Casa è…

Quando ero bambina, per me casa era una sola: quella in cui ero nata e cresciuta. Poi c’era la casa al mare, che non era casa. Era “l’Uliveto”, perché altro non era che un pezzo di terra con tanti ulivi e una casa di legno.
Nella casa in cui sono nata, a Prato, è nato anche mio fratello, 12 anni prima di me. Ed è nato praticamente anche il mio babbo, anche se in realtà ci è andato a vivere dopo la fine della guerra, a tre anni.
Ho sempre adorato la mia casa. Ogni angolo di ogni stanza, che conoscevo meglio dei nei sulla mia pelle. L’odore di casa mia, i cigolii delle persiane, la pesantezza del portone, il giardino fiorito, le voci dei vicini.
Pensavo che non me ne sarei mai andata. Dicevo ai miei genitori che avrei vissuto con loro fino ad almeno 35 anni, fino all’età in cui probabilmente, fidanzata, avrei dovuto farmi una famiglia mia. Stavo bene coi miei.
Poi è successo che niente è andato come immaginavo, che sono partita per fare un’esperienza all’estero e quando sono tornata mi ero innamorata di uno sconosciuto e quindi ciao, casa, me ne vado. Ricordo che sul binario i miei genitori mi guardavano con aria preoccupata, ed io riuscii soltanto a dire “niente fiori ma opere di bene”. In fondo andavo a vivere con uno sconosciuto, a 300 km da casa.
Casa.
Ho fatto mio il bilocale alla periferia di Milano che mio marito aveva comprato solo due mesi prima. Ci sono entrata che non aveva nemmeno i mobili, abbiamo dormito due notti su un materasso gonfiabile. Quella sera, il primo luglio del 2006, ho mangiato per la prima volta del sushi.
Ero a Milano, da Prato. E chi viene dalla provincia capisce che, dieci anni fa, era comunque un salto.
In quella casa ho preparato il mio matrimonio. In quella casa ho pianto tutte le lacrime del mondo per la malattia del mio babbo. Ho elaborato il lutto. Ho ripreso a vivere. Sono rimasta incinta, nel maggio 2009.
Ho lasciato quella casa, tra gli scatoloni e incinta di cinque mesi, il 29 settembre 2009.
Il 13 novembre 2009, sei anni prima degli attentati, entravo in un appartamento di 67mq all’8 dell’avente du Maine, a Parigi, sotto la tour di Montparnasse, dove si incrociano il sesto, il settimo, il quattordicesimo e il quindicesimo arrondissement. Dove gli alberi in inverno sono spogli e d’estate coprono la vista. Dove le insegne cambiano, ma la gente resta.
In quei 67mq ho fatto le mie notti, ho allattato la mia prima figlia, l’ho guardata per ore e ore e ore. In quei 67mq ha iniziato a camminare, ha detto la prima parola. Ha avuto la prima febbre. Il primo herpes. Ha pianto, ha riso. In quei 67mq ho avuto la mia seconda bambina, l’ho cullata, allattata, guardata per ore e ore e ore. Ha iniziato a camminare, a parlare.
Quante lacrime ho versato in quella casa. Quante risate con le amiche, quanti spritz, quante pizze, quante serie tv. Quante cose ho imparato. Quante cose ho comprato e quante ne ho buttate.
Il 19 dicembre 2015 ho detto addio ai miei 67mq, chissà chi vi abiterà, chissà se vi ameranno come vi ho amato io.
Casa è…
Pensavo che casa fosse quella in cui sono nata e ho vissuto 23 anni della mia vita.
Ma no, casa è ovunque sia la mia famiglia.
Ovunque siano le mie figlie, adesso a Panama.
Casa è ovunque sia mia mamma, ancora dove sono nata.
Casa è ovunque sia mio fratello, all’Uliveto.
Casa è ovunque siano le mie amiche: a Prato, a Milano, a Parigi.
Casa è ovunque sia il mio cuore, a Parigi o a Minsk o a Prato.
Non pensavo che avrei potuto sentirmi a casa in così tanti posti.
Eppure, io mi sento sempre a casa, anche se da quando ho lasciato quella in cui sono nata, nel 2006, ne ho cambiate altre tre.
E voi, siete riuscite a slegarvi dalla casa in cui siete nate e a sentirvi a casa altrove?
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18 Comments

  • Io… non lo so! Eppure ho casa mia (a Prato, guarda caso!), ci abito, ci vivo ormai da 8 anni con mio marito e lì stiamo crescendo nostro figlio, litighiamo, ridiamo, giochiamo, e me ne prendo cura come parte della nostra famiglia, perchè la casa la vivo così. Però quando vado dai miei, a Lucca (te che sei toscana sai dov'è!), nella casa dove sono nata e cresciuta, la casa che non ho mai voluto che mio padre vendesse per andare altrove, sento ancora un senso di familiarità unica. E mi piace vedere mio figlio che gioca in quelle stanze e dorme nella camera che era mia. Forse sarà che ho iniziato ad amare veramente la mia città solo dopo che sono andata a vivere da sola in un altro luogo, oppure perchè sono una malinconica di carattere, non lo so.
    Mio marito mi dice che è così perchè ho abitato per 27 anni sempre nella solita casa, mentre per lui è diverso proprio perchè si è trasferito diverse volte. Chissà!

    • A me succede quando vado a Prato, appunto (in palazzolo, chiedi dov'è ad un pratese!), perché ci ho vissuto 23 anni. Altrove è come dici tu…
      Lucca meravigliosa comunque!

  • Anche io pensavo che sarei rimasta per sempre nella casa in cui sono nata. Poi i miei quella casa "l'hanno data via" perchè era diventata troppo grande e loro erano solo in due, fare le scale era sempre più faticoso, curare il giardino che te lo dico a fare.
    Io intanto ero partita e non sono più tornata.
    Adesso sento mia la casa in cui vivo, realizzata esattamente secondo i nostri gusti, con tantissime cose inutili di cui andiamo molto fiera, ma so che non ci staremo per sempre perchè arriverà un giorno in cui probabilmente sarà troppo piccola…

  • Casa mía e' dove ci sono i miei genitori. Posso mancare tanto tempo, ma ogni volta che torno, mi sento come se non me ne fossi mai andata, al sicuro, coccolata da mia mamma e mio babbo. Casa mía e' la Sardegna, la mia isola, il mio mare, i miei tramonti, le mie albe, i miei nuraghi, il mio vento che mi abbraccia tutte le volte che torno…e i cieli stellati..il profumo delle ginestre in primavera. Casa mía e' qui in Spagna, la prima, io e mio marito soli, piccola, carina..anche noi dormivamo i primi giorni sul materasso ginfiabile e come tavolo una scatola di cartone.. li' e'stata concepita mia figlia, che pero' e' nata in Sardegna..( doveva essere SARDA!!). Quando aveva 7 mesi ci siamo trasferiti da Barcelona in un pueblo meraviglioso, qui viviamo in una casa bella, grande, luminosa, con delle viste stupende…ma ora la lasceremo per andare a Madrid, per un anno, e poi chissa', forse Svezia. Casa mía e' dove c'e' mia figlia e mio marito, sempre, non importa dove.
    Martina

  • Casa mia è dove sto bene.
    Dove si crea un'abitudine di vita che funziona per me e per chi amo.
    Può essere una casa in affitto per una settimana di vacanza.
    Sono una che ama molto le cose, ma non mi dimentico che sono cose.
    Faticherei di sicuro a lasciare quella che chiamo casa da ormai 12 anni, ma mi è piaciuto stravolgerla completamente, demolendo e costruendo, facendo una casa nuova con la vecchia.
    La sensazione che descrivi l'ho provata a lungo con casa dei miei, mi sembrava impossibile che un giorno non sarebbe più stata intimamaente mia, ma ora è così. E' la casa dove sono cresciuta, ho meravigliosi ricordi ed è un porto sicuro e stabile, ma non è più casa mia.
    Discorso a parte, per casa di mia nonna, ormai è vuota da 8 anni, eppure per me e per molti di noi, è sempre un posto speciale. Di certo se lei c'è, è lì e non dove l'hanno murata

    • Capisco cosa vuoi dire… Sarà per quello anche che sono tanto legata alla casa dei miei, perché quando ci entro, vedo ancora mio papà seduto a capotavola che fuma la sua sigaretta dopo pranzo…

  • Che bel post!
    Ne ho cambiate tantissime in 27 anni! 2 in Romania, 1 a Torino, 1 ad Ascoli Piceno, 3 a Malta, l'ultima a Dubai e tra poco si ricambia…non vedo l'ora!
    Ma ci sono quelle temporanee che ho sentito mie lo stesso: casa della nonna tutta l'estate da piccola, casa di amici mentre i genitori erano via, hotel apartment mentre cercavamo casa, casa dei miei suoceri, dei miei cognati ma anche quelle degli amici più frequentati e quelli lontani che ci hanno ospitati.
    Casa è anche il parco, il lungomare, il tram, la scuola, la strada verso il posto di lavoro, via Po, il posto auto, le fontane del dubai mall, i ristoranti amati, i miei amati Camilleri, Valletta e persino Sheikh Zayed Road!
    Casa è anche rileggere Anna Karenina ancora una volta dopo anni, portarsi dietro in ogni casa la Singer mai usata, i bigliettini e le cartoline ricevute negli anni, il profumo che risveglia ricordi bellissimi…
    Casa è, sì, un posto, ma per me anche un insieme di sentimenti ed emozioni che oggi si rafforza ancora di più avendo vicino il nostro Pasticcino.

    Andreia

  • Casa è dove mi sento bene con me stessa. Casa è la casa dove vivo ora, casa sono le due casette in affitto dove sono nati i miei primi due figli, casa era la mia prima casa da sola, piccola ma tutta mia, casa è l'appartamento in montagna di mio suocero dove vorrei dare fuoco all'arredamento scomodo ma al mattino vedo tutte le Alpi intorno a me dalla finestra e mi si apre il cuorem. Casa è la casa mobile nel camping in vacanza, casa è dove metto le mie cose in bagno e nell'armadio, ma soprattutto casa è ovunque siano mio marito e i miei bambini. Casa è purtroppo molto meno la casa della mia infanzia, che era casa finché c'era mia nonna ma poi è stato solo un posto dove mi sono sentita sola e me ne volevo andare. Bellissimo post.

  • Ciao, scusa se mi permetto di farti questa domanda, sono rimasta un po' spiazzata da un particolare. Io seguo molto questo post e di recente ho visto tue foto su instagram e relativi commenti. Ho capito che sei una giornalista e a Parigi lavoravi e ho appreso che tuo marito è un manager di una compagnia petrolifera. La domanda è: vivevate in 67 metri quadri perchè vi piaceva particolarmente la zona o la casa, perchè volevate risparmiare o perchè era tutto così costoso che nemmeno voi potevate permettervi una casa più grande? Scusa davvero la mia invadenza, ma mi è venuto un momentomdi panico del tipo "oddio io morirò di fame". Un saluto. Cristina

    • anche io vivo a Parigi, quindi mi permetto di risponderti: 67mq in città sono una grandissima casa!
      Tieni conto che riescono a fare trilocali in 40mq, esistono in affitto monolocali da 9mq con bagno sul palier (corridoio) e i prezzi sono stellari.
      Dopo 4 anni di vita li ora siamo in un 50m, ma siamo passati da 27 e 30 prima…

      Gaia

  • Anche per me casa è un concetto strano e sparpagliato.
    Casa è Milano, dove sono nata e cresciuta, dove c'è la mia famiglia di origine e dove ora passo una decina di giorni al mese per lavoro.
    Casa è Parigi, dove mi sono trasferita con consrote 4 anni fa, e quanti pianti dopo aver lasciato il bilocalino da 27mq dove sono successe mille cose, e dove siam cresciuti sia come persone che come coppia… ora casa sono gli agoniati 50m (grande passo per chi conosce la città), con spazio vitale per tutti, anche per il pargolo in arrivo.
    Casa è anche un po' Madrid, dove ho vissuto e studiato un anno, con il suo cielo azzurro e la libertà che avevo e respiravo come Erasmus…

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