Gruppo di auto-aiuto per ritrovare l’autostima (e sentirsi un po’ più fighe)

Se c’è una cosa che mi angoscia, è il tempo.
Il tempo che passa, il tempo che arriverà e, soprattutto, il tempo che
non basta.
Avete presente quando avete talmente tante cose da fare che
rimanete lì inebetite per decidere da dove cominciare? Magari iniziate una cosa, no quella è più
urgente, aspetta che visto che ci sono inizio quest’altro… per avere poi la
sensazione di non aver concluso niente.
Ecco, già la sensazione è spiacevole, se
poi vi mettete a confrontarvi con altre, potrebbe essere la fine.
Ne abbiamo già parlato di questo, di come
spesso il nostro malessere derivi un po’ dal fatto che ci sottovalutiamo, un po’
dal fatto che sopravvalutiamo le altre.
Ricordate il nostro mantra “siamo tutte fighe agli occhi degli altri”, no?
Ecco, vorrei solo darvi il mio punto di vista, perchè io sono la sfigatella del trio, quella che non si sente figa manco pe’ niente. Ma ci sto lavorando, e vorrei raccontarvi a che punto sono. Sia mai che vi riconosciate.
Ieri sulla nostra pagina si
parlava di faccende domestiche, una lettrice diceva di essere un disastro, di
non riuscire a fare quasi nulla, ma di ricevere regolarmente complimenti per la
sua cosa ordinata.
Ecco, trovo sia l’esempio perfetto da cui partire: è evidente a chiunque che qualcosa non torna, no? Evidentemente lei fa, eccome, solo non se ne rende conto.
E’ successo qualcosa di simile anche a me.
C’è stato un periodo (che non ritengo del
tutto superato a dire il vero) in cui ero totalmente
sopraffatta da questa sensazione di inconcludenza, dalla convinzione di
perdere tempo e non combinare nulla.
Ma per fortuna ho capito
che c’era qualcosa che stonava, che andava approfondito.
Ho fatto un bel lavoro su me stessa, e alla
fine credo di aver finalmente superato almeno questo scoglio:

Io.Non.Sono.Inconcludente.

Semmai, sono stanca.
Faccio tante, tantissime cose.
Innanzitutto, lavoro almeno 9 ore al
giorno, esco alle 8 per rientrare alle 6. 
Peraltro, senza nulla togliere ad altre
mansioni, ho una posizione di responsabilità: sono la titolare, sono io a gestire le scadenze, i dipendenti,
tre sedi in 3 regioni diverse, con relativi spostamenti. Infatti, sempre in
queste ore, ci infilo pure 2.000 km al mese in auto.
Per poter andare a prendere i bambini, faccio orario continuato, il che vuol dire che nemmeno in pausa pranzo ho un’ora per tirare il fiato.
Mi arrangio in tutto quello che riguarda i
bambini: riunioni, compiti, feste di compleanno, scioperi, qualsiasi cosa.
Vado a prenderli al doposcuola e poi di corsa a casa, a preparare la cena a cui penso io durante la settimana, perché
arrivo per prima.
Ogni tanto, sempre meno, riesco pure a scrivere sul blog.

Non  so cosa
sembri a voi che leggete, a me ora pare “tanta roba”, ma vi giuro che fino a un
paio di mesi fa io ero assolutamente convinta di essere pigra, di non fare abbastanza, perché ci
sono molte cose che non arrivo a fare, perchè ci sono momenti che sto semplicemente a stramazzare sul divano.
Ora va
meglio, ma spesso mi ritrovo al punto di partenza, sentendomi presa dalle
scadenze, dalle cose da fare e
soprattutto da quelle lasciate indietro, sentendomi sempre perennemente in
difetto.
Non più tardi di ieri mi
stavo sfogando dicendo che sono un disastro, e che non capisco come facciano le
altre a far tutto.
“Le altre chi?”
“Beh sì, le altre, tutte”.
“Ma tipo?”
“Tipo tutte.”
“Ok, torniamo indietro: tutto cosa?”
“Tutto: lavorano, fanno sport, cucinano, sfornano torte, fanno shopping, son fighe, fanno sempre quadrare tutto. Non come me che ho la doccia che perde da 5 anni e non ho mai
avuto il tempo di cercare un idraulico e soprattutto capire quando farlo
venire…”
“Wow, che
fighe quelle. Ma tipo, chi sono?”
“Eh?”
“I nomi. Di chi fa tutte queste cose”.
“Umh beh. C’è quella blogger ad esempio. Tanto carina, in
forma, bel lavoro, ed è pure single con due figli. Lei ce la fa benone.”
“Ah, che brava. E cosa sai di lei?”
“Che lavora, credo full time, e… basta, in effetti.”
“Ok, quindi non sai con che orario, con che aiuti, se ha
qualcuno che le fa trovare la cena pronta, non sai soprattutto come siano le
cose veramente, se è felice… hai solo lo specchio di quello che racconta. E poi? Un altro
nome”.
“Allora… beh c’è sta tizia su facebook. Non la conosco bene,
ma si fa 100 foto al giorno: mentre fa sport, mentre sforna torte, mentre
abbraccia i suoi felicissimi figli, le dichiarazioni d’amore per il marito, i
risultati della dieta, i successi dei figli…”
“mi sta già sulle palle”
“Sì, anche a me in effetti.”
Ok, ma io voglio un nome di una persona vera, una che
frequenti, una che possa raccontarci come fa lei a fare tutte queste cose, e soprattutto sapere come sta,
come stanno i figli, il marito…
”.
“Beh no, reali reali no. Le mamme che conosco non lavorano o fanno un part-time, in effetti. E
quelle che lavorano sono sempre angosciate quanto me”.
Ecco come una chiacchierata può far cambiare
prospettiva: se non conosco nessuna persona “reale”,
qui, vicina, a cui possa telefonare, che faccia più di me, un motivo ci sarà,
no?
Il fatto è che spesso tendiamo a sminuirci e a smontarci, “aiutandoci” con il confronto con chi ci pare perfetta, ma di cui a ben vedere non sappiamo proprio niente.
Invece per rimetterci in piedi dobbiamo innanzitutto valorizzare tutto quello che siamo e facciamo, come facciamo sentire le persone vicine, quanto amore diamo e riceviamo.

Non è  la quantità di cose fatte che fa il valore di una persona.

Inoltre, facciamo i conti con noi stesse, con le nostre forze e le nostre priorità.
  
Io, ad esempio, non vado in palestra, non ne trovo il tempo.
Sono pigra?
No, finalmente l’ho capito, è solo questione di priorità.
Perché io non ho  la pausa pranzo, e le 3 ore serali
che sono in famiglia… voglio semplicemente esserci.
Magari per un’altra non è fondamentale, e non giudico, ma
per me sì. Ci ho provato, a rientrare alle 6, uscire alle 7 per andare in palestra per
tornare quasi alle 9 e trovare loro in pigiama pronti per andare a letto: beh,
non fa per me.
Ci saranno altri modi, altri momenti.
I figli crescono, presto potrò fare sport con loro, nel
frattempo farò delle camminate nel week end e mal che vada mi terrò il mio sedere rilassato e la panza senza addominali e
pazienza: l’importante è rendersi conto di cosa si fa, e del perché alcune cose
non si fanno. Semplicemente, non c’è tempo per tutto, e quindi bisogna
scegliere. 
Sto sul divano con mio marito quando i figli sono a dormire: potrei fare altro? Forse sì, ma chi decide cosa è più intelligente fare?
Solo io.
Solo voi potete sapere cosa fate e se e come potrete fare di più, mentre quasi nessuno sa per davvero i cavoli vostri, il
tempo che perdete per un parente malato, ad esempio, o per un nonno infermo o un amico depresso o per chi e cosa sapete voi. 
Gli altri non sanno che l’ora della palestra la impiegate magari per un corso di inglese, o
uno psicologo, o delle terapie mediche. Non sanno che vostro marito ha un secondo lavoro, o  deve assistere un familiare, o sta facendo la scuola serale, e quindi quanto sono preziose per voi quelle 2 ore a fare niente. Assieme.
Sono fatti vostri, gli altri non lo
sanno, per questo non potete farvi buttare giù da chi dà consigli non richiesti, da chi ha una vita diversa, possibilità diverse.
Non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti le stesse necessità.
Con questo non voglio trovare, né per me né per voi, delle auto-giustificazioni per non migliorarsi.

Certo che si può migliorare, sempre.
Ma solo se impariamo finalmente ad apprezzare come siamo e quel che facciamo.
Se partiamo da sottoterra, hai voglia ad arrivare alla luna.

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39 Comments

  • Non sapevo che gestivi dipendenti ma avevo capito benissimo che ti facevi un mazzo enorme e che hai una tua attività…e ti posso dire che ai miei occhi, da 'seguace' da credo ormai un paio di anni MA non conoscendovi di persona, a me sembrate tutte 3 delle strafighe che lavorano tantissimo con figli e cercando di far quadrare tutto. Condivido il tuo senso di inconcludenza…a volte ti senti piccola piccola (poi c'è anche chi si diverte a fartici sembrare eh, la gara tra mamme non è mai finita). Però è vero che basta cambiare prospettiva e ti accorgerai che quello che fai non è poco….. brava, continua così, mi aggrego a questa tua rivoluzione di pensiero 😉 migliorare sì, ma autoflaggelazione no! che rovina anche la pelle

  • Grazie Ladynera! Purtroppo spesso vincono le vocine negative, di cui la più grossa e principale è sempre la nostra…
    Ma fa bene sentire che invece "sono anche io figa agli occhi delgi altri".
    Grazie

    • E' vero, siamo sempre noi le prime nemiche di noi stesse. Anche quando c'è qualcuna che ci fa sentire delle merdine comunque siamo sempre noi che lo permettiamo… e magari proprio perchè ci colpisce nel nostro punto debole, l'aspirazione impossibile alla perfezione, a un modello che esiste solo nella testa. Perciò dobbiamo cominciare con
      1 smetterla di autoflagellarci (l'ho scritto giusto 😀 )
      2 smetterla di criticarci a vicenda
      3 cominciare a ignorare quelli/e che ci vogliono far sentire carenti o che si credono migliori di noi
      4 abbassare un po' gli standard…non si può avere la casa perfetta, la linea di prima, il tempo per tutto e qualcosa passa in secondo piano… vai di priorità. incastrare tutto è impossibile, quelli che ce lo fanno credere barano.
      E detto questo….ora devo ripetermelo a me per prima 😀

  • Ecco brava, non si può avere tutto altrimenti la giornata non sarebbe più di 24 ore. E il fatto di aver buttato per iscritto tutto ciò che fai nell'arco della giornata ti ha aiutato a capire che comunque è TANTA ROBA!!
    Se conti anche che un fine settimana sì – un fine settimana no trovi modo di viaggiare… no no, mia cara, pigra non lo sei per niente!!
    Un abbraccio con tanta sana invidia,
    M.

  • Grazie, grazie davvero. Perché io spesso, mi sento una mamma sfigata, una che ci prova anche a far tutto per bene ma che non ci riesce quasi mai…e allora iniziano i paragoni, con mia mamma, con le amiche o le conoscenti e all'inizio dal confronto esco sempre sconfitta…poi però nelle giornate sì, quelle di lucidità, realizzo che mia mamma fino a che non ho compiuto 12 anni non ha lavorato, che molte mie amiche sono "nonni assistite", che magari hanno mariti con orari diversi dal mio che ha un ristorante e la mattina allena cavalli. È una questione di prospettive ma anche di priorità. Io per ora nel mio caos organizzato ci sopravvivo bene, poi i bimbi cresceranno e allora avrò più tempo per riordinare e nessuno o quasi che metterà casino, avrò più tempo per aver cura di me, andrò più spesso a teatro o al cinema o ai concerti…adesso faccio quel che posso e cerco di essere soddisfatta di me il più possibile!! Grazie Morna per la tua fighissima non figaggine!

    • Sapete, non credevo foste così tante… leggo tutti commenti, qui e su facebook, e tutte iniziate con un'autocritica "non riesco, non faccio, sono da meno". Poi dite tutto quello che fate e resto basita. Siamo nella stessa barca, anche voi non vi rendete davvero conto di quanto peso abbiate sulle spalle. Già non restarci sotto è tanta roba eh. M.

  • io credo che noi donne, mamme, facciamo tanto, troppo. e abbiamo spesso tanti, troppi (ed inutili) sensi di colpa comunque. una mamma che lavora, organizza casa, figli, marito come può pensare di essere inconcludente? non è un'accusa, sia chiaro, lo dico anche per me che vorrei sempre fare di più e mi sento frustata quando non ce la faccio. e quelle rare volte che trascuravo la casa (i figli mai, non ce la farei) per fare qualcosa per me, andava a finire che non me lo gustavo a fondo. poi ho detto basta. la perfezione non esiste (e per fortuna) e quelle che ci appaiono perfette non lo sono per niente. oltre ad apparire spesso antipatiche

  • Io mi autoflagello con i paragoni… L'amica con 3 figlie, la mia mamma che ha avuto me e mio fratello uno dietro l'altro… Le varie cugine che lavorano… Io sonno mamma di un bimbo di 18 mesi, ho lasciato un lavoro pesante e pericoloso appena rimasta incinta e ora sono a casa… Per ora faccio la mamma con tutti i suoi pro… Ma anche i contro perché la casa, grande è tutta a carico mio, faccende, spesa, sono l'idraulico, l'inbianchino, faccio tutto io, mio marito rientra alle 19. Non ho nonni che mi aiutino, io bimbo non va al nido e non ho una babysitter è con me h24. Ora faccio anche un corso serale e nei we per poter aprire un'attività appena andrà alla materna e nel frattempo vorrei fare il secondo…
    Ma ho l'angoscia… Di non riuscire a fare tutto e non godermi né lui né il nuovo bimbo…
    E penso alle mamme che lavorano…

    • Si sì peccato che in Italia il "fare la mamma" o "l casalinga" non è considerato un lavoro bensì avere culo e poter stare a casa…. Perché ovviamente io ho i topini di Cenerentola a farmi tutto io sto sul divano a grattarmi! È assurdo quando ti dicono "ah sei a casa allora non fai nulla per ora…"

  • Solo una cosa: GRAZIE!!! Un motivo in più per cui vi adoro.
    Federica
    (mamma di 2 bimbi, lavoro full-time, no aiuti e costantemente con l'idea di non fare mai abbastanza)

  • Ci sono persone che fanno poco, e quel poco riescono a trasformarlo in oro, con una buona dose di egocentrismo o di vittimismo, dipende dai casi. Io sono tutto l'opposto, sono una che va direttamente al punto, pero' con molta umilta',me lo tengo per me, perché non cerco elogi o che. Pero' a lungo andare questo non va bene,mi ha portato ad avere quella sensazione di inconcludenza da te perfettamente spiegata e ora penso di averla superata. Per anni quando lavoravo all'universita' avevo a che fare con una collega tutto l'opposto di me. Lei sottolineava ogni mínima cosa che faceva, io mai. Facevo ( e bene!), e tanto pure, pero' a me sembrava di non fare mai abbastanza, invece non era cosí. L'ho capito a distanza di tempo, come ho capito che tante di quelle che sembrano strafighe, che palesano una vita perfetta, in realta' sono insicure. Ho capito inoltre che non si deve sminuire ció che si fa, io l'ho fatto per troppo tempo, forse anche per l'educszione ricevuta. Ricordo ancora i regali per la promozione che riceveva una mia compagna di classe, io, con voti migliori dei suoi, quasi niente, perché a casa valeva la regola: hai fatto il tuo dovere. Non so se questa mia eccessiva umilta' dipenda anche da questo..adesso sono cambiata.
    Martina

    • Sì Martina, hai ragione, fa tantissimo anche come ci si pone. Se parlo con qualche collega la riposta è sempre "sto impazzendo, sono oberato/a, lavoro 16 ore al giorno", se chiedono a me la risposta è sempre "tutto bene dai, abbastanza tranquillo" ;-P

  • Una volta, più o meno tre di anni fa,stavo dando lo straccio sulle scale di casa e, non so come, sono caduta di sotto.
    Non mi sono fatta molto male tutto sommato, avevo solo una spalla inservibile e delle escoriazioni, ma mi sono trovata a piangere disperata più per la fatica, la stanchezza e la rabbia che per il dolore.
    Non facevo niente di particolare: lavoravo, pensavo alla casa (che era comunque sempre un porcile), mi occupavo di un bimbo in prima e di uno di neanche due anni (che quando ero al lavoro stavano e stanno con i nonni), cercavo di coltivare un rapporto, leggevo qualche libro, insomma niente di che.
    Naturalmente lo faccio ancora, ma dopo quel ruzzolone mi sono detta che non vale la pena rompersi l'osso del collo inseguendo standards dei quali spesso, neanche mi importa.
    Se posso, mi faccio aiutare, anche sostituire nelle cose che non mi premono, e cerco di restare ferma sui "fondamentali"

  • Per me sei assolutamente fighissima! Fai veramente tanto, tantissimo e capisco il volere stare quelle due ore tranquilla a fare nulla assieme ai tuoi cari. Ma ci mancherebbe altro! Lavorando part time sono spesso con mio figlio, i suoi amici e tante mamme che non lavorano o lavorano mezza giornata come me. Ho notato che la maggioranza di quelle con la casa sempre in ordine e pulita sono quelle che dichiarano che "stanno male se quando escono la casa non è perfettamente in ordine". Ecco io non ci trovo nulla di figo in tutto questo. Se stai male è meglio che ti fai curare. Spesso, come ha detto sopra Martina, ci sono persone che riescono a trasformare in oro tutto quello che fanno. Usano il vittimismo, sembrano sempre oberate di lavoro anche se con un solo figlio, genitori in perfetta salute e lavoro da 12 ore a settimana non si capisce come facciano a lamentarsi così tanto. Evidentemente è una necessità anche quella, ci mancherebbe! PEr fortuna poi arriva anche il momento in cui ci si rende conto di stare a parlare con persone che si mettono sempre in competizione, che vogliono primeggiare e far sembrare di essere chissà chi! Capisco la sensazione di inconcludenza di cui parli perchè spesso viene anche a me, magari in certi periodi, poi mi passa perchè non è vero che non faccio nulla, anzi. Ormai conosco i miei difetti e faccio di tutto per migliorarmi ma fino a un certo punto, non posso snaturarmi più di tanto e quando riesco a raggiungere il giusto compromesso mi sento bene. Non capita spesso ma capita. Siete tutte e 3 superfighe, ognuna a modo suo, anche solo per come scrivete e come tenete il blog. Continuate così. Barbara

  • Io ci penso sempre che la vita degli altri è sempre più figa (e più semplice) vista dal di fuori.
    Il tempo è quello che è. Lavorando a tempo pieno, avendo un marito che è spesso fuori città e una signora che viene 3 ore a settimana a darmi una mano con le pulizie non posso certo pretendere di fare tutto.
    E allora lascio indietro ciò che mi interessa meno (ovvero la casa) sperando prima o poi di avere una casa più ordinata. Ma mi sembra più importante che mia figlia sia felice, pulita, vestita in modo adeguato all'età e al meteo e col pancino pieno. Che io continui a leggere e non stramazzi sul letto dopo aver solo lavorato/cucinato/pulito/stirato…

    Amelie

  • Scusate, ma i vostri mariti, a parte lavorare come voi, non fanno una ceppa? Ogni volta che vi leggo ho l'impressione che non partecipino in nessun modo alla gestione della famiglia. Vivendo all'estero ho l'impressione che in Italia la condizione della donna, per certi aspetti, sia rimasta ferma al dopoguerra…! magari dando ai vostri mariti qualche responsabilità in più potreste ritagliarvi un po' più di tempo per voi

    • Anonimo, non so se ti rivolgi a me o a chi ha commentato. Nel mio caso, mio marito fa tanto, tantissimo, specie per la casa.
      Io essendo in proprio, posso bene o male gestirmi (soprattutto MALE 🙂 ), lui invece deve chiedere ferie o permessi. Cosa che fa, perchè non arrivo ovunque, tipo ieri è andato lui a ritirare le pagelle alle 5, perchè io con tutta la buona volontà non ho il dono dell'obiquità. Certo è che i permessi e le ferie hanno un limite e già lui ne richiede molti per altre ragioni, quindi, volente o nolente, tocca a me.

    • Penso che se in Italia gli orari di lavoro fossero piu' flessibili ci si potrebbe dividere i compiti con piu' facilita'. Purtroppo non e' sempre colpa dei mariti. Quando vivevo in Italia mio marito lavorava sempre oltre le sue 8 ore standard e spesso finiva il lavoro a casa…adesso che viviamo in Germania la situazione e' completamente diversa. Lui non e' un lavoratore autonomo, pero' puo' gestirsi bene i suoi orari e spesso quando ne abbiamo l'esigenza lavora da casa. Proprio l'altro giorno il piccolo aveva raffreddore e qualche linea di febbre e la mattina lui e' rimasto a casa, poi al mio rientro io sono rimasta col piccolo e lui ha portato il grande dal pediatra per il vaccino. Diciamo che la nostra e' una situazione privilegiata e fortunata…

  • Anche il mio fa parecchio…lui lavora in proprio come te Morna, quindi si può gestire gli orari. Però torna anche tardi, la sera sta con i bambini (e anche me ovvio) e lavora la parte 'cartacea' del suo lavoro, di notte quando dormono. Io timbro e il mio lavoro resta in ufficio, lui ce l'ha anche a casa, quindi quando i bimbi dormono io faccio le cose di casa, lui del suo lavoro anche. Per non finire tutti i miei permessi e ferie se c'è uno dei due che sta male o vaccino, ci pensa lui, si organizza. se stanno male una settimana si chiede aiuto anche ai nonni.Cucina, e molto bene, anche se poi sembra esplosa una bomba 😀 non sa stirare, ma i compiti sono abbastanza divisi. Io vado a fare la spesa e tu vai dal pediatra, per dire. La differenza che noto da me alle amiche colleghe etc è che se un uomo arriva a fare 7 quando in realtà si era prefissato di fare 10, non ha lo stesso senso di incompiutezza di una donna. Noi ci sentiamo inconcludenti anche quando facciamo 10, loro no. Sempre generalizzando però. Non siamo tutti uguali. Probabilmente, suppongo, perchè loro comunque rispetto ai loro padri sono già molto avanti e non hanno quel complesso di perfezione…chi lo sa.

    • Verissimo Ladynera! I mariti non hanno quel senso di incompiutezza della donna, anzi, si sentono soddisfatti! Almeno mio marito e' cosí. Se lui deve preparare la cena per dire, lo fa tranquillamente ed e' contento e rilassato, io invece sto pensando a tutto quello che devo ancora fare e che non riesco. Pero' cosí ci si compensa almeno!
      Martina

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