Il ruolo della mamma

 Da sempre si discute su cosa sia meglio, o più giusto: lavorare, non lavorare, lavorare part time?
Ho lavorato da quando la piccola aveva 10 mesi (esatti) e la grande due anni. Prima non avevo trovato lavoro, in Francia. La piccola al nido, la grande in una scuola privata, una babysitter che andava a prendere entrambe. La grande stanca, stanchissima, perché dalla scuola andavano a piedi ogni giorno al nido. 3-4 km a piedi. A due anni.
Mi sentivo in colpa? Tanto. Volevo lavorare? Tanto.
Il tempo ha calmato le acque. Io mi sono ritrovata, col mio lavoro semplice ma che mi permetteva di fare quello che mi piaceva: scrivere. Senza gloria, ma in un’azienda giovane, in crescita, dove ho trovato della grandi amiche che tuttora fanno parte di coloro che considero le mie migliori amiche, senza alcun dubbio, nonostante la distanza (una è addirittura ad Hong Kong!).
Un lavoro che mi ha stancata, ma che mi ha fatto sentire viva. Avrei voluto esserci io all’uscita di scuola? A volte sì. So che c’ero ogni sera, sempre io. Ero io che rientravo correndo, preparando la cena per tutte e tre (quando il padre, dopo 7 mesi dal mio rientro al lavoro, se n’è andato in Pakistan), mettendo a posto, facendo lavatrici, ricucendo vestiti rotti, preparando zaini, curando ferite, leggendo libri, tanti libri. Svegliandomi la notte per gli incubi, per la pipì, per il mal di pancia, per la febbre. Io c’ero.

Non mi sono mai sentita migliore o peggiore perché lavoravo: mi sentivo io, e stavo bene, anche se ero stanca, anche se avrei voluto essere a casa un po’ prima, anche se un sacco di cose, andava bene così.
Poi il lavoro è andato. Abbiamo seguito mio marito a Panama, perché era giusto che le bambine crescessero con entrambi i genitori, ma ho dovuto lasciare il mio lavoro. Un’altra volta.
E ora… Ora sono una mamma che non lavora. Qualcosa faccio eh, e mi pagano anche. Ma non lo considero lavorare come lo consideravo prima. Non devo essere in ufficio ad una certa ora, non rientro di corsa. Niente di tutto ciò.
Io ci sono sempre.
Adesso escono da scuola alle 14, alle 15 se hanno attività. E io ci sono.
Vogliono mangiare, do loro la merenda. Io, la preparo con le mie mani. La mamma. Mi sembrava una specie di sogno lontano. Uscivano alle 18 da scuola, merenda fatta da mo’, e io che rientravo solo alle 19.30.
E poi? E poi loro si chiudono nella loro stanza. E giocano, giocano tantissimo. Inventano storie, si travestono, colorano, costruiscono, a volte litigano anche eh, ma tutto da sole.
E la mamma? La mamma c’è, ma è trasparente.
Facciamo un disegno? No mamma, vedi che stiamo inventando una storia?
Mmm.
Bambine, fate un dolce con me?
Sìììì daiiii.
Durata: tre minuti.
Bambine, andiamo in piscina?
Sìììì. Io le guardo, loro stanno in piscina. Oppure a volte dicono pure di no perché stanno giocando.
Si chiudono a chiave in camera.
Quando siamo in giro, sono io che propongo attività. Inventiamo giochi, disegniamo, coloriamo, racconto tantissimo.
Ma a casa… Loro giocano. Tra di loro. Senza di me.
E non penso di essere noiosa. Solo… sono la mamma. Io giocavo da sola, perché avrei dovuto giocare a Barbie con mia mamma?
E allora qual è il mio ruolo oggi? Cosa ci faccio io in casa? Dov’è il mio lavoro che forse sì, mi stancava e mi portava lontano da casa, però era la MIA attività, proprio come loro hanno le loro?
Ditemi voi, mamme che non lavorate, come fate, perché io proprio non lo so.
Non voglio nemmeno ributtarmi nello stress del non essere mai a casa fino a sera, come ho fatto per troppo tempo e per troppo tempo sola, ma io non capisco il mio senso in questo momento.
Forse un giorno lo capirò. O forse un giorno inizierò a lavorare di nuovo. Seriamente, intendo. Fuori da queste quattro mura.
Fatto sta che essere mamme a volte è proprio una fregatura, e quell’equilibrio che tutte cerchiamo… cacchio se è difficile da trovare!
PS Tranquille, non sono depressa: dopo quanto ho faticato, ho così voglia di riposarmi che stare senza far (quasi) niente mi fa proprio felice. E poi c’è sempre Kayla eh!
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27 Comments

  • Cara Anya sono una mamma che non lavora, se non saltuariamente, e sono con mia figlia che ha due anni e mezzo h.24.Prima di lei ho fatto tantissime cose e girato il mondo con il mio lavoro poi l'ho perso e visto che mio marito fa un lavoro x cui manca dalla mattina alla sera molto inoltrata, abbiamo deciso con qualche sacrificio ,che io restasse a casa con lei fino all'inizio della materna. Mi sento bene perché ho il grande privilegio di averla potuta tenere con me fino a tre anni ma ci sono momenti, non pochi, in cui mi faccio le tue stesse domande e mi dico "potrei fare di più, mi manca il mio lavoro", o comunque anche non il mio ma uno qualsiasi che mi permetta di sentirmi di nuovo completamente indipendente e non solo x me ora, ma anche x mia figlia. Poi in questi momenti di insofferenza penso che io a lavorare ci tornerò e mi mancheranno le ore da trascorrere con lei che crescerà, andrà a scuola e in sostanza non mi penserà più di tanto insomma 🙂 il problema è non riuscire a godersi il presente … proviamo a farlo insieme?
    Ti abbraccio, Cristina

    • Già Cristina, in qualsiasi situazione sembra che noi mamme temiamo sempre di non fare la cosa giusta. La conciliazione è difficilissima, ovunque troviamo sensi di colpa ad aspettarci… Il problema di prendersi tre anni di pausa è che poi come lo ritrovi, un lavoro qualificato? Complicato, al mondo d'oggi… In Russia le mamme tengono il loro posto per tre anni, non hanno salario né altro, ma appena inizia la materna tornato a fare automaticamente quello che facevano prima. Almeno, nella vecchia Russia, e nella Bielorussia di oggi dove molto è ancora statale. Ma la donna lì ha un ruolo completamente diverso.

  • Anya, io sono nella tua stessa situazione. Ho passato due anni in Bolivia per il lavoro di mio marito. Lì ho avuto Leon e ho scritto la mia tesi di dottorato. Per quanto avessi un aiuto enorme in casa, è stata davvero dura finirla con un neonato in casa, senza un ufficio, una biblioteca, senza i miei colleghi e senza poter parlare con le mie relatrici se non via mail. Ora ho finito, sono dottora, e mi è toccato un altro trasferimento. Come ti dicevo siamo finiti in Francia, appena fuori Ginevra, sempre per il lavoro di mio marito. Qui l'aiuto in casa è minimo e di posti al nido neanche a parlarne. Io sto combattendo con tutte le mie forze per cercare un lavoro, anche uno stage, anche pagato poco. Adoro il mio bimbo, ma non sono fatta per stare in casa. Ammiro tanto le mamme (o papà) che lo fanno, ma non fa per me. E, certo, mi sento in colpa perchè preferirei lavorare gratis che stare in casa con mio figlio, ma in fondo non ce n'è ragione. Il papà delle tue bimbe, mio marito, si sono mai posti il problema? Perchè questi interrogativi ricadono solo su di noi? Ho studiato tanti anni, perchè devo sacrificare i miei sogni?
    Per me avere una mamma felice e meglio che avere una mamma infelice. Ed esistono compromessi che permettano ad entrambi i genitori di lavorare. Se tu vuoi lavorare, devi pretendere che tuo marito faccia la sua parte per permetterti di farlo. Io ci sto provando col mio.
    Un abbraccio da lontano

    • Ciao cara, ho il sospetto di cosa possa fare tuo marito 🙂 Ho conosciuto una coppia qui, lui italiano lei messicana, vivevano in Francia vicino a Ginevra 🙂
      Come dicevi, gli uomini non si pongono minimamente il problema. Il mio non se l'è posto quando è andato nel paese più pericoloso del mondo da solo per un anno, e quando gli ho detto che non era giusto che lui accettasse un'altra destinazione in cui io non volevo andare. E come è finita? Ho retto un po', poi sapevo che per le bimbe era meglio stare tutti insieme e ho lasciato il mio lavoro, le mie abitudini, la mia vita. Ma l'ho fatto solo nel momento in cui ho sentito che avrei potuto farlo serenamente, senza rancore o altro, perché per me come per te la cosa più importante è che abbiano una mamma felice.

  • Cara Anya, ti seguo da quando prendevi insulti perchè avevi deciso, dopo tanto duro lavoro e il marito lontano, di farti una cena o un aperitivo con le amiche x il tuo compleanno. E' vero, tu c'eri eccome e facevi per due in poco tempo. Immagino che sia dura per te adesso e che sia una fase, che tu sia spaesata a vivere non solo un paese diverso ma un ritmo di vita diverso. Le bambine sono cresciute e tu ti senti un attimo 'inutile' forse? Ma non lo sei, forse invece loro sono così autonome e tranquille di là che giocano anche perchè tu ci sei stata anche prima, pur ammazzandoti tra lavoro e faccende etc. Non credi? Se avessero sofferto la tua assenza ora non ti starebbero incollate? Non sarebbero più nervose e insicure? Io penso di sì. Adesso respira, goditi un attimo di pace e di fitness, e poi ritroverai la tua strada, magari una nuova passione, chissà. Devi fare solo quello che ti rende felice, non c'è un ruolo che devi avere…intanto vivi il sogno della mamma vip in bikini che fa fitness 😉 poi si vedrà. Datti tempo, sei giovane, sei in gamba. E come sempre fregatene di quello che dicono gli altri, di quale debba essere o no il tuo ruolo. Come dice Anna, in fondo gli uomini non si fanno problemi..per noi mamme penso sia invece naturale farsene… ognuna deve trovare il suo modo, il dramma è come dice sopra cristina, non godersi il presente. e questo capita a tutte lavoratrici e non, part time e full time.
    Un abbraccio
    V.

    • Grazie cara delle belle parole <3
      Mi dico anch'io che devo godermi la vita e il meritato riposo, ma ho un'indole inquieta per certe cose, e molto perfezionista, e se non sono come mi sono prefissa di essere me faccio un sacco di paranoie… Forse dovrei curarmi 😀

  • E io invece costretta a lavorare vorrei essere al posto tuo. Vorrei avere tempo per me. Tanto tempo per fare cose che mi piacciono. E invece oltre a lavorare ho una figlia sola che da sola non ci vuole stare mai. E quindi ogni momento in cui sono a casa lei mi frulla intorno e non mi lascia fare nulla. Certo, ce la dividiamo un po' con mio marito, ma lui la guarda già in altri momenti quando io lavoro e quindi la maggior parte del tempo in cui sono a casa ho lei che mi gira intorno, mi tira per i vestiti e parla. Parla parla parla tanto. Per scambiare qualche informazione utile io e mio marito dobbiamo piazzarla davanti alla tv. E insomma non siamo mai contente, no?

    • No, non siamo mai contente. Però quando lavoravo e le vedevo un'ora al giorno, per quanto mi dispiacesse per loro perché passavano troppo tempo a scuola, io sapevo che io dovevo fare così, punto. Ora non so più che devo fare…

  • Ciao, io sono una mamma che lavora 10 ore al giorno e figlia di una mamma che lavorava 10 ore al giorno (a volte si portava anche il lavoro a casa). Mia madre non è mai venuta a prendermi a scuola e questo non è stato un trauma per me…nei momenti importanti c'è sempre stata…anche io non ci sono mai all'uscita della scuola, non preparo la merenda, ecc. Lavoro per necessità, ma credo che se mio marito guadagnasse tanto da permettermi di stare a casa non lo farei….non sono il tipo donna fatta per fare la mamma e la casalinga, e il mio lavoro mi piace…con questo non intendo criticare nessuno e adoro mia figlia; quando torno alle 19 passate finiamo i compiti se li ha, studiamo se serve, poi dopo cena facciamo qualcosa insieme, che sia un puzzle, un gioco, farci le unghie, ecc… insomma ognuno deve fare ciò che si sente.

  • Ciao, io ho due figlie di 5 e 3 anni e un fratellino in arrivo. Lavoro part time, quattro ore la mattina, il pomeriggio sono a casa come te. Io non riuscirei a lavorare più di così; andarle a prendere all'asilo, fare merenda con loro e trascorrere insieme il pomeriggio sono delle routine imperdibili per me. Non credo che i miei figli crescano meglio grazie alla mia vicinanza rispetto a bambini accuditi anche da babysitter, strutture specializzate o nonni, semplicemente io ho scelto di organizzarmi così. Anche le mie stanno sempre più diventando autonome nel gioco. Io le lascio fare, ma mi piace essere lì quando mi chiedono di intervenire per impostare un nuovo gioco, leggere un libro o arbitrare una disputa. Non ho molto tempo libero: la casa, pur avendo un aiuto settimanale a pagamento, mi impegna molto. Quando ho qualche ritaglio di tempo libero mi dedico all'aggiornamento professionale; sto inoltre scrivendo un manuale come scribacchina/schiava di un docente universitario e questo progetto mi dà molta soddisfazione (chissà anche voi come siete soddisfatte del vostro blog). Pur avendo questo bisogno di stare con i miei figli sono molto orgogliosa di loro quando li porto al parco/corso di nuoto/attività e li vedo staccarsi subito da me e correre verso gli altri bimbi!
    Mio marito si dà da fare anche lui: porta le bimbe all'asilo la mattina e le cura lui quando ho riunioni pomeridiane.
    Grazie per i vostri spunti di riflessione! Vs

  • Eccomi … sono uscita di casa stamattina alle 7 e se tutto va bene rientreró stasera alle 18. Esausta!! Con la cena da cucinare la casa da pulire e un bimbo di 16 mesi che l'unica cosache chiede sono le mie attenzioni.
    Io non vorrei – non potrei – fare la casalinga. Mi sentirei chiusa. Ho bisogno di uscire, vedere gente, avere successi professionali … eppure i ritmi che il lavoro ti chiede per non essere relegata a ultima ruota del carro sono per me inconciliabili col mio ruolo di mamma.
    Sono tornata al lavoro ai 6 mesi del bimbo. Un po perché appunto avevo bisogno di riprendermi la mia vita e un po perché volevo un rientro soft con l'allattamento. Sono stati 6 mesi perfetti. Lavoravo 6 ore (senza turni improvvisati da una settimana all'altra) nelle quali producevo esattamente quanto i colleghi a tempo pieno, nonostante tutte le loro battute circa le mie assenze e le mie poche ore lavorate. Ad agosto mi sono presa tutto il mese di maternità e in generale alle 2, 30 ero a casa pronta a giocare e a coccolare il mio bimbo.
    Ora sto pensando al part time ma sono titubante in parte per i soldi in meno e in parte perché dopo tutta la fatica che ho fattoad arrivare dove sono, non mi va di essere retrocessa al lavoro e relegata di nuovo a ultima degli ultimi, come succede a tutte le mie colleghe, brave e meno brave, che chiedono il part time.
    Ma davvero 2 ore in meno di lavoro fanno di me una risorsa meno competitiva? Possibile che le mamme lavoratrici se non hanno dei nonni che si prendono cura tutta la settimana della loro prole si trovano a dover scegliere tra figli e lavoro?

  • Ragazze il problema è che in alcune nazioni se non lavori tutti i giorni almeno 10 h sembra non fai un caxo! Io sono in Germania e quest anno ho chiesto un part-time di 6 h, quando viaggio chiaramente non viene rispettato, ma quando sono in ufficio me ne esco alle 16 ed è una figata. E non mi sento di fare meno affatto! Anche perché praticamente non faccio pausa pranzo quindi lavoro comunq di più e alla fine sono molto più produttiva (: però quelle ore il pomeriggio con i bimbi sono un tesoro

    • In Francia col cavolo, al massimo ti danno un giorno libero. Stanno in ufficio tremila ore e poi li vedi a far pause su pause, io non ne facevo manco una se avevo da fare e uscivo alle 18.30 in punto per andare dalle bambine. In alcuni paesi la presenza è più importante della produttività purtroppo…

  • Ciao, secondo me sei in un periodo di adattamento. Prima eri quasi senza un minuto libero e adesso hai tanto tempo libero! Non ci sei abituata! Inoltre sei in un paese nuovo, ti devi ambientare, conoscere le abitudini del posto, le persone, trovare nuove amicizie che ti consiglieranno magari sui qualche lavoro interessante. Penso sia solo questione di tempo e sono certa troverai un tuo equilibrio personale e familiare e un tuo ruolo. Goditi i momenti liberi e le tue bellissime bambine. Barbara

  • Io passo la vita in bilico: mi mancano, mi mancano le cose che potremmo fare insieme e mi manca anche il fatto di non potere loro offrire l'infanzia che ho avuto, con una casa sempre aperta, piena di amici e una mamma che potevi raggiungere solo spostandoti da una stanza all'altra.
    Però non sono una mamma che può stare nella stanza accanto mentre i suoi figli crescono, nessun hobby mi basterebbe, le cose di casa le odio e, in più, sono fermamente convinta dell'importanza dell'indipendenza economica (non solo dal punto di vista economico).
    In tutto questo, quello che mi manda ai matti, è che troppo spesso ancora, i figli sono delle mamme, così come la responsabilità della gestione familiare. E non importa che il padre "aiuti"
    Detto questo, msgari, godersi un po' di sana "vacanza", potrebbe non essere male dopo anni in cui hai fatto tutte le parti e tutti i ruoli

    • Hai ragione 🙂
      A me non dispiaceva tanto di non esserci, quanto di vedere le fatiche della loro vita. A scuola dalle 8.30 alle 18.30, poi con la babysitter, i weekend a dover fare con me tutto quello che non potevo fare in settimana (spesa, compere, commissioni), le vacanze (in Francia si fanno due settimane ogni due mesi) sempre al centro con altri tre bambini sfigati… E ora invece mi dico: ma non stavano meglio a giocare a scuola invece che a litigare in casa?

  • Riuscire a trovare un equilibrio: che sia tra volere e dovere, tra necessità e desiderio, tra donna e mamma, mai avrei pensato potesse essere così difficile.
    Siamo sempre in bilico, tra quello che facciamo e quello che vorremmo fare, e ci sembra sempre di non riuscire a trovare il modo per conciliare le esigenze, diverse, che convivono in ciascuna di noi. Perché capita che crediamo di sapere cosa vogliamo, lo otteniamo, e poi scopriamo che quello che vogliamo non è. E allora ci troviamo spiazzate.

  • io l'equilibrio al momento l'ho trovato e riesco a godermi la mia nanetta al massimo e senza sensi di colpa di nessun genere. Faccio un part time lungo: 8 ore un giorno e 5 ore il resto della settimana, e la mia "fortuna" è quella di lavorare per un'azienda per la quale la mia laurea, il mio master, la mia passione per il lavoro,la mia esperienza e la mia dedizione non contano nulla e che quindi mi ha messo in un angolo assieme a tutte le altre mie colleghe donne: mamme e non.

  • I SENSI DI COLPA SONO SPESSO UN RETAGGIO CHE CI PORTIAMO DIETRO DA GENERAZIONI. I FIGLI NON SONO NOSTRI, SIAMO SOLO LE LORO MAMME. LASCIAMOLI LIBERI DI VIVERE, E POSSIAMO FARLO SOLO SE ABBIAMO LA NOSTRA VITA, I NOSTRI INTERESSI CHE ESULANO DA LORO..

  • Eh non è facile. Io mi trovo bene lavorando part time. Ovviamente (niente illusioni) il fatto di lavorare a tempo parziale brucia de facto qualsiasi possibilità di avanzamento… eppure mi permette di tenere il famoso piede dentro, di guadagnare qualcosa e di stare tanto tempo con la mia bambina. Lei ha bisogno di me ma soprattutto io ho bisogno di lei, di guardarla, di viverla, di incamerare ricordi. Il tempo scorre veloce e non starei bene se non sentissi che sto approfittando di ogni istante.
    È la soluzione perfetta? Ma certo che no … al lavoro stagno e no surprise ho da fare per molto più della mia percentuale e la casa be non è che sia perfetta. Però trovo che sia il modo per avere (împerfettamente) tutto.
    Vedrai che troverai il tuo equilibrio. Magari è semplicemente una via di mezzo. Courage

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