Il senso di colpa delle mamme (di oggi)

Una costante che percepisco nelle mamme – amiche, lettrici, io stessa – è il senso di colpa pressoché perenne.
Con il concepimento non nasce solo un ootide, che diventa zigote che diventa embrione, che diventa blatocisti, che diventa feto, che diventa neonato, che diventa un bambino, che diventa un ragazzino, che diventa un adulto, che bevve l’acqua che spense il fuoco.. ops, sto divagando.
Dicevo: insieme all’ovulo cresce anche il senso di colpa delle madri.
E’ proprio immediato, fate il test di gravidanza e vi sentite in colpa: oddio, ieri ho bevuto un bicchiere di vino, stamattina ho fumato una sigaretta, un mese fa ho preso un’aspirina (e no, non conta sapere che un mese prima del test ancora non esisteva né l’ovulo né lo spermatozoo, in fondo che ne sapete quanto resta nel corpo un’aspirina???).
Poi vi sentite in colpa perché avete mangiato un hamburger senza controllare la cottura, per l’insalata che forse non era ben lavata o ben sciacquata o… ci siamo capite.
Poi ci si sente in colpa per il parto: per il cesareo, per l’ossitocina, per aver urlato troppo, per aver partorito all’ospedale, perché c’era troppa luce: tranquille, un motivo lo troverete.
Dopo è la volta dell’allattamento, che fa vere stragi di madri, seppellite dal senso di colpa: per un’aggiunta, per un biberon di troppo, non parliamo per non aver allattato.
Non farete in tempo a riprendervi dal senso di colpa per l’allattamento che sarà ora di tornare al lavoro: Dio ce ne scampi e liberi.
Senso di colpa quando lo svegliate, quando lo vestite, quando uscite (uscire con la pioggia!! Poverino!!! E via di pianti), per non parlare quando lo lasciate nelle mani dell’orco della maestra.
Se non lavorate avrete sensi di colpa perché vostro figlio vede pochi bimbi, non ha stimoli, farà fatica alla materna, perché ci sono meno soldi in casa.
Poi vi sentirete in colpa perché non giocate abbastanza, perché guardate il telefono, perché non gli fate fare il corso di inglese / astrologia / paleontologia, perché fa il tempo pieno o perché non lo fa e si annoia.
Se uscite con le amiche avrete sensi di colpa mostruosi, se non uscite sarete isteriche, ed è pure peggio.
Insomma, c’è sempre un “ottimo” motivo per sentirsi in colpa.
La buona notizia è che di solito va ad ondate.
E’ una parabola che sale, sale, sale, tocca il massimo con il rientro al lavoro poi pian piano rientra.
Io ho fatto un bel periodo senza sensi di colpa, tra i 4 e i 6 anni dei pargoli, fantastico.
Uscivo serena, mi ubriacavo bevevo serena, rientravo serena.
La pace dei sensi.
Poi basta che una vocina rauca ti dica “mamma, perchè io non vado mai a casa alle 15.30 come gli altri?” e la pace crolla miseramente.
Quando poi il grande ti fa notare che tutti i suoi amici alle tre e mezza sono a casa, possono ripassare le lezioni, fare sport e mille altre cose, si ripiomba nel baratro.
Eppure, parlando con le amiche, mi pare di notare che le nostre madri siano immuni dai senso di colpa.
Mia mamma, casalinga, non ha mai giocato con me, non mi ha mai portato al cinema, nè mi ha fatto fare alcun corso sportivo o di musica.
Non ho dormito nel lettone, non sono stata allattata al seno, non sono stata coccolata nè spronata in alcun modo, anzi.
Le madri delle mie amiche non sono tanto diverse: probabilmente negli anni 70 al corso pre parto non insegnavano l’importanza dell’allattamento, ma come lanciare una ciabatta senza sbagliare il bersaglio, a fare confronti con i compagni di scuola, a fare critiche più o meno velate.
Eppure, stanno da dio. Loro.
E anche noi, con qualche ammaccatura, stiamo comunque in piedi e facciamo la nostra vita.
A pensarci bene devo aver fatto una scoperta scientifica per cui mi merito il nobel per la medicina: sarà stata una mutazione genetica? Chernobyl?
Vuoi vedere che è tutta colpa dei vaccini??
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21 Comments

  • Ah fantastico, una volta ho assistito al lancio della ciabattona da parte di una nonna al parchetto. Comunque è vero eh ogni mattina mi alzo col senso di colpa per la giornata precedente…anzi, mi viene di notte..poi la mattina comincio pian piano coi buoni propositi. Però è anche giusto liberarsene…non parlo solo dei bambini ma in generale…non possiamo caricarci di tutte le colpe…

  • Penso che i figli di tutte le vostre lettrici siano bambini fortunati. In questi due anni mi sono resa conto di cosa sia veramente crescere senza stimoli e spesso senza un'alimentazione adeguata. Noi ci scanniamo sull'autosvezzamento, qui i molte mamme non si possono permettere il latte in polvere e se hanno problemi con l'allattamento sono davvero caxxi amari.
    Noi disquisiamo per ore sulla fascia, il passeggino, il manduca eccetera eccetera. Qui ho visto madri lavorare al mercato per ore e ore sotto il sole a 4000 metri con i bambini avvolti come sardine e caricati sulle spalle senza possibilità di muoversi e senza che nessuno rivolgesse loro la parola. I risultati poi si vedono. Spesso i giovani qui sembrano come addormentati. Apatici, rassegnati. C'è uno studio (non ricordo la fonte) che dimostra che l'indicatore più importante nello sviluppo di un bambino è l'alimentazione nei primi anni. Non quante ore passa all'asilo, non le lezioni di musica, di calcio, di arti circensi. Solo quanto e come mangia.
    Certo, anch'io mi sento in colpa. E poi mi sento un'idiota, perché i miei sensi di colpa fanno ridere. Mio figlio è fortunatissimo e, nonostante tutti gli errori che sicuramente farò, lui crescerà sano e sveglio perché mangia tutti i giorni.

  • Sai che credo tu abbia colto nel segno…se parli con mia madre o mia nonna…altro che sensi di colpa! Io credo che, complici blog e social, siamo bombardate da teorie, regole su educazione allattamento ecc ecc…e il fatto che ognuna possa dire la sua da dietro uno schermo porta all'esasperazione dei conflitti tra mamme..prendi i post su mamme che lavorano…qui forse c'è un clima un po ' più tranquillo ma su fb ho rischiato il linciaggio perché la frase "è allucinante pensare che una donna debba trovare soddisfazione solo nel crescere figli" è stata interpretata come "è allucinante che una donna possa trovare soddisfazione solo nel crescere figli". Ne leggi talmente tanti di giudizi che Dove non c'era il senso di colpa prima, ecco che arriva! E io ultimamente ne ho tantissimi perché sto studiando per un concorso che mi toglie tanto tanto tempo…e pazienza per gestire il pupo e i nuovi capricci..

  • Mia mamma non era così.. Mi ha portato al cinema, a fare ginnastica, mi ha coccolato (ancora adesso eh..) e sostenuto. Il tipo di mamma che cerco di essere è quello che ho visto in lei..non cerco il mio modello su forum, FB o blog e forse per questo non mi sento travolta dai sensi di colpa per non essere mai abbastanza, non sono quelli gli standard cui aspiro.
    Ho i miei momenti e spesso penso che potrei fare di più o meglio..ma i sensi di colpa non hanno mai fatto parte del mio essere mamma. Per fortuna!

    • Complimenti!!
      Io spero nel risultato finale che ha ottenuto mia mamma! In famiglia sensi di colpa per tutto e tutti direttamente passati dal cordone ombelicale credo!
      Adesso ricordo certe "mancanze" con serenità e gratitudine perché apprezzo un sacco di cose, ma lì per lì non andare al cinema spesso o in vacanza, am solo al mare dalla mattina alla sera e con la pasta al forno, un po' mi pesava, mi sentivo diversa, adesso invece quella diversità per me è una ricchezza.
      Questo post è verissimo per me!

  • Le mamme anni '70 ce l'avevano nel DNA il lancio della ciabatta !!!!
    Comunque verissimo, sensi di colpa sempre e comunque, se non è per un motivo è sicuramente per l'altro e via così. Io al momento fatico a prendermi ore/serate libere per stare con le amiche, perché dopo poco mi sento, non tanto in colpa, quanto in difetto. Non so come spiegarlo, ma mi viene un irresistibile voglia di tornare a casa. Poi a casa già dal giorno dopo rompo perché vorrei tempo libero per me, insomma, il cane che si morde la coda!!! 🙂

  • Mia mamma per esempio di sensi di colpa ne ha tanti, per aver cercato di fare sia da madre che da padre salvo poi non farcela, per avere sempre avuto pochi soldi, appena sufficienti al cibo, ai vestiti, alla scuola, ma poi di sfizi non ce ne erano mai, per tanti anni.
    Mi dispiace molto che si senta così, e che ci si senta tuttora che io ho 33 anni e sono a mia volta mamma.
    E soprattutto mi dispiace che istintivamente non si ricordi che invece c'era anche tanto bello e che tutto il nostro tempo era di Qualità(il maiuscolo non è a caso) !

  • MIa mamma ha lavorato fino ai 4 anni del terzo figlio, quando io ormai ne avevo 13 e mio fratello maggiore 16 e di sensi di colpa ne ha sempre avuti, prima e dopo.
    Giocava con noi il più possibile, ci portava a fare sport e musica, ci spronava e stava male quando andava a lavoro e doveva lasciarci ma anche quando era sempre con noi e dopo un pò le mancava (giustamente) l'aria e il suo lavoro.
    Non credo sia un problema generazionale o, almeno, non credo che fosse così per tutte.
    Comunque, sul senso di colpa che nasce già in gravidanza e continua per migliaia di motivo…sono d'accordissimo!!!

    • Il suggerimento è di metterli nel secchio dell'umido e buttarli alla prima occasione… Tutti bravi a criticare e sputare sentenze quando i figli non sono i propri… 🙂 Fai finta di avere i tappi alle orecchie… 🙂

  • Però continuare a dire che noi siamo cresciuti bene con latte artificiale, ciabatte e poche attenzioni non ci aiuta a migliorare. Per curare il senso di colpa bisogna impegnarsi a dare il massimo e sapere che ogni nostra scelta, ogni compromesso è per i nostri figli.
    Non esiste giusto e sbagliato tra lavoro e casa, tra latte e formula, tra figlio unico e squadra di calcio.

  • Io sono la campionessa mondiale dei sensi di colpa! Ho partorito a 17 anni e dopo un mese dalla nascita della mia stella sono tornata a scuola (d'altra parte avevo la maturità quell'anno), poi è iniziata l'Università, lo studio le nottate passate a studiare… Di giorno facevo tirocinio e lezione, lasciavo mia figlia ai miei nonni alle 7.30 di mattina e la rivedevo alle 19 perché avevo lezione fino alle 18.30 erano i miei nonni a giocarci a portarla a scuola a riprenderla e a portarla al parco… Pensavo che la mia bambina fosse "sfortunata" perché in pratica era come se fosse orfana… Il padre aveva deciso che non voleva far parte della sua vita e mamma era sempre presa in duemila cose, sempre stanca, mai paziente, mai pronta a sopportare qualche capriccio di troppo e poi le attività che non le facevo fare per "mancanza di fondi" (d'altra parte io studiato e si viveva in 4 con 2 pensioni dei miei nonni)… Ad un certo punto ho anche pensato di aver sbagliato a prendere l'Università, forse dovevo andare a lavorare… Tutt'ora ho tanti sensi di colpa ma secondo me prima o poi ci si fa il callo e ci si abitua alla perpetua sensazione di stare per scoppiare in lacrime…

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