che aveva paura a parlare, che si nascondeva dietro gli altri, è ancora così in fondo, odia le novità, odia mettersi in mostra, è in imbarazzo con chi non conosce, ma si sente invece al sicuro nella sua cerchia conosciuta, con le maestre che ora lo conoscevano così bene, e si è potuto manifestare per quello che è, esuberante, fantasioso, vivace e divertente. Anche esagerato a volte, per uscire dalla sua timidezza cade nell’estremo opposto.

E’ stato un colpo al cuore, la sera, uscire per ultimi come sempre, trovarsi nell’atrio vuoto, solo un grembiulino rosa dimenticato, in attesa di altre risate, di altre chiacchiere, di altri pianti. E di bambini nuovi di zecca, che tra 2 mesi si affacceranno a quelle porte piccini e cicciottelli, per uscirne diversi.
Ed ora si inizia tutto da capo.
Con maestre che devono imparare a vedere al di là di un bimbo che sembra musone e diffidente, ma è tutt’altro.
Che sembra sulle sue, ma ha solo voglia che siano gli altri a fare il primo passo.
Grazie a Dio abitiamo in un piccolo paese, quindi a scuola troverà esattamente gli stessi bimbi che fino a ieri erano nel suo asilo. Non saranno tutti della sua sezione, ma saranno sicuramente tutti visi conosciuti.
Questo lo tranquillizza e mi tranquillizza.
E’ un punto di partenza, per caratteri come il suo, molto più confortante di un salto nel vuoto.
E ieri sera, prendendo il gelato nel bar del paese, la solita frase: “allora, ora sei vacanza!”
Sì, fino a domani mattina…
Cioè oggi.
Perchè è così, per noi genitori non Nonnassistiti: i nostri bambini non possono avere i tre mesi di vacanza che altri invece hanno.
E’ una settimana che sta in ansia, a pensare di dover stare in un gruppo di perfetti sconosciuti all’Asilo nel Bosco.
Siamo quasi riusciti a fargli piacere l’idea, un mese in giro per i boschi, sai quante cose vedi? Imparerai a conoscere le piante, le bacche, vorrei farlo io al posto tuo!!
Ma stamattina era bianco come un cencio, e vederlo lì, con il suo zainetto rosso, asciugarsi di nascosto una lacrima che non voleva vedessi, mi ha spezzato il cuore.

Lo so, stellina, che non è facile, anche per me sarebbe un’angoscia partire con una ventina di volti sconosciuti e doverci stare tutti i giorni, volente o nolente, simpatici o antipatici che siano.
Mi sento così in colpa, perchè io non sono mai stata costretta a “prove” simili, io al massimo andavo al GREST con le amiche di sempre, mai stata buttata in un gruppo di estranei e “ciao ci vediamo stasera”.
Chissà se sarà uno strumento in più che potrà avere, o se sarà solo un piccolo trauma infantile che porterà con sè.
E no, non credo di esagerare, perchè l’ho visto come stava male, e lo capisco. 
Ricordate il cerchio allo stomaco il primo giorno di lavoro in un ambiente nuovo? Ecco, per loro deve essere ancora peggio, perchè non hanno nemmeno da sedersi alla scrivania a fare quello che sanno fare, devono proprio interagire con persone di cui magari non gliene può fregare di meno.
Sto facendo il conto alla rovescia perchè siano le 5, e poter finalmente sentire com’è andata, poterlo riabbracciare, sapendo che domani sarà un pochino meglio, non saranno più facce sconosciute, e così ogni giorno di più.
E poi ci sarà agosto, e anche lui sarà finalmente a casa. O dai nonni, ma comunque nel suo ambiente.
Fino a settembre, quando inizierà una nuova era, un nuovo percorso, che lo porterà sempre più lontano dal bambino che è ora, sempre più vicino all’uomo che sarà.
Forza Ragazzo, stai andando forte!!
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14 Comments

  • Anche noi abbiamo finito l'era della materna. Tutto l'anno ho pensato a come mi sarei emozionata, all'ultimo giorno di scuola….purtroppo non è accaduto nulla di tutto quello che avevo sognato 🙁 però leggendoti mi sono un po' emozionata anche io.
    Durante tutto l'anno io sono una NON Nonnassistita, ma lo sono per il solo mese di luglio ed è una gran fortuna che non cambierei mai.

  • …ti capisco per i centri estivi….quest'anno con le elementari ancora peggio….8 settimane centro estivo .. mi spiace moltissimo che non possano riposare come altri bimbi ma alla fine si divertono e noi cerchiamo di fare il possibile per accontertarli … confidando alla fine di aver fatto le scelte migliori possibile per organizzazione familiare e divertimento twins…

  • Mamma mia che emoziona leggere questo post!! Proprio l'altro ieri scrivevo della fine dell'asilo nido del nano (che però rimarrà lì fino a settembre), piangendo, ed ora leggo del tuo Mirtillo e mi scende di nuovo una lacrimuccia…vederli crescere è così faticoso e fantastico insieme, struggente e bellissimo contemporaneamente.
    Capisco la pausa del piccolo, la tua ansia a saperlo con estranei, in queste vacanze che non sono tali.
    In questi casi mi chiedo se non sarebbe possibile un mondo più umano, più a misura di mamme e bambini, anche per le vacanze, che non costringa ad avvidare per un mese o più i nostri figli a centri estivi diversi dalla scuola che già conoscono, per le "vacanze", mentre aspettiamo con ansia 15 giorni di ferie..

    • grazie per l'empatia!! e a me la fine del nido tocca tra un mese con Melo… aiuto!!
      E sì, concordo, servirebbe un mondo più umano, o almeno, ora che credo la maggioranza dei nuclei famigliare vede lavorare entrambi, sarebbero da eliminare i 3 mesi di vacanza, e farle più dilazionati durante l'anno, come fanno in Germania, così diventa un po' più facile organizzarsi… (e noi siamo anche fortunate che in teoria abbiamo 45 giorni senza troppi casini… in teoria!)

  • Ogni volta che ti leggo….ho IL nodo alla gola! Forza Mirtillo, con una mamma così, sarai un grandissimo uomo!!!! chissà cosa farò io con Tommy??? Te lo racconterò…
    Intanto grazie..è sempre piacevolissimo e rassicurante leggerti! 😉

  • Mi sono proprio commossa leggendo… ho vissuto lo stesso uguale nei giorni scorsi col mio grande che a settembre inizia la scuola. Il fatto è che i nostri bambini diventano grandi troppo in fretta…. Cmq per fortuna da noi l'asilo organizza anche il minicre così può passare le sue giornate di luglio ancora con i suoi amici ed alcune maestre…

  • Ti sono vicina Morna, anche se sono cose che lo aiutano a crescere quindi, su di morale! io da piccola sono sempre andata in colonia (all'epoca 21 giorni) a partire da quando avevo 6 anni…..ho un ricordo bellissimo, anche se non era facile inizialmente trovarsi con altri 200 bimbi sconosciuti ma….aiuta a farsi le ossa! un abbraccio

  • Al passaggio " era bianco come un cencio " mi è scesa una lacrimuccia di nascosto (sono in ufficio), anche mio figlio lo scorso anno ha reagito nello stesso modo, niente capricci solo tanta paura! Quanto ho sofferto nel lasciarlo 🙁 Però ti posso assicurare che gli è servito e quest'anno è andata molto meglio. Quindi forza e coraggio, saranno dei bravi ometti!

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