Prima elementare, bilancio di un anno

E oggi è stato l’ultimo giorno del nostro primo anno di scuola.
Io, la solita labile, ero ovviamente commossa, guardo la sua foto il primo giorno di scuola e mi sembra davvero ieri, con il suo zaino nuovo e il completino da ometto e  i capelli per una volta pettinati (prima e ultima).
Mi sembra anche ieri che mi sono spiaccicata in moto pur di vederlo uscire da quel primo giorno, e le “belle” cicatrici che mi impediscono di indossare le gonne e mi causano occhiate della gente, mi ricorderanno in eterno che madre amorevole sono, in fondo.
Eppure è passato un anno, e mi pare doveroso un bilancio, e magari anche un confronto con voi.
Come avrete intuito dalla Fenomenologia del medio baby, Mirtillo è arrivato a scuola senza saper nè leggere nè scrivere.
Evidentemente lui non era particolarmente interessato, ma devo ammettere che anche io non ho mai avuto alcuna voglia nè interesse a spronarlo. Zero via zero.
A settembre lui sapeva scrivere, male, ALE, mentre quasi tutto il resto della classe sapeva già leggere e scrivere.
Ma alle maestre questo importava meno che zero, il programma è andato avanti come da manuale.
E cioè, nel nostro caso almeno, con lentezza. 

Io ero tornata dal mio primo giorno di scuola con una pagina di “ape” in corsivo, loro hanno impiegato la prima settimana ad allestire l’angolo morbido, dove riposarsi all’occorrenza. Potevano portare un gioco, un peluche, in classe con le ciabatte, hanno fatto moltissimi disegni… sembrava più una continuazione della materna.
Saranno forse troppo “coccolati” questi bimbi di oggi? Non lo so, quello che so è che Mirtillo non ha mai fatto storie un solo giorno per andare a scuola, e già mi pare cosa buona e giusta.
Il metodo, che mi dicono essere quello attualmente “in voga”, ha previsto di partire con le lettere in stampato maiuscolo.
E, per darvi un’idea del “con lentezza” di cui sopra, vi dico che facevano una lettera a settimana. 
Non sto a pormi problemi sui tempi, in fondo ora sa leggere e scrivere e tanto mi basta, ma ho francamente qualche perplessità sul partire dal solo stampato maiuscolo: praticamente han fatto stampatello fino a marzo, poi nel giro di un mese stampato minuscolo e corsivo.
Risultato? Lui ora fatica molto a leggere lo stampato minuscolo, confonde b e d, non ha ancora capito che ci sono lettere che “salgono” ed altre che “scendono”: facendo per tanto tempo il maiuscolo dove queste differenze non esistono, in queste poche settimane non ha assimilato questo “dettaglio”, ma il risultato è che ora scrive malissimo (lo stampato minuscolo, meglio il corsivo).
Non hanno ancora fatto le doppie, quindi tutte le parole con le doppie le sbaglia, ma sarà normale, credo.
In matematica  è proprio bravo, la maestra predilige il metodo mentale, infatti sui quaderni e sui libri hanno scritto ben poco, ma è un mostro a fare conti a mente, e risolve da solo i primi problemi.
Quanto alla gestione degli orari, forse ricorderete le mie paturnie: l’orario normale di scuola  sarebbe dalle 7.50 alle 3.30, ma lui fa anche un doposcuola, fino alle 17.30.
Invece è andato tutto benissimo e anzi sbuffava nei giorni in cui non aveva doposcuola.
Sì perchè, se ricordate, nella mia ansia di non caricarlo troppo gli ho fatto fare doposcuola dal lunedì al mercoledì, giovedi andavo io alle 15.30 (non vi dico i salti mortali…) e il venerdì alle 12.20, sempre io, per poi andare dai nonni, a 100 km da dove abitiamo, per poi lavorare da lì (il che significa comunque 200 km a settimana, oltre agli altri che faccio per lavoro, in totale circa 2.000 km al mese, e poi mi si chiede perchè sono stanca…).
Al doposcuola, salvo i mesi davvero più rigidi, stanno tutto il tempo al parchetto adiacente, insieme agli altri che escono da scuola. Questo mi piace molto, non si è mai sentito diverso (e io mi sono risparmiata gli odiati giardinetti). In inverno hanno fatto giochi di società, ha imparato a giocare a carte e a dama, fatto costruzioni, insomma, non l’ho mai mai visto stanco.
Ergo, l’anno prossimo col cavolo che mi ammazzo di fatica per nulla, gli farò fare doposcuola tutta la settimana e ciao.
Non hanno mai avuto compiti durante la settimana. All’inizio, ho apprezzato molto, ultimamente, un po’ meno: non avendo compiti, lasciano libri e quaderni a scuola, e i genitori non hanno alcuno strumento di “verifica” se non nel fine settimana. Comunque, almeno una pagina da leggere al giorno mi sembra opportuno. Basta farlo leggere, direte voi. Col cavolo! Se la maestra non da compiti, ogni tentativo in tal senso è destinato a fallire.
Io trovo che lui sia un po’ indietro nella lettura e nella scrittura, forse un po’ di esercizio infrasettimanale non gli avrebbe fatto male.
Inglese “veicolare” (cioè alcune materie sono trattate integralmente in inglese) promosso: si sta approcciando alla lingua con naturalezza. Avevo anche la possibilità della scuola pubblica bilingue: non l’ho nemmeno presa in considerazione, e ne sono felice. Ho parlato con una mamma che manda la figlia lì, ed è perplessa, dice che sono estremamente competitivi, puntano “all’eccellenza”, spingono molto. Ecco, per una prima elementare mi sembra eccessivo. La bimba infatti ha diversi problemi, è distrutta, arriva a casa in catalessi, e piange spesso dicendo di non volere andare. Sicuramente passerà, sicuramente in quinta sarà 100 volte più brava del mio ma… ne vale la pena? Io alla competenza, per il momento, preferisco 100 volte la serenità.
Da noi per diverse settimane non sono esistiti i voti, ma solo faccine sorridenti o stelline. Ultimamente, sono comparsi i “giudizi”, bravo, bravissimo, discreto, distinto, ma gliene frega meno che zero. Non fa confronti, non ha la più pallida idea di che voti abbiano gli altri: è una cosa che per il momento non li sfiora minimamente e questo mi piace molto.
I lati negativi? 
Mi aspettavo che fosse seguito di più. Sono solo 17 alunni, eppure nessuno l’ha mai corretto se scrive all’incontrario lettere e numeri, nè gli hanno mai fatto notare che la p minuscola scende dalla riga (lui fa partire la stanghetta inferiore dalla riga…); tra l’altro, usano quaderni con quadrettoni grandi da un centimetro, che non aiutano nelle proporzioni delle lettere. Ma le belle vecchie “righe da prima”?? A mio avviso aiutano molto a capire che le lettere devono essere tutte grandi uguali, e dove deve salire o scendere la stanghetta.
Altro lato negativo, la mia pazienza: sembra assurdo, eppure fare i compiti con un bambino porta alla follia. Vedere che ci mette 3 ore a fare una riga di A  manda ai matti, ve lo assicuro.
Io comunque ho sempre lasciato che si arrangiasse, salvo i primi tempi in cui ovviamente non sapeva ancora leggere cosa chiedeva l’esercizio. Ora lo lascio fare e controllo alla fine.
Questa estate, armata di pazienza, cercherò di colmare qualche lacuna, insegnargli a scrivere le lettere dal verso giusto e all’altezza giusta, a gestire meglio il tempo, a distrarsi di meno.
Per il resto, buone vacanze bambini: fate i bambini, giocate, saltate, correte, sporcatevi, sudate.
Queste estati in totale libertà resteranno nei vostri ricordi più dolci per sempre!
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10 Comments

  • Non ho mai trovato una maestra che fosse alla mia altezza, e poi guardiamoci negli occhi, insegnare ? A me ? Pfff illuse

    Sono fermamente convinta che le maestre sono quelle che poi a scuola quando venivano interrogate facevano scena muta e poi da grandi si prendono questa rivincita della loro insignificante vita. Grazie al cielo sono superiore a certe barbarie !

    Poi ci stupiamo se non sanno insegnare, ridicolo no ? Ma alla fine si sa che TUTTE vedono la scuola come un deposito per bambini dove mandarli mentre loro finalmente fanno quello che vogliono.

    – La Regina

  • Che tenerezza, e che nostalgia a leggere il tuo post…perchè ci rivedo tutte le mie ansie, gioie e insicurezze della prima elementare moltiplicata per tre…
    Si, perchè uno pensa che con tre figli, ok per il primo sarai insicura ma per gli altri due sei esperta..Col cavolo, ogni bimbo fa storia a se, ogni bambino è una persona diversa, e quindi per tre volte in giostra, nell'arco di quattro anni (La distanza temporale dal mio primo alla piccolina).
    Ora che il primo sfiora la maggiore età, posso raccontarti che

    – non c'è mai stata storia, sono una persona estremamente paziente, ma non sono mai riuscita a tenere la pazienza con i loro compiti. E da parte loro, i compiti con mamma non li hanno mai voluti fare. Pensa che giusto adesso il grande mi concede qualche chiarimento in biologia e chimica (io insegno esattamente queste materie in una scuola corrispondente alla sua, stesse classi e con la sua insegnante siamo talmente in sintonia che spieghiamo gli stessi argomenti negli stessi giorni!!), ma proprio proprio quando non può farne a meno, e il meno possibile! Con una mamma di una compagno, in seconda media, avevamo trovato l'escamotage di scambiarci i figli per i compiti: il suo li faceva con me, il mio con lei. E' andata alla grande, finchè è stato necessario, poi sono andati con le loro gambe.

    – siccome sono mamma di medio baby, nessuno di loro scriveva correttamente alla fine della prima. E neanche della seconda. Il senior non sapeva le tabelline neanche in quarta, non c'era verso. Conservo ancora tutti i giochi e poster che avevamo comprato per fargliele imparare "a sua insaputa". Hanno avuto problemi dopo? Manco per niente. Per il momento, medie e superiori senza debiti o materie a Settembre. Forse quest'anno il secondo rischia geografia, ma ha la media dell'otto nelle altre materie, per cui va da sé che se anche fosse, si tratterebbe di pura pigrizia, non difficoltà.

    -Ho imparato che se fanno il tempo pieno è crudele e ingiusto pretendere che facciano compiti a casa, dopo otto ore di scuola (anche se giocano in giardino, nella loro testolina quella è pur sempre scuola). Per questo i compiti li hanno solo nel fine settimana. Cosa che io trovavo crudele e ingiusta nei MIEI confronti, che dopo una settimana di lavoro a ritmi assurdi anzichè potermi godere il fine settimana con loro dovevo fare la gendarme per assicurarmi che facessero tutti i compiti. Ma le mamme devono soffrire…

    E riguardo al recupero in estate…non so, se ci riesci senza drammi bene, io sinceramente non ci sono mai riuscita, ma è anche vero che noi viviamo al mare e mi sentivo un verme a fargli continuare la scuola in estate. Hanno sempre avuto i libri delle vacanze, fatti "a singhiozzo" (una pagina si e dieci no…), eppure non sono mai rientrati a scuola con totale amnesia su quello che serviva per ricominciare.

    Infine, ho imparato a fidarmi delle maestre, e quando non mi sono fidata ho cambiato scuola. Penso che sia un po' come per il pediatra: se non ti fidi, via subito. E la mia cartina al tornasole è sempre stata: è contento di andare a scuola? Allora, è tutto ok.
    Non so, forse sono una mamma poco esigente, forse non sono competitiva e non li educo alla competitività, forse sbaglio, ma vedere i miei figli che crescono felici e certi di essere amati è la mia priorità, penso e spero che tutto il resto venga da sè, e che troveranno il loro posto nel mondo.
    Nel frattempo, buone vacanze a tutti!!!

  • Io inorridisco per via dell'angolo morbido, dello stampatello a oltranza (ecco perché non sanno scrivere un tema in corsivo in prima media), dei pomeriggi di gioco e basta, dei non-compiti. Inorridisco perché io ho fatto una scuola diversa. Oggi, tuttavia sono un po' tutte così e quando toccherà a me mandare mia figlia dovrò fare buon viso a quel che mi sembra un cattivo gioco, perché non so quanto vorrà fare compiti aggiuntivi se la maestra non ne assegna. Vero è che l'importante è che cresca sana e felice. Però, diciamocela tutta (ed è un pensiero brutto, sgradevole e politicamente scorretto): la scuola dell'inclusione è una bella idea ma non ci sono i mezzi per realizzarla (ragazzini con problemi diversi in classi da 20 e più, con una sola insegnante di sostegno che non copre tutte le ore), quindi si sono abbassate le richieste e gli standard. Poi, chi vuole riesce lo stesso, io vedo ragazzi eccellenti che mi passano per le mani (sempre se dietro c'è una famiglia attenta). Ma non sono certa che così si tiri fuori il meglio da ciascuno. E adesso sparatemi pure.

  • La mia prima figlia è nei mezzani alla materna, ho davanti ancora un anno per capire la sua scuola elementare cosa fa, come la fa e che maestre ha. Ma per ora penso che andrà bene qualsiasi cosa finchè lei sarà contenta di andarci. Onestamente… voi ricordate i vostri compagni delle elementari e delle medie? E sapete cosa fanno oggi della loro vita? Io si.
    Tirando le somme non c'è nessun filo diretto tra le scuole fatte, i tempi e gli insegnanti di queste, e quello che sono diventati i bambini da grandi.
    Conosco bimbi che hanno fatto scuole bilingue super quotate e oggi non parlano un briciolo di inglese.
    Conosco bimbi che hanno imparato la prima parola di inglese in prima superiore (alle medie all'epoca molto spesso si faceva solo francese) e oggi vivono all'estero e sono perfettamente bilingue.
    Quindi per le mie figlie l'unica cosa che mi auguro è che amino andare a scuola. Che siano felici di tutte quelle ore che devono passare lì. E se questo sarà dato anche dallo scrivere in stampatello per tutta la prima elementare per me va benissimo. Hanno tutto il tempo del mondo per imparare a scrivere, ma l'amore per la scuola, l'imparare, lo stare con i compagni, scoprire cose nuove… quello è fondamentale. Spero che siano entrambe stimolate dalla scuola e ancora più da noi genitori a imparare tanto da tutto quello che le circonda.
    Non molto tempo fa ho chiesto ad una mamma di suo figlio che ha iniziato la seconda elementare in una scuola bilingue. Mi ha detto che il primo anno è stata durissima, mentre mi raccontava mi spiaceva veramente tanto a immaginare questo bimbo 6enne che doveva stare in una classe con tanti bimbi sconosciuti ascoltando una lingua sconosciuta. Tutto perchè? "Eh sai visto che era bravo e sveglio ci tenevo che avesse il meglio"… ma è davvero il meglio? Io non credo di dare il peggio alle mie figlie facendole andare a scuola con gli amici della materna, in una scuola normalissima in cui comunque impareranno a leggere e scrivere e in cui parlotteranno un po' di inglese giocando. Poi se saranno brave e ne avranno voglia da grandi potranno comunque fare grandi cose anche a livello scolastico. Almeno nel frattempo avrò cresciuto due bimbe serene e felici, con una certa autostima e tanta fantasia e creatività dovute anche ai ricordi dei giochi di quando erano bambine. Hanno tanto di quel tempo davanti per diventare matte e correre a destra e sinistra per fare mille milioni di cose… devono proprio iniziare con questa vita a 6 anni? O_o

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