Ma perchè i bambini non possono rompere le palle?

Ho letto con un po’ di sconcerto i commenti suscitati dal post di Anya, sul blog e su facebook.
Mamme indignate perchè ha osato dire che sua figlia quando fa scene madri (direi capricci, ma non esistono) è “una gran cagacazzo”.
Con tanto di invito a legarsi le tube, auguri di una vecchiaia in ospizio dimenticata dalle figlie, che ovviamente odieranno cotanta madre stronza, che bassezza qua, che volgarità là, come ti permetti, poveri bambini.
Ma chi mi spiega che problema c’è a dire che un figlio a volte rompe le palle?
Perchè davvero non capisco.
Un amico, una suocera, una cognata, non vi rompono i maroni? E perchè un figlio, che avete attaccato alle pall alla gonnella 24 ore al giorno, non dovrebbe?
A volte credo davvero che sia impossibile non pensare tutte le stesse cose, visto che facciamo bene o male la stessa vita, probabilmente è solo che c’è chi da un nome invece che un altro, o chi ammette le cose invece che mentire.
Io lo chiamo rompipalle e tu “vivace”?
Embè? Se la situazione è la stessa, mi dite cosa cambia?
Scena uno. Interno. Notte.
Vi infilate finalmente nel letto dopo una giornata di lavoro, non fate in tempo a spegnere la luce che il vostro amato figliuolo caccia un urlo disumano.
Correte col cuore in gola, pensando di trovare un commando di rapitori di bambini: “mammaaaaaaaa ho sete!!!”
Ma porco di quel cacchio, hai il bicchiere a un centimetro, che fatica fai a prenderlo?
Vabbè, amorevolmente dissetate l’amata creatura e tornate a letto.
Giusto il tempo di entrare in fase rem ed altro urlo straziante.
Scena come sopra salvo che stavolta il motivo della disperazione è che “sono scopertato!!!!”
Bene tesoro, ovviamente non esitare a svegliarmi con grida da macello, in fondo a 3 anni e mezzo è impossibile tirarsi la coperta addosso, mi rendo conto.
E via così per altre 4 o 5 volte.
Non vi ha rotto le palle???
Ora, vi siete alzate, siete andate col sorriso, gli avete dato un bacio, gli avete dato da bere, gli avete rimboccato le coperte senza inveire, ma ha rotto le palle, quello è innegabile.
Perchè chiunque preferisce dormire 8 ore filate e pacifiche anziché essere svegliato da urla angoscianti.
Poi magari io sono più scurrile e il giorno dopo dirò “stanotte ha proprio scassato le balle” mentre voi “stanotte mi ha fatto penare”, ma concretamente, cosa cambia?
E di esempi così ne avrei mille: insiste per accompagnarvi a far compere e nel mezzo del negozio vi piazza una scena madre costringendovi ad andarvene: no, certo, non è un capriccio, lo sappiamo bene che i capricci non esistono. E’ una richiesta di attenzione, ok.
Ma non vi ha rotto le palle, proprio mentre stavate per accaparrarvi quel maglioncino in cachemire scontato al 50%?
Sù, dai, ammettetelo.
Proviamo assieme, non è difficile.
Ripetete con me:
ha-rotto-le-palle
Non vi sentite meglio?
Più forte!
HA-ROTTO-LE-PALLEEEEE!!!!!!!
Catartico, no?
Che poi, sì, dai, ve lo dico, so che vi farà piacere.
Io lo dico pure a loro.
Sì, lo dico: “tesoro, hai proprio rotto le palle statti un po’ zitto”.
“Amò, stanotte hai scassato la guallera, chiamami ancora urlando a quel modo perchè hai sete e vedi”.
Ho figli traumatizzati?
Che parlano a parolacce?
No, ve lo assicuro.
Sono sereni, felici e, guarda un po’, ironici, tutti e due.
Se parlo così si fanno grasse risate, e stop finisce lì.
E io son convinta che sia meglio una mamma che dice al figlio “rompipalle” con gli occhi che ridono, di una che dice “stellina” a denti stretti e con i tic rabbiosi.
Peace and love
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