I nostri figli ci somigliano?

Quando ero incinta, mi immaginavo una bambina con una grande testa di ricci. Sì, sarebbe nata così: con tanti capelli, gli occhi chiari del babbo, lunghissima e dolcissima.
Ricordo l’ostetrica esclamare: dai, c’è un ciuffo di capelli già fuori!
Ah, figata! E come sono?
Neri!
Evvai.
Peccato ci fosse solo quel ciuffo e nient’altro. Poi è pure caduto.
Entrambe le mie figlie hanno i capelli lisci e decisamente chiari, rispetto a me. Hanno sicuramente i miei occhi, grandi e scuri. Le mie ciglia lunghe. Una ha la mia bocca stretta. Nessuna delle due ha la mia fronte, il mio mento, i miei zigomi.
Ma a parte la somiglianza fisica, le mie figlie, che hanno sempre me come esempio, vivendo solo con me e con nessun altro parente vicino, mi somigliano caratterialmente? Hanno i miei gusti? Le mie abitudini?
La mattina mi sveglio di cattivo umore. Anche la grande. Ma non la piccina.
Mi piace il pesce. Le mie figlie lo odiano.
Io parlo con un tono di voce molto basso. Loro urlano,sempre.
Io non mi lamento mai. La grande non fa altro.
Io amo il blu. Anche la grande.
Io sono sincera. Anche la grande. La piccola… è semplicemente furba.
Io sono coccolona (con loro), la piccola mi riempie di bacini e abbracci, la grande ha solo qualche slancio.
Io sono ordinata e precisa. La grande è un macello, la piccola è come me, ma è piccola.
Potrei continuare a lungo. Per rendermi conto che non possiamo – e per fortuna! – trasmettere soltanto ciò che siamo ai nostri figli.
Che non saranno mai una nostra copia.
Perché sono creature uniche, che già alla nascita ti fanno capire di essere diverse da te.
Per come vengono al mondo, per come affrontano i primi giorni, per come ti cercano o, al contrario, non lo fanno. Per come hanno bisogno di conferme oppure corrono felici verso la vita.
Però possiamo fare tanto.
Lo vedo da come amano cantare e ballare in qualsiasi momento, proprio come me.
Lo vedo per come passerebbero ore a scrivere con me.
Lo vedo per come camminano per chilometri.
Lo vedo per come mangiano le carotine crude o i pistacchi o l’insalata scondita.
Lo vedo perché vogliono avere sempre l’ultima parola.
Sempre.
Lo vedo perché non mi importa quanto mi somigliano. Mi importa solo di saper trasmettere tutto ciò che di buono posso, almeno provarci, e il resto sarà la vita a farlo. I geni, le esperienze, le persone che incontreranno.

Posso solo sperare nel meglio. Perché per quanto riguarda me, io sono sicura che farò tutto il possibile.

E non importa se saranno diverse da me.
L’importante è che siano felici.
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5 Comments

  • Sono mamma adottiva da un anno circa e spesso mi chiedo a chi assomigli mio figlio, da chi avrà preso i suoi splendidi occhi e la sua pelle meravigliosa, poi ci fermano per strada e ci dicono quanto ci assomigliamo e mi viene da ridere…..adesso parla come me,cammina come me ma mi rendo conto che non è importante per me cercare assomiglianze a tutti i costi, lui è speciale perché è unico,così com'è!

  • Beh, avevo per mesi cercato di non immaginare la mia bimba mentre era in pancia, oer paura più che altro. Nove mesi a dire sarà lei e basta. Ma si sa, qualche breccia nell'armatura, io sono nata bionda e così pure i miei genitori e le mie sorelle e il mio nopotino. Mio marito è castano chiaro. Tutti nati quasi pelati… non è che me la immaginassi bionda, è che non contemplavo potesse essere diversamente. E poi anhe a me dicono che si vedono i capelli… e quando la vedo.. neri come il carbone e tantissimi, una scimmietta. Giuro che per un secondo, in una posizione che solo ho ua partorito può immaginare e che non lascia spazio a equivoci di maternita, ho pensato se era davvero lei… poi ho capito, era proprio lei, non la mia immagune di lei, una lei bellissima, scurascura e testona, ma decisamente non bionda. I capelli non li ha mai persi e ora, quasi tre anni dopo, mi concede qualche striatura dorata tra i capelli castani, identici a quelli di mio marito…
    Barb

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