I (beceri) sogni di una mamma

Più ero piccola, più i miei sogni erano smisuratamente immensi e impossibili da realizzare.

Crescendo, alcuni sono rimasti sogni, altri si sono realizzati, altri tipo sposare Anthony o Terence di Candy Candy si sono miseramente infranti per ovvie ragioni o mi avrebbero nel mentre internato.

Da quando sono diventata madre, mi sono resa conto che, a parte i veri sogni, che prima o poi io lo so diventeranno realtà, per il resto ho notevolmente ridimensionato alla grandezza di uno sputacchio ciò che bramo.


Oggi, se qualcuno mi chiedesse cosa sogno così, adesso, subito, forse risponderei:

1) dormire tipo 48h ore di fila.


Senza sentire “mammaaaaaaaa!”, senza trovarmi un minorenne nel letto, senza avere improvvisamente un piede sui reni o una mano in faccia, senza interruzioni di nessun tipo.

2) una cena piacevole.


Senza i “mangia!”, “ancora un boccone”, “il dolce DOPO cena, non PRIMA, non DURANTE, non AL POSTO DELLA cena!”.

Senza i “siediti!”, “stai composto”, “non alzarti!”.

Senza i “merda, la tovaglia era fresca di bucato” o i “@#§§*!!! La Coca Cola sul pavimento noooooo!”.

 

3) fare la spesa da sola.


Facendo persino attenzione a cosa finisce nel carrello.

Provando l’ebbrezza non solo di controllare il prezzo al chilo o al litro di ciò che voglio, ma persino di poterne leggere l’elenco degli ingredienti e la scadenza.
Ciondolando al reparto profumeria.
Curiosando in reparti dove sai che non comprerai mai nulla, ma ci sono cose morbide da toccare, belle da vedere, e cose così profumate!

4) sistemare casa da sola.

Senza nessuno che sbricioli dove ho appena passato l’aspirapolvere o che lasci impronte sotto al 30 sul pavimento bagnato.

 

5) stare a casa da sola.

Sola. Anzi no, con una birra, mi pare meglio…

E non più solo per dare una festa e ubriacarsi fino a stramazzare…

oddio, forse anche sì…
non solo per svenire sul divano con patatine, birra e un bel film lacrimevole,

ma

– Dio mio che orrore formulare questo pensiero –

per pulire in pace,
rassettare il rassettabile,
mettere in ordine delle carte o persino una dispensa…

6) andare al cinema a vedere un film per adulti


Non porno, o magari anche sì, ma non Disney, non Pixar, e con un attore, vero, in carne e figaggine, e non con un disegno animato.

Magari con qualche morto, del sangue, del sesso, delle parolacce.

Immagino che il cinema vero esista ancora, no?
O in questi anni di reclusione ha fatto la fine del fax?

7) avere una intera conversazione adulta ed intelligente.


Che non abbia i figli come argomento.
Che non li calcoli proprio, né loro, né la loro cacca o il loro stato di salute, o i loro pensieri e i loro discorsi.

Una conversazione acuta…
oppure anche no, becera, bieca, terra terra, va bene tutto…

 

8) fare una telefonata come nel pre-figli.

Avete presente una telefonata di quelle che hanno un inizio e hanno una fine?
Senza interruzioni? Senza perdere il filo?

Persino con l’interlocutore giusto?
 
Non così, insomma…ricordate?

Forse, a pensarci bene, dovrebbero internarmi più per i miei sogni attuali che per il matrimonio con Terence.

Perché mi pare più realizzabile essere la signora Terence.

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