Pagella di prima elementare

Ed è tempo di pagelle.

Noi l’abbiamo ritirata la settimana scorsa.
Non avevo alcuna ansia, alcuna aspettativa, insomma, me ne fregava meno di zero.
Mi è invece capitato di leggere di genitori in preda all’ansia, genitori che avevano promesso un regalo per ogni ottimo (dando quindi per scontato l’ottimo?).
Sono strana io? Ho sempre pensato che i voti in prima o seconda elementare siano una sciocchezza, che per i bimbi è già un enorme fatica passare dall’asilo alla scuola, e che quindi siano ben altre le cose da considerare: come potrebbe interessarmi la pagella?
Comunque, è una pagella normale, nè eccelsa nè scarsa. Almeno credo.
Nel dubbio (quanto meno volendo capire se devo preoccuparmi…) ho provato a cercare un po’ sul web, ed ho scoperto due cose:
1. la prima, che c’è un’omertà assoluta sulle pagelle. Anzi, non proprio assoluta, diciamo che ho trovato solo le ormai note “mamme di figlio geniale“, che si complimentavano col genial pargolo per tutti i 10 (o ottimo), con tanto di fotografia dell’attestato di merito (della madre, ovvio).
Ma del “sottobosco” nulla. Nessuno pare avere voglia di dire “mio figlio è normale” o “mio figlio è scarsino” e confrontarsi su questo, sulle motivazioni, su come ci si sente, su come reagire.
2. La seconda, è che ci sono differenze enormi tra i vari istituti. Ci sono quelli che “incentivano” con volti alti (con 9 dati a dettati con diversi errori, ad esempio), altri invece che tendono a stare bassi. In alcuni istituti c’è addirittura il divieto di 10 nel primo quadrimestre, perchè sarebbe disincentivante. Ancora, ci sono quelli che danno voti in numeri, altri, come la mia scuola, che dà i cd. “giudizi” (sufficiente, discreto, bravo, distinto, ottimo).

 

Io, lo sapete, non ho problemi a dire le cose come stanno. Nè credo di violare la sua privacy parlandone.

Mirtillo ha preso cinque “buono” e tre “distinto” (in matematica, scienze e scienze motorie).

Quando mi hanno dato la pagella ho detto “benino dai, almeno è migliorato” e le maestre: “ma come benino? E’ una pagella molto buona!”.
Non lo so se sia buona o meno, ma mi interessa il giusto, perchè conosco mio figlio.
So che deve migliorare molto la concentrazione, si distrae con nulla e da qui nascono svariati errori di distrazione. Vedo che scrive male, che con il minuscolo proprio non ci siamo, che non ha mai voglia di fare i compiti.
Vedo che è molto bravo in matematica e quindi, impegnandosi un minimo di più, avrebbe potuto anche avere un ottimo.
So che è educato in classe, che si diverte, che ride, che ci tiene a intervenire, che ha un buon eloquio e racconta tutto quello che impara fuori da scuola.
Ecco, questo per me, oggi, è la cosa più importante. Era un bambino timido all’asilo, non interveniva mai, si nascondeva dietro ai compagni per non dover rispondere. E ora è completamente cambiato, per me è quello che conta, come pure il miglioramento tra un quadrimestre e l’altro.
Per questo non amo i voti da piccini, perchè secondo me sono altre le cose che andrebbero valutate.
Certo, alla fine della prima elementare ci sono conoscenze di base che vanno acquisite.
Ma io trovo molto più “faticoso” e molto più indicativo uscire dal guscio, maturare, saper stare seduti, concentrati, acquisire competenze anche “sociali”, come saper rispettare le insegnanti, non litigare, non fare il diavolo a quattro in classe.
Navigando in rete ho trovato questo brano (mi si perdoni la mancata citazione della fonte, ma non era presente. Lietissima di aggiungerla si qualcuno la conoscesse)

Una maestra, dopo aver consegnato le schede di valutazione ai genitori, scrive queste riflessioni sul voto nella sua bacheca:“Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale.Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto.I voti fanno star male chi li mette e chi li riceve. Creano ansia, confronti, successi e fallimenti. I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare, ognuno con i propri tempi facendo quel che può. I voti disturbano la crescita, l’autostima e la considerazione degli altri. I voti mietono vittime e creano presunzioni.I voti non si danno ai bambini. In particolare a quelli che non ce la fanno.La maestra lo sa bene, perciò è colpevole. Per non aver fatto obiezione di coscienza.”

Che dire, io condivido, almeno per i primi anni.
Non sarebbe meglio un giudizio più complessivo? Ad esempio “in questo dettato hai scritto molto bene, ma ci sono tanti errori, eri distratto? C’era troppo rumore?”
Oppure “in questo compito di matematica hai fatto tutto giusto, ma i numeri sono scritti malino, prova a esercitarti un po’ a scriverli”.
Devo dire però che, da quanto vedo dalla mia finestra limitata sul mondo scuola che è mio figlio, al momento i voti non creano alcun problema.
A lui non interessano, nemmeno sa la differenza tra un distinto e un discreto, tra un buono e un ottimo, mi ha solo chiesto “va bene o male?”.
Non ha mai fatto confronti con gli altri, ma non ho idea se gli altri ne facciano (PS: questo era falsissimo!!! L’ho scoperto dopo 3 anni che sapeva i voti di tutti!)
I bimbi, come sempre, sono più maturi degli adulti?
In fondo gli basta imparare, non sono interessati ad essere i primi, ancora?
Sono i voti, forse, a creare nel tempo la necessità di primeggiare? O la reazione dei genitori ai voti?
Sia chiaro, io sono per la meritocrazia, credo che chi merita abbia il diritto di vedersi gratificato, in ogni ambito.
Solo, credo non vada fatto ora, non ancora, non così.
Adesso per me quello che conta è dare uguali possibilità a tutti, creare un passaggio dolce alla scuola e far innamorare i bambini all’apprendere.
Insomma, per concludere…
fa così schifo sta pagella???!
(ps: quando ho scritto questo post non sapevo ancora che mio figlio fosse disgrafico disortografico e ad alto potenziale cognitivo. 5 anni di voti inferiori a quanto si aspettasse lo hanno distrutto e iniziamo a vedere la luce solo ora. Così, per avere il quadro completo…)

Alcuni spunti sui voti:
http://genitoricrescono.com/i-voti-a-scuola/
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/la-mia-scuola/notizie/scuola-io-maestro-elementare-vi-spiego-perche-dico-no-voti-2224192371576.shtml?refresh_ce-cp
http://www.repubblica.it/scuola/2010/11/19/news/scuola_senza_voto-9269334/

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22 Comments

  • Direi che schifo non fa, anzi, tranquilla 🙂 Anche perché, come giustamente fai notare tu, i criteri oscillano da scuola a scuola.
    Da insegnante spezzo però una lancia a favore dei voti: non è vero che "corrompono e dividono", o meglio, lo fanno solo se è l'insegnante a lasciarglielo fare. Il voto è un indicatore, né più né meno – e infatti durante l'anno viene sempre commentato, spiegato, spesso anche declinato in mezzi voti. Alla fine, però, un livello e una valutazione vanno dati: è un modo per abituarsi al fatto che, da "grandi", si viene giudicati in base a quello che si è fatto. E che il voto "cancelli il percorso" mi sembra la classica demagogia da 6 politico, con tutto il rispetto per la collega: perché chiunque abbia mai corretto un compito o compilato una pagella sa bene che nel mettere il voto si tiene conto anche del percorso compiuto dallo studente.

  • Il problema non sono i voti.
    É l'uso che ne viene fatto dagli insegnanti, non sempre capaci di motivare e spiegare. Un voto in sé non ha nessun valore se dietro non c'è una riflessione al riguardo, alle lacune da colmare, ai punti di forza su cui però non adagiarsi.

  • Giusto ieri ne parlavamo. Su Facebook c'è ununvasiine di 10 ora, o questi bambini di oggi sono tutti geniali, oppure questi poveri insegnanti hanno ceduto a quegli "stupidi" genitori che la pagella con il 10 la pretendono!!! Noi inizieremo la nostra esperienza scolastica a settembre, se mai dovessi diventare come questi matti vi autorizzo a schiaffeggiarmi.

  • Io invece ho trovato molto brave le maestre di mio figlio, in 1 quest'anno, brave nel non fargli sentire scontato il voto, nel non dare per scontata la promozione addirittura, tanto che lui, con una pagella da 9 mi ha chiesto 'mamma son promosso allora?' 🙂 e io son contenta prima di tutto dal suo interesse per l'apprendimento e per tutto ciò che fanno le insegnanti per suscitarlo e tenerlo vivo!

  • Sui voti la penso come Saturalanx e trovo fastidioso l'atteggiamento di chi critica i voti o le valutazioni in genere, dicendo che mortificano, dividono, appiattiscono, classificano le persone, soprattutto quando le persone in oggetto sono bambini.
    Il voto indica il risultato raggiunto nel percorso di apprendimento di una materia. Punto, Il resto c'è se ce lo vuoi mettere, tu genitore, tu insegnante, tu persona adulta che devi educare il bambino.
    E infatti spesso sono i genitori dei fenomeni quelli che hanno problemi coi voti.
    E gli insegnanti timorosi di dare un giudizio che danno tutti 10 in prima e seconda perchè così il bambino è incentivato (?) e poi, in terza, quando si inizia a dovere valutare non sanno psiegare perchè certe pagelle celstiali sono, un po' bruscamente, riatterrate sulla terra.
    L'ho già detto, io sono parecchio Rottermaier.
    Sarà questo

  • Io sono stata insegnante e sono a favore dei voti. Quando si giudica un alunno si mettono in conto tanti fattori, la bravura, l'impegno, la costanza, le capacità, i risultati. Non e' un dato solo oggettivo, che corrompe e divide. Anzi, i voti sono anche un incentivo per fare meglio. Mi e' capitato di mettere dei bei voti nonostante il risultato non fosse così soddisfacente, proprio per premiare l'impegno.
    Martina

    • Il problema secondo me sta proprio in quello che dici, i voti non devono giudicare un alunno, devono giudicare una prova, i risultati raggiunti da quell'alunno. Ben venga premiare l'impegno, ma il voto dovrebbe essere solo una valutazione (possibilmente il più oggettiva possibile) di un risultato. In questo modo, non giudicando la persona, il voto riacquisterebbe la sua giusta dimensione

    • Diciamo che il voto del compito, in genere, giudica il compito; il voto di fine anno non è la media matematica dei voti, ma tiene conto anche del percorso. Esempio banale: prendere, nell'ordine, 4, 4, 5, 5.5, 5.5, 6 o 6, 5.5, 5.5, 4, 4 darà esattamente la stessa media, ma credo sia intuibile che riflette un livello di apprendimento assai diverso 😉

    • Però, man mano che si va avanti con la scuola, il voto diventa la finalità, e non lo trovo giusto. Ad esempio: se al compito prendi 4 in chimica, non e' detto che tu sei da 4. Quindi all'orale, cerchi di far emergere il buono che c'e' dentro lo studente, partendo da quello che sa fare, non da quello che non sa. Per me, quando ho insegnato, era importante che si amasse la mia materia, che si capisse perché si studia chimica, che non fossero per gli studenti solo un insieme di nozioni in mezzo alle ore di italiano e matematica. O una materia per alzare la media. Io l'ho sempre trovato riduttivo. Sarà perché quando ho fatto il liceo, se prendevo 4 al compito di greco, il professore ci faceva sentire bene comunque, non limitava tutto al risultato momentaneo. Perché e' importante esserci nelle cose, non per forza eccellere.
      Martina

    • Ovvio – ma il voto diventa lo scopo se l'insegnante ce lo fa diventare. Tutto il mio discorso è per dire che, secondo me, i voti non sono un problema in sé, il problema è l'uso che ne facciamo. Un po', per fare un paragone, come i chilometri di corsa. Voglio arrivare a correre dieci km per quel numero, per sentirmi come gli altri o perché voglio spingere il mio corpo a migliorarsi – e magari accettare che dieci km saranno un risultato eccezionale una tantum, ma per mille motivi normalmente mi fermerò a 8?
      Fra i miei colleghi ci sono sì i maniaci del numero come tale, ma ci sono anche tanti formatori e non valutatori – ma il problema, ancora una volta, non è il voto ma la persona, e sulle maestre in sé mi sembra che Morna fosse contentissima.

  • Trovo banale tutto questo…Non so voi ma i cosidetti geni delle mie classi nono li vedo così felici oggi. Sempre portati in palmo di mano, al primo scontro con la realtà hanno abbassato le ali con conseguenze spesso negative. Il problema non sono le pagelle dei figli, bensì le aspettative che i genitori hanno sulla propria prole, in quanto non sono realizzati pienamente nella propria vita.Mamme geniali con figli geniali, che sentenziate su tutti…la vostra vita fa schifo fatevene una ragione…e state rovinando anche quella dei vostri figli!!!

    • non parli a me vero? ;-P. Io credo che ci siano bambini molto precoci che poi verranno raggiunti dagli altri, bambini particolarmente brillanti, figli di genitori brillanti come no. Nella classe di Mirtillo quelli che mi sembrano i/le più brave non hanno assolutamente genitori geniali, o almeno a vederli non sembra! In effetti i primi della classe dei nostri tempi hanno spesso fatto poca strada. Ma è proprio qui il punto: per me il vero merito si vede nel tempo, le vere "menti" non si possono individuare a 6/7 anni. Per questo trovo i voti inutili se non dannosi, perchè potrebbero mortificare una di queste "menti", far passare la voglia a un ragazzino vivace che non riesce a star fermo e quindi ha voti mediocri, mentre magari è un genio.

    • Vero morna. Mio figlio è uno di quei bambini precoci nella lettura, a 3 anni leggeva e scriveva nel senso proprio del termine, frasi intere ma non ho mai pensato che fosse un genio bensì solo che era molto stimolato da quel profilo perché io leggo molto e gli ho sempre presentato la cosa come divertente, leggendo con lui senza forzarlo.
      Semplicemente ogni bambino ha dei campi in cui riesce prima o meglio di altri, senza che ciò lo collochi al di sopra perché arriverà salto rari casi il momento in cui sarà raggiunto stop

    • No Morna non parlavo di te e di nessun altra mamma qui. In caso contrario non leggerei questo blog. Il fatto è che quando una cosa mi tocca da vicino mi inalbero e scrivo in modo "criptico"…comunque, Voi avete capito…Aggiungo quanto segue (sono noiosa, ma ci tengo e giuro che nella vita faccio anche altro oltre che assillarvi su questo particolare tema).
      Mi dispiace vedere bambini veramente validi crescere con insicurezze enormi per colpa di questo mondo che li obbliga a primeggiare sempre e solo in dati ambiti. Esempio stupido, ma per farvi capire:in Italia se leggi Pinocchio sei figo; se invece leggi il Gruffalo' (bellissimissimo libro) sei già un po' diverso…e fai poi capire a tuo figlio l'importanza di passar sopra a tutto, di essere forti, di essere se stessi e tutto il resto, se a scuola ti trovi qualcuno che anzichè incentivare e stimolare il tuo impegno in ambiti diversi, tende a tenerti negli schemi preordinati in una sorta di cultura predominante dittatoriale. Per carità mi sto addormentando da sola e ho reso il concetto pesante invece che ironico.Scusate ma andava scritto…perchè è questo il vero problema dei voti…

  • In gran parte condivido quello che scrivi… a noi sono toccati i voti (prima elementare ), speravo nei giudizi che sono più "vaghi" , ma vedo che a mio figlio importava poco della pagella, c'era più una agitazione familiare che lui guardava abbastanza perplesso . Io credo che sarebbe bello se le maestre oltre a parlare con i genitori esprimessero le loro opinioni con i bambini, come dici tu ,chiedendo loro motivo di un errore , di un atteggiamento distratto, per far capire che loro sono lì non solo per giudicarli ma anche per aiutarli.

  • La mia maestra dava 'sei un tesoro' come voto massimo e la adoravo. Non sono contro i voti lo ammetto… In un mondo perfetto non servirebbero, ma un sistema di valutazione ci vuole, buono o meno buono che sia, poi sta a noi insegnare ai nostri figli come relazionarsi al fatto che per tutta la vita in un modo o nell'altro saranno giudicati…

  • Condivido quasi tutto di quello che scrivi….non sei strana, sei semplicemente normale.
    Ritengo che sulla scuola non si debba essere nè menefreghisti, nè farsi troppe (passami il termine) seghe mentali.
    Personalmente ritengo che i voti vadano dati anche in prima e seconda elementare; quello che non condivido è l'abuso che si fa dei 9 e dei 10, con il risultato che si rischia di mandare in crisi i ragazzi quando, appena arrivati alle medie, prendono un 6.

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